Martiri della Fede ieri e oggi
(seconda parte: oggi)

di Ida Bossi
Testimoni del Cristo risorto
“Se viviamo viviamo per il Signore,
se moriamo moriamo per il Signore”

Rom 14, 8
 Grazie a Giovanni Paolo II, la Chiesa cattolica ha preso coscienza del fatto che l’esperienza del martirio è ancor oggi attualissima. Il “secolo breve”, segnato dai totalitarismi, ha lasciato dietro di sé una lunga scia di sangue cristiano. Ma anche il terzo millennio si è aperto nel segno del martirio: un martirio che conosce molteplici volti e appare sempre più come un’esperienza “globale”.
  È un esempio di grande fede quello che ci danno i fratelli perseguitati. Noi ci lamentiamo facilmente di credere oggi, di andare contro l’opinione comune, di farci riconoscere come cristiani da colleghi magari ostili alla fede, ma la testimonianza dei perseguitati e dei martiri ci mostra che lo Spirito Santo può dare la forza di testimoniare la fede in condizioni a volte tragiche.
  Dobbiamo pregare per questi fratelli, perché questi testimoni del Cristo risorto possano perseverare.
  Abbiamo già sentito nell’incontro precedente quello che Tertulliano diceva: “Sangue dei martiri, seme per i cristiani” e lo vediamo davvero. Dove cade il sangue dei testimoni di Cristo le chiese, oggi, sono tra le più fiorenti, non sono chiese stanche, non sono chiese pigre. In alcune nazioni, da quando è stata proibita la chiesa, essa è cresciuta di più che negli ultimi cinque secoli.
  Non possiamo parlare alla leggera di questa crescita che è costruita sul sangue dei nostri fratelli.
  Nei martiri risplende la gloria di Gesù. Chi può dare ai martiri o a una persona, di fronte alla prospettiva del martirio, la forza di testimoniare e di tenere duro nel nome di Gesù?
  Policarpo, discepolo di Gesù, martire dell’Asia Minore, davanti al giudice romano che gli chiedeva di dire una sola parola e l’avrebbe liberato, doveva dire Kyrios Kaisar che vuole dire: l’imperatore, Cesare è il signore; Policarpo disse “Non posso dire Kyrios Kaiser perché io dico Gesù è il Signore!” E salì sul rogo.
  Ringraziamo lo Spirito Santo chiamato l’allenatore dei martiri. I martiri di oggi ci stimolano all’unità tra i cristiani, perché in molte nazioni non vengono bruciate chiese e uccise persone perché sono cattoliche o protestanti, ma perché sono cristiane. Agli occhi dei persecutori noi siamo già una cosa sola, cerchiamo di esserlo anche tra di noi.
  Adesso desidero parlarvi di alcune testimonianze che sono state date a Rimini poche settimane or sono, durante la XXXVIa Convocazione nazionale dei Gruppi e delle Comunità del “Rinnovamento dello Spirito”. Riguardano la situazione delle chiese perseguitate in Iraq, Siria, Egitto, Eritrea, Nigeria.
IRAK
 Il vescovo di Bagdad testimonia che l’IRAK è il simbolo del cristianesimo di oggi in questo paese dove, durante la messa del pomeriggio del 31.10.2010 c’è stato un massacro di 5 ore con 46 martiri uccisi.
  Dal 2003 i cristiani in IRAK stanno vivendo una situazione complicata. Essere cristiano è molto difficile, vuol dire essere perseguitato tutti i giorni, è discriminato nel sociale. Essere cristiano vuol dire impegnarsi fino in fondo nonostante tutte le minacce in tutto il paese. Con tutto il rischio sono lì non per loro stessi, ma per tutto il paese.
  La fede nel quotidiano, malgrado tutte le minacce e gli attacchi.
  Sorridi perché Dio ti ama (parroco di Bagdad ucciso).
  L’amore è una malattia chi la subisce desidera non essere mai guarito (confessore).
  Oggi ci aiutano ad impegnarci di più perché solo attraverso l’impegno possiamo dare una speranza nuova che è stata colpita fino in fondo da 40 anni. Oggi più impegno nella vita sociale.
NIGERIA
 Stato più popoloso dell’Africa, equamente tra musulmani e cristiani. La più grande nazione musulmana nel mondo! Rispetto reciproco.
  Fortificata. Maidubri i cristiani soffrono tanto e muoiono a causa della fede però restano fedeli alla fede e non si scoraggiano. I missionari rischiano la vita in quella zona. Per grazia di Dio c’è molta solidarietà tra le comunità cristiane. Atti di violenza da parte di gruppi criminali musulmani diversi (bogoharam). Attaccano le chiese, uccidono la gente. Ci si chiede se le cause siano solo religiose o anche di tipo polito-economico. Ancora non si può dire. Occorre molta preghiera per tutti i paesi che soffrono la violenza.
ERITREA
La chiesa in Eritrea soffre in silenzio. Il silenzio degli innocenti. L’apparenza è ingannevole , ma molti pentecostali stanno subendo persecuzioni tremende e insopportabili. Chi esce miracolosamente da questi containers o prigioni sotterranei dove hanno subito diverse torture terribili, sopportabili solo con la grazia di Dio, dicono “Quando si arriva al limite della sofferenza atroce non sei più tu, ma è lui che prende nuovamente la croce”. Anche oggi questi perseguitati non sono altro che Gesù che stanno portando la croce.
  Flagellazioni e torture verso i giovani, ma c’è il silenzio “assordante” da tutto il mondo.
  Il silenzio assordante del mondo e a volte di Dio. Dio dove sei, cosa fai? La Parola di Dio sostiene e si aspetta il silenzio di Dio. Lui può cambiare tutto (Daniele, Paolo e Sila). Ma ci sono momenti in cui accade il miracolo. Il miracolo è riuscire a fare la volontà di Dio!
  Chiesa qualche volta è la chiesa delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo. Se non parliamo noi chi parla, chi diventa la voce del sofferente senza voce?
  Chi esce dall’Eritrea e altri paesi africani, dall’Egitto, dal Medio Oriente sono molti giovani cristiani, ma per chi rimane è ancora più difficile.
SIRIA
(Suor Paola, Aleppo)
 Chiesa che vive, oggi, particolarmente la sofferenza e la persecuzione.
  15.03.2011 inizia Primavera Araba. C’era un cartellone significativo situato nei punti più importante della città di Aleppo con scritto “ Siria la tua terra è santa, terra dell’amore e della pace”. Questo apriva l’animo e dava speranza che questa terra non venisse toccata dalla distruzione e da sangue innocente”.
  Aleppo, città industriale con 3 milioni e mezzo abitanti, terza città del monto arabo più importante per i cristiani, circa 300.000 di diversi riti.
  15.03.2011 Aleppo ancora tranquilla, ma senso di paura, di angoscia per ciò che succede altrove in Siria, molti lasciano il paese, circa 30.000 cristiani, per emigrare dove sperano di trovare sicurezza e lavoro. Ad Aleppo si vive l’agonia di Gesù, a luglio la Primavera Araba arriva anche ad Aleppo. Tutti i cristiani scappano e si nascondono.
  15.01.2013 esplosione nella città universitaria di Aleppo che devasta tutto e uccide un numero enorme di persone tra cui Suor Rima, missionaria siriana, di cui non si trovarono neppure i resti.
  Da allora, ogni giorno ci sono famiglie intere, cristiane, che vengono colpite, muoiono o non sanno dove andare.
Martiri cristiani del XXI secolo:
un bilancio in corso d’opera
 Alla fine di queste testimonianze, vorrei fare risuonare qui la Parola del Signore, quando Gesù entra nella sinagoga di Nazareth per dare ragione della sua missione messianica. Sappiamo, srotola il libro di Isaia, legge il cap. 61: Lo Spirito del Signore è su di me... ma più avanti il Signore ci dice:
“Invece della vergogna riceveranno il doppio,
invece dell’insulto avranno in sorte grida di gioia;
per questo erediteranno il doppio della terra,
avranno una gioia eterna, perché io, il Signore,
che amo il diritto e odio la rapina e l’ingiustizia,
concluderò con loro, un’alleanza eterna.
Sarà famosa tra le genti la loro stirpe
e la loro discendenza in mezzo ai popoli.
Coloro che li vedranno riconosceranno
che essi sono la stirpe benedetta dal Signore ”

(Is 61, 7)
 Guardando quel fazzoletto di terra che va dall’ Irak, alla Siria, alla Turchia. Dalla Giordania, al Libano, all’Egitto, a Israele noi riconosciamo che questi nostri fratelli sono la stirpe benedetta dal Signore. Lì tutto ha avuto inizio, la storia dell’Allenza, della nostra Salvezza. Sono le comunità madri della nostra fede. Dobbiamo pregare molto per loro.
  Fare preghiera per affidare la vita di coloro che rischiano la via per testimoniare il Signore.
  Vi propongo dedicare una S. Messa, magari quella a Bergamo, città del martire Alessandro, per i perseguitati e per i loro persecutori e per essere capaci di perdonare i nemici della fede cristiana.
Alberico Crescitelli
(Altavilla Irpina, 30 giugno 1863 – Yentsepien, 21 luglio 1900)
 Fu un sacerdote italiano appartenente al Pontificio seminario romano dei santi apostoli Pietro e Paolo per le missioni estere (seminario poi unito nel 1926 all'Istituto di Milano per le missioni estere, diventando il Pontificio istituto missioni estere), che morì martire in Cina durante la rivolta dei Boxer; fu proclamato santo il 1º ottobre 2000.
  Nato in una famiglia profondamente devota, Alberico Crescitelli entrò nel Pontificio seminario romano dei santi apostoli Pietro e Paolo per le missioni estere nel 1880 e venne ordinato sacerdote il 4 giugno 1887. L'anno successivo venne inviato in Cina ed iniziò a lavorare nella parte meridionale della provincia di Shanxi.
  Sull'appartenenza dei suoi assassini al movimento dei Boxer non esiste una versione unanime, dato che, secondo alcuni commentatori, il movimento dei Boxer non giunse mai fino alla provincia di Shanxi.
  Comunque la morte riservatagli fu orribile:
  «Umanamente parlando, la sua morte fu orribile, forse una delle più atroci registrate dalla storia. Nulla gli fu risparmiato, né la crudeltà dei tormenti, né la durata di essi, le più barbariche umiliazioni, né la sofferenza del cuore, né l'ipocrito tradimento dei falsi amici, né le urla ostili e minacciose dei suoi aguzzini, né l'oscurità del sentirsi abbandonato». (dal discorso di papa Pio XII in occasione della beatificazione di Alberico Crescitelli)
  I suoi confratelli, che lo conoscevano da molti anni, iniziarono la sua causa di beatificazione già fin dal 1908 ed i testimoni citati furono unanimi nel proclamare la santità della sua vita.
  Egli fu dichiarato beato nella Basilica di San Pietro in Vaticano il 18 febbraio 1951 da papa Pio XII. Il suo discorso in quell'occasione fu particolarmente memorabile.
  Papa Giovanni Paolo II lo ricomprese nell'elenco dei 120 Santi Martiri in Cina canonizzati in Piazza San Pietro il 1º ottobre 2000.
  La sua canonizzazione sollevò le proteste dell'Associazione patriottica cattolica cinese, l'associazione filo-governativa che raggruppa i fedeli proclamantisi cattolici ma legati al regime, per bocca del loro vescovo Fu Tieshan, e lo stesso Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese si espresse duramente contro tale avvenimento, sostenendo che le persone canonizzate in quell'occasione si erano macchiate di gravi crimini contro il popolo cinese, mentre il Centro Studi della chiesa cattolica del Santo Spirito in Hong Kong definì queste accuse contro i neo-canonizzati prive di qualsiasi fondamento.
  La memoria liturgica di sant'Alberico Crescitelli cade il 21 luglio.