«LA FEDE SENZA OPERE È MORTA» (Gc 2,26)
«FIDO SEN FAROJ ESTAS MALVIVA»
(Jak 2,26 2,26)
di Ida Bossi
 PREMESSA:
  Cari fratelli e sorelle, chiedo l’aiuto dello S.S. perché ogni singola Parola del Signore che verrà proclamata tocchi i nostri cuori e produca frutto. L’argomento della Fede è teologico, molto importante, ma cercherò di rendere questo nostro incontro semplice, concreto e possibilmente utile per la nostra quotidianità.
Cosa è la FEDE?
Kio estas la FIDO?
 La definizione canonica è:
  La Fede è virtù teologale che aiuta e incrementa il nostro rapporto con Dio e ci fa credere in Lui.
  Per la teologia cristiana le virtù teologali sono quelle virtù che riguardano Dio, rendono l'uomo capace di vivere in relazione con la Trinità e vivificano le virtù cardinali.
  Non possono essere ottenute con il solo sforzo umano, ma sono infuse nell'uomo dalla grazia divina.
  In un modo ancora più semplice diciamo che:
La Fede è aderire completamente a Dio che ci ama.
La Fido signifas aliĝi entute al Dio, kiu nin amas.
 Forse la maggioranza di voi è sposata. Guardate cosa portate all’anulare della vostra mano sinistra. Quell'anello si chiama FEDE che vuole dire FIDUCIA.
  Quando vi siete conosciuti e poi innamorati desideravate passare tutto il tempo possibile insieme per ascoltarvi e conoscervi sempre meglio. Poi è nata la fiducia perché sapevate che ognuno voleva il bene dell’altro.
  La stessa cosa avviene con Dio. Avere Fede significa desiderare di stare con Dio e fidarsi di Lui perché si è compreso che il suo amore per noi è infinito… non ha fine!
  Gv 14, 23 “Se uno mi ama, osserva la mia Parola” . Non ci dà regole rigide, ma ci dice di osservare la sua Parola perché è per il nostro bene. Dobbiamo credergli, avere fede in Lui.
  FEDE (avere fiducia) è mettere in pratica ciò che il Signore ci dice con amore. “Non chi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio” Mt 7, 21
La fede è un atto di abbandono a Dio
La Fido estas ago de memforlaso al Dio
 Abbandonarsi è lasciarsi prendere per mano e aderire al suo progetto.
  Nei momenti bui della vita, quando ci sentiamo persi, la Fede ci illumina e contribuisce a fare rinascere la speranza perché sappiamo che Dio veglia su di noi e ci ama.
Il centro nostra fede è l’amore di Dio per noi
La kerno de nia Fido estas la amo de Dio por ni
 Questo è l’oggetto della nostra Fede: l’amore di Dio per noi! E’ una relazione affettuosa che cambia il nostro cuore. Il nostro cuore diventa il cielo di Dio, un cielo trinitario dove c’è Fede, Speranza, Amore. Occorre credere all’Amore, chi non crede ha la morte nel cuore. Con Dio ci sono vita e gioia.
  “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” Gv 15, 11
  Fratelli, se abbiamo Fede Lui ci dona LA GIOIA PIENA, non quella finta che ci dà il mondo quando ci fa credere che la felicità sta nell’avere, nell’apparire, nel potere.
  Gesù, ci dice:
“...senza di me non potete fare nulla” Gv 15,5
“...sen mi, vi nenion povas fari” Joh 15,5
 Molte persone dicono: Io non ho la Fede, non sento nulla, non riesco a credere.
  La Fede è, sì, un DONO, ma dobbiamo prima di tutto DESIDERARLO. uando Quando c’è qualcosa che ci interessa molto, ma che non abbiamo, ci diamo da fare in tutti i modi.
  Cerchiamo, ci informiamo, chiediamo a chi ci può aiutare a trovarla l’oggetto del nostro interesse.
  La condizione per ricevere il DONO è DESIDERARLO.
  Ricordiamoci che crede chi VUOLE credere. La Fede si basa anche sulla Ragione, ma richiede un’adesione della volontà. Serve quindi sia intelligenza sia volontà. Nella Fidei et Ratio, Enciclica Giov. Paolo II e nel successivo discorso di Benedetto XVI è ben spiegato come Fede e Ragione non sono in opposizione, ma aiutano entrambe la ricerca di Dio.
  Adesso Carlina vi leggerà ora una poesia di Raffaele Carrieri che si intitola:
Lamento dell’ebanista

Ho buoni legni: noce, mogano
e l’ebano per l’intarsio.
So spianare e assottigliare
e bene connettere
legare e combaciare.
Accendo, attizzo il fuoco,
ma non posso cuocere:
Mi manca la colla cervona.
 Quanto descritto rappresenta la situazione dell’uomo contemporaneo che ha quasi tutti gli attrezzi per essere completo, ma... gli manca la “colla cervona”, elemento importante per l’ebanista per completare l’opera. Per noi cristiani la colla cervona è la Fede, la quale apre alla trascendenza e dà senso a tutta la vita.
 Archimede diceva: “Datemi un punto e solleverò il mondo”.
  Per noi quel punto, quel fulcro, è la Fede!

  Vediamo ora una caratteristica molto interessante della Fede.
“La fede si rafforza donandola” Gv 15,5
“La Fido plifortiĝas ĝin donante” Joh 15,5
(Redemptoris Missio, Giov. Paolo II, 1990)
 Ascoltate bene, credere non è un fatto privato, non è un tesoro da chiudere nella cassetta di sicurezza per paura di perderlo, ma è da condividere perché cresca e dia frutto.
  Cosa significa?
  Che la fede cresce in noi e negli altri attraverso la CONDIVISIONE. Ecco perché Fede ed Evangelizzazione sono strettamente legate tra loro. Dobbiamo parlare dell’Amore... con amore. Il mondo ha bisogno di Amore!
  Quanto stiamo dicendo non è una fantasia o una possibilità, ma è quello che viene chiamato
Il grande mandato!
La granda mandato!
e ci viene da Gesù!
“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura”
“Iru en la tutan mondon, kaj prediku la evangelion al ĉiu kreitaĵo”
Mk 16, 15-16
 Il Signore ha bisogno di operai nella sua vigna perché Egli salva l’uomo per mezzo dell’uomo. E se qualcuno tra noi ha qualche perplessità o si sente inadeguato, ecco cosa ci dice il Signore per rassicurarci: “Io sono con voi fino alla fine del mondo” (Mt 28,20)
  “Mi estas kun vi ĉiujn tagojn, ĝis la maturiĝo de la mondaĝo”
  Con una compagnia così possiamo stare ben sicuri!
  Al Sinodo dei Vescovi (ottobre 2012) è stato chiaramente detto che: Evangelizzazione non è un programma o un tecnicismo, ma è il modo di essere futuro della Chiesa.
Evangelizzare, oggi, è attestare la nostra fede con una vita nuova trasformata da Dio
Evangelizado, hodiaŭ, signifas atesti nian Fidon per nova vivmaniero transformita de Dio
 con franchezza, chiarezza, coraggio, libertà.
  “Dai loro frutti li conoscerete... perchè ogni albero buono produce frutti buoni” (Mt 7,16)
“Per iliaj frukoj vi konos ilin”
  E, a proposito dell’annuncio, San Paolo nella lettera ai Filippesi 1, 3-5 scrive: “Ringrazio il mio Dio... a motivo della vostra cooperazione alla diffusione del Vangelo...”
  e Isaia 52,7 dice:
“Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!”
“Kiel ĉarmaj estas sur la montoj la piedoj de anoncanto, kiu proklamas pacon”
(Jes 52,7)
Qual è il lieto annuncio di cui parla Isaia?
Kiu estas la ĝojiga anonco, pri kiu parolas Jesaja?

E quali sono i frutti visibili della nostra fede?
Kiuj estas la videblaj fruktoj de nia Fido?
 Il lieto annuncio è l’annuncio di amore che si concretizza nell’avere gli stessi sentimenti di Gesù, di diventare il Suo volto, il suo cuore, le sue mani.
  E i frutti sono i piccoli e grandi gesti di amore, di attenzione ai bisogni dell’altro, di ascolto del fratello, di perdono e di pace... fatti nel quotidiano... come ha fatto Gesù.
Questa è la nostra Fede visibile. Amare e servire come ha fatto Gesù! Dobbiamo essere attraenti come Lui!
“Ni ne besonas instruistojn,
doktorojn, sciencistojn,
sed
ni besonas atestantojn”

(Papa Paolo VI, 2003)
 Papa Paolo VI (2003) diceva che noi non abbiamo bisogno di maestri, di dottori, di scienziati, ma abbiamo bisogno di testimoni.
“Fido sen faroj estas malviva”
(Jak 2, 26)
 San Giacomo (Gc 2, 14 e segg) a questo proposito ci aiuta a comprendere che la Fede deve concretizzarsi nella nostra vita proprio attraverso le opere. Ci dice:
  “Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa. Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.
Fede nel vivere sociale e politico
La Fido en la socia kaj politika vivo
La Fede influisce tutta la nostra vita. Il cristiano non è persona che si cambia di abito secondo gli ambienti che frequenta.
  La domanda allora è:
  Come si coniuga l’essere cristiano col vivere sociale, politico, economico?
  Vi rimando all’importantissima Enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI (2009) che ci parla di rapporti nuovi e di come superare grosse difficoltà e problemi sociali con la coerenza tra fede e vita. Non si può parlare di fede senza parlare anche di opere di carità (non elemosina!) e solidarietà nel mondo sociale, economico e politico.
  La Fede influenza tutti i nostri comportamenti e conseguentemente può modificare la società.

  Davanti all’impegno che ci viene richiesto in famiglia e nell’ambito sociale, ci può essere la tentazione di giustificarsi pensando: “Non sono capace, sono troppo vecchio, sono acciaccato, ci pensino i giovani...”
  Vorrei ricordare, insieme a voi, l’episodio che ci viene raccontato da Lc 2, 36:
“C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.”
 Come vedete, il Signore si serve di noi fino alla fine, fino all’ultima ora. Ci prende così come siamo, nella nostra unicità e ci dice una cosa stupenda:
“Tu sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e ti amo”
“Vi estas kara ĉe miaj okuloj, vi estas honorata kaj mi amas vin”
(Js 43,4)
 Ognuno di noi è prezioso agli occhi di Dio, pensato da Lui prima della creazione dell’universo.
  A noi il piccolo sforzo di riconoscere la nostra unicità, la nostra dignità di figli di Dio e di non permettere al mondo di intaccarla per nessun motivo.
  La fiducia in Dio, la Fede, ci devono quindi spingere ad avere obiettivi alti, ad avere vasti orizzonti.
  Fratelli e sorelle, vogliamo essere
Aquile o galline?
Agloj aŭ kokinoj?
  Dove fa il nido l’aquila (in alto, aria pura, grandi visioni, grandi spazi e silenzi)?
  Scende in basso, ma poi si rialza subito per volare in alto, in alto, su, su… Sapete come insegna a volare a suoi piccoli? Proprio come fa il Signore con noi!
  E la gallina?(In un pollaio, in un ambito ristretto o sull’aia), non riesce a volare se non per brevissimi tratti e poi ... vola sempre basso.
  Noi tutti siamo Aquile, ma ingannate dal mondo che ci spinge a beccare cibo non adatto a noi, ad avere uno sguardo basso solo sull’oggi, anziché volgerlo verso obiettivi alti.
  Un mondo che ci propone disvalori e che, puntando sugli istinti, annebbia la nostra ragione e la nostra volontà, due qualità che ci servono per sviluppare il nostro senso critico per fare le giuste scelte.
 Cerchio di Aristotele: Intelligenza, Volontà, Affettività, Istinto.
  I criteri del mondo sono retti dal Pensiero debole basato sull’istinto e non sulla ragione. Il mondo propone giudizi errati per dare valore a noi stessi o agli altri solo in base all’immagine esteriore, al grado di istruzione, alla ricchezza, al potere, al successo.
  I criteri di valutazione che Dio sono molto diversi: ci ama come siamo, con pochi o tanti talenti, vuole il nostro bene e la nostra felicità senza pretendere alcuna merce in cambio.
  Ci dona cibo buono e un obiettivo alto: la vita e la felicità eterna!
“Tu sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e ti amo”
(Isaia, 43, 4a)
 Ogni giorno, quindi dobbiamo bene-dire il Signore (dire bene) e mettere in pratica il Vangelo perché la nostra fede, come abbiamo detto, deve essere visibile nelle nostre opere.

  A conclusione, diciamo che per essere capaci di questa coerenza tra Fede e opere ci servono due cose:
  • L’amore per la Parola del Signore. È attraverso di essa che Lui ci parla. La Parola non è qualcosa, ma qualcuno che ci offre il suo Amore e illumina la nostra vita.
  • La preghiera allo Spirito Santo perché ci rafforzi nella Speranza, nella Fede e nell’Amore e ci doni la gioia perché, come diceva St. Ignazio di Loyola: “Il cristiano non ha nessun motivo per essere triste, ne ha invece molti per essere nella gioia che viene dall’aver incontrato Gesù”.