Enhavo:



Il 20 febbraio u.s. è morto a Bergamo  mons. Giovanni Locatelli vescovo emerito di Rimini e di Vigevano. Lo commemoriamo con una testimonianza di don Duilio Magnani. E` un po' lunga ma ne vale la pena.

S. E. Mons. GIOVANNI LOCATELLI
Un Vescovo per l' Esperanto

Mons. Giovanni Locatelli, nato a Rotafuori (frazione di Rota Imagna), diocesi di Bergamo, emigrato in Francia da piccolo con la famiglia, fece ritorno in Italia all’età di 20 anni circa e a 24 anni veniva ordinato prima Sacerdote (25.05.1948) e poi Vescovo (20.03.1977) nella Cattedrale di Bergamo. Laureato in Scienze politiche e Pastorali, amava il dialogo e il confronto su tutto. Sapeva ascoltare con pazienza e gentilezza i suoi preti ed era alla mano coi fedeli. Il suo parlare usciva dal cuore ed entrava nei cuori. Seguiva con spirito paterno i suoi Sacerdoti, specie quelli geograficamente più lontani. Era capace di visitarli nelle loro canoniche senza farsi annunciare e di intrattenersi con loro fuori da ogni schema convenzionale. Viveva in una casa vescovile semplice e dignitosa. Aperto a tutto, non temeva nessuna novità, ma con il Dono del discernimento sapeva accogliere, scartare, approvare, sostenere, consigliare. Fu il primo in Italia ad ordinare Sacerdote un padre di famiglia, il geom. Probo Vaccarini, vedovo con 5 figli, dei quali due sacerdoti, un religioso, una religiosa ed una laica impegnata. E tutti, padre, madre e figli e figlie cresciuti all'ombra e alla scuola di Padre Pio.
Personalmente, fin dal primo colloquio lungo, schietto e aperto, c'é stata una sintonia completa con Mons. Locatelli. La Sua era una spiritualità non comune che ispirava fiducia, tanto che fui spinto a partecipare a più di un corso di esercizi spirituali dettati da lui. Dal suo arrivo (1977) alla sua partenza (1988) l'ho sempre sentito al mio fianco come Padre e Pastore. Un punto d'appoggio forte. Più di una volta fece visita anche ai miei anziani genitori o appariva in chiesa ed ascoltava la S. Messa nei banchi coi fedeli.
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Non fu affatto una difficoltà parlargli di esperanto. Appena giunto in Diocesi si informò subito e dettagliatamente di questa Lingua Internazionale, della sua letteratura originale e tradotta, dello sviluppo del movimento esperantista a livello internazionale e nel mondo cattolico, della letteratura cristiana: Bibbia, riviste, pubblicazioni varie, trasmissioni radio ecc. Prese atto con soddisfazione e un po' con meraviglia dell'attività "francescana" a livello mondiale di Padre Albino Ciccanti ofm e, alla sua ombra, anche dei miei impegni da novizio. S'informò anche su cosa ne pensava il suo predecessore, Mons. Emilio Bancheri. Probabilmente, essendo questo rimasto in Diocesi, ne avrà anche parlato con lui perché in seguito Mons. Locatelli mi accennò ad un episodio che solo Mons. Biancheri ed io sapevamo: l'incontro che avemmo sul tema dell'esperanto per l'ecumenismo con S. E. Mons. Alberto Ablondi, Vescovo di Livorno, allora incaricato della CEI per l'Ecumenismo.
Ricordo che una volta, in occasione della visita del Vescovo Giovanni ai miei genitori, mia mamma lo provocò sull'esperanto perché, secondo lei, questo mio interessamento cominciava a prendermi un po' la mano. Era il periodo nel quale dovevo battere a macchina tutto il Messale romano tradotto in esperanto e spesso lavoravo di notte. Ed allora, per giustificare l'entusiamo mio per "il nuovo latino della Chiesa", raccontai al Vescovo dell'entusiasmo e della soddisfazione di Mons. Biancheri quando per la prima volta salutò e diede il benvenuto in esperanto ai congressisti dell'I.L.E.I. (associazione internazionale degli insegnanti esperantisti) in San Marino (1976): "Si vedeva che capivano quel che leggevo ed anch'io ho capito molto dei loro interventi!" ripeteva con vivo compiacimento.
Mons. Biancheri si era però veramente convinto dell'importanza e della praticità dell'esperanto nell'incontro in Seminario con i polacchi. Quella fu una bella esperienza diocesana, una novità assoluta per quei tempi di guerra fredda: l'incontro avvenuto in gran segreto ("rigorosamente riservato ai Sacerdoti") con il Vescovo esperantista Mons. Wladislaw Miziolek, Ausiliare del Primate Card. Wyszynski. Avemmo in quell'occasione le prime rivelazioni e testimonianze dirette sulla vita civile e cristiana di oltre cortina. Si era colta l'occasione dell'Anno Santo 1975 per invitare il Vescovo Miziolek, responsabile della pastorale degli esperantisti cattolici per la Conferenza Episcopale Polacca, e con lui una trentina di Sacerdoti e laici, oltre che la Corale esperantista "MUZILO" di Varsavia, invitata per l'inaugurazione del cinema "ESPERO" a San Giuliano Mare.
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Il nuovo Vescovo, rassicurato, se mai ce ne fosse stato bisogno, dai comportamenti del suo predecessore, accolse in udienza, senza remore e di buon animo, il piccolo gregge dei suoi esperantisti diocesani guidati da Padre Albino Ciccanti. Non solo confermò il Gruppo dell'UECI, ma mi nominò ufficialmente Incaricato Diocesano del gruppo (28.06.1977). Quando poi seppe che questo suo Sacerdore era stato eletto Presidente dell'IKUE (1979) non ebbe problemi a darmi il suo consenso per tale servizio al movimento esperantista cattolico internazionale.
In quella veste, mi prodigai subito, sostenuto appunto dal mio Vescovo, perché la Congregazione del Culto Divino riconcedesse il permesso di celebrare in Esperanto, già concesso subito dopo il Concilo a Padre Giacinto Jacobitti OP dal Consilium ad exequendam constitutionem de Sacra Liturgia (26 aprile 1966, Prot. n. 1212/66). Ciò comportava per me la fatica e la spesa di andare a Roma almeno una volta al mese e ritornare nel giro delle 24 ore per non danneggiare la parrocchia. Gli confidai una volta che qualcuno dei parrocchiani avanzava delle critiche per questo mio servizio. La sua risposta fu semplice e chiara: "Non lo fai per il Signore e per la Chiesa? Stai tranquillo". Mi ricordai allora di una simile risposta data da Padre Pio ad un Religioso olandese delle Scuole Cristiane, ancora nel 1960 (quando neppure sognavo di dedicarmi all'Esperanto!); si chiamava fra' Arnaldo ed era anche lui tormentato dal dubbio di "perdere tempo e denaro" nel corrispondere in esperanto con l'Est Europeo. C'era la stessa identità di vedute sull'argomento fra i due che più stimavo, il Vescovo e Padre Pio. Non si perde tempo! E' cosa utile ai fratelli, alla Chiesa e al mondo.
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Accadde intanto il grande evento dell'elezione a Papa di Karol Wojtyla (1978). Informai il Vescovo che il nuovo Papa era schierato per la lingua del "Doktoro Esperanto" e che probabilmente avrebbe portato aria nuova alla chiesa occidentale ancora schierata per il "multilinguismo".
Ben presto in Vaticano la lingua di Zamenhof incominciò a far capolino. Per lo meno non era più uno "scandalo" nominarlo e richiederlo per la Liturgia. Spesso, per chiudere la bocca, si ripeteva: "Anche il Papa è favorevole". Infatti in Vaticano era risaputo che poco prima (1977), quando ancora era Arcivescovo di Cracovia, Egli era stato Patrono del Congresso internazionale degli esperantisti cattolici a Censtochowa e che era stato autorizzato da Papa Paolo VI a "celebrare la Messa in esperanto"; quel Paolo VI che, da arcivescovo di Milano, aveva conosciuto il nutrito e fervoroso gruppo di esperantisti milanesi, anzi, aveva avuto fra i suoi sacerdoti esperantisti un Presidente dell'IKUE, Don Ferdinando Longoni. Incaricato di trasmettere tale autorizzazione fu proprio Mons. Antonio Innocenti, poi Cardinale, fermo oppositore dell'esperanto nella Liturgia. Fra gli scherzi della Provvidenza é bene ricordare questo: Mons. Innocenti inviò un telegramma "in latino" per autorizzare la Messa "in Esperanto"! Non profetizzava così l'esperanto come il "nuovo latino" della Chiesa?
Il cuore del nostro Vescovo per l'esperanto si accendeva sempre di più. Se ne ebbe la prova quando accettò, dietro suggerimento del nuovo Presidente dell'IKUE, di chiedere (1980) a Mons. Giulio Oggioni, Vescovo di Bergamo, di trasferire a Roma Don Battista Cadei, Professore di Lettere, latino e greco nel Seminario bergamasco. Lo scopo era di dirigere la sezione esperanto di Radio Vaticana. Quel trasferimento a Roma fu un successo della Provvidenza: la sezione esperanto di Radio Vaticana si affermò sotto la guida di Don Cadei, acquistò simpatia presso la Direzione ed i colleghi della Radio stessa. Anche la Segreteria di Stato e le Congregazioni romane, che si aprivano sempre più al problema dell'Esperanto, non di rado lo consultavano. Un servizio impagabile anche perché Don Battista seppe preparare il suo successore nella persona di un giovane esperantista di Roma, Carlo Sarandrea, attuale responsabile della sezione Esperanto di Radio Vaticana che ora trasmette regolarmente in questa lingua ben tre volte alla settimana. Un progresso grandioso a partire dai quei pochi minuti concessi per "grazia di Dio" prima della mezzanotte del 17 aprile 1976.
Il fascino pastorale del nuovo Papa spinse il Vescovo Locatelli a chiedere un'udienza pontificia per la sua diocesi. Avvenne il 19 aprile 1980. Erano presenti alcune migliaia di riminesi con i Sacerdoti quasi al completo. I Confratelli, e poi il Vescovo stesso che aveva seguito il Santo Padre, sorpresi dell'abbraccio che ricevetti dal Papa mi chiesero: "Ma tu, lo conoscevi già?.. Ti ha abbracciato!" Ho dovuto aspettare di vedere le foto per convincermi dell'abbraccio e che mi aveva ascoltato con interesse, occhi negli occhi, braccia nella braccia. Spiegai al Vescovo che gli avevo parlato del Messale in esperanto. Il Papa già sapeva, senza conoscermi, che avevo preso il posto, come presidente dell'IKUE, di un Cappuccino polacco che Lui ben conosceva, e che era aperta la questione del Messale in esperanto presso la Congregazione romana.
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Arrivò purtroppo quel 13 maggio 1981: l'attentato al Papa in Piazza San Pietro preannunciato 64 anni prima (1917-1981) dalla Madonna ai tre fanciulli di Fatima. Fu in seguito a questo fatto che maturò in me l'idea di consacrare il movimento esperantista cattolico internazionale al Cuore Immacolato di Maria in ringraziamento e in sintonia con il Santo Padre che sarebbe andato a Fatima il 13 Maggio 1982. Ne parlai al Vescovo. Non solo approvò la proposta, ma accettò addirittura, di dare voce alla formula in esperanto dai microfoni di Radio Vaticana; malgrado non avesse mai studiato l'esperanto, si preparò con sole due o tre letture. Gli esperantisti cattolici del mondo erano stati convocati per l'ascolto della trasmissione alle ore 7,00 per recitare col Vescovo la formula di consacrazione inviata loro per tempo. Un momento sacro ed emozionante di preghiera, tutti inginocchiati a rappresentare i popoli dei cinque continenti in devota offerta alla Vergine, uniti al Vescovo di Rimini, da allora fatto "nostro", e stretti idealmente attorno al Santo Padre che era davanti all'immagine della Madonna a Fatima. Un "miracolo" di comunione e di fraternità a distanza attraverso una "lingua ponte per tutti i popoli", l'Esperanto.
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Siamo ora alla famosa crisi polacca provocata da Solidarnosch (1981). Le iniziative si moltipliavano per portare aiuti di ogni genere ai lavoratori che scioperavano a Danzica. Anche gli esperantisti di Rimini, approfittando di un Decreto del Governo che permetteva di spedire gratuitamente un pacco a parenti o amici polacchi, si organizzarono. Nacque l'iniziativa di un pacco ad ogni esperantista polacco. Furono spediti oltre 5.000 pacchi, ognuno accompagnanto da una lettera in esperanto che ne spiegava le finalità ed invitava a stabilire una corrispondenza col mittente anche se non esperantista. Il gruppo diocesano dell'UECI si offriva a fare da interprete. La massa di corrispondenza divennne enorme, tanto che si dovette arrivare a dei pre-ciclostilati.
Terminato il periodo dei pacchi, si passò al trasporto coi TIR. Io stesso ne accompagnai ben cinque in diverse città della Polonia. A quello diretto a Danzica, che ci portò all'incontro con Lech Walesa (8.11.1984), l'elettricista fondatore di Solidarnosc e futuro primo Presidente della Polonia libera, volle dare il suo contributo anche Mons. Locatelli. Inaspettato comparve all'imbrunire in parrocchia mentre si stava impacchettando ogni ben di Dio. Fece la sua offerta per il costo del TIR e acquistò anche due tute per i portuali di Danzica. Seguì passo a passo tutta l'operazione e trepidò anche lui non poco quando, di ritorno in treno da Varsavia via Berlino, per un malinteso linguistico col controllore del treno, o per stanchezza, rischiai molto, avvicinandomi senza volerlo al muro proprio a Berlino Est credendo di essere già a Berlino Ovest. Parrocchiani, genitori e Vescovo aspettavano trepidanti il parroco per la Domenica, ma....nessuno sapeva perché non era arrivato.
L'eco entusiastico per i pacchi arrivava anche sull'onda delle diverse riviste esperantiste nazionali e internazionali. Ed il Vescovo non ebbe difficoltà ad accogliere un mio suggerimento di rimandare l'eco all'orecchio stesso del Santo Padre in occasione della Sua visita a Rimini e a San Marino del 29 agosto 1982. Si trattava di menzionare il gruppo esperantista diocesano nel saluto che avrebbe rivolto al Papa. Una pretesa? "No - mi rispose il Vescovo - un dovere che farà piacere anche al Santo Padre". In quel pomeriggio dell'ultima domenica di agosto il Vescovo diresse poche parole, ma con voce ben marcata, sull' affollato piazzale Boscovich al Porto di Rimini: "La marea di gente che si stringe attorno all'Altare si presenta da sé: è la mia Chiesa di Rimini ... penso al Meeting per l'amicizia dei Popoli, ai Neo-catecumenali, al gruppo degli esperantisti cattolici ecc.". Sinceramente parlando, penso che pochi avrebbe avuto il coraggio di accennare agli esperantisti in una simile circostanza mettendoli poi accanto a realtà ecclesiali ben più appariscenti e di spessore alquanto più grande. Ci voleva il suo cuore già innamorato dell'esperanto. Quando all'offertorio fu portato al Papa, come simbolo degli aiuti mandati in Polonia, un pacco di viveri avvolto nella bandiera esperantista, Lui fu ben lieto di sapere da chi lo recava, Carla Boga e Antonio Gambuti, il perché. Ringraziò e benedisse beneaugurando al movimento. Mi raccontò poi il Vescovo di aver udito il Papa leggere, a voce alta e tutto contento per la novità, le parole di Benvenuto in Esperanto scritte su una balconata nelle vicinanze della Basilica di Santo Marino dal gruppo esperantista locale.
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Alla proposta del gruppo UECI diocesano di organizzare (1983) un pellegrinaggio mariano a Censtochowa, a Niepokalanow ("Città dell'Immacolata" fondata da San Massimiliano Kolbe) ed ai maggiori lager di Polonia, Mons. Locatelli aderì con entusiasmo e mi disse: "Ci sarete poi voi a fare da interpreti!" . Tanti Sacerdoti e laici vi parteciparono (da non dimenticare che si era ancora in piena guerra fredda) anche per rendere la visita all'Ausiliare di Varsavia, S. E. Mons. Miziolek.  "Non serve il mio francese!" esclamò il Vescovo trovandosi a mal partito con un Professore esperantista di Cracovia venuto all'aereoporto a darci il benvento con tutto il gruppo. Così anche altrove amava avere accanto qualcuno degli esperantisti, Padre Albino, Antonio Gambuti e altri, curioso di esplorare il mondo cattolico e quello comunista polacco. In piazza a Varsavia, mentre si conversava e si scherzava con alcuni giovani esperantisti, il Vescovo venne alle nostre spalle e si fermò incuriosito dalle risate e dalle battute che ci si scambiava con tanta facilità. Qualche tempo dopo, durante un pranzo in una canonica di Rimini, un parroco si azzardò a dire che Don Magnani era un "fanatico dell' esperanto". So per certo che il Vescovo alzò la mano interrompendo la conversazione con un deciso: "Alt! ...Don Duilio l'ho sentito parlare, scherzare e cantare in esperanto coi polacchi... E' una cosa seria invece. Bisogna farne esperienza per conoscerlo." Grazie, Eccellenza, del coraggio della verità.
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 Siamo giunti così agli anni "infuocati" per arrivare all'approvazione del Meslibro che tanto stava a cuore anche al Vescovo Giovanni. Non c'era incontro nel quale non si parlasse del suo difficile cammino. Di ritorno da un viaggio in Jugoslavia gli posi in mano una copia del Messale in esperanto che il Vescovo esperantista di Banja Luka, S.E. Mons. Alfred Pichler mi aveva consegnato con tanta amarezza nel cuore. Redatto dal Domenicano Padre Giacinto Jacobittti di Roma e presentato da Mons. Pichler stesso alla Congregazione dei Riti, non era stato approvato. Mons. Locatelli mi guardò fisso negli occhi dicendomi: "Non sanno come stanno le cose... Abbia fiducia".  La fiducia non venne meno, anzi. L'approvazione del Messale ci fu da parte delle due Congregazioni interessate, quella dei Sacramenti e del Culto Divino e quella della Fede, ma il Decreto non andava mai alla firma del Santo Padre. Intanto Mons. Locatelli si trasferì a Vigevano amareggiato più che mai. Ci fu distanza, ma gli esperantisti non lo dimenticarono. Una intensa corrispondenza ci legava. Ricordo, fra i tanti, in particolare la Fabbri Anorina scomparsa lo scorso anno. Passarono gli anni, ma Mons. Giovanni Locatelli continuò ad essere in mezzo al movimento esperantista cattolico nazionale e internazionale in modo attivo. Ricordo la sua partecipazione al Congresso dell'IKUE ad Olomouc (Rep. Ceca) nel 1995 quando dovetti lasciare la presidenza dell'IKUE. Ricordo in particolare quello di Roma-Rimini nel 1997 quando Lui, che tanto si sera interessato alla battaglia del MESLIBRO, ebbe l'onore di presiedere la Concelebrazione della Messa in Esperanto nella Basilica di San Pietro con una ventina di Sacerdoti di diverse nazioni. Mi presentò poi con quel suo sorriso compiaciuto al Santo Padre per offrirGli una copia del  MESLIBRO, rilegato in pelle bianca d'agnello, come dono e riconoscenza per il l'autorevole e personale interessamento.
Mons. Locatelli ritornò a San Giuliano Mare nel 2000 per il celebrare con gli esperantisti cattolici di tutta Europa il Congresso del Giubileo, ma la malattia lo aveva già minato visibilmente. Il Signore l'ha purificato a lungo e gli ha fatto guadagnare meriti anche per noi, sempre sue pecorelle. L'affetto di tutti noi, anche degli esperantisti stranieri, fu sempre caloroso e oggi, dopo il suo decesso, é più che mai intenso e riconoscente. Del resto, lo sposalizio contratto con la propria comunità, sia diocesana che esperantista, non si rompe nè con il trasferimento, né con la morte. Ora certamente godiamo della Sua speciale assistenza per continuare a seminare nella Chiesa e nel mondo il buon seme della Lingua Internazionale, il latino moderno della Chiesa e dei popoli.

Il comitato centrale dell'UECI e la redazione di Katolika Sento augurano a tutti una felice Pasqua in Cristo risorto.
La Centra Komitato de UECI kaj la redakcio de Katolika Sento bondeziras al ĉiuj feliĉan Paskon en Kristo resurektinta.

EL LE HOMILIOJ DE MONS. BALCONI

El la homilio de la 2.a Paska Dimanĉo  (21-04-2001)
El la evangelio laŭ Johano: "Post ok tagoj Jesuo aperis."

Meze de la maro estis la ŝipo. La piratoj disŝiris ĝiajn velaron kaj jardon kaj la ŝipo fariĝis malfirma skeleto, destinita malaperi en la profundan abismon de la akvoj. Ĉe la ĉefmasto svingiĝis jezuito, kiun la piratoj tie pendigis. Li preĝis: "Mi estas ligita al la Kruco; la kruco ne estas fiksita je la roko, sed flosas sur la akvo, simbolo de kuniĝo inter tero kaj ĉielo. La enabismiĝonta ŝipo reprezentis lian altaron, sur kiu li oferis sian vivon laŭ la Dia volo.
Temas pri la unua sceno de la teatraĵo "La satena ŝueto", verkita far Paul Claudel.
La ĉefa problemo pri la resurekto konisistas en la vidkapablo.
Fikse rigardu vi la gloran vizaĝon de Jesuo, kiu donas esperon kaj serenon. Kial ni malfruas, kiel la Apostolo Tomaso? Ni bezonas la pacon de Jesuo, la pacon de la pardono.
Montogrimpisto ne sidas sur monto-tavoloj: li estas tie: sur la akra roko.
Grava afero por ni kristanoj estas lerni, agadi, moviĝi, spiri en Dio, kun Dio, pere de Dio.
Sur ĉi tia arbostumpo ĝermadas kaj kreskas la valoroj. Sen ĉi tia radiko, la valoroj fariĝas kiel sonoril-sono, kiu vagadas en la aero, sed pri kiu neniu scias de kie venas.
Resurektinte, Jesuo ne lasis relikvojn, kiel la sanktuloj; Li volas atestantojn, kiuj respondas pri la
kuraĝo de la vivo, de la fido, al liaj vokoj.
"La ĉefideo de mia vivo, skribis Paul Claudel, konsistas en la granda alcelo ĝis la dia ĝojo, alcelo pura, junuleca, senmakula, alcelanta ĉiam malpli ĝis mi, kaj pli kaj pli multe ĝis la diaj aferoj".

La hodiaŭa Evangelio duonigita estas.
Johano Apostolo nin invitas ricevi la Spiriton de la pardono. Trifoje la Sinjoro elspiris sur la homon:
Dum la kreado, Homo ekaperis laŭ la bildo de Dio.
Dum la krucumado, Jesuo ellasis for la spirito: (παρέδωμε τό πνεύμα  = donis al ni sian spiriton) la spiriton de lia amo, de lia bonkoro.
Dum la Pasko. Jesuo ενεφύσησε, elspiras la sanktan Spiriton, la spiriton de la sankteco,  de la vero.

La dua parto de la Evangelio: la nekredemo kaj la fido de Tomaso. La problemo ne konsistas en la kompreno, sed en la interna marŝado.
Kiam vi vizitas ĝardenon, vi ne estas botanikistoj; vi tamen admiras la florojn, priravite vi promenadas tra la vojetoj de la ĝardeno. Ne plu necesas vidi por kredi; ni kredas per kaj en fido de la Ek!ezio.
La anĝelo, per trumpeto, kunvokis ĉiujn birdojn. Li proponis premii la birdon, kiu flugos pli alten ol ĉiuj. La anasidoj eĉ ne leviĝis de la grundo. La kokinoj, flugilbaraktante, trafis la unuan heĝon, kiu aperis antaŭ ili. Oni aŭdis krion: estis la aglo. Sed tuj aŭdigis voĉeto: mi mi venkis! La muŝbirdo sidis sur la flugiloj de la aglo, kaj tiamaniere flugis pli alten ol ĉiuj. La Sinjoro nin portas sur siaj flugiloj.
Kial ni ne flugas kun li, ĝis la aferoj de Dio'?
Mons. Giovanni Balconi


Cattolicesimo ecumenico o cattolicesimi ecumenici?

En la lasta numero de Katolika Sento de la pasinta jaro, sub la titolo "Katolikismo ekumena aŭ katolikismoj ekumenaj" aperis komentarion kaj peton pri klarigoj, koncerne  la prelego farita de patro Riccardo Larini dum nia Ekumena Kongreso en Rimini. Patro Larini, kiu ricevis kopion, nun respondas kaj klarigas sian penson. Pro manko de spaco ni donos la trdukon en Esperanto en la venonta numero de Katolika Sento. Ĉi sube la originalo en la itala.

Nell'ultimo numero di K.S. dello scorso anno, sotto questo titolo, comparve un commento con una richiesta di chiarimenti, sulla relazione di padre Riccardo Larini al nostro Congresso Ecumenico di Rimini. Padre Larini ne ha ricevuto copia ed ora risponde. Tale commento era presentato in due lingue. Per ragioni di spazio, non possiamo darne la traduzione in esperanto, la presenteremo nel prossimo numero.

     Le affermazioni che mi sono attribuite... non sono mie: può sempre capitare di essere fraintesi, e la colpa non è necessariamente di chi ascolta, ma anche della poca chiarezza di chi parla.
     Ciò che io volevo dire è quanto segue:
1)     Nessuna chiesa ha tutte le risposte possibili ai problemi posti dalla Rivelazione cristiana, e soprattutto, nessuna ha tutte le domande: per questo è sempre utile incontrare chi ha una tradizione diversa, chi la pensa diversamente, per essere stimolati ad approfondire.
2)     La verità cristiana è anzitutto una persona, Gesù Cristo, e nella sua pienezza ci sarà nota solo alla fine dei tempi, quando sotto la guida dello Spirito saremo tutti in Cristo, o meglio, Cristo sarà "tutto in tutti". Questo è un ulteriore motivo per dialogare con tutti coloro che si professano cristiani (e forse anche per dialogare con ogni uomo, il quale può aver incontrato il mistero pasquale di Cristo in un "modo che solo Dio conosce". come ricorda la Gaudium et Spes).
3)     Questo non significa affatto che un cattolico dovrà rinunciare in futuro a qualcuna delle "verità" essenziali o dogmi che oggi professa, ma vuol dire piuttosto che, assieme a tutti gli altri cristiani, dovrà continuare a comprendere sempre più in larghezza e in profondità il mistero di Cristo, integrando le verità che già oggi "possiede" con altre verità di cui magari altri sono i portatori.
4)     Questo non significa affatto ritenere che nessuna chiesa sia quella voluta da Cristo, o meglio, non vuol dire affermare che la chiesa di Cristo non si dà in alcuna chiesa o confessione cristiana. Il Vaticano II, in un dibattutissimo punto della Lumen Gentium, sostiene con chiarezza che certamente la chiesa voluta da Cristo "subsistit in", "sussiste nella" Chiesa cattolica; lo stesso testo riconosce che molti elementi (volutamente non specificati) della chiesa sono presenti anche in altre Chiese e Comunità ecclesiali.
5)     E' compito del dialogo teologico determinare se altre chiese oltre alla "nostra" sono veramente tali. Per fare un esempio, per un luterano o un riformato, è veramente chiesa ogni comunità cristiana in cui l'evangelo è rettamente predicato e i sacramenti sono debitamente amministrati. Dunque un luterano ritiene le chiese luterane vere chiese, ma normalmente ritiene tali anche le chiese riformate anglicane e ortodosse, nonché (dopo l'accordo sulla giustificazione) quella cattolica. Per un cattolico o un ortodosso, invece, il duplice criterio luterano non basta, e dunque le comunità luterane non sono dotate della piena ecclesialità (o almeno non possiamo dire oggi che lo siano).
6)     Compito più importante per ogni cristiano, di qualunque confessione, è accogliere la parola dell'apostolo Paolo: "Nessun membro può dire a un altro: Non ho bisogno di te". E questo vale anche per noi cattolici, che per poter contemplare sempre più e sempre meglio la totalità del mistero abbiamo bisogno degli altri cristiani. Ma soprattutto, vale per tutti i credenti, perché nessun cristiano potrà mai testimoniare in modo vero la riconciliazione operata da Cristo senza riconciliarsi ogni giorno con i suoi fratelli nella fede.
    Questo è quanto volevo dire, da cattolico che non rinnega nessuno dei dogmi riconosciuti come tali dalla propria chiesa, ma che è conscio che la pienezza della verità è, per un cristiano, una realtà escatologica.
 fr. Riccardo


LETEROJ AL REDAKTEJO

Dalla rete, a volte, vengono obiezioni strane e utili. Si discorreva di “redenzione”, quella operata da Gesù. L'interlocutore scrive: ”si dice che Gesù ci ha liberato dalla morte, ma io muoio; che ci libera dal peccato, ma io continuo a peccare; che ci libera dalla legge, ma io sono ingabbiato da miriadi di leggi civili ed ecclesiastiche: Insomma, che ha fatto Gesù?”. Il richiedente ha ancor più ragione se pensa che un tempo era trasparente il concetto di “redenzione”: era lo schiavo che mancava di libertà, per avere la quale doveva essere “redento”; ma oggi gli schiavi non ci sono più. La metafora “redenzione” oggi è poco utile se non equivoca. Occorre far sgorgare dall’opera di Gesù concetti meno mediati dalla cultura del tempo. Come presentano, oggi, i teologi la redenzione operata da Gesù?
(Caro Giovanni, se ti scadalizza il sovrastante pensiero, rivolgiti ad un competente. Tieni conto che nelle cento scuole teologiche nessuno si azzarda a scrivere un trattato di teologia generale: escono soltanto studi monografici o monotematici. Devi cercare qualcuno che abbia lo specifico tragitto. Se non lo trovi, beh! non ti resta che ammazzarti!!!
Dobbiamo sentire il disagio di una intelletualità che si allontana dalla fede perché questa è presentata irragionevolmete. Il mistero non è irrazionalità. Bisogna andare oltre la catechesi alla buona, e rispettare l’interlocutore!
Armando Zecchin

Anzichè rivolgermi a un improbabile teologo (non intendo ammazzarmi per questo) trasmetto le tue considerazioni ai nostri lettori perchè esprimano il loro pensiero.  Cosa ne pensate? Scriveteci.
Giovanni


AMUZE

Kiamaniere ni faru por disigi hom-amason?
- Trafa metodo: la plej bona estas kolekti monon bonfarcele.
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Tag-kajero.
Mi legis vian tag-kajeron: certe vi estas kuraĝa, se vi difinas min "sintrudulo"!
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La edzo:
- Mi ĵus finis kalkuli niajn elspezojn monatajn: unu el ni devos rezigni manĝi.
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Fiŝkaptado.
Fiŝisto hejmenrevenas post tuta dimanĉo pasigita sen kapti fiŝojn:
- Karulino, la ununuran aferon, kiun mi kaptis, mi opinias, estas pneŭmito...
- Ne zorgu - respondas naive la edzino, - boligita kaj kun iom da bona saŭco, ĝi povus taŭgi!
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Petrolea ŝejko ĉe dentisto:
- Ne zorgu. Boru trankvile. Mi havas ĝenerale bonŝancon en borado!
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Ankaŭ la politikistoj edzigis!
La pastro: - Forgesu nur momenton, ke vi estas en politiko. Respondu simple "jes" aŭ "ne"!
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Anĝelo en la lifto.
Al la liftisto: - Mi petas, plejeble alten!-
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Edziĝo.
- Nu, kiamaniere tiu timemulo de Joĉjo sukcesis edziĝi?
- Simple... Kiam la fianĉino tion petis de li, li estis tiom senkuraĝiĝa, kaj ne sukcesis diri "ne"!
(Glauco Corrado)


INFORMOJ EL LA LOKAJ GRUPOJ

Vercelli

Ogni primo Venerdì del mese (Agosto escluso) alle ore 18 nella cattedrale di S Eusebio viene celebrata una S.Messa in italiano ed in parte in esperanto.
Inoltre si sono avuti due interessanti incontri culturali tenuti dal prof.Fabrizio Pennacchietti, ordinario di interlinguistica all'Università di Torino; il primo presso il rettorato dell'Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro", con tema "Il mito della regina di Saba tra Oriente e Occidente"; il secondo
nella sede del Seminario Arcivescovile relativo a "Il problema linguistico nell'Europa delle lingue".
Infine giovedì 6 Maggio prossimo alle ore 15.30, sempre presso il seminario vercellese, il prof.Mario Guilla, cultore del patrimonio artistico di Vercelli, tratterà il tema: "Francesco Rinone: suoi affreschi ritrovati".

Torino

Ekde la 6-a de februaro komencos E-kurso en Castagneto Po (TO), ĉe la paroĥo de Sankta Petro Apostolo, ĉiuvendrede je la 20,45. Mi organizis nome de UECI.
Diego

Rimini

Vi informiamo che a Rimini l'1l febbraio scorso ha avuto luogo la tradizionale celebrazione della messa in esperanto con la partecipazione di una trentina di samideanoj e simpatizzanti. Con tale celebrazione abbiamo voluto ricordare il 12° anniversario dell'approvazione dell'IKUE da parte del Pontificio Consiglio per i Laici. Vogliamo ricordare che questa è una tappa miliare che il movimento non dovrebbe mai dimenticare. Attesa dal 1910 questa approvazione fu rilasciata, quasi per miracolo, l'11 febbraio 1992. Infatti Don Magnani artefice dell'evento ci racconta che è stato un dono della Madonna. Per questo abbiamo voluto anche, al termine della messa, rinnovare la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria di tutto il Movimento Esperantista Cattolico e nostro personale. A tale scopo abbiamo usato la formula che ha pronunciato ai microfoni di Radio Vaticana Esperanto il 13 maggio 1982 l'allora Vescovo di Rimini S. E. Giovanni Locatelli. Abbiamo anche voluto pregare per questo Vescovo amico e sostenitore dell'Esperanto.
La Messa fu resa attiva dalle letture, intenzioni di preghiera e canti liturgici in esperanto. Non possiamo non ricordare l'applauso spontaneo e forte di tutta l'assemblea alla prof .sa Cecilia Brandao che ha eseguito il "PANO ANĜELA ĜI " /  " PANIS ANGELICUS " di FRANK.
Al termine della funzione religiosa, dato l'ultimo sguardo di ammirazione ai mosaici ultimamente realizzati e "sognati" quelli che si vorrebbero realizzare, ci siamo riuniti in una agape fraterna, dove oltre al vino e ai canti vi è stato un certo spazio per uno scambio di opinioni riguardante le diverse attività del nostro gruppo riminese. Dall'incontro è emerso che la Chiesa esperantista di San Giuliano Mare di Rimini è amata ed è motivo di vivo dibattito cittadino. La Diocesi ha preso atto del forte contributo all'attività ecumenica da parte degli esperantisti riminesi in occasione dell'ultimo congresso ecumenico esperantista. Per il futuro è stato ribadito l'impegno di continuare le diverse attività di "bonfarado" in Benin, in Etiopia ed altrove.
Ci siamo impegnati, nel nostro riminese, di fare una più intensiva semina dell'esperanto. Prima di tutto, anche per aiutare concretamente la cassa dell'UECI, offriremo la quota di abbonamento per una trentina di persone, associazioni ed enti religiosi locali. Si pensa di costruire inoltre una " ragnatela di riminesi con indirizzo elettronico" per contatti settimanali con "pillole" di esperanto. Si è dibattuto anche il problema della sede per il gruppo diocesano UECI, qualora Don Magnani dovesse lasciare la parrocchia, legandola al bisogno di una sede nazionale UECI. Il gruppo si è sentito coinvolto nella proposta di attuare un CD di canti in esperanto diretti al pubblico non esperantista. La collaborazione di un musicista compositore ci dà fiducia per la sua riuscita.
Vorremmo concludere questo nostro rapporto con l'esprimere il desiderio di leggere altri rapporti di altri gruppi UECI.
Nello scambio delle iniziative sta la nostra ricchezza.
Il gruppo di Rimini.
(La redazione di K.S. conferma di aver ricevuto dal gruppo di Rimini le quote di ben 30 abbonamenti da inviare ad altrettanti indirizzi di enti religiosi e culturali o a personalità importanti della diocesi. Per questo ringrazia vivamente il gruppo di Rimini e si dichiara ben disposta ad accogliere nella rivista anche l'intertvento di qualcuno di questi novi lettori)


Bonfarado

Il gruppo UECI di Rimini, in collaborazione con la (ex) parrocchia dei SS.Giovanni e Paolo,  da anni si dedica al BONFARADO, spaziando dalla Cina, all'Africa, all'Est Europeo, all'America del Sud. Ne abbiamo avuto qualche  testimonianza già nell'articolo introduttivo in commemorezione di mons. Locatelli. Nel periodo di Natale questo gruppo ha ospitato Gaston Houssou del Benin e ci manda un resoconto dettagliato della situazione. Ne pubblichiamo un ampio stralcio.

Per tutta la novena del Natale, Gaston é stato ospite del nostro gruppo. Alloggio in canonica, pranzo e spesso anche la cena, a turno, presso alcune famiglie. Dopo tre anni di università a Cotunou, la capitale, studiando Relazioni Internazionali, non avendo mezzi economici per laurearsi in Europa, ha scelto il servizio presso la Croce Rossa Internazionale. Le ingiustizie nella divisione dei beni provenienti dall'Europa erano sotto gli occhi di tutti. Gli stranieri non se ne occupano un granché. Ovviamente prima i governanti si riempiono le tasche, poi accontentano abbondantemente i subalterni, i quali a loro volta rivendono il soprappiù al mercato nero nelle città principali. Gaston non potendo in alcun modo essere utile alla sua gente perché per i villaggi non rimaneva mai nulla, lasciò tutto per "servire" la sua comunità-villaggio..
Tozounmé conta circa 6.000 abitanti e fa parte della parrocchia di Agamé, Diocesi di Lokossà, nel sud del Benin. Il villaggio si estende su un'area di circa 3 x 5 Km, case di fango e paglia, l'acqua é quella del fiume a circa 2 Km., la luce é quella della luna quando c'é. Nella stagione delle piogge, a causa del fiume in piena, il villaggio rimane isolato. La popolazione vive di ortaggi, coltiva mais coi mezzi primitivi, maniòca e frutta tropicale. Per la carne, ci sono gli animali di cortile che però vengono venduti. In media ogni adulto riesce a racimolare 5/6 EURO al mese. Le scuole, solo elementari, statali, ma si deve pagare tutto (sui 5 dollari mensili. ) per cui sono privilegio di pochi. Per gli altri?
Gaston é convinto che il pane viene dall'alfabetizzazione. Un centinaio di bambini sono raccolti attorno lui e istruiti iniziando dalla scuola "materna". Con i bambini più poveri e con una ventina di orfani Gaston ha formato il suo "collegio". Una grande sala dormitorio in muratura, coperto di lamiere, con un tramezzo che divide maschi da femmine. Accanto c'é un'altra "sala" di pali e tetto di paglia per la scuola che lui chiama OLE (Orfa Lernejo Esperantista). Non ci sono libri, né quaderni: basta una tavoletta ed un gessetto. Sfama e veste questa sua "famiglia allargata" con gli aiuti internazionali, quando arrivano, con un po' di riso che le missionarie di Lokossà di tanto in tanto allungano e con quanto riescono a dare in natura i genitori. La lunga mano degli amici esperantisti dell'Europa arriva per fortuna anche là. Alcune "insegnanti" , retribuite (?) da lui lo aiutano per la sezione materna ed elementare. Qualche mese fa, una missionaria laica, che controlla per noi la realizzazione delle opere a Tozounmé, Carla BARALDI, ha fatto costruire a proprie spese, accanto all'Ambulatorio ed alla scuola OLE, i primi due "servizi igienici": una lastra di cemento con il buco sulla fossa e senza porta, tuttavia è stata una conquista salutata con entusiasmo dalla gente.
Alla mezzanotte di Natale il sig. Gaston, vestito all'africana, ha aperto la processione recando il cero pasquale davanti al sacerdote col Bambino Gesù benedetto da Padre Pio. All'offertorio gli é stata consegnata una busta con 680 euro per il primo pozzo in assoluto di acqua pulita e fresca del villaggio. Sarà scavato accanto all'Ambulatorio ed alla Chiesa. Porterà il nome di: "Pozzo NATALE / Puto KRISTNASKO".
L'Ambulatorio, denominato "Flegejo ESPERO", consiste in sette stanze delle quali tre per la maternità, una per le visite, una per la "farmacia", una per l'infermiera ed una come saletta d'attesa. Per loro é un ospedale! Abbiamo voluto un Comitato locale responsabile della costruzione e della gestione. Uno di loro ha addirittura donato alla sezione IKUE di Lokossà il terreno necessario su cui costruire l'Ambulatorio. Quindi esso é di proprietà dell'IKUE con tanto di documento legalizzato dall'autorità locale. I lavori stanno proseguendo un po' a "singhiozzo" per il denaro che da Rimini non arriva a ...fiumana! Ora si sta intonacando l'interno e poi si passerà all'esterno. Ci vorrà altro denaro fresco per gli infissi e le suppellettili, che si costruiranno da soli. Ovviamente a Gaston non abbiamo potuto dare alcuna garanzia di denaro fresco, ma si farà il possibile. Come si sa, la parrocchia dei SS.Giovanni e Paolo, dopo il pensionamento di don Duilio, é stata fusa  con la parrocchia vicina e tutto deve essere fatto con il consenso di questo parroco. Non mancheranno di certo però le offerte dei nostri IKUE-anoj.
C'é qualche amico e benefattore che pensa di organizzare un viaggio a Tozounmé a metà Giugno per l'inagurazione della Chiesa e dell'Ambulatorio. La Chiesa, capace di ben 250/300 persone è ancora da rifinire, ma è già usata settimanalmente. Quando sarà finita sarà arricchita da un prezioso quadro di Padre Pio, in mosaico, offerto dal mosaicista Antonino Vacalluzzo, autore dei mosaici nella chiesa dei SS. Giovanni e Paolo a Rimini. A giugno si pensa di ammettere alla Prima Comunione 26 dell'OLE. Con orgoglio Gaston fa notare che nell’OLE s’insegna Esperanto e Catechismo. Speriamo che il Vescovo di  Lokossà, possa essere libero per l'inaugurazione delle due importanti opere. Le abbiamo realizzate sullo stile di Padre Pio: cura dell'anima e quella del corpo.


Kurtaĵoj tra ŝercaĵoj kaj seriozaĵoj

Norberto Bobbio, testè mancato a Torino, lascia scritto nel testamento, che egli non è stato “né ateo né agnostico”. Egli, dunque riteneva che Dio esiste (non ateo) e che è conoscibile dalla ragione umana (né agnostico). Ritiene, anche, contro un moda imperante tra certi intellettuali, che la legge morale naturale imponga di non uccidere il feto con l’aborto (vedi intervista sul Corriere della Sera, in occasione del referendum sull’aborto). Che cosa, allora, gli ha impedito di sentirsi e dichiararsi cristiano?
Seguiamo le sue parole. “credo di non essermi mai allontanato dalla religione dei padri, ma dalla chiesa sì. Me ne sono allontanato ormai da troppo tempo per tornarvi di soppiatto all’ultima ora”. Sembra a me, che Bobbio sarebbe stato disponibile a ritornare se il ritorno non sembrasse “di soppiatto” e che quasi si rammarichi di avere atteso troppo a ritornare nella chiesa. Si sa che egli ha coltivato un intenso carteggio con Ernesto Oliviero, creatore del SERMIG, certamente sui temi della fede. Chissà se mai le circostanze ci permetteranno di leggere questa corrispondenza?
***
Jen fekunda plua intrigo de Tolkiena romano kaj de filmo «il ritorno de l Re». Frodo, la heroa portanto de la ĉiopotenca ringo kaj siakonscience ŝarĝinto por ĝin detrui, fine cedas al tento: li ne faligas la fatalan ringon, de la altaĵoj de monto Fato, ĝin anstataǔas per “tarokaĵo”. En lia sana menso ŝparkis fulma ideo: kaŝigi ĝin en la subteraj keloj de Vatikano. Ĵus kiam li estiĝos Papo Frodo I, nia jam ambicia heroo hastas konkeri, per la ĉioptenca ringo, la tutan mondon. Kiu ne faris Kristo, faris Frodo.
Eble, tiaj romanaj fantaziaĵoj ne multe allogus ĉar la nova malbona Frodo tro kontrastus kun la Tolkiena-filma humila kaj senprofita animo de la protagonisto. Plibone, devii la romankreon al jena konkludo: akompanantoj de Frodo sekrete konservas la ringon kaj ĝin uzos por disvastigi kaj altrudi al la mondo tuta Esperanton… Tiukaze la ringon oni kaŝus en la Sanktejo de Rimini.
Spikumanto


COMITATO CENTRALE U.E.C.I.

Presidente: Giovanni DAMINELLI, via Lombardia 37, 20099 Sesto S.Giovanni (MI) – tel. 02.2621149
Vice presidente: Paola AMBROSETTO, via Emo 9/C, 30173 Mestre (VE) – tel. 041.5341532 – fax 041.612516
Segretario generale: Armando ZECCHIN, corso Trapani 112, 10141 Torino, tel. 011.3852449 
Consiglieri:
don Duilio MAGNANI (segretario per l'informazione), viale C.Zavagli 73, 47900 Rimini, tel.-fax 0541.26447
Giovanni CONTI (cassiere e organizzazione congressi), via F.Filzi 51, 20032 Cormano (MI) – tel. 02.66301958 – fax 02.66302110
Diego FIUMARELLA (delegato giovanile), Corso Italia 11, 10090 Castagneto Po (TO) – tel. 011.9132048
Ionne DE ANGELI BERTOZZI, via Quercioli 114, 54100 Massa (MC) – tel. 0585.792066
Silvia GARNERO, Via Cavour 40, 10036 Settimo Torinese (TO) – tel. 011.8000078 oppure 0118012635
Assistente Ecclesiastico: mons. Giovanni BALCONI, p.zza Duomo, 16, 20122 Milano, tel. 02.878014 (ab.) - 02.8556274 (Curia);
Nota bene: Tutte le comunicazioni alla redazione di Katolika Sento, vanno spedite al presidente UECI.
Responsabile stampa di Katolika Sento: Mario GUlLLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli, tel. 0161.259397


“LA PARAGRAFO 32”

LA DANĜERA LINGVO

Ormai lo sapete quasi tutti che uno dei miei hobioj è quello di adornare il mio giardino con oggetti e costruzioni stravaganti, sempre però riferiti alla mia grande passione: l’Esperanto!
L’anno scorso mi è venuto tra le mani il libro di Ulrich Lins La danĝera lingvo, libro famoso in tutto il mondo esperantista per la documentata denuncia che fa contro le prigionie e gli stermini perpetrati nel secolo scorso dai tristemente famosi dittatori Hitler e Stalin ed altri meno noti ma altrettanto feroci. All’inizio ho cominciato leggere qualche pagina così per curiosità, poi l’interesse mi ha talmente preso che nel giro di pochi giorni mi son letto tutto il libro.
Sono risaputi da tutti gli orrori perpetrati dai nazisti e dagli stalinisti, specialmente verso gli ebrei, ma mai avrei supposto che questa furia omicida si fosse scatenata anche contro gli esperantisti  a causa … della loro “lingua pericolosa”.
Tempo addietro avevo acquistato un libro con tutti i monumenti e le targhe del mondo fatte dai cultori dell’Esperanto, ma, con rammarico, non ho riscontrato neppure una semplice targa che commemorasse tutte queste persone incarcerate e spesso eliminate a causa dell’amore per questa lingua (si parla di migliaia di morti).
Mi son detto, non è giusto che tutto ciò passi nel più completo oblio e indifferenza, debbo …voglio fare qualcosa…
E così, visto che avevo ancora libero due metri quadri di parete, con tanta buona volontà mi sono messo all’opera e
….ho fatto “qualcosa”!
Certo sarebbe stato molto meglio aver costruito “qualcosa” in un luogo pubblico, dove tutti avrebbero potuto vedere e ricordare, purtroppo io ho solo questa possibilità! Chissà se un domani qualcuno potrà prendere lo spunto dal mio “qualcosa” e fare un monumento o una lapide da mettere in una piazza o in un parco, come giustamente meriterebbero questi martiri !
La foto a fianco, non rende bene, nella realtà (dicono) è molto più espressiva.
Johano el Kor-mano


DALLA RETE

Dal sito  http://gxangalo.com, noto portale esperantista brasiliano visitato dagli esperantisti di tutto il mondo, è stata proposta una Preghiera Mondiale per la Pace per domenica 23 maggio ore 14 UTC (tenendo conto dell'ora legale, in Italia saranno le ore 16).
Flavio Rebelo,  redattore capo di Gxangalo in visita a Milano, ci ha informato che l'idea è partita da BEKO (l'UECI brasiliana), ma l'invito è esteso ai fedeli di tutte le religioni.
Ecco, in sintesi quanto riportato da Gxangalo:

Kio estas Monda Preĝo por Paco?
Monda Preĝo por Paco estas evento, kiu uzos interreton kiel bazon por organizi kolektivan preĝon por paco en diversaj landoj de la mondo. Ĝia celo estas igi la homojn preĝi por la paco, ĉiu el ili laŭ sia maniero, laŭ sia propra religio, sed ĉiuj kunigitaj per koro kaj menso kontraŭ la perforto, la milito, la terorismo kaj netoleremo. Nia mondo vivas streĉan momenton pro perforto kaj netoleremo, kiuj atingas ne nur landojn kaj organizojn, sed ankaŭ nin ĉiujn. Per la fido je la homo, ni petas al ĉiuj, ke ĉiuj meditu kaj preĝu, laŭ sia propra maniero, laŭ sia propra religia kaj spirita kredo, por pli bona mondo, kun paco por ĉiuj.
Kiam ĝi okazos?
La Monda Preĝo por Paco okazos je la 23a de majo 2004, je la sama horo ĉie en la planedo: ekzakte je la 14a UTC.
Kiel ĝi okazos?
 Je la tago kaj horo, ĉiuj povos eldiri la preĝojn de sia religio aŭ aŭdi la originalajn preĝojn. Homoj kiuj scias Esperanton povos aŭdi la preĝojn sonregistritajn en la Internacia Lingvo.
Post la preĝo, oni petos, ke ĉiuj diru laŭte la frazon: “Neniam plu perforto! Neniam plu militoj! Neniam plu terorismo! En la nomo de Dio, ĉiu religio portu al la tuta Tero la justecon, la pacon, la pardonon, la vivon kaj la amon!” – ĉiu en sia nacia lingvo, aŭ en Esperanto (la esperanta versio estos disponebla kiel sonregistraĵo).
Organizanto
Ĝangalo E-portalo

A integrazione delle informazioni date nell'ultimo numero, trascriviamo una breve descrizione di KRETINGA e il programma provvisorio così come ci sono stati trasmessi dal Loka Kongresa Komitato. Si ricorda che gli italiani si possono iscrivere anche attraverso l'UECI (vedere K.S. n.1/2004 per l'aliĝilo e le quote). Aligilo e ulteriori informazioni si trovano anche in  www.ikue.org.

57a KONGRESO DE I.K.U.E.
Kretinga, Litovio 03 10 de Julio 2004

La kongresurbo

Kretinga estas administra centro de distrikto en Okcidenta Litovio, t.n. Ĵemajtio. Legendo diras, ke fondinto de la urbo estis gota reĝo Armono, posteulo el gento Grutingoj. En la IV-a jc. li venis tien kaj ravita per beleco de naturo kaj ĝia riĉeco, li konstruis tie kastelon Grutinga. Laŭ tio devenas la nuna urbonomo Kretinga, kiu havas longajn kaj profundajn tradiciojn de la kulturo. La unuan fojon en dokumentoj Kretinga estas menciita en la jaro 1253.
Ĉarma panoramo de Kretinga etendiĝas el turo de la preĝejo de Anunciacio al S-ta Virgulino Maria. Internon de la preĝejo, en kiu okazos kongresaj diservoj, ornamas unikaj kreaĵoj de lignoplastiko. Al la preĝejo sin apogas franciskana monaĥejo kaj en valo malantaŭ la preĝejo troviĝas Groto de Lurdo. Pri spirita vivo en Kretinga zorgas dekunu katolikaj pastroj, unu luterana pastro, monaĥoj franciskanoj kaj fratinoj franciskaninoj, fratinoj terezinoj kaj fratinoj de s-ta Klara.
En blazono de Kretinga oni vidas S-tan Virgulinon Maria, sur la manoj tenanta la bebon Jesuon. Tiu ĉi simbolo en la blazono estas ligita kun franciskanoj, kiuj antaŭ longe ekloĝis en Kretinga En privilegio de la jaro 1609 pri Magdeburgaj Rajtoj S-ta Virgulino Maria estas nomata Protektantino de la preĝejo kaj de la urbo.
En la urbo kaj ĝia proksimeco ekzistas multaj vidindaĵoj, kun kiuj la kongresanoj konatiĝos.

SKIZO DE PROVIZORA PROGRAMO

Sabato, 03 07 2004

Akcepto kaj loĝigo.Vespermanĝo. Sankta Meso en preĝejo de Anunciacio al S-ta Virgulino Maria. Ekzerco de religiaj kantoj por Inaŭgura Sankta Meso.

Dimanĉo, 04 07 2004

Matenmanĝo. Inaŭgura Sankta Meso en preĝejo de Anunciacio al S-ta Virgulino Maria. Solena inaŭguro de la kongreso en salono de Instituto de Sankta Antonio pri Religiaj Studoj. Tagmanĝo. Ekskurso al Palanga (12 km). Vizito de muzeo de sukceno, urba preĝejo kaj marbordo. Akompano de la suno sur la mara ponto (tradicio de gastoj de Palanga). Vespermanĝo. Interkona vespero.

Lundo, 05 07 2004

Matenmanĝo. Prelegoj. Forveturo al Kalvarioj de Žemaičiai kie tutan semajnon daŭras indulgfesto, okazas preĝ-ceremonioj, mesoj, krucvojoj ktp. Sankta Meso. Piknika tagmanĝo. Reveno al Kretinga. Libera tempo. Vespermanĝo. Nacia programo.

Mardo, 06 07 2004

Matenmanĝo. Sankta meso. Akcepto de landaj reprezentantoj ĉe urbestro. Tagmanĝo. Ĝenerala kunveno de IKUE. Por ne membroj de IKUE okazos horeto de la kantoj kaj poezio. Vespermanĝo. Renkontiĝo kun franciskanoj, koncerteto. Komuna vespera preĝo.

Merkredo, 07 07 2004

Matenmanĝo. Tuttaga ekskurso al Monto de Krucoj. Sankta Meso sur la monto aŭ en apuda franciskana monaĥejo. Piknika tagmanĝo. Vizito de piligrimloko Šiluva, Tytuvėnai kaj Kražiai aŭ de benediktana monaĥejo en Palendriai. Vespermanĝo. Ripoztempo.
Ĵaŭdo, 08 07 2004
Matenmanĝo. Sankta Meso. Prelegoj. Tagmanĝo. Vizito de Vintra Ĝardeno. Libera tempo (memstara promenado en la urbo, vizito de Klaipėda). Vespermanĝo.

Vendredo, 09 07 2004

Matenmanĝo. Sankta Meso. Duontaga ekskurso tra regiono de Kretinga: ŝtonaj skulptaĵoj de Orvydas, malnovaj vilaĝoj, preĝejoj ktp. Piknika tagmanĝo aŭ en vilaĝa restoracio. Reveno. Libera ripoztempo. Sinpreparo al bunta adiaŭa programo. Vespermanĝo. Adiaŭa bunta programo de la kongresanoj.

Sabato, 10 07 2004

Matenmanĝo. Sankta meso. Solena fermo de la kongreso. Tagmanĝo. Adiaŭo kun la kongresurbo Kretinga.

Karaj kongresanoj, helpe de Viaj proponoj kaj sugestoj oni formos definitivan programon, kiu postlasos ĉe ĉiuj kongresanoj neforgeseblajn rememorojn pri 57-a IKUE-Kogreso en Litovio kaj vekos pli grandan entuziasmon aktivadi kadre de la katolika Espeanto-movado.
La urbo Kretinga en la jaro 2003 festis 750-jaran jubileon de la ekzisto. En ĝi loĝas ĉirkaŭ dudek mil loĝantoj. La Instituto de Teologiaj Studoj de Sankta Antonio, kiu iĝos la kongresloko kaj en kiu loĝos parto de kongresanoj, festis sian 70-jaran jubileon. La Agrikultura Lernejo - loĝloko de dua parto de la kongresanoj, estis fondita en jaro 1962. Kretinganoj estas la plej sindonaj katolikoj ne nur en pasinteco, sed ankaŭ nuntempe.
La urbo Kretinga situas 11 km de Balta Maro, 12 km de ripozloko Palanga kaj 21 km de Klaipėda. El la ĉefurbo Vilnius estas atingebla per rekta trajno. Per buso tra Klaipėda aŭ Palanga. El Germanio estas ebleco uzi ŝipon Rostock-Klaipėda. Aviadile oni povas atingi la ĉefurbon Vilnius kaj plu daŭrigi la vojaĝon per trajo aŭ buso. El Berlino, Frankfurto kaj Hamburgo (Germanio), el Oslo kaj Billundo (Svedio) kaj el Kristianstad (Danio), oni povas aviadile atingi proksiman urbon Palanga, kaj de tie buse la kogresurbon Kretinga. Ĉiu aliĝinta kongresano ricevos pli detalajn informojn pri la atingebelcoj de Kretinga.
Dum la 57-a Kongreso de I.K.U.E. 2004 en Kretinga, Litovio, oni ĝuos multajn belajn kaj neforgeseblajn travivaĵojn. La kongreso certe enskribiĝos per oraj lliteroj en historion de Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista.
Al partopreno Vin tre kore invitas kaj al baldaŭa aliĝo instigas la sep-membra Loka Kongresa Komitato.
Ĝis revido en 2004 en Kretinga, en Litovio!

Contributi per il deficit del Congresso Esperantista Ecumenico di Rimini
Kontribuoj por la deficito de la Ekumena Esperanta Kongreso en Rimini

Come promesso diamo l'elenco delle offerte finora pervenute (29 feb.2004):
Kiel promesite oni listigas la donacojn kolektitajn ĝis nun (29 Feb. 2004):
Gruppo UECI di Torino:
Gruppo UECI di Vercelli: 
Gruppo UECI di Milano:
45 €
65 €
165 €


18° Congresso UECI
18a  Kongreso de la itala IKUE sekcio
Castiglione Torinese : 10-14 settembre 2004

Tema del congresso: "Santi sociali piemontesi del XIX secolo"

Il periodo che va dalla rivoluzione francese alla prima guerra mondiale, ha visto proliferare in terra piemontese un numero straordinario di santi che si sono dedicati all'azione sociale. Ne vedremo le motivazioni storiche, presenteremo la biografia di qualche santo tra i più significativi e visiteremo qualche luogo in cui essi hanno operato.
Il kongresejo è presso la comunità di accoglienza "Nostra Signora del Buon Consiglio" gestita dalle "Figlie della Sapienza". Il luogo è immerso nel verde e particolarmente adatto ai nostri scopi. È facilmente raggiungibile dalla stazione Torino con un autobus intercomunale. Presso detta stazione ci sarà un incaricato che darà le opportune indicazioni. Le giornate di sabato e domenica saranno dedicate per lo più ad attività interne, mentre la giornata di lunedì sarà dedicata a una visita a Torino e per questo avremo a disposizione un pulmann. Lo stesso mezzo ci porterà martedì 14 al "Colle don Bosco" dove potremo visitare i luoghi legati alla vita di Giovanni Bosco ragazzo e gli annessi musei; dopo il pranzo nell'attiguo ristorante, il pulmann porterà tutti alla stazione di Torino Porta Nuova da cui ognuno sarà libero di andare verso la propria destinazione.

PROGRAMMA PROVVISORIO

Venerdì 10 settembre

Pomeriggio: Arrivo e sistemazione negli alloggi
Sera: Reciproca conocienza

Sabato 11 settembre

Mattino: Lodi e S.Messa
Inaugurazione del congresso e prima relazione
Pomeriggio: Libertempo e seconda relazione
Sera: Programma a sorpresa.

Domenica 12 settembre

Mattino: Lodi e S.Messa
Terza relazione
Pomeriggio: Assemblea annuale dei soci (libertempo per gli altri)
Sera: Serata da definire

Lunedì 13 settembre

Mattino: Visita della città di Torino. Itinerario orientativo: in pulmann fino a Piazza Castello, poi a   piedi: Palazzo Reale, Duomo, Consolata, Maria Ausiliatrice (e Cottolengo? )
Pranzo presso la basilica di Maria Ausiliatrice o rientro al kongresejo per il pranzo.
Pomeriggio: Visita a Superga.
Sera: Adiaŭa vespero

Martedì 14 settembre

Mattino: In pulmann al "Colle don Bosco" con una breve sosta per un rinfresco offerto da una ditta dolciaria del luogo. Tempo libero per godere il panorama o visitare il museo della vita contadina e il museo etnologico.
ore 11.30 : Santa messa nel santuario
ore 12.30 Pranzo, poi in pulmann si raggiungerà la stazione Porta Nuova a Torino.

Il programma potrà subire modifiche anche in funzione delle relazioni che verranno presentate. Chi vuol presentare una relazione sul tema sarà ben gradito: prenda accordi con il presidente UECI; così come sarà ben gradito chiunque voglia in qualche modo collaborare alla buona riuscita del congresso.

QUOTA D'ISCRIZIONE

Euro 20 per persona. Dà diritto alle pubblicazioni e alla partecipazione a tutte le fasi del congresso.

QUOTE PER VITTO, ALLOGGIO, ESCURSIONI

La sistemazione sarà presso la casa d'accoglienza "Figlie della Sapienza" di Castiglione Torinese.
Camera prima del 30 giugno dopo il 30 giugno
singola 185 € 200 €
doppia 175 € 190 €
La quota comprende la pensione completa dalla cena del giorno 10 fino al pranzo del giorno 14 settembre, incluse bevande ai pasti, escursioni e trasporto con i mezzi pubblici dalla stazione FS di Torino Porta Nuova fino al centro congressi di Castiglione.