Enhavo:



LA JUBILEO ĈU ANKAŬ POR LA ESPERANTISTOJ?

   Il Giubileo nasce da una ri­chiesta del popolo. La Vigilia di Natale del 1299 i fedeli di Roma si rivolsero al Papa, perché concedes­se un'indulgenza straordinaria per l'anno 1300, a motivo del signifi­cato particolare che esso rivestiva nei confronti della vita di Cristo. Il 22 febbraio, festa della Cattedra di S. Pietro, Bonifacio VIII riprese la Perdonanza concessa da Celestino V, il Papa che fece il gran rifiuto e che preferì ritornare a vivere da povero cristiano nel suo eremo, in occasione della consacrazione, il 28-29 giugno 1294 del Santuario di Collemaggio all'Aquila, dandovi però un valore più ampio e più uni­versale.
   Il popolo di Dio svolge un ruo­lo attivo nel conservare e rivivere la verità cristiana. E' per la co­scienza del popolo di Dio che abbiamo avuto gli ultimi due dogmi, quello dell'Immacolata Concezione della Vergine (1854) e quello della Assunta (1954). Ci si ricorderà certamente del concorso popolare del 1° maggio dell'Anno Santo del '50, quando, davanti all'immensa folla convenuta in piazza S. Pietro, Pio XII proclamò S. Giuseppe patrono dei lavoratori. Ed è all'interno della sana coscien­za del popolo, sempre aperta ai valori e alla fantasia creatrice, che si spiega l'impegno, non sempre facile e comunque lungimirante, degli esperantisti. Il loro animo è un po' come il miscelatore, nel quale confluiscono la luce di Dio e le ombre dell'umanità e nel quale si intrecciano le esigenze dell'amore sconfinato di Dio e i bisogni, le ansie e le attese del mondo. L'impressione che si ha, ascoltando le voci che da più parti si accaval­lano, è che esiste un pericolo serio di celebrare la festa senza il festeg­giato, di dimenticare cioè che il Giubileo nasce dal bimillenario della Incarnazione. Mentre i documenti ufficiali puntualizzano l'aspetto religioso soprannaturale e si aspettano abbondanti frutti di conversione e una rifioritura spiri­tuale della Chiesa, gli opinionisti concentrano l'attenzione sulle este­riorità e sulle curiosità.
   "Con lo sguardo fisso al mi­stero della Incarnazione del Fi­glio di Dio, la Chiesa si appresta a varcare la soglia del terzo mil­lennio". Con una affermazione co­sì solenne si apre la Bolla di indi­zione del Giubileo. Giovanni Paolo II invita a prendere coscienza che "la nascita dì Gesù a Betlemme non è un fatto che si possa relega­re nel passalo". Gesù è infatti "la vera novità che supera ogni attesa dell'umanità e tale rimarrà per sempre, attraverso il succedersi delle epoche storiche".
   Il Giubileo è una realtà com­plessa; implica il pellegrinaggio, la povertà del cuore intesa anche come orientamento esistenziale, l'acquisizione di una sensibilità umana e di una solidarietà a respi­ro universalistico, l'impegno per la realizzazione di un mondo nel quale ogni individuo venga rispet­tato nella sua dignità e personalità, lo scioglimento delle catene cultu­rali, storiche e morali che ancora inceppano il cammino di molti; il tutto però come frutto ed espressio­ne di grazia, di spiritualità, di peni­tenza, di evangelizzazione, di remissione dei peccati.
   L'indulgenza non rappresenta un capitolo a sé stante; ma rappresen­ta un aspetto della conversione.
   Ci spieghiamo con un aneddo­to. Un ragazzo aveva ricevuto dal padre una tavoletta di legno. Il papà lo invitava a piantarvi dentro un chiodo ogni qualvolta avesse compiuto un'azione negativa. In pochissimo tempo il pezzo di legno si riempì di chiodi. Il papa propose al figlio di compiere l'operazione inversa, di togliere cioè un chiodo per ogni aziolne buona portata in porto. Lentamente, a uno a uno, sparirono i chiodi. Il papà chiese al figliolo se fosse contento. "No", rispose il ragazzo; "sono spariti i chiodi, ma ne sono rimasti i segni".
   Ecco il valore dell'indulgenza. Abbiamo bisogno di farci perdonare le colpe; ma abbiamo bisogno anche di liberarci da tutto ciò che in qualche modo ha attinenza con il male. Inizialmente, scrivevano i maestri dello spirito, le abitudini cattive sono come gli esili fili della ragnatela; poi ingrossano come le funi con cui si trascinano i carretti carichi di fieno.
   Nel suo primo discorso alla na­zione, Nelson Mandela diceva: "Siamo tutti di nobile origine; tutti siamo figli di Dio".
   Nell'anno che sta iniziando do­vremo essere più attenti alla Parola del Signore. "Voi che percorrete i giardini delle Scritture, si legge nelle opere dell'abate Guerrico dì Igny, non dovete attraversarli in fretta o con negligenza. Scavate ogni parola per estrarre lo Spirito. Imitate l'ape operosa che raccoglie da ogni fiore il suo miele".
   Non mi risulta che l'ape si fermi a succhiare il nettare su fiori appassiti o di cartapesta; sceglie fiori freschi e delicati.
   Il pellegrinaggio ha un suo specifico stile che lo differenzia dai viaggi turistici.
   Non per nulla, nel passato, era stata costruita tutta una serie di ospizi per i pellegrini, che si spo­stavano da un posto all'altro senza la valigia e senza il libretto degli assegni, ma sostentandosi di ele­mosine e fidandosi della accoglien­za della buona gente.
   Gesù è vivo; è, come dice nel Vangelo, sempre all'opera; è nostro contemporaneo.
   Il Giubileo non è una comme­morazione, ossia un insieme di ce­rimonie e di discorsi di circostanza. E' un avvenimento che incide sul presente e che deve diventare cri­terio di giudizio per chi desidera commisurarsi con la realtà e con le situazioni. Visto in tale prospet­tiva, il Giubileo ha un risvolto cul­turale.
   I martiri si sentivano orgogliosi della loro fede. Quando il procura­tore romano chiedeva quali fossero il loro nome, il loro cognome e la loro professione rispondevano: "Il mio nome è: sono cristiano; il mio cognome: io sono cristiano; la mia professione: io sono cristiano".
   E' una testimonianza forte per noi, che ci arrampichiamo sui vetri e ci accucciamo in un cantuccio, quando siamo chiamati a dare una testimonianza.
   Giovanni Paolo II ha nominato tre sante coprotettrici dell'Europa. Esse corrispondono a tre atteg­giamenti.
   S. Brigida, la pellegrina. Andò a Compostela e in Terra Santa alla ricerca delle radici ecclesiali della fede. Si recò a Roma, caput Ecclesiae, a chiedere perdono al Papa per un suo figlio che la faceva disperare. Si sentiva soprattutto chiamata alla costruzione di una cristianità animata dal mistero di Cristo.
   S. Caterina da Siena, la mi­stica, chiamata all'intimità con Gesù. Si era impegnata a riportare il Papa a Roma e a riconciliare la città di Firenze colla S. Sede. Per il Cristo crocifisso e per la dolce Madre Maria, come essa diceva nel suo motto, sognava di sradicare dal giardino della Chiesa le piante marcite e di sostituirle con le pian­te nuove, fresche e profumate. Dopo l'elezione di Gregorio XI sorsero nuove risse all'interno della Chiesa. Anche in tale fran­gente, in un'epoca in cui alla donna non era riconosciuto un grande ruolo sociale, Caterina mise la sua fede, la sua intelligenza e la sua abilità diplomatica a servizio della ricomposizione dell'unità della Chiesa.
   Edith Stein, l'ebrea , una delle più brillanti e promet­tenti discepole di Husserl. Già durante gli studi e l'insegnamento aveva avuto un lungo apprendistato caritativo a favore della promozio­ne dei diritti della donna. Ma la Chiesa la elevò agli onori dell'altare a motivo del coraggio che aveva avuto nel preferire la solidarietà con il suo popolo alla propria vita. Le era stato procurato il lasciapas­sare per fuggire all'estero e salvar­si dalla persecuzione nazista; e lei, invece assommò in sé il grido del Crocifisso e le urla strazianti e di­sperate delle mamme, dei bimbi e degli uomini del suo popolo con­dannati ai forni crematori di Auschwitz. Aveva imparato dalla Messa, cui partecipava giornal­mente e più volte al giorno, il valo­re del Sacrificio e diventò lei stessa sacrificio.
   Queste tre donne hanno respira­to a pieni polmoni. Non hanno avuto paura delle difficoltà, della salute, della stanchezza; sono state come l'acqua del fiume, che di fronte ai massi che ne sbarrano il passaggio, vi scivola attorno e con­tinua imperterrita il suo corso.
   Nell'alveo di questi grandi ed esemplari modelli si muovono gli esperantisti. Non ci stupiamo dei problemi che si profilano sul nostro cammino; ci meraviglieremmo an­zi del contrario. Sono infatti la ci­viltà e la cultura, nella loro stessa struttura, ad essere problematiche; e ciò diventa, per noi, stimolo a mettere in atto le nostre risorse mentali ed esperienziali per impri­mere alla storia un risvolto più umano e più spirituale.
   Nel romanzo Quo Vadis, Vinicio, il giovane console romano, pone alla sua giovane schiava, a cui egli si sentiva legato da un senti­mento d'affetto, una domanda: "I greci hanno introdotto nel mon­do la bellezza e i romani il diritto; voi cristiani che cosa portate di nuovo?". Licia, con voce soave e con calma, rispose: "Noi cristia­ni diffondiamo l'amore di Cri­sto".
Non potrebbe essere questo il nostro programma di esperantisti per l'anno giubilare?
Mons. Giovanni Balconi

"Kristo resurektis, vere resurektis"
La Resurekto de Jesuo estas garantio de nia kredo.

Al ĉiuj Ueci-anoj: BONAN PASKON



AVVISO E APPELLO A TUTTI GLI ASSOCIATI UECI
   Tutti i componenti del Comitato Centrale dell'UECI (8 persone) scadranno dal loro incarico triennale con il 31 agosto 2000. Pertanto durante il 53° Congresso dell'IKUE, precisamente nel gior­no 3 settembre 2000 dalle ore 15 alle 19,30, avranno luogo sia l'assemblea annuale dei soci sia le elezioni per il nuovo Comitato Centrale.
   Chiunque si senta di candidarsi è pregato di scrivere alla Segreteria UECI, Via Eritrea 8 - 31100 Treviso entro la fine di giu­gno c.a; per dare poi la possibilità di votare mediante lettera entro il 31 agosto a quanti non potranno essere presenti all'assemblea annuale.
Il presidente del C.C.
Serio Boschin




Da: "IL DUEMILA EUROPA " 01-15.12.1999
Volentieri abbiamo accolto il suggerimento del prof. Pellizzari di riprodurre l'articolo di questa pagina del nostro periodico, perché tutti i soci lo leggano, specie i piemontesi, ma non solo loro, e mandino una lettera personale all'europarlamentare on. Raffaele Costa, chiedendo che il problema linguistico in Italia e in Europa sia ripreso e approfondito in altri articoli. Per problemi generali, amministrativi o politici, l'ufficio dell'on. Raffaele Costa è aperto, in Torino (c.so Vittorio Emanuele 84 - tel. 011.5613056), ogni mercoledì mattina.

LINGUE: UNA BABELE CHIAMATA EUROPA
Con le lingue parlate all'interno dell'Unione europea vi sono 110 possibili combinazioni di traduzione da un idioma all'altro

   Attualmente nell'Europa comu­nitaria si parlano 11 lingue diverse: una babele di idiomi in cui non è facile raccapezzarsi.
   A risentirne è anche l'attività del Parlamento europeo ingolfato dalla necessità di tradurre in varie lingue i documenti all'attenzione dei deputa­ti. Con 11 lingue sono infatti ben 110 le possibili combinazioni di tra­duzione da un'idioma all'altro. Ciò fa la fortuna di interpreti e tradutto­ri: sono oltre 500 quelli che lavora­no alla traduzione dei documenti parlamentari: 250 sono fissi, mentre altri (fino a 300) sono free lance che vengono impiegati nelle sessioni plenarie del Parlamento europeo.
   Per dare un'idea della mole di lavoro svolto basta dire che nel cor­so del 1998 hanno tradotto più di 720 mila pagine di leggi, documen­ti, dossier, interrogazioni, ecc. Attualmente il costo per le tradu­zioni è pari a circa 300 milioni di euro che tradotto in lire significa quasi 600 miliardi che pesano per un terzo sul bilancio del Parla­mento europeo.
   Con l'allargamento dell'Unione europea a nuovi paesi già si parla di arrivare a 16 o addirittura a 22 idio­mi. Il che equivale rispettivamente a 240 e 462 possibilità di traduzioni da una lingua all'altra. Per evitare il collasso del sistema la soluzione è quella di limitarsi a due lingue, mas­simo tre, scritte e parlate: sulla pri­ma non ci sono dubbi: l'inglese.
Per la seconda il tedesco potreb­be prevalere sul francese grazie al­l'allargamento verso l'est europeo.
   In caso si arrivi ad una quarta lingua toccherà allo spagnolo: ma l'Italia non ci sta perché se è vero che nel mondo lo spagnolo ha una grande diffusione nell'ambito dell'UE quanti parlano italiano sono molti di più di quanti parlano spa­gnolo. La pari dignità farà sì che saranno almeno 15-18 le lingue uffi­ciali del futuro: e per evitare che dalla difficile, ma tutto sommato accettabile situazione di oggi si passi ad una vera e propria bomba ecco che si riaffacciano, con buoni argomenti, i sostenitori dell'espe­ranto, lingua universale che fino ad oggi non è riuscita ad imporsi.
Si sostiene che, lo scorso anno, 131 su 626 eurodeputati hanno appoggiato, con più o meno deci­sione, un eventuale uso dell'espe­ranto, quale contributo alla soluzio­ne dei problemi collegati alle diver­se lingue dell'Unione.
   Si ritiene che in tal modo i con­trasti e le barriere comunicative in molte riunioni di lavoro potrebbero essere risolti, senza privilegiare solo una parte dei cittadini europei (cosa che sarebbe naturale se si adottasse un'unica lingua nazionale come l'inglese) e scontentare tutti gli altri e senza contrastare il principio democratico di piena parità legale di tutte le lingue nazionali dei Paesi aderenti all'Unione.


GIUSTIZIA LINGUISTICA

Da: "AVVENIRE" Giovedì 9 dicembre 1999
   Caro Direttore,
   è in atto una discriminazione linguistica a livello internazionale. Quando nascerà l'Onu dei popoli, come ha auspicato il Santo Padre nel famoso discorso all'Orni (1995), certamente il diritto inter­nazionale non potrà tollerare che una lingua nazionale assurga al rango di lingua principe relegando le altre al ruolo di ancelle, se pure vivranno.
   La soluzione linguistica equa può essere solo un equilibrato tri­linguismo: ad ogni gruppo etnico il suo idioma, ad ogni nazione la sua lingua, mentre per la globaliz­zazione una lingua comune e neu­trale. Non c'è altra soluzione più facile e più equa.
   La soluzione infatti del pluri­linguismo, come vuole la proposta di Strasburgo per l'anno Duemila, non serve di certo a togliere la babele nella comunicazione euro­pea e tanto meno su scala mondia­le. Lo provano, per chi vuol aprire gli occhi per tempo, i cinquecento interpreti e traduttori al seguito dei pochi politici convenuti ultima­mente a Firenze. Eppure, credo, fossero tutti tanto colti da conoscere almeno una o due lingue stra­niere!
don Duilio Magnani Rimini


QUOTE PER L'ANNO 2000

Associato ordinario
Associato giovane
Associato familiare
Associato ordinario con Espero Katolika
Associato giovane con Espero Katolika
Associato sostenitore
Associato vitalizio
Associato sostenitore Espero Katolika
Associato vitalizio Espero Katolika
Solo abbonamento a Katolika Sento (AK)
Solo abbonamento a Espero Katolika (AKE)
£.
£.
£.
£.
£.
£.
£.
£.
£.
£.
£.
25.000
12.500
12.500
60.000
30.000
50.000
500.000
120.000
1.200.000
12.000
35.000

N.B. II periodico Katolika Sento viene inviato a tutti gli associati, tranne che ai familiari.
  • E' associato giovane chi non ha superato i 25 anni.
  • E' associato familiare chi convive con altro associato.
  • Per l'abbonamento all'estero aggiungere lire 50000 per spese di spedizione.
  • Specificare nella causale del versamento la categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani, l'esatto indirizzo per il recapito del periodico K.S., la destinazione di eventuali offerte.
  • I gruppi locali con almeno 10 soci trattengono 4.000 lire per l'associato ordinario e 2.000 per 1' associato giovane o familiare, mentre la quota dei soci individuali va interamente all'UECI.
I versamenti vanno fatti sul C.C.P. n. 11129475 UECI, viale C. Zavagli 73, 47900 RIMINI


L'Ave Maria in Esperanto ai Piani di Bobbio (m. 1700)

Domenica 20 Febbraio, al "Santuario Regina dei Monti e delle Funivie" ai Piani di Bobbio, rino­mata stazione sciistica in Valsassina (Lecco), è stato inaugurato un pregevole dipinto sul muro, da me commissionato, riportante l'Ave Maria nella lingua internazionale Esperanto. Per l'occasione è stata celebrata la Santa Messa, naturalmente in Esperanto, da Mons. Giovanni Balconi del Duomo di Milano. Alla celebrazione, oltre numerosi sciatori, era presente un folto gruppo di esperantisti.
Gianni Conti

REGINO DE LA NEĜOJ KAJ DE LA ŜNUR-VOJOJ

   Nia triasabata renkontiĝo ne okazis ĉi tiun monaton. Ni decidis celi al la alto. Dudekkvino da esperantistoj, gvidataj (kaj enveturiligitaj) de gesamideanoj Conti iris al Piani di Bobbio, pere de la ŝnurvojo, kiu tien portas ekveture de Barzio (pr. Barcjo).
   La vojaĝo al Barzio estis sufiĉe rapida, ankaŭ se belega estis la tago kaj multaj aliaj emis pasigi eksterdome kelkajn horojn. La problemoj prezentiĝis, kiam oni devis trovi parkejon antaŭ la ŝvebado inter ĉielo kaj tero en la belegaj kajutoj, kiuj alteniris por atingi la skieblan ebenaĵon. Svarmo da homoj, multkolore ekipitaj, kiuj sagumis en la blanko, jen dekstre jen maldekstre, sen trafi -almenaŭ ĝis certa momento - la marŝantojn. Ne facilis la surneĝa irado, sed en kvarono de horo ni atingis la preĝejon, kiu estas dediĉita al Maria, Reĝino de la Neĝoj kaj de la Ŝnur-vojoj.
   Preĝejo surmonta, bele konstruita, sufiĉe granda por la ski - kaj ekskursad-amantoj, kiuj haltas por saluti la Sinjoron aŭ por aŭskulti la Sanktan Meson dum la tagoj festaj. La paroĥestro, don Alfredo, laŭ la inspiro de io simila en Jerusalemo, ornamigis la vandojn de sia kirko per preĝoj, ĉefe per la preĝo al la Madono: "Saluton, Maria", preĝo, kiun li volis en pluraj lingvoj. Kaj la esperantistoj tien iris ĝuste por inaŭguri tiun preĝon ankaŭ en la internacia lingvo.
   Je tagmezo komenciĝis la Sankta Meso. Ĝin Celebris Mons. Balconi, kiu havis je sia flanko alian sacerdoton, Luigi Aifano, kiu deziras lerni nian lingvon. Teresa Longoni ankaŭ marŝis ĝis la 1700 m. de Piani di Bobbio por akompani muzike niajn kantojn. Ĉeestis ankaŭ la paroĥestro, kiu volis akompani siajn fidelulojn, kiuj kutime vidas lin okaze de la celebrado de la Meso de la tagmezo en tiu etoso pli apuda al la Sinjoro.
   La tuta Meso estis en la internacia lingvo, sed ni ankaŭ enŝovis kelkajn partojn en la itala: la homilion, Mons. Balconi - kiu ne forgesis komence de la ceremonio prezenti la lingvon Zamenhofan -faris en la itala, ĉar tra multaj estis la ne-esperantistoj. Ĉiuj kune, tamen, recitis en Esperanto la preĝon al la Madono, utiligante bildeton, kiun kunportis nia tre agema kaj ĉeestema prezidanto de UECI, d.ro Serio Boschin, kiu - interalie - diris al ni, ke, spirite, kun ni ĉeestas ankaŭ don Duilio Magnani.
   Krom la samideanoj el Milano kaj el Trevizo, venis al la inaŭguro ankaŭ niaj verĉelanoj, kiuj vigligis la etoson.
   Kompreneble, post la Meso, for de l'mondo, oni devis ankaŭ pensi pri la reakiro de siaj fortoj. Gianni Conti aranĝis kunan tipan montaran tagmanĝon, kiu donis la eblecon por gaja interŝanĝo de opinioj, kaj kiu ankaŭ propagandis en tiu fora restoracio, meze inter la neĝoj, iom da Esperanto.
   Bona vino, torto de maiza faruno (polenta), pluraj fromaĝoj tipaj, kolbasoj kaj viando, antaŭataj de "pizzoccheri" kontribuis al verva kunestado. Kelkaj eĉ - ni estis sur la montoj - provis kanti kantojn de alpistoj kaj aliajn, ankaŭ en la lingvo internacia. Oni devus kunporti materialon por kantigi ankaŭ aliajn homojn, kiuj ne konas parkere la vortojn de la kanzonoj: la estoso estas taŭga.
   Neprokrastigeblaj devoj senigis nin je la kunesto kun Mons. Balconi: li devis celebri Sanktan Meson en Duomo de Milano, je la 17.00 horo: ni havis, tamen, ankoraŭ la eblecon kunĝui la samideanaran interparoladon.
   La suno estis ankoraŭ alta, kiam oni komencis reiri al la ŝnurvojo por enviciĝi, ĉar multaj, lacegaj skiemuloj emis al siaj domoj, ĉefe la infanetoj, al kiuj la gepatroj diris multajn vortojn por ilin instigi elteni ĝis Barzio. "Poste, en la aŭtomobilo, vi povos dormi". Multokaze tio ne sukcesis, kaj la infanetoj pezis sur la ŝultroj de la gepatroj, tute malstreĉiĝintaj: ili, la gepatroj... heroe eltenis!
   La paroĥestro proponis novan renkontiĝon kun la esperantistoj dum la somero, eble en Julio. Pri tio ni estos precizaj per pli detalaj informoj.
Glauco Corrado


   Nota storica: Nel I948 vicino al rifugio Ratti veniva costruita dalla famiglia Rusconi di Lecco, a memoria di Gianni Rusconi morto per incidente sciatorio, una piccola cappella. In data 13 gennaio 1949 il Card. Schuster auto­rizzava il parroco di Barzio a benedirla con il permesso di celebrarvi la messa. Per motivi pastorali (far santifica­re la festa ai numerosi turisti e sciatori) il parroco Pietro TENGA fece costruire l'attuale santuario della Madonna Regina dei Monti e delle Funivie. La prima pietra del santuario veniva posta il 5 settembre 1962 dal cardinale Montini (Papa Paolo VI). Il 6 settembre 1965 il cardinale Colombo benediceva la chiesa e l'altare. Il disegno del moderno e grazioso santuario è dell'architetto Marco Selva, nativo di Primaluna.
   L'Ave Maria scritta in quattordici lingue sulle pareti interne del Santuario: cinese, slavo, inglese, fran­cese, greco, latino, giapponese, russo, tedesco, spagnolo, camerunese, italiano, polacco, coreano, stanno a testimoniare l'universalità della Chiesa e la devozione dei popoli per la Madonna.


COMITATO CENTRALE UECI
Presidente: Serio Boschin, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tei.-fax 0422-235381
Segreteria ecassa: via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel.-fax 0422-235381
Vice presidente e incaricata giovanile: Paola AMBROSETTO, via Emo, 9/C, 30173 Mestre (VE), tel. 041-5341532 - fax 041-612516
Consiglieri: don Duilio Magnani (segretario per l'informazione), viale C. Zavagli 73, 47900 Rimini, tel.-fax 0541-26447; Antonio Cappello, via A. Colombo 6, 13100 Vercelli, tei. 0161 -392707 - fax (di sera) 0161 -257262; Giovanni CONTI, via F. Filzi 51, 20032 Cormano (MI), tei. 02-66301958 - fax 02-66302110; don Mario GERMAN, via Canepa 57 - frazione Canepa, 16030 Sori (GE), tei. 0185-709010 ; Marsilio GUAZZINI, via Coletti, 108 - 47900 Rimini - tei. 0541-22993; Carlo SARANDREA, via di Porta Fabbrica 15, 00165 Roma, tei. 06-631805 - fax 06-632839
Assistente Ecclesiastico: mons. Giovanni Balconi, p.zza Duomo, 16, 20122 Milano, tei. 02-878014, 02-8556274
Grafica e impaginazione di Katolika Sento: Mario Guilla, via Benadir 62, 13100 Vercelli, tel. 0161-259397



GIOVANI CONCORRETE!
L'Unione Esperantista Cattolica Italiana su delibere del Comitato Centrale e a seguito di offerte anonime, mette a disposizione la somma di £. 2.000.000 per n. 4 importi cia­scuno di £. 500.000 da assegnare a giovani italiani di ambo i sessi, di età compresa tra i 18 e 30 anni, iscritti all'UECI o all'IKUE che conseguano il diploma di esperanto di 3° grado. I premi saranno erogati quale contributo per la partecipa­zione a un congresso dell'IKUE o a un congresso esperanti­sta ecumenico. I concorrenti aventi i requisiti richiesti devo­no segnalarsi al dr. Serio Boschin, via Eritrea, 8 - 3100 Treviso - tel./fax 0422.235381.




RIFLESSIONE
TANTE INIZIATIVE PER RICORDARE IL SANTO DELLA NOSTRA TERRA

   Qualcosa si sta muovendo nella nostra regione. Quella cappa che era calata subito dopo il Concilio Vaticano II su uno dei Santi più popo­lari della nostra terra trevigiana, ed uno dei più amati nel mondo, si sta sgretolando. Si stanno moltiplicando le iniziative finalizzate alla sua risco­perta: innanzitutto come santo, poi come uomo incarnato nella storia, e perché no, anche come "oggetto misterioso" proposto alla riscoperta dei pellegrini e dei turisti durante l'Anno giubilare.
   La Provincia di Treviso ha stam­pato una carta geografica che com­prende l'itinerario "Sulle orme di San Pio X". In molte chiese dedicale a S. Pio X (nel mondo sono più di 300) si sta riscoprendo il Santo titolare, e si moltiplicano le feste in suo onore tra i Trevisani nel mondo. Gli esperantisti cattolici, dei quali è il patrono univer­sale dal 1951, stanno programmando iniziative a cavallo del millennio. Riese ha in carnet interventi per il Giubileo e la parrocchia è in prima linea, per il doveroso rilancio di una figura troppo presto tramontata, che dovrebbe invece rimanere un punto di riferimento per tutta la nostra diocesi e per tutto il Veneto: è forse un caso che ben tre cardinali patriarchi di Venezia siano diventati papa in questo secolo? A Tombolo, dopo la splendida pubblicazione dell'anno scorso, si sta pensando ad un piccolo musco. A Salzano, come descritto nell'articolo a pagina 6, è realtà il museo di S. Pio X. Nelle scuole elementari gli insegnanti di religione lavorano con i bambini per farlo conoscere: forse non è sfug­gito a nessuno che ci sono generazio­ni intere che non lo conoscono. Forse la vita di Pio X a fumetti, un vecchio ma costosissimo progetto, va in soffit­ta per lasciare il posto ad un'opera a più mani scritta ed illustrata dagli stes­si fanciulli.
   E' dietro l'angolo una serie di ricorrenze da valorizzare opportuna­mente: il 2001 è il 50° della beatifica­zione, il 2003 è il 100° dell'elezione a Papa, il 2004 quello del 50° della canonizzazione.
Quirino Bortolato
Presidente del Gruppo
Esperantista Cattolico
Diocesi di Treviso.



SALZANO - VENEZIA: UN LUOGO DI VERA FEDE

   Alla presenza di Mons, Paolo MAGNANI, vescovo di Treviso, il 3 ottobre 1999 è stalo inaugurato a Salzano (VE) il museo-scrigno dedi­cato a San Pio X che racchiude ogget­ti straordinarì.
   Una lettera di Giovanni Paolo II esprimeva il compiacimento per l'ini­ziativa auspicando "che i fedeli di codesta Comunità cristiana sappiano riscoprire le radici della propria fede per donarle un rinnovato senso ecclesiale".
   Il museo, a detta di Mons. Vardanega, parroco a Salzano, non è solo un'operazione culturale e artisti­ca, ma un luogo di fede e memoria, da cui rinnovare quei valori di impegno sociale e religioso che hanno visto Giuseppe Sarto protagonista.
   Nel triangolo Venezia - Padova -Treviso, Salzano è l'unica comunità parrocchiale a possedere un proprio museo di primaria importanza. Tre piani espositivi: il primo con calici, patene, pissidi, turiboli, ostensori, croci astili e altri oggetti sacri; il secondo con lettere di Sarto, registri e pergamene che fanno da cornice al manoscritto originale del catechismo che il parroco Sarto scrisse a Salzano, quel testo che ha preparato il grande catechismo di Pio X sul quale hanno studiato generazioni di credenti: il vescovo di Treviso ha acconsentito che il manoscritto rimanga esposto nel museo per tutto l'anno giubilare 2000.
   Il terzo piano ospita una straordi­naria mostra di paramenti sacri di proprietà della parrocchia e una Madonna lignea del '500.
   Il museo S. Pio X è aperto al saba­to dalle 15 alle 18 e nei giorni festivi dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18. Per visite nei giorni feriali e per gruppi numerosi si può telefonare in parroc­chia, allo 041.43.70.06 oppure allo 041.48.48.44.

Sintesi di un articolo di
Alessandra Cecchin
da "La Vita del Popolo"
del 10/10/99, settimanale
della diocesi di Treviso





Torino, la 3-an de marto 2000

Estimata Redaktoro,

mi deziras profiti la gastigemon de Katolika Sento por fari proponon, je la nomo de la torina sekcio de UECI. Pasintjare, nia malgranda sed tiam agema grupo, elspezante tempon, energion kaj, kial ne?, ankaŭ iom da kompetenteco, decidis provizi la esperantistan komunumon je io ĝis nun ne ekzistanta, eĉ inter UECIanoj kaj IKUEanoj; nome, kompleta traktato, kvankam ne tute analiza, pri la fundamentoj de Kristanismo, ofte miskomprenata kaj antaŭjuĝe flanke lasata. Tiucele ni tradukis el la itala mantekston uzatan ĉe konata altlernejo pri katekizo, Didaskaleion, gvidata de la fondinto, la salesa pastro Piero Ottaviano. La teksto konservis la titolon "La fundamentoj de Kristanismo". Kial ĝin ne aprezi, eventuale post kompetenta, skrupula revizio rilate preserarojn, kaj ĝin disvastigi, komence inter la esperantistoj al ni plej proksimaj, por fine atingi tiujn kiuj pli bezonas sciojn pri io, laŭ ili, ne merita je atento aŭ, pli bone, daŭre rifuzata pro ties supozata manko je historiaj kaj raciaj fundamentoj?
Jen la propono. La tradukita libro estis amatore presita sen profesiaj ŝirmiloj, ĉu pro malabundo da rimedoj ĉu por pli facile disvastigi ĝin inter la esperanta legantaro. Ĉu eblas ke UECI (kaj aliaj) ĝin prenu sub sia alo, konfidante al fidinda eldonejo, kun kiu sekve ĉiuj kunlaboru por la disvastigo de lingve facila, teologiscience korekta kaj historie fundita traktato pri kristanismo mankanta en nia medio?
Ni feliĉos rezigni pri ĉiuspecaj kopirajtoj, postulante nur ke oni disvendu la tradukitan verkon je prezo tre proksima al la efektiva kosto, por favori ties disvastiĝon en la tuta esperantio.
Ĉu eblas interdialogi pri jena propono en Katolika Sento?
Elkorajn salutojn.
Pedro Aguilar Sola
(Torino - Italio)



   Al tre estimata Pedro Aguilar Sola!
   Interesa via propono kiun mi ne volas neglekti. Mi certigas ke la centra komitato de UECI en la venonta kunsido de 28a de marto k.j., interkonsente kun la estraro de IKUE, diligente pritraktos vian aferon. En la nume­ro 1-2/2000 de Espero Katolika sur la paĝo 31.a estas skribite ke recencoj, pri la verko de vi suprecitita, okazos en la venontaj numeroj; ankaŭ Katolika Sento aperigos la estraran decidon.
Kun la plej sincerai salutoj.
La prezidanto de UECI Serio Boschin



MULTE DA DANKOJ!
Pro fondo alfabetizzazione:
£. 50.000 (B.E.C.) Pianoro (BO)
£. 12.500 (C.G.) (TV)



POR NIA RELIGIA KULTURO
SANKTA JOZEFO

La 19an de marto de ĉiu jaro okazas la festo de Sankta Jozefo, sed ĉijare oni festas lin la 20an de marto ĉar la 19an estas la dua dimanĉo de karesmo.
Oni rekomendas al ĉiuj sacerdotoj kaj gefratoj en Kristo la preĝon al sankta Jozefo, kiun la itala salesa pastro "Don Giuseppe BRIOSCHI" preparis parafrazante la preĝon "Saluton, Maria". Ĝi tekstas jene:
Saluton, Jozefo, justa homo,
virga edzo de Maria kaj
davida patro de la Mesio.
Benata estas vi inter la homoj,
kaj benata estas la filo de Dio
al vi konfidita: Jesuo.
Ave Giuseppe, uomo giusto,
sposo verginale di Maria e
padre davidico del Messia.
Benedetto sei tu fra gli uomini,
e benedetto è il figlio di Dio
a te affidato: Gesù.
Sankta Jozefo, patrono de la
universala Eklezio, gardu
niajn familiojn en la paco
kaj en la dia graco kaj helpu
al ni en la boro de nia morto. Amen.
San Giuseppe, patrono della
Chiesa universale, custodisci
le nostre famiglie nella pace
e nella grazia divina; aiutaci
nell'ora della nostra morte. Così sia.
Tiu ĉi prego ŝajnas aparte taŭga unue ĉar per ĝi oni sin turnas al Sankta Jozefo, patrono de la universala Eklezio, due ĉar oni petas la pacon kaj la gracon por niaj familioj, de kiuj dependas ĉian formon de sociala paco. Memoru ke Pio la 9a, Papo Giovanni Maria Mastai Ferretti (1792 - 1878), deklaris Sanktan Jozefon universala patrono de la Eklezio. Tiu Papo estos beatproklamita la 3an de septembro 2000 pere de Papo Johano Paŭlo la 2a.



53a KONGRESO DE IKUE (INTERNACIA KATOLIKA UNUIĜO ESPERANTISTA)
Jubilea pilgrino RIMINI/San Giuliano Mare 2-8.09.2000
TEMO: KONVERTIĜO KAJ SAKRAMENTOJ

PROVIZORA PROGRAMO
SABATON LA 2AN DE SEPTEMBRO
- posttagmeze: alveno kaj enloĝigo en la hoteloj
19.30 Vespermanĝo
20.45 Rozario fronte al la paroka preĝejo
DIMANĈON la 3an de SEPTEMBRO - La Bapto
08.30 Oficiala komenco de la IKUE-jubilea pilgrimo - Matenaj preĝoj - Laŭdoj
09.00 Prelego pri "La konvertiĝo"
11.00 Sankta Meso
12.30 Tagmanĝo kaj libera tempo. Ebleco viziti la ekspozicion pri la Mortotuko
15.00 Movadaj kunsidoj
19.30 Vespermanĝo
21.00 Prelego pri la Mortotuko
LUNDON la 4an de SEPTEMBRO - La Konfirmacio
Pilgrimo al ASIZO - GUBBIO - LA VERNA (reveno al Rimini antaŭ la nokto-mezo)
MARDON la 5an de SEPTEMBRO - Konfeso kaj Geedziĝo
Libera tempo ĝis tagmezo
13.00 Pilgrimo al LORETO kuncelebro de la Sankta Meso - Vizito
MERKREDON la 6an de SEPTEMBRO - Episkopa kaj pastra Ordinoj
04.00 Forveturo al ROMO - partopreno en la papa ĝenerala aŭdienco, Jubileaj Bazilikoj
ĴAŬDON la 7an de SEPTEMBRO - La Eŭkarìstio
07.30 Matenmaĥĝo
08.30 Matenaj preĝoj - Laŭdoj - Prelego pri la Eŭkaristio
11.00 Sankta Meso laŭ grek-katolika rito
12.30 Tagmanĝo - Libera tempo
19.30 Vespermanĝo
20.45 Rozario fronte al la paroka preĝejo
VENDREDON la 8an de SEPTEMBRO - La Sanktoleado
07.30 Matenmanĝo
08.30 Vizito de la centro de Rimini: Katedralo, Sankta Meso
aŭ: post la vizito de la Katedralo, pilgrimo al Covignano, Krucvojo,
Meso en la Pilgrimloko de la Virgulino de la Gracoj.
Fermo de la Kongreso
12.30 Tagmanĝo. Forveturoj

GRAVAJ ATENTIGOJ:
  1. Ĉi tiu kongreso celas esti jubilea pilgrimo, en kiu la religiaj aspektoj superrangas. Ne mankos turismaj kaj distraj momentoj, sed ili estos relativa aspekto.
  2. Dum la veturado al la diversaj Pilgrimlokoj en ĉiu aŭtobuso okazos Rozaria Preĝo, interplektita per religiaj kantoj kaj meditoj pri la proponi-ta "temo de la tago".
  3. Manĝoj dum Pilgrimoj: en Asizo kaj Romo tagmanĝoj okazos en restoracioj; matenmanĝoj kaj vespermanĝoj pere de mansako ricevitaj de la hotelestro antaŭ forveturo. Tiuj, kiuj ne partoprenas en la pilgrimoj manĝos en sia hotelo.
  4. ALVENO. Oni petas atingi Rimini-n antaŭ la horo de vespermanĝo (sabaton la 2an de septembro, horo 19.30). Al malfruantoj oni ne certigas vespermanĝon.

KONGRESO 2000 - KIEL PARTOPRENI
Bonvolu atente legi ĉi tiujn indikojn!

La kostoj de partoprenado estas tre malaltaj, se oni konsideras la ofertitajn kondiĉojn, kaj ĉefe la periodon (ankoraŭ someran en Italio, en jaro kun rimarkinda pilgrima kaj turisma allogo).
IKUE sukcesis havi tre favorajn prezojn, mendante lokojn en hoteloj por ĉiuj kongresaj tagoj, kaj certigante sufiĉe multenombran partoprenon.
Pro tio, por ke ĉiuj povu ĝui favorprezan kongresadon, ni estis devigitaj fiksi tre precizajn regulojn, kiuj neniel permesas esceptojn.

ALIĜKOTIZO = QUOTA DI ADESIONE

La aliĝkotizo inkluzivas la kongresajn dokumentojn kaj ĝi krome konsistigas kontribuon de la gekongresanoj al la ĝenerala organizado de la Kongreso.
(Ĉiuj prezoj estas esprimataj en eŭroj,
por italoj ankaŭ en liroj interkrampe)

Validaj: ĝis 31.5.2000 ĝis 31.7.2000 poste
1a periodo 2a periodo 3a periodo
31,00 (£.60.000) 36,00 (£.70.000) 46,00 (£.90.000)

PARTOPRENKOTIZO = QUOTA DI PARTECIPAZIONE

La partoprenkotizo inkluzivas: loĝadon laŭ elektita aranĝo ekde la vespermanĝo de la 2a de septembro ĝis la tagmanĝo de la 8a de septembro 2000; manĝaĵoj (trinkaĵoj aparte pagendaĵ) por la sama periodo; tuttagaj pilgrimoj al Asizo/Gubbio/La Verna, al Loreto kaj al Romo; aliaj komunigotaj servoj.
N.B.: Partotempaj partoprenantoj devas ĉiuokaze pagi minumume 3-tagan restadon.

Validaj: ĝis 31.5.2000 ĝis 31.7.2000 poste
Elektita loĝado 1a periodo 2a periodo 3a periodo
Dulita ĉambro 329,00 (£. 637.000) 339,00 (£. 657.000) 349,00 (£. 676.000)
Unulita ĉambro 410,00 (£. 794.000) 430,00 (£. 833.000) 550,00 (£.1.065.000)

La mendo devas esti akompanata de la pago de la tuta sumo aŭ de antaŭpago de 300.000 italaj liroj (155 eŭroj). Mendojn sen pago de aliĝkotizo oni ne traktos.
Kaze de rezigno, la paglta mendo estas transdonebla al alia persono
(necesa skriba indiko de la rezignanto). Se la rezignanto ne transdonas sian mendon al alia persono, repagoj eblas nur se la skriba informo pri rezigno je partopreno antingas la Kongresan Administracion antaŭ la 3a de julio 2000. Post tiu dato neniu repago estas antaŭvidata.
La repago estas limlgitaje la monopagita por la loĝado. Ne estas antaŭvida­ta repago de la aliĝkotizo.

POR ĈIUJ: PAGMANIEROJ

Al la poŝtĉekkonto de IKUE numero 23 29 00 00 (Centralo: ROMA Italia)
In italiano: C.C.P. n. 23 29 00 00 IKUE (Centrale: ROMA Italia)
ADRESO DE LA CENTRA OFICEJO DE IKUE
Via di Porta Fabbrica 15 - 00165 ROMA - telefono/fakso 06-63 28 39


53a IKUE-Kongreso 2000* Jubilea E-pilgrimo
RIMINI (Italio), 2-8/09
KONSTANTA ADRESO:
CENTRA OFICEJO DE IKUE, VIA DI PORTA FABBRICA, 15
I-00165 ROMA RM (Italio)