Enhavo:



UN CONGRESSO COME FESTA

   Un congresso lo si può definire sinteticamente in vari modi: anche per il congresso degli esperantisti cattolici si può descrivere con giudizi diversi l'insieme dei positivi aspetti che lo caratterizzano. A me piace riassumere così tutte le sue sfaccettature: il congresso dell'Unione Esperantista Cattolica Italiana è una festa. Festa di amicizia, di cultura, di intelligente svago, in aggiunta ai lavori tipicamente congressuali. Così è stato a Paderno, anche se un velo di tristezza ha avvolto i cuori dei presenti per la recente scomparsa dell'Assistente nazionale mons. Longoni e per la rammaricante assenza della segretaria Franca Concina.
   Il congresso svoltosi a Paderno del Grappa dal 6 al 10 settembre, con la diligente organizzazione del dott. Boschin e la collaborazione di altri esperantisti trevigiani -oltre all'apporto di vari esperantisti presenti ed anche di un assente, Carlo
Sarandrea-, ha avuto le sue fasi culminanti nell'omaggio al patrono degli esperantisti cattolici S. Pio X a Riese, nella giornata trascorsa a Treviso e nell'appuntamento con l'arte di Canova a Possagno.
   L'incontro con il grande Papa Pio X nei luoghi che videro i suoi anni giovanili ha fatto sentire più vicino il protettore che aveva creduto nel futuro dell'esperanto. Treviso ha offerto la sua calma bellezza agli ammirati congressisti ed ha procurato due occasioni di religiosa sosta, nel santuario di S. Maria Maggiore e durante l'udienza concessa dal vescovo mons. Magnani. Possagno ha confermato, e svelato in tutta la sua grandezza, il genio di Canova.
   I congressisti si sono scambiati un arrivederci importante: l'anno prossimo il Congresso Nazionale si svolgerà in una grande cornice, inserito nel 50° Congresso dell'IKUE -l'organizzazione mondiale degli esperantisti cattolici- che si svolgerà tra le sedi di Roma e Rimini dal 31 agosto al 7 settembre. A quell'arrivederci è opportuno aggiungere un invito a quanti non erano presenti alla "festa" di quest'anno affinché possano, in una dimensione più ampia per la presenza di rappresentanti di molti Stati, godere di giornate ricche di eventi pienamente gratificanti.
Mario Sola



17° MEETING PER L'AMICIZIA FRA I POPOLI

   Non è facile parlare del Meeting di Rimini. Nella sua ormai lunga serie, quello di quest'anno è stato il 17° e, come sempre, ha costituito un punto d'incontro, di dialogo tra fede e cultura, con l'intervento di personalità di tutto il mondo. Il Dalai Lama, monaci giapponesi, islamici, politici, protestanti, ortodossi si sono avvicendati con cardinali, vescovi e con gli interpreti di testimonianze vive quali Madre Teresa di Calcutta e don Gelmini. Nel 1982 lo stesso Giovanni Paolo II venne ad incontrare il popolo ciellino, organizzatore della manifestazione.
   Ovviamente per un simile dialogo internazionale c'è una consistente presenza di interpreti e traduttori, e anche l'attività turistica ne beneficia. Quest'anno sono state segnalate 700.000 presenze, il 25% in più dello scorso anno. Ma non è certo questo l'aspetto più importante, anche se per l'economia riminese ha il suo peso. Per capire il Meeting bisognerebbe partecipare a qualche turno di lavoro, vivere a contatto con quei giovani, italiani ed esteri, che a centinaia gratuitamente si alternano nella costruzione del Meeting con serietà, impegno e serena allegria. E poi, ad opera finita, visitare quei padiglioni. Allora ci si accorge di essere davanti ad una specie di miracolo: mostre, stands, servizi e tanti giovani che a migliaia gremiscono le sale degli incontri e gli spiazzi per le soste. È una città nuova, la città dei giovani che per una settimana affollano conferenze, dibattiti e mostre e seguono le tante testimonianze di vita cristiana vissuta.
   La ricchezza dei programmi è tale che è impossibile partecipare a tutto, bisogna fare una scelta e tante cose restano nel desiderio.
   Anche noi cattolici esperantisti abbiamo partecipato quasi tutti gli anni con un nostro stand che ci ha dato la possibilità di fare conoscere i nostri scopi e la nostra attività evangelizzatrice in "Esperantujo". Quest'anno non abbiamo partecipato, così io ho avuto più tempo per godermi il Meeting.
   Tra le tante cose viste, non posso dimenticare la mostra "Dalla terra alle genti/La diffusione del cristianesimo nei primi secoli" dove erano esposti anche i famosi brani di Qumran e altri reperti archeologici mai usciti finora da Israele.
   Altra mostra interessante "I popoli contro le utopie. Le insorgenze popolari antigiacobine in Italia ( 1796-1815)". Per 20 anni gli Italiani di tutto lo stivale hanno fatto la guerriglia contro i francesi che volevano "liberarli" finché sono riusciti a liberarsi dai "liberatori". Veramente a scuola ce la raccontavano in modo un po' diverso...
   Un'altra mostra tutta da vedere quella su S. Teresa di Lisieux. L'ho visitata due volte anche in compagnia di alcune "japaninoj" non cristiane, che sono rimaste assai impressionate dalla vita di questa santa.
   Tema del Meeting era: "Si levò un vento impetuoso da est e, sicuri della loro guida, navigarono sino ai confini della terra".
   Commenti? Don Giussani. fondatore di Comunione e Liberazione, scrive nel suo libro "L'avvenimento cristiano" (Rizzoli): "Un cristianesimo vissuto genera un fermento operativo senza limiti: tende ad investire tutto l'orizzonte della attesa umana... L'avvenimento cristiano genera realismo e vera capacità di rispondere al bisogno di tutti. Di questo abbiamo necessità per la nostra fede: che dimostri il realismo profondo che la caratterizza in quanto essa nasce dal cuore di Cristo".
   Il titolo del 18° Meeting, quello del 1997? "Lo starets rispose : «Davvero , tutto è buono e splendido perché tutto è verità»".
   Come verrà svolto il tema? Sono certo che non deluderà. Venite a controllare. L'invito è per l'ultima settimana di agosto 1997. Vi aspetto.
Antonio Gambuti



RIVIVERE IL CONGRESSO DI PADERNO


di Carlo Geloso


   Se il Congresso degli esperantisti cattolici italiani non avesse registrato una numerosa partecipazione, la calorosa adesione delle autorità locali sia religiose sia civili, una notevole eco sulla stampa, la alacre multiforme discussione sul tema "Fedeli a Pietro" -ineludibile per chi voglia attivarsi in opera veramente "cattolica"-; se il Congresso anche non avesse potuto svolgersi in una sede di elevate, ma affabili, capacità ricettive; se la amenità dei luoghi non fosse quella già prediletta da dogi e da patrizi veneti per disseminarvi -complici Veronese e Palladio- le loro ville incantevoli; se Treviso, Riese Pio X, Castelfranco e Possagno non fossero lì, a due passi, per rendere il "bottino" congressuale ancor più ricco di sorprese turistiche impensabili, agevolate da un programma lineare ma onniveggente; se, come compimento alle sempre echeggiate ed ammonitaci parole di S. Pio X, profetico sull'esperanto nella Chiesa, non fosse stato possibile accedere, a pochi chilometri, alla sua stanza natale, alla tavola familiare, al letto dove riposava da porporato al santuario della sua vocazione, all'altare della sua prima messa, ad innumerevoli semplici e preziosi suoi ricordi o reliquie; se -per concludere questa serie di ipotesi- l'udienza accordata dal Vescovo di Treviso si fosse esaurita in una rituale copiosa benedizione non accompagnata dal rilievo che l'esperanto non è un "hobby" tra i tanti, ma un impegno apostolico richiesto dai tempi, ebbene... sì... anche se tutte queste positività non fossero esistite, la "4 giorni UECI" dal 6 al 10 settembre, organizzata dal Gruppo Esperantista di Treviso coordinato dall'infaticabile dott. Serio Boschin, potrebbe portare all'occhiello -almeno e comunque- il fiore non frequente di una serie di giornate "sole e azzurro" quali ogni agenzia turistica sarebbe lieta di poter sventolare come cornice impagabile alle proprie seduzioni di viaggio. Ma. qui, ci fu la "cornice" e ci fu pure il... "quadro" che ora guarderemo, per quanto rapidamente, più da vicino.
   Oltre che da ogni parte d'Italia, con prevalenza del centro-nord data l'ubicazione del raduno, Paderno di Treviso, il 10° Congresso UECI come ogni adunata esperantista ha registrato la presenza di convenuti anche dall'estero che hanno contribuito a conferirgli un delicato e ormai tipico tocco di internazionalità. Francia, Polonia e Stati Uniti le provenienze di turno.
   Speso il venerdì pomeriggio nelle operazioni di arrivo. alloggiamento e di "interkona vespero", durante il quale due simpatici sosia dei santi apostoli Pietro e Paolo arrivavano a porgere un celeste lieto benvenuto, la cerimonia della inaugurazione si è avuta la mattina del sabato 7, nella elegante sala dei congressi degli "Istituti Filippin", prestigioso centro culturale lasalliano. nei cui edifici il Congresso è stato ospitato. Dopo il saluto del dr. Boschin. a nome del comitato organizzatore, le autorità locali non hanno mancato di far pervenire calorose testimonianze di adesione, cui si sono aggiunti i messaggi del dr. Antonio De Salvo, Presidente dell'IKUE e del Vicepresidente dell'UECI Carlo Sarandrea. I congressisti esteri con gli interventi della signora Harabagiu (USA), del signor Pons (Francia) e della signora Pietrzak (Polonia), quest'ultima anche come presidente del Comitato Centrale dell'IKUE, hanno espresso il saluto delle cerchie cattolico-esperantiste dei rispettivi Paesi.
   Di particolare apprezzamento le parole del direttore dell'istituto ospitante, prof. Franco Savoldi, secondo cui "alle soglie del terzo millennio sono i cattolici esperantisti i veri giovani della nuova Europa, dove la comunicazione svolgerà sempre più ruoli, o massificanti o civilizzanti, essenziali".
   Prima di aprire ufficialmente i lavori, dando la parola al Presidente onorario dell'IKUE, don Duilio Magnani, per la relazione inaugurale sul tema congressuale, "Fedeli a Pietro", il Presidente dell'UECI, prof. Mario Sola, ha voluto ricordare la dolorosa perdita dell'Assistente Ecclesiastico mons. Lorenzo Longoni, essendo presente la di lui sorella Teresa, anch'ella esperantista, a testimoniare come la catena di affetto per l'esperanto instauratasi in quella famiglia non venga spezzata neppure dalla morte. Altra assenza ricordata quella di Girolamo Lucchetta. la cui scomparsa ha colpito lo stesso comitato organizzatore di cui, fin quando le forze glielo hanno permesso, è stato un componente attivissimo.
   In una cronaca sommaria come la presente, la relazione introduttiva di don Magnani può essere definita profonda, scorrevole, centrata: essere fedeli a Pietro, per i cattolici, significa esser accanto al Papa come lo fu Pietro accanto a Gesù quando, ispirato dallo Spirito, lo proclamò Cristo e Messia: non come quando, sensibile ai calcoli personali e miopi della carne, se la svignò davanti al martirio! I Papi prolungano nel tempo il messaggio del Messia, contro le correnti che teorizzano l'indipendenza da Dio. La prossimità di Riese Pio X, Papa estremamente caro agli esperantisti quale loro Santo Patrono, è ragione di esemplificare questo apostolato del successore di Pietro che, tramite la Enciclica "Pascendi", con grande lungimiranza indicava nel modernismo la "somma di tutti gli errori"!
   L'appello conclusivo di don Magnani è stato di plasmarsi sul Pietro lodato da Gesù, non su quello da lui respinto come consigliere satanico. Altri si impegnino in opere, oggi di moda, dichiaratamente blasfeme (messe nere, ecc, che tuttavia depongono delle forti convinzioni dei loro artefici), ai cattolici esperantisti "Fedeltà" al Vicario di Cristo!
   Per dovere di cronaca si deve aggiungere che don Duilio era fresco reduce da una sessione sanmarinese della "Akademio Internacia Scienca" (AIS), che ha ultimamente accolto, tra i suoi docenti onorari, l'ex premier sovietico Mikail Gorbaciov. Tale sessione si è svolta all'insegna di un originale bilinguismo, con uniche lingue di lavoro il latino e l'esperanto. Avrà orecchi la nuova Europa per queste "modeste proposte" che le vengono dai suoi settori più lungimiranti?
   Al termine della "ouverture" magnaniana, il dr. Boschin orienta affabilmente l'attenzione del pubblico sulle successive tappe del programma congressuale, consistenti nel "varo" della mostra su l'esperanto -ricchissima di spunti originali, con materiale inedito, in una forma espositiva snella e attraente- e nella pomeridiana visita ai luoghi natali di Papa Sarto, sposata ad un ottimo clima.

A Riese Pio X

   La visita di Riese Pio X inizia dalla frazione di Cendrole, con il santuario mariano di eleganti forme barocche dove il futuro Papa si recava, giovanetto, per un campestre sentiero conservatosi intatto, e dove -in luce mariana- scoprì la propria vocazione a sacerdote.
   La chiesa è stata fatta meglio apprezzare dalle accurate descrizioni del prof. Quirino Bortolato che ne ha tratteggiato le vicende storiche e le considerevoli opere artistiche di cui si è via via arricchita, ragioni che l'han fatta meritevole di una visita dello stesso Giovanni Paolo II. così attento ai luoghi di intenso riferimento spirituale.
   Tutta Riese Pio X reca impronte del proprio cittadino più santo: la casa natale mantenuta nella semplicità del suo tempo, il museo annesso ricco di preziosi e commoventi cimeli, i monumenti diversi sia al personaggio, sia alle sue opere apostoliche...
   La Santa Messa, nella parrocchiale dove Giuseppe Sarto celebrò la prima volta, è in esperanto, con larga partecipazione di fedeli e l'intervento di una corale dall'esecuzione impeccabile. Da sottolineare che le musiche eseguite, di autore esperantista, erano anch'esse in lingua esperanto.
   Un gradevolissimo rinfresco offerto dalla municipalità, poi, nell'imponente sala comunale di villa Eger, la seconda relazione congressuale "Discernimento dei Papi, da Pio X ad oggi. sul carisma dei cattolici esperantisti".
   Comprensibilmente l'autore della relazione. Carlo Sarandrea, appunta la sua attenzione soprattutto su San Pio X e la massima apertura che egli offerse, allora, al quasi neonato nuovo linguaggio. Del resto la fiducia in Pietro trovò bella espressione nel carme dedicato al Papa neoeletto nel 1903. Papa Sarto appunto, che lo lesse e si rallegrò pubblicamente di averlo, a prima vista, afferrato. Molto suggestivamente la poesia di P. Dombrowsky viene qui declamata dal prof. Bortolato ad un uditorio sensibilissimo.
   Il primo cittadino di Riese. geom. Luca Baggio. ha sottolineato il forte impegno comunale verso il Comitato Studi S. Pio X per il recupero di testimonianze inedite (già presenti in alcune di esse, di prossima pubblicazione, i nessi con il nascente esperanto cattolico) e per la promozione scolastica della lingua internazionale, proprio per la sua particolare epocalità. Anche dalle successive parole dell'Assessore alla Cultura si constata l'alto livello di intesa che in questo campo nevralgico, storia e cultura, si è instaurato tra le massime autorità ed il gruppo esperantista locale.
   L'intensità della giornata vissuta, caduta la sera e... tornati alla base, ha indotto gli organizzatori a rinviare al giorno seguente l'atteso saggio teatrale di Jadwiga Gibczynska, sostituendovi un sonno ristoratore.

L'assemblea e la serata d'arte

   Domenica 8 settembre: ancora luce e sole sulla giornata centrale del Congresso.
   La terza relazione, tenuta con la consueta scorrevole completezza dal prof. Mario Sola, verte su "Il movimento esperantista cattolico al servizio della Chiesa". "Poiché la Chiesa cattolica è contraddistinta dalla sua universalità, è imperativo per essa un'azione ecumenica. Ma ogni lingua è portatrice di una propria "cultura" (o, più semplicemente, "mentalità"), come dimostra l'attuale dilagare del "modello americano "collegato alla diffusione dell'inglese. E, per il dialogo evangelico che la Chiesa porta avanti, ben fanno gli esperantisti cattolici a promuovere una lingua che perfettamente si armonizza con il pieno rispetto della persona umana affermato nel paragrafo 1935 del Catechismo della Chiesa Cattolica".
   Al pomeriggio si riuniva l'assemblea annuale dei soci, compito istituzionale ricorrente, come al solito ricco di luci, ma anche di ombre. Il verbale meglio illustrerà i dettagli; brevemente qui si dica che proseguono le iniziative benefiche certamente portatrici di frutti, ma talora male corrisposte, per cui -deduce don Magnani- occorre abbinare la generosità con una più rigida cautela, stante gli spazi smisurati che apre l'esperanto, ma anche il contatto con persone poco facilmente...controllabili!
   Poco concreti sono i risultati raggiunti nella sensibilizzazione al..."paragrafo 1935" di seminari e scuole cattoliche. Già in Olomouc fu inviata una richiesta largamente sottoscritta alla Congregazione romana dei Seminari, ma evidentemente anche una promozione capillare nelle realtà locali deve essere attuata con metodo, pur con le esigue forze di manovra disponibili. La persistente penuria di giovani leve, che a dir vero si riscontra anche nel nostrano cattolicesimo "tout court", non è delle più promettenti e tanto più deve far operare a livello di educatori cattolici nelle scuole e nei seminali.
   Alcuni acuti, rapidi interventi di congressisti (Franzoni, Gambuti, Dazzini, Polerani. Geloso) sono serviti ad approfondire i temi in esame.
   Purtroppo il settore contabile-amministrativo viene esaminato solo in forma "leggera" per la persistente indisposizione della cassiera Franca Concina, a cui l'assemblea invia fervidi auguri di guarigione.
   Tra le decisioni di rilievo la fusione del Congresso dell'UECI dell'anno venturo con quello dell'IKUE. fissato a Roma e Rimini nel settembre 1997, mentre le cariche direttive, a norma di statuto, restano invariate.
   Mentre l'assemblea portava a termine i propri compiti, una parte di congressisti, attratti dalla cima del Grappa e dal cielo sempre indenne di nubi, "marinava", in un certo senso, l'impegno portandosi su quella impervia e panoramica località. Ma, per emozione supplementare, ecco una panne del loro autobus con un preoccupato e preoccupante ritardo nel rientro a Paderno dove già il grosso dei commensali (tra parentesi: ottimo ed abbondante il... rancio) si interrogava sulla sorte degli assenti.
   La serata porta uno spettacolo di rara qualità con l'interpretazione monologica della famosa "Bottega dell'orefice" di Andrzej Jawien (alias l'attuale Papa) da parte della esperantista polacca "Jadwiga", come in arte si fa semplicemente chiamare. I vari differenti personaggi dell'opera, dei cui interventi l'attrice ha fatto una intelligente riduzione titolandola "Segni", sono stati via via rivissuti con una sensibilità mimico-declamativa esemplare. Saggio di consumata bravura scenica e ricchezza interiore del testo hanno catturato l'uditorio a lungo, per un finale liberatore riconoscente e caloroso applauso. Si chiude così, nel fervore dell'arte, la domenica assembleare e... montana.

La bella Treviso

Il successivo lunedì 9, ancora una volta allietato da limpidezze climatiche ideali, si annunciava come giornata turistica per eccellenza, di quelle che in ogni congresso che si rispetti non mancano mai di fare attesissimo capolino.
   Treviso! La capitale della storica e florida marca dove, a prosperità e gaiezza, l'arte ha aggiunto nuove note di inconfondibile fascino.
   La Messa veniva celebrata nella basilica di Santa Maria Maggiore dal segretario vescovile in lingua esperanto, dopo la quale il Vescovo di Treviso, mons. Paolo Magnani, accoglieva i congressisti nella fastosa sala delle udienze. Ricevuto un deferente omaggio dal presidente Sola, il presule ricordava la duratura missione del latino per la coesione del mondo cattolico, auspicandone, quindi, un prolungato apprezzamento: qualificando, però, la crescente presenza dell'esperanto nelle file cattoliche come una plausibile risposta alle esigenze dei tempi nuovi, non -come da taluni viene consideralo- una stravaganza da porre accanto a molti altri semplici "hobby". Non invano il nuovo catechismo della Chiesa Cattolica, con il punto 1935 che era stato testé citato dal prof. Sola ha formalizzato il rilievo della "Gaudium et spes" conciliare: "Ogni discriminazione in ragione della lingua è contraria e va combattuta e rimossa". Così, contenti e benedetti, tutti a tavola nel bel centro cittadino, presso un "Fai da te" che tutti ristora.
   Le bellezze della città si offriranno ai visitatori in un pomeriggio trascorso, ahimè, troppo rapidamente. Ecco sfilare sotto i loro occhi le possenti mura del passato, i canali lietamente sguinzagliati fra le case con un che di veneziano nell'aria, la suggestiva confluenza del Sile con il Cagnano -ora Botteniga- immortalata nel Paradiso di Dante (IX, 49), gli austeri ed eleganti palazzi del centro medioevale, ed il composito e grandioso Duomo, ricco di un tizianesco e di altri capolavori.
   Per ultima tappa, il complesso di San Nicolò e la adiacente sala capitolare! Nella vasta basilica dodici possenti colonne a simboleggiare i dodici apostoli, di cui le due più prossime all'altare -uniche in pietra bianca-quali San Pietro e Paolo, primeggiano sulle altre, tutte, con l'intero superbo edificio, in austero rosso laterizio. E nella sala degli antichi "capitoli" (leggi: "congressi") domenicani un ultimo bagliore di grande arte, prima di risalire sull'autobus per l'improcrastinabile ritorno a casa. Storia e genialità del Trecento rivivono nella teoria dei 40 personaggi dipinti da Tommaso da Modena, domenicani insigni di ogni parte d'Europa, raccolti in unica celebrazione dalle più svariate terre e lingue d'origine, nell'allora imperante ed unificante lingua latina.
   Il ritorno attraversa la città del grande Giorgione, ma a Castelfranco non v'è spazio per una tappa ulteriore davanti ad un ennesimo capolavoro. Tempus fugit!
   Stanchi ma non domi, in serata ci si divertirà ancora non solo con la allegra lotteria ben condotta dalle solerti Gubbioli e Giacchino Terruzzi, ma con la riapparizione dei due apostoli Pietro e Paolo (in realtà i due buontemponi Gambuti e Ambrosetto) che per l'occasione erano accompagnati da un giocondo e vigoroso Giovanni Paolo II (in realtà lo spiritoso signor Pons, francese), indottosi, per il suo amore all'esperanto a visitarne in extremis il 10° Congresso "padernese".

Per finire in bellezza: Possagno

   E così, più chiara e ridente di ogni umana meteorologica aspettativa, spuntava l'alba dell'ultimo giorno.
   L'ultima relazione congressuale compete alla inviata di Radio Varsavia che, con la chiara dizione che le conosce ogni ascoltatore di quella emittente, illustra le "Vicende con cui l'esperanto si è affermato in campo radiofonico mondiale". La dott. Barbara Pietrzak rileva che il primo passo in questo settore si è avuto giusto in Venezia, il 4 aprile 1923, dove la Conferenza di Radiofonia raccomandava alle trasmittenti mondiali l'uso dell'esperanto, proprio per superare gli ostacoli linguistici e dare la massima possibile risonanza alle trasmissioni stesse. Per dirne qui pochi cenni, la Pietrzak osserva come, dopo l'inserimento della lingua esperanto nel crescente flusso della comunicazione mondiale (satelliti, Internet ecc), i diffusori della buona novella per mezzo di esso devono sviluppare intelligentemente la loro cooperazione e presenza incisiva in tali settori cruciali per il futuro anche come semplici, ma non passivi, ascoltatori. Del resto è questo il messaggio e l'esempio di Girolamo Lucchetta, recentemente scomparso, che instancabilmente suggeriva di collaborare con la "AERA", costituitasi in Francia grazie al signor Masala per potenziare in ogni senso le diffusioni radiofoniche in esperanto. Chiuso da vivissimi applausi il rapporto conclusivo della dr. Pietrzak, restava, a completare l'intero programma, la visita alla località di Possagno. Dire <Possagno>, per chi vi si è recato e vi ha visto l'opera di Canova, equivale ad evocare un armonioso confluire di bellezze: panoramiche, spirituali ed artistiche. I colli asolani, il Grappa, il Montello a fare una giuliva danza di prominenze sul fondale della pianura e del mare: la commovente dedizione del grande artista per il paese natio a cui, dopo la goduta celebrità mondiale, volle restituita la propria salma e la sua eredità più alta: le sue terse creazioni scultoree capaci di far meditare su ogni aspetto, caduco ed immortale, delle umane vicende; ed ancora "il tempio", il solenne monumento che fonde Grecia e Roma. Partenone e Pantheon con mano sovrana! Ma il "fugace andar del tempo" richiama ormai tutti, dopo la storica foto di gruppo. a Paderno, per il conclusivo incontro... "commensale". E nel momento dell'“exodus”, tra l'incrociarsi dei saluti, il Presidente Mario Sola dichiara concluso il Congresso con un affettuoso "Arrivederci a Roma!", non senza un cordiale rinnovato grazie a tutti i collaboratori ed in particolare al dr. Boschin ed al trevigiano Gruppo organizzatore, al quale va grande merito del rinnovato annuale raduno, ricco di indimenticabili esperienze e poggiato, con S. Pio X, sulla certezza che "l'esperanto ha davanti a se un grande avvenire".
Carlo Geloso

ECC.MO MONS. PAOLO MAGNANI VESCOVO
31100 TREVISO

SOMMO PONTEFICE RIVOLGE BENEAUGURANTE SALUTO AT ESPERANTISTI CATTOLICI RADUNATI PRESSO ISTITUTI FILIPPIN DI PADERNO DEL GRAPPA PER CONGRESSO NAZIONALE ET MENTRE AUSPICA CHE LORO IMPEGNO CONTRIBUISCA AT DIALOGO TRA POPOLI ET DIFFUSIONE DOTTRINA CRISTIANA IMPARTE BENEDIZIONE APOSTOLICA PROPIZIATRICE DONI CELESTI
CARDINALE ANGELO SODANO SEGRETARIO DI STATO DI SUA SANTITÀ




LA EKLEZIO LAŬ LA DUA VATIKANA KONCILIO

(daŭrigo de la antaŭa numero)

7) En ĉiu loka legitima komunumo ĉeestas Eklezio de Kristo. Ja, ili estas en sia tereno mem la nova popolo de Dio. Kiel en la Sankta Skribo la vorto Eklezio estas jen en singularo jen en pluralo, ankaŭ mem la Sinodo parolas pri la tuta Eklezio, kaj pri la lokaj Eklezioj, pri komunumoj eŭkaristiaj, en kiuj palpeble efektiviĝas la katolika Eklezio. Ili ne estas filioj, sed estas ekleziaj komunumoj havantaj en si mem la tutan trezoron de la Eklezio. Do estas juste, ke ĉi tiuj havu propran vizaĝon.Tiu estas pli evidenta, se temas pri parteklezioj: do pri diocezoj, aŭ pri grupo de diocezoj apartenantaj al la sama kulturrondo.

8) La lokaj aŭ parteklezioj portas en la komunumo ĉiujn valorojn de la kulturo de la popolo, kaj pluevoluigas (LG 13 AG 22). La tuteklezio do estas harmonio varia de la parteklezioj.
   La Koncilio, kvankam ankoraŭ ne uzas la vorton "enkulturigo", jam detale eksplikas tiun principon, kiun la postsinoda teologio nomas enkulturigo.
   Temas pri tio, ke kiel Jesuo enkarniĝis en homo apartenanta en certa kulturo, tiel la kristanismo devas enkarniĝi en ĉiu popolo kaj ties kulturo. Ekzistas ne nur unu, sed sennombraj kulturoj. La kristanismo estas alligita al neniu kulturo, ekzemple ankaŭ ne al la greklatina kulturo. Ĝi devas penetri ĉiujn kulturojn kaj, akceptante ĉies valorojn, devas apliki ilin en la kristana penso kaj vivo. La celo do ne estas la unuformigo, sed la harmonio de multtavola diverseco. Tiu fakto, ke en la lastaj jardekoj la Eklezio rapide evoluis ekzemple en Sud-Koreo aŭ en pluraj landoj de Afriko, estis ebla ĉar en la liturgio kaj en la tuta eklezia vivo oni lasis vastan terenon por la kulturo de tiuj popoloj.

9) Kiuj plenumas la apostolan servon per volo de Kristo (papo, episkopo, pastroj kaj diakonoj) ricevis mision kaj mandaton per Kristo, ke:
1) formulu oficiale, instruu kaj defendu la fidon garditan de la praeklezio.
2) akordigante karismojn de la kredantoj ili estu organoj de la unueco de la Eklezio.
3) en la nomo de Kristo, ili gvidu la eŭkaristian servon kaj disdonu la sakramentojn.
   En la 3.a ĉapitro la konstitucio Lumen Gentium longe eksplikas la rolon kaj devon de la eklezia gvidistaro. Bedaŭrinde restis la antaŭa esprimo, sed la klarigo devenas el la misio de la dekdu apostoloj. La episkopoj estas posteuloj de la apostoloj. Per la sakramento de episkopa ordinigo, mem Dio transdonas je la episkopo la taskon de sanktigo, instruado kaj gvidado. Do la episkopoj ne pere de la papa delegiteco praktikas tiujn episkopajn taskojn, sed rekte de Dio ricevite. Restas ankaŭ tio vera, ke la taskon de instruado kaj gvidado la episkopoj nur en unueco kun la papo kaj la episkoparo de la tuta Eklezio povas praktiki.
   Estas grave ke la Sinodo akcentas la taskon de la instruado kiel la esencan elementon de la episkopa kaj pastra servado, kaj ankaŭ tiu estas tre esenca, ke la Sinodo mencias kiel taskon de la ekleziaj gvidantoj la servon de la gefratoj (LG 18).
   Do la episkopo, kiel baroka majesto, jam devus esti por la pasinteco.

10) La episkopoj de la tuta Eklezio konsistigas unu episkopan kolegion, kiu estas la posteulo de la apostola kolegio. Ne nur la papo, sed ankaŭ la kolegio de la episkopoj, en si mem havanta ankaŭ la papon, estas posedanto de la plej alta apostola potenco.
   La Koncilio post longaj diskutoj akceptis la instruon pri la episkopa kolegio kaj pri la kolegieco. Tiu akcepto signis la plivalorigon de la sinoda principo. Tiel ne nur la papo kaj episkopoj ricevas gvidadon de la Sankta Spirito sed ankaŭ diversaj komunumoj. Post la Sinodo la episkopoj konscias, ke ne nur pri siaj diocezoj ili devas prizorgi, sed ankaŭ pri la aferoj de la tuta Eklezio.
   Tiel en ĉiu dua jaro kunvenas en Romo la episkopaj sinodoj, en diversaj landoj la episkopaj konferencoj, kaj ankaŭ tiuj konferencoj laŭ la kontinentoj havas komunecon.
   Tiu koncilia principo plu disvastiĝas: la sacerdotoj kunvenas cirkaŭ la episkopo...

11) Ankaŭ la ne katolikaj kristanoj apartenas al la eklezio (LG 15). En ĉiu homo, ankaŭ en ne kristanoj, funkcias la Spirito de Kristo, (LG 16. GS 22).Tial estas grava la kunlaboro kun ĉiu homo de la bonvolo. En multaj kristanoj vekiĝas la timo, ĉu la katolika Eklezio, per tiu pensmaniero pri la popolo de Dio, ne eliminas ĉiujn aliajn homojn el la popolo de Dio kaj tiel ankaŭ el la savo. Tute ne. La opinio de la vatikana Koncilio estas tre aperta. La Sinodo parolas pri diversgradaj apartenoj al la Eklezio gvidata de la papo kaj de la episkopoj. kaj portas en si mem la Spiriton de Kristo. La perfekta aparteno al la Eklezio bezonas ian internan animan vivon: loĝadon de la Sankta Spirito de la amo en la koro de la homo. Se iu eĉ tute akceptus la tutan institucion de la Eklezio, sed en stato de grava peko, tiu ne havus en la koro la Sankta Spiriton, kvankam ankaŭ li apartenus al la Eklezio, sed ne tute. Ĉar mankus la plej granda trezoro, kiu estas vera propraĵo de la popolo de Dio.
   Pri la kredantoj, kiuj estas baptitaj, sed ne katolikaj, diras la Sinodo ke ankaŭ ili apartenas al la Eklezio de Kristo, kvankam havas mankojn en la manieroj de la apartenado. Sed se ili "kun amanta koro kredas en la Patro kaj Kristo, savanta Filo de Dio" (LG 15) ankaŭ ili posedas la plej gravan elementon de la popolo de Dio. Tiel diras la Sinodo, ke la Spirito de Kristo uzas ankaŭ la ne katolikajn ekleziojn kiel ilon de la savo de la homoj (UR 3).
   Pri la ne kristanoj, diras la Sinodo. ke ili estas destinitaj al la Eklezio. Ĝi ne diras, ke ili apartenas al la Eklezio, sed "ni kredas, ke Dio volas ankaŭ ilian savon, kaj pro tio la Sankta Spirito donas ankaŭ al ili la eblecon ke, eĉ senkonscie, ili unuiĝu kun la evento de la morto kaj reviviĝo de Kristo, kaj tiel ili atingu la Savon".
   La Eklezio de Kristo havas rilaton al ĉiu homo. Ja instigite de la Spirito ĝi preĝas por ĉiu homo, kaj oferas la sanktan meson por savo de ĉiu homo. Ties signoj estas en la eŭkaristiaj preĝoj, ke ne nur por tiuj preĝas la Eklezio, kiuj endormiĝis en paco de Kristo, sed por ĉiuj mortintoj "kies kredon nur vi, Dio, konas".
   Jen, sur la bazo de tiaj konsideroj la Eklezio instigas siajn membrojn je la interparolo kaj kunlaboro kun ĉiuj homoj. Se iun bonon ni povas fari kun aliaj, do ni faru kune. Unu rezulto de ĉi tiu instigo de la Sinodo estas ke dise en la mondo katolikoj kaj protestantoj pretigas komunajn tradukojn de la Biblio, kaj ili eĉ jam aperis. En la nuna sekulariĝinta mondo la kristanoj jam ne povas permesi al si ke eĉ la ilin kunliganta Sankta Skribo estu tradukita aparte kaj diverse. Kiel ni povas diri ke la kristaneco estas religio de la amo, se ni tiom ne amas unu la alian, ke ni ne kapablas sidi al unu tablo, kaj unukore, kaj unuanime, traduki komune laŭ la lingvo de la nuna homo nian plej grandan trezoron, la Biblion?
   La Sinodo proponas la kunlaboron ankaŭ kun la nekristanoj. La defendo de la homaj rajtoj, la afero de la paco, la helpo al la subpremitoj kaj malriĉuloj, la grado de la naturo kaj aliaj gravaj aferoj estas tereno en kiu la disĉiploj de Kristo man-en-mane povas kunlabori kun ĉiu homo de la bonvolo. Pro tio turniĝas la lasta dokumento de la Sinodo, la konstitucio pri la rilato inter Eklezio kaj la nuna mondo, ne nur al la filoj de la Eklezio, sed senhezite al ĉiuj homoj (GS 2).

12) La Eklezio estas kvazaŭ sakramento, do signo kaj ilo de la intima unuiĝo kun Dio kaj tiu ankaŭ de la unueco de la homaro (LG 1.)
   La mallongan prezenton de bildo pri la Eklezio faritan de la Vatikana Sinodo, ni povas fermi digne per la instruo pri la sakramenta karaktero de la Eklezio. En la ĝisnuna eklezia vortuzado ni parolis pri sep sakramentoj, pensante je sep ceremonioj, kiuj efike peradas la gracon de Kristo. Tiun konon larĝigas la dua vatikana Sinodo, kiam ĝi parolas pri la sakramenta karaktero de la Eklezio, La teologoj Kriston mem kutimis nomi "prasakramento"; ja lia homeco estas fundamenta signo de la dia graco. Laŭ la volo de Jesuo la Eklezio prezentas sian funkciadon peranta la dian gracon. Tial ni diras la Eklezion: "prasakramento". La funkciado de la Eklezio, kiel tiu de la prasakramento, etendiĝas ne nur je tiuj, kiuj rekte trovas kontakton al liaj sakramentoj.
   La Sinodo nomas la Eklezion "universala sakramento de la savo" (LG 48), kiu malkovras kaj faras samtempe efika la misteron de la homamo de Dio (GS 45). La homamo de Dio disvastiĝas al ĉiuj homoj. Ja,"tiel amis Dio la mondon. ke Li donis ununaskitan Filon"(Joh,3,16). Kristo estas la Savanto de la mondo (Joh. 4,42). Do, la Eklezio laboras kaj preĝas por ke en la tuta mondo ĉiu iĝu popolo de Dio, mistika korpo de Sinjoro Kristo, kaj templo de la Sankta Spirito (LG 17). Tiel efektiviĝos la bona deziro de Dio, ke fine "Dio estos Ĉio en ĉio (1 Kor. 15,28).

Lajos Kóbor




VIVO DE LA GRUPOJ
MILANO. Sabato 21 settembre, nella cappella in cui mons. Longoni era solito celebrare la S. Messa mensile in esperanto, mons. Giovanni Balconi ha celebrato il Sacrificio Eucaristico nella lingua internazionale per una folta assemblea dedicando un particolare ricordo al compianto Assistente Nazionale degli esperantisti cattolici.



NI FUNEBRAS
GIROLAMO LUCCHETTA di Monastier (Treviso) è mancato, all'età di 54 anni, il 20 agosto u.s. La sepoltura è avvenuta il 22 agosto a Meolo, suo paese natale. Alla cerimonia funebre hanno partecipato undici esperantisti di Treviso, Padova, Mogliano Veneto. Con il permesso del parroco, Serio Boschin ha ricordato la generosità di Lucchetta verso l'IKUE e l'UECI ed ha recitato in esperanto il "Padre nostro" insieme ai partecipanti alla messa. Lucchetta era membro vitalizio dell'UEA, socio FEI, membro del consiglio direttivo del Gruppo Esperantista "Sile" di Treviso. membro dell'UECI e dell'IKUE. fondatore con il francese Bruno Masala dell'AERA (Asocio de Esperantistaj Radioaŭskultantoj), attivissimo fino alla morte nella diffusione dell'esperanto attraverso la radio. A lui, soprattutto, va il merito se Barbara Pietrzak, giornalista di Radio Polonia, ha contribuito al successo del recente 10° Congresso dell'UECI a Paderno del Grappa.
Il Gruppo Esperantista Cattolico di Treviso invita tutti gli associati UECI e IKUE a ricordare nel Signore il caro socio Girolamo e ad accogliere il suo pressante ed assiduo richiamo ad ascoltare le trasmissioni in esperanto, specialmente di Radio Polonia, Vienna e Vaticano.




DANKE
Per fondo "Alfabetigo":
Da La Spezia (L.S.)
Da Milano (G.P.)
Da Treviso (Conf. S. Vincenzo, Parr. S. Giuseppe)
   £. 100.000
£. 50.000
£. 200.000




NORME ASSOCIATIVE E QUOTE PER L'ANNO 1997

L'Unione Esperantista Cattolica Italiana (UECI) è sezione della Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista (IKUE), pertanto ogni associato dell'UECI è contemporaneamente socio dell'IKUE.

LE QUOTE PER L'ANNO 1997 SONO LE SEGUENTI:
 
Associato ordinario senza Espero Katolika £. 20.000 (di cui 3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore senza Espero Katolika £. 40.000 (di cui 6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio senza Espero Katolika £. 400.000 (di cui 60.000 al gruppo locale)
Associato ordinario con Espero Katolika £. 50.000 (di cui 3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore con Espero Katolika £. 100.000 (di cui 6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio con Espero Katolika £. 1.000.000 (di cui 60.000 al gruppo locale)
Associato giovane £. 10.000 (di cui 1.500 al gruppo locale)
Associato giovane con Espero Katolika £. 25.000 (di cui 1.500 al gruppo locale)
Associato familiare £. 10.000 (di cui 1.500 al gruppo locale)

   Si richiama l'attenzione sulla categoria "Amico dell'UECI"costituita da simpatizzanti dell'Unione che vogliano contribuire alle sue finalità versando una somma non inferiore alle lire 5.000 che dà diritto a ricevere materiale informativo sulla vita dell'associazione.
Solo abbonamento a Katolika Sento £. 10.000
Solo abbonamento a Espero Katolika £. 27.000
Abbonamento a Dia Regno (periodico degli esperantisti protestanti) £. 15.000

I versamenti vanno fatti sul C.C.P. n. 11129475, UECI, viale Zavagli 73, 47900 Rimini.

N.B. Katolika Sento è inviato a tutti gli associati, tranne che ai familiari.
  • È associato giovane chi non ha superato i 25 anni.
  • È associato familiare chi convive con altro associato.
  • Per l'abbonamento all'estero aggiungere lire 4.000 per spese di spedizione.
  • Specificare nella causale del versamento la categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani, l'esatto indirizzo per il recapito di K.S., la destinazione di eventuali offerte.
  • I gruppi locali trattengono le parti di loro spettanza, versando solo la differenza, mentre la quota dei soci individuali va interamente all'UECI.




IN ITALIA IL 50° CONGRESSO DELL'UNIONE ESPERANTISTA CATTOLICA INTERNAZIONALE !

   È una grande e bella notizia: il Congresso dell'IKUE si terrà nel 1997 in Italia, a Roma ed a Rimini, dal 31 agosto al 7 settembre. La prima parte del Congresso, più solenne, si svolgerà nella città che è centro della cristianità sino al mercoledì 3 settembre; la seconda, meno impegnata, si snoderà nella più famosa città dell'Adriatico. Nel quadro del congresso dell'IKUE si terrà anche l'assemblea dei soci dell'UECI. Il programma è in preparazione e verrà reso noto, almeno nelle sue grandi linee, nel prossimo numero di Katolika Sento insieme alle quote di partecipazione. Il Comitato organizzatore è composto da Mario Sola, Carlo Sarandrea, don Duilio Magnani, Gianni Conti, Tonino Gambuti e Serio Boschin.
   In attesa di tutti i dettagli su un così importante congresso, per il quale si prevede una partecipazione molto numerosa da molti Paesi, una cosa si può fare sin d'ora: riservare il periodo annunciato per essere immancabilmente presenti.




COMITATO CENTRALE UECI

Presidente e direttore di Katolika Sento: Mario SOLA, via Brighinzio 7,13100 Vercelli, tel. - fax 0161 - 255434.
Vice presidente e incaricato giovanile: Carlo SARANDREA, Via di Porta Fabbrica 15, 00165 Roma -tel. 06-631805-fax 06-632839
Segretario e cassiere: Franca CONCINA. Strada Lucento 73. 10151 Torino, tel. 011-7390068
Segretario per l'Informazione: Serio BOSCHIN, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel.-fax 0422-25381.
Consiglieri: Don Duilio MAGNANI, viale C. Zavagli 73, 47030 Rimini, tel.-fax 0541-26447;
Giovanni CONTI, via F. Filzi 51, 20032 CORMANO (MI), tel. 02-66301958 - fax 02/66302110;
Antonio GAMBUTI; via V. Bellini 24, 47039 Savignano sul Rubicone (FO), tel. 0541 -944523;
Elisabetta CASAGRANDE BERARDI, via dello Sport 12, 40065 Pianoro (BO), tel. 051-776592.
Grafica e impaginazione di Katolika Sento: Mario GUILLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli.