Enhavo:




RICONOSCENZA


   Scrisse Goethe che la mancanza di riconoscenza sorge da una capacità di dimenticare con leggerezza sia le contrarietà che le gioie. A ben vedere, pero - dico io - l'uomo scorda più facilmente i benefici ricevuti che i torti subiti.
   In effetti la gratitudine si fonda non solo su di una non labile memoria, ma, specialmente, su di un animo non insensibile.
   Quanto numerose sono le ragioni di riconoscenza! Verso i genitori e gli altri familiari per l'affetto e la dedizione da loro elargiti, verso i maestri di vita che hanno distribuito i loro doni di sapere e di saggezza, nei confronti di chi, con 1'esempio, ha fatto scuola di bontà, e via elencando.
   Ma la gratitudine più grande e maggiormente motivata deve andare a Colui dal quale deriva tutto ciò che è buono. Grazie a Dio per la vita -il tesoro prezioso che chiede solo di essere investito fruttuosamente-, per la fede in cui ci ha concesso di crescere potendo scoprire le somme e fondamentali verità, per l'inserimento in una società che consente -a chi ne ha la seria volontà- di sviluppare la propria personalità e di arricchire mente e cuore, per abbondanza di strumenti che scienza e tecnica ci hanno procurato e che aspettano d'essere intelligentemente e correttamente usati ai fini dello sviluppo ordinato e costruttivo della società.
L'inno di riconoscenza piùalto e completo è il mirabile testo scritto da san Francesco: Laudato sie, mi Signore...
   La Chiesa, sapientemente, ci insegna ad iniziare la giornata ed a chiuderla con una preghiera di adorazione, di amore e di ringraziamento.
   Ma noi esperantisti cattolici, che oltre ad avere ricevuto 1'inestimabile dono della fede e dell'appartenenza alla Chiesa, in quanto esperantisti abbiamo potuto conoscere quel pregevole strumento di comunicazione, quella straordinaria risorsa di cultura e di calda umanità che è l'esperanto, abbiamo un motivo in più per rendere grazie a Dio. Già, perché, se ci
riflettiamo, la conoscenza dell'esperanto ci ha gratificati non poco. Vediamoli, i perché. Abbiamo potuto scoprire con diletto la geniale architettura della lingua internazionale e poi gustare tutte le ricche possibilità espressive che essa consente. L'esperanto ci è stato di efficace tramite per allacciare rapporti di amicizia internazionale, ci ha indotto a viaggiare all'estero non come turisti estranei alle realtà locali, ma come coloro che entrano nel vivo delle comunità estere grazie agli esperantisti del luogo sempre accoglienti e premurosi. L'esperanto ci ha fatto trovare amicizie profonde e sincere anche nell'ambito del nostro Paese avendoci fatto incontrare con persone accomunate dallo stesso ideale, coraggioso e generoso, che si impernia sull'uso di una lingua facile e neutrale a beneficio di tutti gli uomini.
   E non va trascurato che l'esperanto consente, per la sua costruzione logica e razionale, di esercitare beneficamente le facoltà intellettuali e di mantenere quindi una freschezza di mente la quale ben si accompagna all'apertura di cuore che l'ideale esperantista favorisce.
   Non dimentichiamo, allora, insieme agli altri innumerevoli motivi di ringraziamento al Padre celeste, di annoverare anche questo: di averci fatto incontrare 1'esperanto e, soprattutto, tanti cari amici esperantisti.
Mario Sola



LA NOSTRA STORIA

Lorenzo Longoni

2 - PELTIER
(continuazione dal numero precedente)

   Nel giugno 1906 Peltier riceveva da Beaufront la seguente lettera: "Sendu rapide plenan kolekton de Espero Katolika al Monsinjoro Luigi Giambene en Romo. Li prezentos ĝin al Lia Papa Moŝto kun nia preĝareto". Giambene era allora segretario del gruppo esperantista di Roma. denominato "Imperiosa Civitas". Peltier espletò subito la richiesta.
   Era prossimo lo svolgersi del 2° Congresso universale dell'Esperanto che, come si prevedeva, si svolse a Ginevra; come per quello di Boulogne fu attiva e viva la partecipazione dei numerosi cattolici esperantisti convenuti.
   Nella giornata di apertura, il 28 agosto 1906. Peltier ricevette dal Vaticano la seguente lettera in italiano. che venne successivamente tradotta in esperanto e pubblicata su Espero Katolika di ottobre:

   Dal Vaticano.
   27giugno 1906
Illmo e R.mo Monsignore,
Ho l'onorevole incarico di significarle che il Santo Padre si è benignamente degnato accogliere con particolare gradimento i numeri pubblicati della Rivista Espero Katolika, che Ella Gli umiliava da parte del Sac. Emilio Peltier. Voglia la S. V. Ill.ma e R.ma compiacersi di partecipare al prefato Sacerdote ilSovrano gradimento e la Benedizione Apostolica, che Sua Santità ha impartito al medesimo ed ai redattori della Rivista. Eseguiti gli ordini ricevuti, passo con sensi di profondo ossequio a professarmi,

Di V.S. Il.lma e R.ma
Devotissimo Servo
Giovanni Bressan
Al Ill.mo e R.mo
Mons. Luigi Giambene
Roma
   La notizia della benedizione del Papa si diffuse rapidamente tra i congressisti; Peltier ricevette congratulazioni da "samideani" cattolici e non cattolici. La lettera venne anche tradotta in francese e inviata ai giornali.
   Il 31 agosto gli esperantisti cattolici ringraziarono il Santo Padre telegrafando il seguente testo: "La Katolikaj Esperantistoj, kunsidantaj en aparta kunveno dum la 2.a Kongreso de Esperanto en Ĝenevo, sendas al la Sankta Patro la esprimon de sia respektoplena dankeco pro la Apostola Beno sendita al Espero Katolika".
   E all'Arcivescovo di Tours. Mons. René François, così scrissero:
   "La Katolikaj Esperantistoj, kunvenintaj dum la Kongreso de Esperanto en Genevo, ricevinte la Apostolan Benon, sendas la esprimon de sia dankeco al Lia Moŝto, kiu la unua donis aprobon al Espero Katolika".
   In visita presso il Vicario Generale di Ginevra. Peltier ricevette il permesso di predicare in Esperanto domenica 2 settembre, nella chiesa di S. Francesco, durante la S. Messa celebrata dal sac. Guinard. vice presidente dell'associazione spagnola. In quella occasione, come già si era fatto a Boulogne, si cantò di nuovo il "Patro nia".
   Peltier. dopo aver letto il Vangelo, fece la predica in Esperanto "la unuan fojon en la mondo", come riportava Espero Katolika nel numero di ottobre aggiungendo: “Emocio komprenebla vidiĝas sur lia vizaĝo kiam li supreniras al la predikejo".
   Il punto centrale era in queste parole: "Hodiaŭ estas kvazaŭ la bapto de Esperanto. Al ĝi ja estos fidataj ne vivoj de korpoj, sed vivoj de animoj: per ĝi la ideoj rapide disvastiĝos en la mondo kaj povos aŭ vivigi aŭ mortigi la animojn".
   Quanto alla benedizione apostolica diceva: "La Apostola Beno estas por Esperanto kiel bapto sankta, kaj ni katolikoj uzos la internacian lingvon nur por sanktaj celoj, kaj por la morala bono de l' homaro".
   Numerose lettere pervennero per esprimere elogi.
   L'anno 1906 fu propizio per Espero Katolika, sia per l'arrivo della desiderata benedizione del Santo Padre, sia perché sorsero nuovi pionieri a portare con interesse ed entusiasmo più avanti il movimento cattolico esperantista.
   Al riguardo Peltier scriveva: "lo non consideravo la Benedizione Apostolica data a me come per farmi coraggio, ma come un aiuto soprannaturale, un'approvazione per far raggiungere una meta più elevata ad Espero Katolika, per utilizzare l'esperanto per la diffusione della verità cattolica, per la fraterna unione di tutti gli uomini in un solo gregge".
   Su Espero Katolika di ottobre con gioia scriveva subito un rapporto particolareggiato:
    Dum la sekvantaj tagoj, multaj esperantistoj esprimis la deziron, ke la Letero Papa estu legata dum ĝenerala kunsido de l' kongreso, tial ke ĝi alportas al Esperanto grandan kaj ŝatindan helpon. Laŭ tiu deziro, la Prezidanto de l' kongreso, Pastro Schneeberger, protestanto, komunikis la Leteron al la Kongresanoj, la vendredon. en la kunsido matena. “Niaj amikoj, la katolikoj, diris la Prezidanto, ricevis de l' Papo altan aprobon kiun mi komunikas al la kongreso", e continuava a precisare:
"La legado de la Letero estis salutata per unuanimaj kaj longaj aplaŭdoj de l' kongresanoj. S-ro Carlo Bourlet, kvankam liberpensulo, deklaraciis, ke tiu fakto estas tre grava por la progresado de Esperanto kaj ke li ĝin tre plezure aplaŭdas. Li esprimis la deziron, ke la anoj de aliaj religioj aŭ filozofioj same klopodu por ricevi similan aprobon de la estroj, por montri ke Esperanto estas vere neŭtrala lingvo, kiu povas kaj devas utili al ĉiuj partioj kaj ideoj".
   Così anche questa dichiarazione riscosse ampi consensi.
   Durante il 1907 Peltier lavoro alacremente per tenere in vita Espero Katolika.
   Ma il suo stato di salute non gli permise di partecipare al 3° Congresso universale di Esperanto in programma in Inghilterra, a Cambridge, per il luglio 1907. Egli perciò segnalava, in Espero Katolika di aprile: "La nuna stato de mia sano ne permesas al mi ĉeesti la Trian Kongreson. La Katolikaj Esperantistoj estas petataj turni sin tutkonfide al P.o Richardson, sekretario de la katolika komitato, pri informoj kaj ĉiuj aferoj koncerne la katolikajn kunvenojn".
   Nello stesso numero proponeva un "Projekto de Frataro de Katolik-Esperantistaj Pastroj diversnaciaj" con lo scopo di "unuigi la katolikajn rilatojn pri pastraj sciencoj kaj ĉiuspecaj religiaj aferoj...". Inoltre proponeva anche "unuigi la katolikajn komercistojn kaj industriistojn el diversaj nacioj en Societo, por faciligi la komercajn internaciajn rilatojn".
   Nel numero di marzo del 1908, in merito al pellegrinaggio del settembre precedente, scriveva: "...mi promesis al la Sankta Virgulino, kiel atesto de dankeco pro mia resaniĝo, la
publikigon de kelkaj miraklaj okazintaj en Lourdes". Annunciava infatti un suo libretto sui miracoli di Lourdes. Invece sul numero di aprile precisava: "Pro diversaj kaŭzoj (instalo de nova presmaŝino, malsano de l' Direktoro) tiu numero aperas iom pli malfrue. Same estis malfruigitaj "Lando de mirakloj" kaj la "Jarlibro".
   Preoccupato per la sua salute e per la sorte di Espero Katolika, nel mese di giugno scriveva:
"Por la dua fojo mi pilgrimos al Lourdes, por plenfide peti la miraklon de mia resaniĝo. Mi foriros el Tours la 13-an de julio, kun la Turena pilgrimo, inter la multaj malsanuloj, kiujn oni devas porti aŭ veturi de l' hospitalo al la sankta groto. Mi estos en Lourdes de la 14-a de julio ĝis la 17-a. El mia tuta koro mi petas la plej fervorajn preĝojn de la legantoj de E. K. por la resaniĝo de ĝia Direktoro. Tiam mi povos pli meti ĉapitron al Lando de Mirakloj, por la plej granda gloro de Dio kaj de Nia Sinjorino".
   Nel luglio annunciava con soddisfazione che "Lando de mirakloj" era finalmente stampato. Ma quella non fu l'unica pubblicazione di Peltier; tra le sue non poche brossure possiamo ricordare “Imitado de Kristo" e il “Katolika preĝaro".
   A causa dell'aggravarsi delle condizioni di salute di Peltier, né in agosto né in settembre Espero Katolika venne pubblicata. Perciò, tre mesi dopo, la redazione e l'amministrazione vennero trasferite a Parigi. Un comitato di redazione, guidato da Claudius Cola, pubblico nel numero doppio di gennaio-febbraio 1909 l'ultimo saluto di Emile Peltier:
   "Karaj legantoj! Skribante tiun artikolon, mi malobeas la ordonojn de mia kuracisto pri plena ripozo. Tial mi faros ĝin tre mallonga. Kiel papilio, post ŝajna morto, eliras pli brilanta el sia malliberejo, tiel Espero Katolika post ŝajna trimonata morto eliras, el la gravega krizo, pli viva, pli forta, tute reorganizita. Komitato direktanta kaj tre lerta ĉefredaktoro, al kiu vi povas plene konfidi, prenis sur sin la tutan laboron. Mi estas certa, ke neniu el niaj karaj abonantoj forlasos la revuon, en momento kiam ĝi bezonas plej energian helpon. Ĉiuj restos fidelaj al Espero Katolika." Al tiu ĉi alvoko sacerdoto Peltier sekvigis ankoraŭ kelkajn konsilojn pri aktiva propagando. Li finis sian artikolon jene: "Memoru, ke propagando estas vana, se ni ne estos utilaj. Mi esperas, karaj legantoj, ke tiu ĉi alvoko estos aŭdita". Subsigno estis simple "Em. Peltier" .
   Il fondatore di Espero Katolika morì il 17 febbraio 1909 a Lourdes, a soli 39 anni.
   Su Espero Katolika di marzo venne pubblicato l'annuncio della sua morte. Claudius Cola scrisse il saluto di addio con queste commoventi espressioni: "...Li enmetis sian karan revuon en miajn manojn kiel patrino mortonta komisias en manojn amikajn sian amatan infanon...".
Mons. Lorenzo Longoni



   Il Comitato Centrale dell'Unione Esperantista Cattolica ltaliana ha stabilito di affiancare, alle varie categorie di soci, quella di AMICO DELL'U.E.C.I.
   Si tratta di simpatizzanti del movimento degli esperantisti cattolici che, versando un contributo annuale minimo di lire 5.000, potranno ricevere informazioni sull'attività dell'Unione Esperantista Cattolica Italiana.
   Senza dubbio, molti di coloro che condividono gli ideali della nostra associazione, ma non ritengono di impegnarsi in prima persona, acconsentiranno di appoggiare l'azione dei cattolici esperantisti diventando "Amici deIl'U.E.C.I.".



SUOR ANGELA, CANOSSIANA ED ESPERANTISTA
Intervista di Paola Ambrosetto


       Il 20 dicembre 1995, suor Angela Capitanio ha compiuto 80 anni.
       Sono andata a trovarla nel suo convento a Sant'Alvise. In questo angolo di Cannaregio rivolto verso la Laguna Nord, la nebbia di dicembre svela una Venezia silenziosa e quasi immobile. Lei mi aspettava già con entusiasmo, stando alla finestra per vedermi arrivare, quasi impaziente. Suor Angela mi accoglie con un caloroso abbraccio e, dopo aver passeggiato per il convento, mi fa sistemare in una stanza tranquilla dove posso porle alcune domande.

   Quando e stata consacrata suora?
   - Nel settembre 1936.

   È nata a Venezia?

   - No, sono nata a Schio (VI). Sono venuta a Venezia per la prima volta nel 1933, per il noviziato. Sono sempre stata vivace. "scavezzacollo", da piccola, ma anche da suora mi e sempre piaciuto scherzare. Però ero sempre io la capoclasse. Anche durante il noviziato. Ma nonostante la vivacità, non avevo cattiveria, ero solo scherzosa.
       In quali conventi ha lavorato?
       - Sono stata insegnante qui a Venezia, a Trieste, a Cavarzere, a Ponzano, a Mestre e ultimamente ancora qui a Sant'Alvise.

   Come è nata la sua passione per l'esperanto?
   - A Venezia c'era il Gruppo Esperantista Veneziano "La Gondolo", formato sopratutto da ferrovieri, con sede al Dopolavoro Ferroviario di Venezia Santa Lucia, qui vicino. Il signor Fulvio Spartaco Tarlindano, capostazione, aveva organizzato un corso di esperanto anche qui nel nostro Istituto. Il corso era partilo con molte suore, ma con l'andare del tempo alcune hanno sospeso, finché solo in tre abbiamo conseguito il diploma. Io sono andata avanti con gli studi anche gli anni seguenti, poi ho cominciato a insegnare l'esperanto a gruppi di adulti, ai bambini ed ai loro genitori. e ho ricordi molto belli. Potessi insegnarlo ancora! Alle scolare insegnavo le traduzioni dei canti veneziani, per esempio "La biondina in gondoleta"!
   A conclusione di un corso di esperanto, nel teatro del Dopolavoro di Venezia, i miei scolari avevano preparato uno spettacolo: hanno recitato, cantato, tutto in esperanto. Il pubblico di parenti e suore applaudiva come un fiume. Dopo hanno consegnato a tutti noi i diplomi, e io ero commossa perché ricevevo il diploma di 3° grado.

   Li ha conservati, questi diplomi di esperanto?
    - Sì, li ho ancora. Sono da qualche parte, bisognerebbe cercarli. Ma non mi attacco mai alle cose.

   È molto raro sentire di suore che studiano l'esperanto, un po' più frequente per i sacerdoti.
   - La superiora permetteva che ci fossero i corsi di esperanto, e che in seguito io insegnassi questa lingua agli adulti o anche nelle classi delle bambine.
   Altre due suore avevano portato avanti gli studi di esperanto fino al diploma, tra cui suor Maria Drago che ora è all'istituto Canossiano di Conselve(PD).

   Ha partecipato anche a congressi con gli esperantisti?
   - Sì, a quelli nazionali della F.E.I.: Piacenza, Ferrara, Rimini, poi non me li ricordo tutti, ma l'ultimo e stato quello di Jesolo. Dopo mi sono ammalata. In seguito ho avuto una paresi e ho dovuto smettere di insegnare, e ho sospeso anche l'esperanto. C'erano diversi sacerdoti che durante questi congressi celebravano la Messa in esperanto, io mi ricordo don Duilio Magnani. Noi preparavamo delle preghiere, le letture ...

   Di solito gli esperantisti hanno molta corrispondenza, soprattutto quando -per via dell'età o della salute che comincia a cedere non possono più viaggiare.
   - Era venula qui una esperantista polacca. Quando poi e ritornata in Polonia, mi scriveva. In seguito molte altre polacche scrivevano qui. Quindi ancora adesso ho corrispondenza in esperanto con persone polacche.

   Le altre suore, come considerano l'esperanto?
   - Attualmente qui siamo circa 35 suore, quasi tutte anziane, ma prima eravamo molte di più. Una volta la superiora permetteva che si organizzassero qui da noi i corsi di esperanto e alcune di noi erano impegnate a studiarlo e ad insegnarlo. Adesso invece le altre suore non si interessano, hanno tante cose da fare, anche perché siamo rimaste in poche. Se io fossi più giovane, come mi piacerebbe insegnare ancora!

   Mentre mi fa visitare tutto il convento, che è enorme: le aule dei bambini, il refettorio, la cucina, il cortile, e apre e chiude decine di porte, come in un labirinto, mi porta nella chiesetta interna che si trova vicino all'entrata principale e prega a voce alta. Una preghiera di ringraziamento, così spontanea, così vivace proprio come quella di una bambina piccola che ringrazia il papà e gli salta in braccio, e loda il Signore per tutte le cose belle e anche per le sofferenze e la malattia "che poi passa" - mi dice.

   A Pasqua e a Natale ascolta il messaggio del Santo Padre che esprime gli auguri in tutte le lingue. Quando lo ha sentito parlare in esperanto, cosa ha detto?
   - Sono saltata dalla sedia per la gioia!

   Già, me lo posso immaginare: suor Angela è così piccola e anziana, ma sempre corre e salta di qua e di là, non sta mai ferma.

   Come è riuscita a conciliare l'esperanto con la sua missione?
   - È una grande gioia. È buttarsi nel mondo, vivere nel mondo attuale. Il sapere conquista. insegnato l'esperanto a tante suore!

   Dopo molti anni che per motivi di salute ha lasciato da parte il gruppo esperantista, che messaggio vuole lasciare agli esperantisti di oggi?
   - "Carissimi, è una grande gioia potervi abbracciare anche a distanza, col cuore. È la gioia di conoscere e apprezzare la lingua esperanto che dilata il cuore e si fa conoscere e amare oltre ogni confine. Auguri di bene e felicità. e di una continua dedizione per la lingua internazionale".

   E un messaggio per gli esperantisti cattolici?
   - "Ai cattolici avvicino il mio cuore nella gioia di partecipare alla loro missione. di diffondere il bene e la felicità di una vera conquista, di far conoscere Cristo attraverso tutti i mezzi che il Signore ci ha donato".




La eldono de la Meslibro kaj Legaĵaro por dimanĉoj kaj festoj en la versio aprobita de la Sankta Seĝo estas preta.

Meslibro kaj Legaĵaro por dimanĉoj kaj festoj
Aŭtentika eldono por la liturgia uzo
2 Volumoj el 688+216 paĝoj Lukse binditaj
ISBN 88-209-2080-8


VIDKASEDO EN ESPERANTO          SISTEMO VHS/PAL-KOLORA
LA MORTOTUKO
signo de nia epoko
EVANGELIO VERKITA PER LA SANGO

Silenta atestanto pri la Pasiono, Morto kaj Resurekto de Jesuo Kristo

DOKUMENTA FILMO - DAŬRO: ĉ. 55 MIN., KOLORA
Produktita kaj realigita de Alberto Di Gilio
VERSIO EN ESPERANTO - Financis IKUE


Prezo: 50.000 italajn lirojn + sendokostoj


Gli annunci pubblicati in questa pagina riguardano due grandi eventi editoriali: il libro delle Messe festive in esperanto e la videocassetta sulla Sindone. Per i membri dell'UECI il prezzo dei due volumi del Meslibro è di lire 120.000, quello della videocassetta è di lire 50.000, a cui vanno aggiunte le spese di spedizione di lire 15.000. Gli importi devono essere versati sul CCP n° 11129475, a nome dell'UECI, viale Zavagli 73,47030 Rimini, al quale indirizzo va inviata la comunicazione relativa al materiale richiesto.



GAZZADA 1996 (16-17 MARZO)
Nono Incontro organizzato dagli Esperantisti Cattolici di Milano

16 marzo - sabato:
14,30 Arrivo a Villa Cagnola in Gazzada (Varese) e visita della esposizione di cassette ed Encicliche
14,45 Introduzione della "Due giorni" (Mons. Lorenzo Longoni)
15,00 Films e videocassette nella lingua internazionale (G.Corrado)
15,30 Presentazione di una videocassetta (G. Polerani).
Interventi e dibattiti
16,30 Intervallo
16,50 Traduzione in esperanto dei testi esistenti.
17,20 Difficoltà della duplicazione
18,00 Presentazione di una cassetta. Interventi e dibattiti
18,40 Preghiere della sera
19,30 Cena
20,45 Incontro serale. Azione dci gruppi. Canti.
22,00 Recita di Compieta.

17 marzo - domenica:
8,00 Incontro per le preghiere del mattino
8,30 Colazione
9,00 Introduzione alla storia delle encicliche (Mons. L.Longoni)
9,20 Veritatis Splendor (Prof. S. Terruzzi Giacchino)
10,05 Intervallo
10,20 Mulieris Dignitalem (P. Destro)
10,40 Ut unum sint (P. Campani). Interventi
11,10 Populorum Progressio (M. Sola)
11,45 Santa Messa
12,30 Pranzo
Libera passeggiata nel parco
14,45 Aspetti della organizzazione del movimento esperantista cattolico in preparazione del congresso nazionale e degli altri congressi.
Conclusione e saluti.
Il programma prevede principalmente l'uso dell'esperanto sia per le relazioni che per gli interventi. Il costo della partecipazione all'intera "Due giorni " (compresi pasti ed il pernottamento) sarà di lire 70.000.



ROMA Finalmente esce il messale per le liturgie festive
Esperanto sugli altari con il primo «Meslibro»

da Avvenire del 28-11-95

   Milano. Gli esperantisti ce l'hanno fatta: dopo decenni di docce scozzesi - prima i bollori di un entusiasmo esagerato, poi il freddo dell'eccessiva diffidenza - la «loro» lingua entra finalmente in chiesa dal portone principale. E, anzi, sale dritta dritta fino all'altare.
   È di questi giorni, infatti, l'uscita ufficiale dcl Roma Meslibro, che in esperanto sarebbe poi il Messale romano per le feste e le solennità: due volumi, uno di 200 pagine per il «proprio» e il secondo più ponderoso (quasi 700 pagine) per le letture, distribuiti e messi in vendita dalla Libreria editrice vaticana a 150 mila lire. Il Meslibro arriva dopo una lunga gestazione, spesa sia in contatti «diplomatici» che nelle fatiche della laboriosa traduzione, curata dalla Commissione liturgica dell'esperanto, ed è stato presentato in anteprima al cardinale di Praga Miloslav Vlk (valente esperantista) a Olomouc, nella Repubblica Ceca, nel luglio scorso durante l'ultimo congresso internazionale dell'Ikue (Unione internazionale cattolica esperantista).
   L'esperanto «cristiano» sorpassa dunque per l'ennesima volta le viete remore «ideologiche» che lo vedevano spesso sospettato di tendenze massoniche o settarie e marca invece un altro fondamentale passo verso la conquista del posto - cui ambisce - di lingua internazionale ausiliaria «ufficiale» della Chiesa: alla pari col sempre (ahimè) più desueto latino.
   Non per nulla al suddetto Congresso, fra i 160 convenuti da 15 nazioni, erano presenti ben 4 vescovi, uno dci quali era l'italiano Giovanni Locatelli di Vigevano che – come tutti i confratelli - ha celebrato e predicato in esperanto. E, del resto, sono ormai un paio d'anni che lo stesso Pontefice include la lingua di Zamenhof tra quelle per i saluti e gli auguri rivolti a Natale e Pasqua da San Pietro.
   Non solo: anche il Pontificio Consiglio dei laici ha recentemente usato l'esperanto per un suo messaggio ufficiale (in assoluto il primo di un dicastero vaticano in quella lingua) indirizzato a luglio all'assistente ecclesiastico dell'Ikue don Duilio Magnani dal cardinale Eduardo Pironio. E -infine- all'inizio del 1996 sarà inaugurata e benedetta dal cardinale Vlk la nuova sede della stessa Ikue a Roma: guarda caso, a due passi dal Vaticano e da quella Radio che da anni gestisce una seguitissima rubrica bisettimanale in esperanto.
   Ma - tornando al Meslibro - lo stesso don Magnani, parroco riminese «patito» di esperanto e senza dubbio «grande anima» motrice dell'iniziativa del Messale, commenta che si tratta «dell'inizio di un rapporto linguistico nuovo nell'evangelizzazione e nella lilurgia con assemblee plurinazionali». Infatti l'esperanto d'ora innanzi potrà essere usato ufficialmente non solo nei congressi degli «amatori» di tale lingua, ma pure (potenzialmente) in ogni altra occasione internazionale della Chiesa e dell'informazione religiosa. Una chance in più, nel sempre squinternato e incombente «villaggio globale» della comunicazione in tempo reale, per far sentire «in diretta» e senza mediazioni anche la campana della fede.
Roberto Beretta



DANKE

Per l'UECI:
Da Pistoia(U.S.) £. 270.000
Da Vercelli (Fam .C.) £. 60.000
Da Vicenza (E.C.) £. 10000
Da Roma(M.P.) £.50.000

Per il fondo "Alfabetigo":
Da Treviso:
(G.P.) £. 30.000
(L.P.)£ 50.000




Raoul Follereau - La testamento al la junularo de la mondo
KIEL UNIVERSALAN HEREDONTON MI NOMAS...

   Gejunuloj de ĉiuj landoj,
    la milito, la paco
    estas via afero.
    Mi skribis, antaŭ dudek kvin jaroj:
    'aŭ la homoj lernos ami
    unu la alian,
    aŭ la homo, fine,
    vivos por la homo,
    aŭ la homoj pereos.
    Ĉiuj,
    kaj ĉiuj kune.
    Nia mondo plu havas
    nur tiun alternativon:
    ami unu la alian
    aŭ malaperi.
    Necesas elekti. Tuj.
    Kaj por ĉiam.'
    Hieraŭ alarmo.
    Morgaŭ infero.
   La grandaj Potencoj - tiuj gigantoj, kiuj ne plu estas homoj - posedas en siaj hontindaj arsenaloj de mortigo 20.000 hidrogenajn bombojn, el kiuj unu sufiĉus por krei el metropolo vastegan tombejon. Kaj ili daŭrigas sian monstran produktadon je ritmo de tri bomboj ĉiutage.
   La Apokalipso tuj proksimas.

   Junuloj, junulinoj en la tuta mondo, estas vi, kiuj diros 'Ne!' kontraŭ la sinmortigo de la homaro.
   'Sinjoro, mi tiom volas helpi, ke la aliaj vivu. Tio estas mia preĝo kiel adoleskulo. Mi kredas ke, dum mia tuta vivo, mi restis fidela al tio...
   Kaj jen mi en la vespero de vivo, kiun mi antaŭenpuŝis laŭ miaj kapabloj sed kiu restas nekompleta.
   La trezoro, kiun mi lasas al vi, estas la bono, kiun mi ne faris, kiun mi volus esti farinta, kaj kiun vi faros post mi.
   Ke tiu ĉi deklaro nur helpu al vi ami.
   Tio estas la lasta ambicio de mia vivo, kaj la celo de tiu ĉi 'testamento'.

* * *

       Kiel universalan heredonton mi nomas la junularon de la mondo.
   La tutan junularon de la mondo: dekstre, maldekstre, centre, plafone - ne gravas.
   La tutan junularon: tiujn, kiuj ricevis la donacon de la kredo, tiujn, kiuj faras kvazaŭ ili kredus, tiujn, kiuj kredas ke ili ne kredas. Ekzistas por ĉiuj nur unu ĉielo.
   Ju pli mia vivo proksimiĝas al sia fino, des pli mi sentas la devon rediri al vi tion: amante ĝin ni savos la homaron.
   Kaj ripeti ankaŭ tion: la plej granda malfeliĉo, kiu povus trafi vin, estus utili al neniu, ke via vivo utilus por nenio.

* * *

       Ami unu la alian aŭ malaperi.
   Sed ne sufiĉas bleki 'Pacon!' por ke la paco ne plu forlasu la teron.
   Necesas agi. Pro amo.
   Per amo.
   La pacistoj kun klabo estas falsaj batalantoj. Klopodante venki, ili perfidas la aferon. Kristo rifuzis perforton, kiam Li alprenis la Krucon.
   Disigu vin de tiuj intelektaj ĉarlatanoj, kaj de la kolportantoj de fantaziaĵoj; ili kondukos vin sur vojojn senflorajn, kiuj finiĝas en la abismo.
   Suspektu tiujn 'diigitajn teknikaĵojn' kiujn denuncis jam Sankta Paŭlo. Distingu inter tio kio servas kaj tio kio servutigas.
   Rezignu pri vortoj kiuj estas ankoraŭ pli belsonaj ol senenhavaj.
   Vi ne kuracos la mondon per krisignoj.
   Necesas ĝin savi kontraŭ iuj 'progresoj' kaj ties malsanoj, kontraŭ la mono kaj ties malbeno.
   Disigu vin de tiuj, kiuj ĉion resumas, klarigas kaj taksas per monbiletoj. Eĉ se inteligentaj ili estas la plej stultaj el ĉiuj homoj.
   Ne per la mono oni povas eksalti al nova mondo.
   Vi devos superregi la monon, sen kiu eblas preskaŭ neniu homa afero, sed per kiu putriĝas ĉio.
   Tiu koruptanto fariĝu servanto.
   Estu vi riĉaj je la feliĉo de la aliaj.

* * *

       Restu vi mem. Kaj ne iu alia. Kiu ajn, tio estas neniu. Fuĝu la poltronan dolĉon de anonimeco.
   Ĉiu estaĵo havas sian unikan destinon. Plenumu la vian, kun okuloj klarvidaj, postulemaj kaj lojalaj. Neniam io ajn povas egali la homan dimension. Se mankas io al via vivo, do pro tio, ke vi ne celis sufiĉe alten.
   Ĉiuj similas? Ne.
    Sed ĉiuj egalas
    kaj ĉiuj kunekzistas.

* * *

       Vi do estos homoj. Liberaj homoj.
   Sed atentu!
   La libereco ne estas servistino por ĉio, kiun oni povus laŭplaĉe ekspluati. Nek iu mirmiriga ekrano, malantaŭ kiu ŝvelas fetoraj ambicioj.
   La libereco estas la komuna heredaĵo de la tuta homaro. Kiu ne kapablas laŭdi ĝin ĉe la aliaj, tiu ne dignas mem posedi ĝin.
   Ne faru tiel, ke via koro estu malferma por ĉio; ĝi tre baldaŭ fariĝus rubujo.
   Laboru. Unu el la malbenoj de nia epoko estas, ke ĝi konsideras la laboron malbeno. Dum ĝi savas el malbeno.
   Meritu la feliĉon ami vian devon.
   Kaj kredu je la boneco, la humila kaj sublima boneco.
   En la koro de ĉiu homo ekzistas amtrezoroj. Vi devas ilin eksterigi.
   La sola vero estas, ami unu la alian.
   Ami unu la aliajn. ami reciproke ĉiujn. Ne je specifaj horoj, sed dum la tuta vivo. Ami la mizerulojn, ami la feliĉulojn (kiuj ofte estas ankaŭ kompatindaj mizeruloj), ami la nekonaton, ami la proksimulon en plej fora parto de la mondo, ami la fremdulon tuj apud vi. Ami.

* * *

       Vi pacigos la mondon nur riĉigante ĝian koron.
   Atestantoj tro ofte katenitaj de putriĝo de tiu ĉi jarcento (kiu estis je momentoj tiom bela), terurite de tiu grandega mortkonkurso far'de tiuj, kiuj senigas nin je niaj destinoj, sufokate pro fulmrapida, ĉion englutanta, sed duonlama 'progreso' korŝirite pro la krio 'Mi malsatas!', kiu leviĝas senĉese el du trionoj de la mondo, ni plu havas nur tiun solan rimedon plej altan kaj subliman: esti vere fratoj.

* * *

       Kaj....morgaŭ?
   Morgaŭ, estas vi.




RISERVATO AI GIOVANI
   L'Unione Esperantista Cattolica Italiana ha istituito un premio, del l'importo di lire 500.000, da assegnare ad un giovane italiano iscritto all'UECI o all'IKUE, di età compresa tra 18 e 30 anni, che abbia conseguito il diploma di esperanto di 3° grado. La somma sarà erogata quale contributo per la partecipazione ad un Congresso dell'IKUE o ad un Congresso esperantista ecumenico. I concorrenti aventi i requisiti richiesti devono segnalarsi al dr. Serio Boschin, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel/fax 0422-25381




Ascoltiamo RADIO VATICANA in esperanto
ore 21,20:
Domenica
             OM 527; 1530; OC 3945 (76,04); 5882 (51); FM 93,3; 105
       Mercoledì
             OM 1611; OC 6185(48,50); 7365 (48,73); FM 96,3

Radio Vaticana, Esperanto 00120 Città del VATICANO




PINOKJO KAJ TEOLOGIO

   Antaŭ ne longe trafis miajn manojn, dum mi trafoliumis bibliotekajn librojn de mia Torina klubejo. "Pinokjo", tre konata fabelo de la malpli konata itala aŭtoro Collodi, tio estas Carlo Lorenzini, esperantigita de Mirza Marchesi, danke al kio fariĝis ke ankaŭ minoritataj lingvanoj, malebligitaj legi en la originala itala kaj en la superregantaj etnaj lingvoj, fine kapablas ĝin kompreni kaj ĝui preskaŭ rekte. En la kultura itala medio estas tre nature ke leganto memoru kiom da kritikaj ekzamenoj, dum ĝia jarcenta vivo, la verko devis akcepti, sin submetante je diversaj kontraŭstarantaj ideologiaj interpretoj: tion elprovis marksistoj, idealistoj, historiismuloj, kpt. Lastatempe, post sendetalaj kaj okazaj provoj, konkuras ankaŭ katolika teologio. Tian novan enmergiĝon, per analizo interesiĝanta pri la nura skribita teksto kaj samtempe pri la pensmaniero de la itala popolo, konkludis kardinalo Biffi, internacie famega teologo.
   Senhezite, li per tekstaj dokumentoj volis pruvi ke la aŭtoro kiu skriblaboradis instinkte, ĝermigis verkon vere katolikan.
   Al multaj tiu interpreto ŝajnis la bapto de la fama marioneto! La kontraŭdiroj malfavoraj al la nova interpreto baldaŭ malŝvelis kaj limiĝis al grumblado. Tro evidentas fakte, ke la kreinto de Pinokjo travivadis en tia kultura etoso dum kiu la strebo plifortigi la unuigon de la itala duoninsulo ĵus efektivigitan konvinkadis la akademiajn kaj politikajn regantojn ke la katolikoj kun tuta sia kultura amplekso estis marĝenendaj, kvazaŭ ili estas kontraŭaj al la nova stato...
   Kiel povus iu verkisto partopreni konscie tian etoson kaj produkti tian katolikan elpensaĵon? La teologa interpretisto turnas la demandon al la psikosociologia esploro, kvankam li mem ofertas sian solvon: la aŭtoro de la "Aventuroj de Pinokjo" lasis ke lia fantazio nutriĝu el la rivero de la popola kulturo, ensorbiĝinta je kristana pensmaniero.
   Supraĵe oni povus vidi la koincidon de la vivkonceptado de la ĉefverko kun la katolika populara pensmaniero en la persista alvoko de la pinokja aŭtoro al bonaj sentoj kaj en la supermezura moralisma admonado. Ne! Biffi juĝas neserioza tian koincidon, ŝatatan certe de ĉiuj celantoj redukti la katolikan religion al simpla fasko da moralaj normoj. Tia moralisma ŝraŭbiĝo estas, laŭ Biffi, la kaduka parto, eĉ enuiga, de la fabelo. La koincido encentriĝas, male, precize en la homkonceptado kaj en la mondovizio, kvazaŭ elmerĝanta el la ekzameno de la du polusoj de la komparo: tio estas la vivkonceptado de la "aventuroj de Pinokjo" kaj tiu de la katolika ortodoksio.
   Memkompreneble, la interpreto de Biffi provokis reagojn de tiuj kulturkleruloj de la itala releviĝo (=Risorgimento) kiuj emas konsideri ĝin nur laŭ laikisma ŝablono kvazaŭ ĝi maturiĝis malgraŭ kaj spite la katolikojn. Sed la defendo zorgis pli substreki la partoprenon, eĉ nekostantan, de la inventisto de Pinokjo en la tuta itinero de la releviĝo ol repuŝi la teologian legadŝlosilon. Pri tia pasia partopreno akordiĝas ankaŭ la teologo, laŭ kiu fariĝas, ĝuste tial, ankoraŭ pli interesa la nova esploro.
   Sed kie troviĝas tiaj parencecoj inter Pinokjo kaj la katolika ortodoksio?
   Se ni akceptos la riskojn de la tre malvasta sintezo, tiel oni diru:
1)La anonco de tia kreinto kiu elektas esti patro. Pinokjo, ligneca kreaĵo, originas el la manoj de iu kiu estas diversa disde li; li estas konstruata kiel aĵo, sed de lia kreinto estas tuj vokata filo. Estas ĉi tie la arkano de ia naturŝanĝeco, kiun superas neeldirebla kaj neantaŭvidebla amo.
2) La aserto pri la ekzisto de interna malbono en la homo, En tiu ĉi fabelo la konscio pri la morala malbono manifestiĝas tre pinte; kaj la malbono fontas el internaĵoj de homa koro. Ĝi ne estas nur konomanko, samkiel en Sokrateca iluminismo; ĝi ne estas komplete eksplikata per maltaŭgeco aŭ malklereco de sociaj strukturoj, samkiel en la liberalburĝa ideologio polemikanta kontraŭ la "Ancien Regime", aŭ en la marksista ideologio batalanta kontraŭ tiu liberalburĝa.
3) La ĉeesto de ekstera malbono kiun simbolas la Kato kaj Vulpo kaj la cinika "Vireto" koruptiga. Ĉiuj tiuj kune kun internaj inklinoj klare aludas al la originpeko.
4) La ĉeesto en la homo de la morala leĝo kiun la marioneto en si mem perceptas kreski dum li ĝin rompas, kaj kiun li rilatigas al patro Ĝepeto aŭ al la Feino. La konscienco ne estas fluidaĵo kaj la konscienca subjektiveco sendube ne estas memleĝdona.
5) La neceso de la elaĉetiga perado. Pinokjo, interne malforta kaj vundata, insidata ekstere de inteligentecoj ruzaj kaj pli lertaj ol li, absolute ne kapablas atingi la savon, se ne peras pli alta helpanto kiu pacigu lin kun la patro, kaj donacu al li "novan estaĵon". Estas malkonfesata, tie ĉi, la memsufiĉeco iluminisma kaj, male, asertata la neebleco kapabliĝi aŭ sin rekoni kapabla celi savan kondiĉon.
6) La mistero de la transnaturigo: Pinokjo akceptas lasi lignan naturon por ricevi la patran naturon.
7) La duobla destino: la eblaj rezultoj montriĝas diverĝantaj. Se Pinokjo sublimiĝas pere de la Feino, Meĉo (= Lucignolo) rifuzas la helpon kaj brutiĝas pli kaj pli. La damniĝo kaj la saviĝo estas aferoj realaj.
8) Pinokjo fine deziras transnaturiĝi post tiom da plaĉigaj gluaĵoj al sia ligneca naturo: li devas ŝanĝiĝi ĉar la ama alvoko de la patro estas ankaŭ ordono. Laŭ la katolika ortodoksio neniu rajtas rifuzi la transnaturiĝon ofertitan de la libera amo de la Patro.
Kiu scias kiom da temoj modifis mia eta sintezo! Bonŝance povas ĉiam helpi "Contro mastro Ciliegia" - Jaka Book - Milano.
Armando Zecchin



NORME ASSOCIATIVE E QUOTE PER L'ANNO 1996

L'Unione Esperantista Cattolica Italiana (UECI) è sezione della Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista (IKUE), pertanto ogni associato dell'UECI è contemporaneamente socio dell'IKUE.

LE QUOTE PER L'ANNO 1997 SONO LE SEGUENTI:
 
Associato ordinario senza Espero Katolika £. 20.000 (di cui 3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore senza Espero Katolika £. 40.000 (di cui 6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio senza Espero Katolika £. 400.000 (di cui 60.000 al gruppo locale)
Associato ordinario con Espero Katolika £. 50.000 (di cui 3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore con Espero Katolika £. 100.000 (di cui 6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio con Espero Katolika £. 1.000.000 (di cui 60.000 al gruppo locale)
Associato giovane £. 10.000 (di cui 1.500 al gruppo locale)
Associato giovane con Espero Katolika £. 25.000 (di cui 1.500 al gruppo locale)
Associato familiare £. 10.000 (di cui 1.500 al gruppo locale)

   Si richiama l'attenzione sulla categoria "Amico dell'UECI" costituita da simpatizzanti dell'Unione che vogliano contribuire alle sue finalità versando una somma non inferiore alle lire 5.000 che dà diritto a ricevere materiale informativo sulla vita dell'associazione.
Solo abbonamento a Katolika Sento £. 10.000
Solo abbonamento a Espero Katolika £. 27.000
Abbonamento a Dia Regno (periodico degli esperantisti protestanti) £. 15.000

I versamenti vanno fatti sul C.C.P. n. 11129475, UECI, viale Zavagli 73, 47900 Rimini.

N.B. Katolika Sento è inviato a tutti gli associati, tranne che ai familiari.
  • È associato giovane chi non ha superato i 25 anni.
  • È associato familiare chi convive con altro associato.
  • Per l'abbonamento all'estero aggiungere lire 4.000 per spese di spedizione.
  • Specificare nella causale del versamento la categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani, l'esatto indirizzo per il recapito di K.S., la destinazione di eventuali offerte.
  • I gruppi locali trattengono le parti di loro spettanza, versando solo la differenza, mentre la quota dei soci individuali va interamente all'UECI.



10° CONGRESSO DELL'UNIONE ESPERANTISTA CATTOLICA ITALIANA
PADERNO DEL GRAPPA - 6-10 SETTEMBRE 1996
Tema: Fedeli a Pietro
Sede del Congresso: ISTITUTO FILIPPIN - Paderno del Grappa (Treviso)


PROGRAMMA provvisorio

VENERDÌ 6 SETTEMBRE:
pomeriggio - Arrivo dei congressisti
sera - Serata di conoscenza
SABATO 7 SETTEMBRE:
mattino - Inaugurazione
pomeriggio - Visita a Riese S. Pio X
DOMENICA 8 SETTEMBRE:
pomeriggio: Assemblea dell'UECI
LUNEDÌ 9 SETTEMBRE:
Visita a Treviso
MARTEDÌ 10 SETTEMBRE:
mattino - Visita al museo canoviano di Possagno
pomeriggio - Chiusura del Congresso.


Quote di partecipazione

Adesione entro il 30 aprile: £. 250.00 in camera singola, £. 230.000 in camera doppia; entro il 30 giugno: £. 270.000 in camera singola, £. 250.000 in camera doppia; dal l° luglio: £. 290.000 in singola. £. 270.000 in doppia. Per i giovani che non superano i 25 anni si applica una riduzione di lire 30.000. Le quote comprendono l'iscrizione, le pubblicazioni, vitto ed alloggio dalla cena del giorno 6 al pranzo del 10 settembre.
La quota (o un acconto di £. 50.000) va versata sul c/c postale n° 33511106 intestato a Franca Concina, strada Lucento, 73, 10151 Torino oppure pagata alla stessa con vaglia postale specificando la causale; la scheda di adesione pubblicata a fianco va spedita al medesimo indirizzo.
N.B.= I posti in camera singola sono assai limitati. Si invita a decidere la sistemazione in camera a due letti, eventualmente indicando, nella scheda di adesione, la persona compagna di camera.


10° CONGRESSO DELL'UNIONE
ESPERANTISTA CATTOLICA ITALIANA

6-10 settembre 1996 - ISTITUTO FILIPPIN
PADERNO DEL GRAPPA (Treviso)

NOMO____________________________________________________________

ANTAŭNOMO_______________________________________________________

STRATO__________________________________________________________

POŜTKODO________________________URBO____________________________

LANDO_____________________Telefonnumero_________________________

data di nascita per i giovani fino a 25 anni____________________

ADERISCO AL 10° CONGRESSO U.E.C.I. e a tale scopo comunico che:
(indicare con una "x)

   ( ) Aderisco senza partecipare
   ( ) aderisco e parteciperò come "memzorganto"
       (provvederò da me al vitto e alloggio)
   ( ) parteciperò per tutto il periodo
   ( ) parteciperò solo dal giorno_________al giorno_________
    Ho versato
   ( ) l'intera quota di partecipazione quale fissata per la data della mia adesione
       (Lire.....................)
   ( ) un anticipo di Lire 50.000 (comprendente l'adesione al congresso-
       Lire 30.000 e la prenotazione alberghiera -
       Lire 20.000)
   ( ) la sola adesione al congresso (Lire 30.000), senza prenotazione alberghiera
    Desidero alloggiare
   ( ) in camera doppia con ___________________________
   ( ) in camera singola
   ( ) in aggiunta alla mia cifra ho versato un contributo per il Congresso per
       Lire__________________

ESTREMI DEL MIO VERSAMENTO

   ( ) Versamento sul conto corrente postale N 33511106 intestato a
       Franca Concina strada Lucento 73 -10151 TORINO
   ( ) Vaglia postale o telegrafico intestato a Franca Concina
       strada Lucento 73-10151 Torino

Inviato in data ___________________________
Luogo ___________________________
Data _______________________    FIRMA _______________________



COMITATO CENTRALE UECI

Presidente e direttore di Katolika Sento: Mario SOLA, via Brighinzio 7,13100 Vercelli, tel. - fax 0161 - 255434.
Vice presidente e incaricato giovanile: Carlo SARANDREA, Via di Porta Fabbrica 15, 00165 Roma -tel. 06-631805-fax 06-632839
Segretario e cassiere: Franca CONCINA. Strada Lucento 73. 10151 Torino, tel. 011-7390068
Segretario per l'Informazione: Serio BOSCHIN, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel.-fax 0422-25381.
Consiglieri: Don Duilio MAGNANI, viale C. Zavagli 73, 47030 Rimini, tel.-fax 0541-26447;
Giovanni CONTI, via F. Filzi 51, 20032 CORMANO (MI), tel. 02-66301958 - fax 02/66302110;
Antonio GAMBUTI; via V. Bellini 24, 47039 Savignano sul Rubicone (FO), tel. 0541 -944523;
Elisabetta CASAGRANDE BERARDI, via dello Sport 12, 40065 Pianoro (BO), tel. 051-776592.
Assistente Ecclesiastico: Mons. Lorenzo LONGONI, Piazza Duomo 16, 20122 Milano, tel. 02-72001944 86463359.
Grafica e impaginazione di Katolika Sento: Mario GUILLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli.