Enhavo:
Riportiamo la parte centrale dell'intervento del presidente dell'UECI nel discorso d'apertura del Congresso nazionale del settembre scorso, tratto dalla registrazione magnetica. Ritengo che noi, come cristiani. dobbiamo evitare una posizione che non ci si adduce. quella di persone senza speranza o che hanno una speranza debole, la posizione dei rassegnati. La Chiesa è all'avanguardia della società umana con la proposizione forte, decisa, convinta dei grandi ideali: la difesa dell'uomo, la difesa della vita umana fin dal concepimento, la salvaguardia della famiglia nei suoi fondamenti irrinunciabili; in sintesi. la proposizione di ciò che è buono di fronte ad un mondo che, purtroppo, spesso è sordo e a volte addirittura avverso ai valori etici.La Chiesa porta avanti i valori di sempre, valori eterni. affermando con vigore la validità perenne dei comandamenti. Io credo che la società civile un giorno dovrà riconoscere che la Chiesa è stata baluardo contro gli attacchi. provenienti da ogni parte, che vogliono scalzare i fondamenti della vita umana e della vita sociale. Ma i cristiani, proprio in quanto persone che fanno della speranza uno dei capisaldi del loro modo di essere, non possono accettare rassegnatamente neppure certe situazioni ingiuste che, pur non toccando i valori centrali -cioè quelli che stanno alla base della loro fede e del loro vivere-, si riferiscono a valori meritevoli di attenzione e di impegno. Così, il disinteresse o l'accettazione passiva del dato di fatto in relazione alla babele delle lingue appare come un'omissione d'importanza non trascurabile. La rassegnazione non si addice al cristiano. Eppure, di fronte a quel problema linguistico di cui noi ci occupiamo in modo particolare, c'è un cedimento, si tiene una posizione lassista e rinunciataria. Si dice: ma che vale sostenere una lingua neutrale, facile, idonea per la comunicazione di tutti come l'esperanto quando già, ormai. si e affermata nel mondo una lingua nazionale, l'inglese, dunque... accettiamo lo stato di fatto! Potremmo accettare lo stato di fatto se questo non fosse ingiusto perché condiziona e limita la libertà, in campo culturale ed economico, delle nazioni di lingua diversa da quella dominante mentre, al seguito del veicolo linguistico, si verifica l'affermazione di una cultura, di una mentalità e di un modo di vivere che sono estranei alle tradizioni delle nazioni a cui si impongono e che spesso sono deteriori. Di fronte a realtà spiacevoli, non ci si deve ritirare, dicendo fatalisticamente: così è. Allo stesso modo che di fronte a quel male che è la guerra non ci si rassegna limitandosi a predisporre la difesa militare ma si insiste ad operare per far crescere una cultura di pace, mi sembra che. per combattere la discriminazione linguistica, occorre che il cristiano si impegni per affermare questo valore: una lingua che si pone quale mezzo di comunicazione universale, neutrale, facile e ben costruita. e quindi accettabile da tutti. Certo l'UECI ha in primo luogo lo scopo di diffondere in mezzo agli esperantisti il messaggio cristiano. ha lo scopo di formare gli esperantisti all'applicazione personale nel proprio ambiente del messaggio cristiano; ma la nostra associazione ha anche la finalità di far conoscere l'esperanto come strumento utile all'umanità e, in modo particolare, alla Chiesa. Poiché la Chiesa è universale e quindi deve comunicare, e in modo facile, con tutto il mondo, oggi c'è bisogno, anche nella Chiesa, di questo strumento di comunicazione che è l'esperanto. I cristiani devono svolgere, a questo riguardo, una funzione trainante mostrando così la loro apertura; i cristiani devono essere all'avanguardia anche in questo campo e dimostrare la loro presenza intelligente nel mondo in cui vivono. È questo l'auspicio che io faccio, e questo l'invito a lavorare nel nostro Congresso e poi nei nostri luoghi di residenza e di vita abituale, affinché riusciamo davvero nei nostri intendimenti.
Mario Sola
Il Comitato Organizzatore informa
Collaborazione esperantista
La sede del Congresso
Olomouc
L'attenzione al Congresso da parte della
Chiesa
Altri appuntamenti Su suggerimento di Don Duilio Magnani si invita ogni socio italiano dell'IKUE a fare proposte per ringiovanire e intensificare l'azione dell'IKUE nel cammino verso l'anno duemila. Il congresso dovrà discutere un piano pluriennale. Si indirizzi al presidente dell'UECI affinché egli possa tenerne conto nella relazione congressuale. Agrabla sperto ĉe la francaj gesamideanojJam plurfoje d-ro Bessière, nuntempe prezidanto de la Franca Katolika Esperanto-Asocio, ĉeestis niajn italajn katolikajn kongresojn kaj venis fine la tempo por reciproki tiajn ŝatatajn vizitojn partoprenante kongreson de nia najbara lando. Antonio Cappello kaj mi de la 19-a ĝis la 23-a de majo ĝuis en Limoges la agrablan etoson de la Nacia Kongreso de la francaj katolikoj. Akurate organizita de s-ro Pons kun la ĝentila helpo de lia edzino, la kongreso disvolviĝis glate tra la preĝaj tempoj, la prelegaj eroj kaj tiuj turismaj.La temo "Kiel povas kristanoj kaj muzulmanoj kunlabori por la paco" estis vigle prezentata de pastro Bourdon kaj estis sekvita de fervora diskutado. La kuncelebrataj Mesoj estis intense partoprenataj ankaŭ pere de esperantaj kantoj. La turisma parto de la programo permesis admiri la belan gastigantan urbon kaj la ĉarman ĉirkaŭaĵon kun la verda ondanta kamparo kaj la mirindaj romanikaj preĝejoj. Krome estis ebleco ĉeesti tradician religian feston kiu estas celebrata nur ĉiun sepan jaron. Ni aprezis la kapablan gvidadon de d-ro Bessière kaj la bonan kutimon de la kongresanoj uzi regule esperanton, kiun ili regas kontentige: imitenda ekzemplo!
m.s.
Ho detto che i Santuari devono essere sempre più luoghi dell'essenziale, in cui si fa esperienza dell'assoluto di Dio. Ma non per questo in essi saranno dimenticati i problemi quotidiani della vita. Il ricordo della vita nascosta di Nazareth evoca questioni quanto mai concrete e vicine all'esperienza di ogni uomo e di ogni donna. Esso ridesta il senso della santità della famiglia, prospettando di colpo tutto un mondo di valori, oggi così minacciati, quali la fedeltà, il rispetto della vita, l'educazione dei figli, la preghiera, che le famiglie cristiane possono riscoprire dentro le pareti della Santa Casa, prima ed esemplare «chiesa domestica» della storia. Tornano alla mente qui le parole con cui il mio predecessore Paolo VI° espresse quella che chiamò «la lezione di Nazareth»: «Nazareth ci insegni che cos'è la famiglia, la sua comunione d'amore, la sua austera e semplice bellezza, il suo carattere sacro ed inviolabile, impariamo da Nazareth come è dolce e insostituibile la formazione che essa dà; impariamo come la sua funzione sia all'origine e alla base della vita sociale» (Discorso di Paolo VI° a Nazareth, 5 Gennaio 1964 ). La Santa Casa ricorda, in pari tempo, anche la grandezza della vocazione alla vita consacrata e alla verginità per il Regno, la quale ebbe qui la sua gloriosa inaugurazione nella persona di Maria, Vergine e Madre. Ai giovani, poi, che innumerevoli pellegrinano alla Casa della Madre, vorrei ripetere le parole che ho rivolto loro in altra occasione: «Camminate verso Maria, camminate con Maria...Fate riecheggiare nel vostro cuore il suo fiat»(Macerata, 19/6/ 1993). Possano i giovani rinnovare, alla luce degli insegnamenti della Casa di Nazareth, il loro impegno nel laicato cattolico onde riportare Cristo nei cuori, nelle famiglie, nella cultura e nella società (cf.ib.). Il giusto sforzo dei nostri tempi per riconoscere alla donna il posto che le compete nella Chiesa e nella società trova anch'esso qui un'occasione quanto mai adatta di approfondimento. Per il fatto che Dio «mandò il suo Figlio nato da donna» (Gal 4,4 ), ogni donna è stata elevata, in Maria, ad una dignità tale che non se ne può concepire una maggiore (cf. Mulieris dignitatem, 3-5) Nessuna considerazione teorica, poi, potrà mai esaltare la dignità del lavoro umano quanto il semplice fatto che il Figlio di Dio ha lavorato a Nazareth ed ha voluto essere chiamato «figlio del falegname» (cf. Mt. 13,55). Il lavoratore cristiano che ripensa la sua vocazione all'ombra della Santa Casa scopre anche un'altra importante verità: che il lavoro non solo nobilita l'uomo e lo rende partecipe dell'opera creatrice di Dio, ma può essere altresì un'autentica via per realizzare la propria fondamentale vocazione alla santità (cf. Laborem exercens, 24-27). Infine, come non accennare alla «scelta dei poveri» che la Chiesa ha fatto nel Concilio (cf. Lucem gentium, 8) e ribadito sempre più chiaramente in seguito? Le austere e umili pareti della Santa Casa ci ricordano visivamente che è Dio stesso che ha inaugurato questa scelta in Maria, la quale, come dice un bel testo conciliare, «primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, che con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza» (ib., 20). Sempre a proposito di questo tema della povertà e della sofferenza, un posto privilegiato hanno avuto nella storia del Santuario i malati che furono tra i primi ad accorrere pellegrini alla Santa Casa e a diffondere la sua fama tra le genti. Anche oggi la loro presenza, specie nel cosiddetto «treno bianco», è quella che fa vivere al Santuario alcuni momenti vibranti di fede e di intensa devozione. Dove potrebbero essi, del resto, essere accolti meglio, se non nella casa di Colei che proprio le «litanie lauretane» ci fanno invocare come «salute degli infermi» e «consolatrice degli afflitti»? Accanto a Maria, il credente scopre che «soffrire significa diventare particolarmente suscettibili, particolarmente sensibili all'opera delle forze salvifiche di Dio offerte all'umanità in Cristo» (Salvifici doloris, 23). Faccio voti affinché il glorioso Santuario della Santa Casa, che ha avuto una parte così attiva nella vita del popolo cristiano per quasi tutto il corso del secondo millennio che sta per concludersi, possa averne una altrettanto significativa nel corso del terzo millennio che è alle porte, continuando ad essere, come per il passato, uno dei pulpiti mariani più alti della cristianità. «Possa questo Santuario di Loreto - come ebbe a dire il mio predecessore Giovanni XXIII durante la sua storica visita - essere sempre come una finestra aperta sul mondo, a richiamo di voci arcane, annunzianti la santificazione delle anime, delle famiglie, dei popoli» (Acta Apostoticae Sedis, 54 (1962), 726). La Vergine Lauretana dall'alto del suo colle benedica e soccorra tutti i popoli, in particolare quelli che, sull'altra sponda dell'Adriatico, dove è così viva la tradizione lauretana, sono oggi così provati da guerre fratricide! Possa, infine, accogliere sotto il suo manto tutti i cristiani in un gesto materno, ravvivando la nativa vocazione ecumenica di codesto Santuario, che ha radici, secondo la tradizione lauretana, nell'Oriente cristiano. Nel significarle che intendo anche concedere una speciale indulgenza, a determinate condizioni, a quanti visiteranno codesto Santuario nel corso dell'anno celebrativo del centenario, ben volentieri imparto a Lei, Venerato Fratello, ai membri della Delegazione Pontificia e della Comunità dei Padri Cappuccini, alla città di Loreto ed a tutti i pellegrini che visiteranno o prenderanno parte alle celebrazioni giubilari una particolare Benedizione Apostolica, in pegno di abbondanti grazie celesti.
Dal Vaticano, 15 Agosto, Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, dell'anno l993, 15° di pontificato.
Come ho detto all'inizio il volume "Metodi naturali per la regolazione della fertilità: l'alternativa autentica" è stato originato da un incontro di esperti a livello mondiale, di ricercatori e divulgatori, proprio per uno scambio di idee tra di loro, dei progetti per la promozione di questi metodi, tenendo in primo piano la difesa della vita umana. Perciò il libro si rivolge maggiormente a chi deve apprendere bene i metodi naturali per essere poi insegnante qualificato, che abbia non soltanto delle conoscenze scientifiche e tecniche, ma soprattutto che sia in grado di trasmettere dei valori, tipo quelli collegati ai metodi stessi; li ripetiamo: l'attenzione, la generosità, la corresponsabilità e il dialogo, il rispetto dei ritmi della fertilità della donna. Il libro è stato presentato in una conferenza stampa tenutasi in Vaticano il 7 luglio scorso, nel corso della quale gli intervenuti hanno ribadito le nuove acquisizioni scientifiche in materia di metodi naturali. La consapevolezza del periodo fertile della donna è oggi basata non più su calcoli probabilistici, ma su segnali e informazioni biologiche che derivano dal progresso scientifico e tecnologico. Il Professor Salvatore Mancuso, ginecologo della Cattolica di Roma, ha sottolineato come le funzioni ormonale e riproduttiva della donna hanno un andamento ciclico ed esercitano la loro azione biologica non solo sulle vie genitali, ma su tutto l'organismo, inducendo modificazioni soggettivamente rilevabili o evidenziabili con precise analisi di laboratorio. Sono allo studio attualmente diversi nuovi metodi di caratterizzazione del periodo fertile, che in maniera semplice e immediata rivelano con precisione la fase funzionale del ciclo. La tanta diffidenza e sfiducia, quando non addirittura irrisione, verso i metodi naturali, presente in ambienti professionali, ma anche nell'opinione pubblica, si motiva con il fatto che vi sia tanta ignoranza. A volte - ha spiegato, in occasione della citata conferenza stampa, la dottoressa Anna Cappella, direttrice del Centro Studi e Ricerche per la regolazione naturale della fertilità umana del "Gemelli" di Roma - anche nell'ambiente medico, i metodi naturali non sono conosciuti o per lo meno si parla sempre ancora del metodo del ritmo, quando oggi vi sono dei metodi moderni che sono molto validi, affidabili e sicuri. Un'altra cosa - ha proseguito - è anche la grande pressione che c'è da parte dei mass-media. Anche l'ambiente culturale in cui viviamo oggi, questo senso di edonismo, consumismo, non aiuta a guardare ai metodi naturali in senso positivo. Anche qui combattono grandi interessi economici, i quali hanno una valenza fortissima, senza alcun rispetto della persona, mentre i metodi naturali non sono costosi, oltre a non danneggiare la salute della donna. Gli stessi interessi di grandi imperi economici fanno sì che i finanziamenti vengano legati alla "costrizione" ad adottare i metodi artificiali. In proposito il cardinale Trujillo ha osservato che negli Stati Uniti si spendono miliardi di dollari per diffondere i metodi artificiali, mentre i metodi naturali vengono ignorati.
* * *
Il libro che ho presentato è ovviamente assai più ricco di aspetti, alcuni qui solo sfiorati, altri, sempre per ragioni di spazio, talvolta non da me citati. A conclusione di questa breve presentazione vogliate ascoltare il seguente brano tratto dal Discorso del Santo Padre ai partecipanti del Convegno del 1992: «Esiste una crescente consapevolezza della vera natura dell'amore coniugale, in grado di apportare un'autentica liberazione da tanti abusi di potere contro le donne e la famiglia nei Paesi industrializzati e, in misura ancora maggiore, in quelli in via di sviluppo. I risultati delle ricerche scientifiche, l'esperienza acquisita nei programmi di insegnamento nelle diocesi in diverse parti del mondo, nelle associazioni e nei movimenti, e particolarmente la testimonianza delle coppie stesse, mostrano la validità, i vantaggi e il valore etico dei metodi citati. Questi, insieme con il corrispondente stile di vita, liberano le coppie dal condizionamento culturale, economico e politico imposto dai programmi di pianificazione famigliare. Liberano la persona, soprattutto le donne, dal ricorso a farmaci o ad altre forme di interferenza nei processi naturali connessi con la trasmissione della vita. Si sono dimostrati applicabili non solo per gruppi ristretti, ma per le coppie di ogni di ogni parte del mondo anche nei Paesi più poveri e meno sviluppati economicamente». Il Santo Padre ha ben sottolineato la validità della prospettiva legata ai metodi naturali, la prospettiva della diffusione dei metodi naturali come "vera alternativa" di tipo sostitutivo alla contraccezione e al controllo familiare, dove la parola alternativa vuol sottolineare la differenza etica. antropologica e culturale in ordine alla procreazione responsabile rispetto alla contraccezione e alle strategie antinataliste largamente diffuse nel mondo. Si tratta anche qui di difendere e promuovere la dignità della vita coniugale. Nella Chiesa non c'è paura della sessualità, ma rispetto dell'uomo e della donna, chiamati nel matrimonio a un amore responsabile e aperto alla vita.
Carlo Sarandrea
Il Presidente dell'IKUE e grande animatore dell'UECI, don Duilio. ha lanciato con generosità e coraggio iniziative di carità verso l'Africa che stanno dando frutti di bene. A suo tempo don Duilio si fece carico di sostenere la costituzione in Zaire di una cooperativa di lavoro denominata "Kooperativo Espero" animata da esperantisti cattolici. Iniziatore del progetto era stato Lutombo Yogolelo, giovane organizzatore che ottenne, grazie all'interessamento di don Duilio, un prestito occorrente per l'acquisto di un autocarro, di macchinari e di attrezzature da destinare alla fabbricazione di mattoni. ![]() Lentezze burocratiche, difetti di coordinamento tra le istituzioni locali, rallentamenti nei tempi provocati dall'Ufficio per lo Sviluppo e le Opere della diocesi locale e tali da determinare l'aumento dei costi hanno costituito ostacoli superati con tenacia da Yogolelo e dai suoi collaboratori. La relazione della cooperativa informa minuziosamente sul cammino compiuto sinora, fornendo tabelle che descrivono la dotazione di strumenti di lavoro, tra cui l'autocarro Fiat 650 inviato dall'Italia ed i macchinari per la fabbricazione di mattoni provenienti dal Belgio, di attrezzatura per l'amministrazione e di magazzini per macchine e materiali, oltre a dar conto dell'assunzione di ben 31 lavoratori. I dati di consuntivo forniti ed il bilancio di previsione prospettato lasciano sperare in uno sviluppo favorevole dell'attività della Cooperativa Espero, tale da consentire l'autofinanziamento e la restituzione dei prestiti ottenuti. Il supporto costituito dal missionario Franco Bordignon fornisce garanzia di serietà gestionale e di corretta finalizzazione. A conclusione di questo compendio della lunga lettera di Yogolelo -il quale ora assolve anche alla funzione di rappresentante dell'IKUE per lo Zaire- si può opportunamente riportare questa sua affermazione: "Forse il nostro motto deve essere: Lavorare, pregare, non temere nulla e ... sperare".
NI FUNEBRAS![]() Maria Busato si è spenta il 30 maggio nella Novara che l'aveva accolta sposa del prof. Gaudenzio Pisoni, il valente traduttore ben presente alla memoria degli esperantisti, e dei cattolici in particolare. Di Gaudenzio era stata dolce ed amorevole compagna, e di lui teneva un ricordo intenso e devoto. Maria aveva continuato e persino intensificato, nel ricordo del consorte, l'impegno ideale nel mondo esperantista ed aveva accettato di impegnarsi nel Comitato Centrale dell'UECI di cui era attualmente componente apprezzata. Di lei gli esperantisti serberanno l'immagine serena ed amabile, riconoscenti per un'amicizia sincera e profonda, ammirati di un esempio di convinto sentire cristiano. Alla figlia Paola ed ai parenti tutti l'espressione della commossa partecipazione degli esperantisti cattolici. * * * Il 24 marzo è mancato Horst Spirat. Fervoroso nel movimento esperantista, aveva prima svolto la sua valida attività organizzativa in Baviera e poi in Italia, specialmente nel luogo di residenza, a Tregnago, dove aveva fondato il gruppo locale. Nel corso della guerra mondiale, in prigionia, aveva praticato l'ideale di amicizia internazionale, proprio dell'esperanto, con un ufficiale inglese, anch'egli esperantista.Alla vedova, signora Antonia Bonomi, fedele membro dell'UECI, sentite condoglianze.
Lutombo Yogolelo è attivo anche nel campo dell'assistenza. Del progetto "Espero Rifuĝinto" avevamo dato notizia in precedenza e già sono pervenuti aiuti con tale finalità. Ora in un suo scritto del 4 febbraio Yogolelo, tra l'altro, così scrive: «II 27 agosto 1994 "Espero Rifuĝinto" lanciò a voi un appello riguardo al dramma del Ruanda. La sorte di piccoli rifugiati ha catturato e cattura la nostra attenzione. Il dramma dei bambini rifugiati che sperimentano una situazione veramente terribile sulle nostre strade ci addolora. Alcuni di voi hanno fatto e fanno molto; tra essi possiamo menzionare l'IKUE, l'UECI e cristiani di Rimini a cui noi diciamo grazie a nome di ER e dei bambini rifugiati. ER collabora con il CRER: Centro per i bambini abbandonati e viventi in strada. Questo centro accoglie anche bimbi rifugiati dal Ruanda che non hanno sostegno e chi si occupi di loro, a nome dell'ER. Naturalmente il Centro non ha mezzi per aiutarli, oltre a un semplice alloggiamento. ER aiuta fornendo cibo, vestiario, ecc. Quei bambini abbisognano anche di istruzione, cure, ecc. e persino per il nutrimento ER non dispone dì mezzi sufficienti; d'altro canto il loro numero è grande. Nella nuova strategia di Espero Rifuĝinto, noi miriamo a trovare nel mondo persone, specie cristiani ed esperantisti ma anche organizzazioni non cristiane e non esperantiste, che possono aiutare adottando quei bambini. Cioè noi lanciamo un invito a famiglie che possono sostenere quei rifugiati pagando per loro il costo del mantenimento». L'UECI si fa interprete di tale appello ed esorta all'aiuto generoso, che può essere fatto pervenire tramite UECI, viale Zavagli 73, 47030 Rimini, C.C. postale n. 11129475.
L'UECI offre ai soci e simpatizzanti una bella opportunità di vacanza da trascorrere nel clima di amicizia proprio dei nostri incontri di esperantisti cattolici, e ciò in collegamento con il principale appuntamento annuale della nostra associazione, il Congresso Nazionale. Sarà un breve periodo di riposo e distensione nella attrezzata località di Rimini, che potremo passare serenamente ed a condizioni favorevoli in un accogliente albergo a due passi dal mare e dalla chiesa parrocchiale del "nostro" don Duilio. Non abbiamo predisposto alcun programma preventivo per lasciare a ciascuno di organizzarsi a piacimento la permanenza, sulla spiaggia o con passeggiate in città oppure con escursioni nei dintorni. Naturalmente, una volta sul luogo si potranno concordare liberamente momenti di vita comune secondo i propri desideri. Il periodo di soggiorno prescelto precede immediatamente i giorni del Congresso che successivamente trascorreremo a Grottammare e, al termine di esso, la mattina del giorno 8 settembre, si partirà in autopullman riservato per raggiungere l'Oasi di S. Maria del Monte, sede del Congresso. La vacanza inizierà la sera del 3 settembre e si concluderà il mattino del giorno 8. È però data la possibilità di un soggiorno più breve, ponendo però attenzione che il prezzo concordato di £. 40.000 giornaliere per la pensione completa in camera doppia, nell'Hotel Amarcord, si riferisce ad una permanenza non inferiore a tre giorni. È prevista anche la facoltà di pernottare, nell'Hotel Amarcord o in altro vicino, nella notte tra il 7 e l'8: tale possibilità è da tenere in particolare considerazione da parte di coloro che parteciperanno al Congresso senza potere trascorrere il tempo precongressuale a Rimini. Infatti essi potranno usufruire del trasporto con il pullman a nostra disposizione in partenza il mattino di venerdì 8 alla volta di Grottammare. Occorre prenotare al più presto per garantire il mantenimento dei posti a disposizione.
Dunque, un grande, cordialissimo arrivederci a
Rimini.
LORETO / GROTTAMMARE 8-1 2 SETTEMBRE
1995 Tema: La Lettera Enciclica "Redemptoris Mater" di Giovanni Paolo II Sede del Congresso: OASI S. MARIA DEI MONTI - Grottammare (Ascoli Piceno)
PROGRAMMA
VENERDÌ 8 SETTEMBRE
SABATO 9 SETTEMBRE
DOMENICA 10 SETTEMBRE
LUNEDÌ 11 SETTEMBRE
MARTEDÌ 12 SETTEMBRE
Quote di partecipazioneEntro il 30 giugno: £. 260.000 in camera singola, £. 240.000 nella doppia; dal 1° luglio: £. 280.000 nella singola, £. 260.000 nella doppia. Per i giovani che non superano i 25 anni si applica una riduzione di lire 30.000. Le quote comprendono l'iscrizione, le pubblicazioni, la partecipazione al programma (compreso il viaggio a Ripatransone ed esclusi gli altri viaggi e trasferimenti), vitto ed alloggio dalla cena del giorno 8 al pranzo del 12 settembre.La quota (o l'acconto di £. 50.000) va versata sul c/c postale n° 33511106 intestato a Franca Concina, strada Lucento 73, 10151 Torino oppure pagata alla stessa con vaglia postale specificando la causale; la scheda di adesione pubblicata a fianco è da spedirsi al medesimo indirizzo.
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