Enhavo:




UNA RELIGIOSITÀ AUTENTICA

     Gli esperantisti sanno che la lingua internazionale adempie alla sua funzione collegando. in una dimensione mondiale, persone accomunate da identici interessi, siano essi di natura professionale, artistica. economica o religiosa. In quest'ultimo ambito, accanto alle nostre associazioni cattoliche -quella internazionale. IKUE. e le varie sezioni nazionali- esistono le organizzazioni di evangelici, buddisti. bahai. islamici. quaccheri. seguaci di Hoomoto. L'esperanto fornisce così la sua utilità all'interno di ciascuna realtà religiosa, ma esplica pure un servizio apprezzabile allorché, in occasioni di congressi internazionali di larga e variegata partecipazione, viene usato in celebrazioni di carattere ecumenico.
     È noto che esistono nel mondo esperantista. così come al di fuori di esso. movimenti volti a favorire l'incontro tra gli appartenenti a religioni diverse per cercare e valorizzare tutto quanto di valido hanno in comune e, così, proporre all'umanità quei valori di cui essa ha gran bisogno. Lo stesso Zamenhof pensò ad una sorta di religione universale, che attraversasse ed andasse oltre le singole confessioni religiose.
     Ora è bene dire, anche in relazione a recenti iniziative in campo esperantista che propongono movimenti con un marcato riferimento alla divinità e un forte richiamo al rispetto per l'uomo, che se, da un lato, è buona cosa parlare di Dio ad una società spiritualmente impoverita, dall'altro non è sufficiente ne pienamente soddisfacente presentare un Dio nebuloso, “generico”, buono per ogni fede ed ogni orientamento culturale.
     Una religiosità vaga. spesso poeticamente colorata, può essere una buona introduzione alla ricerca della Verità, ma non è la Verità.
     Noi sappiamo che Dio. fonte d'ogni cosa. è anche l'unica fonte della conoscenza -certo, piccola e pallida sin che restiamo su questa terra- di Lui. Ed è nella sua Rivelazione che si trova la Verità. Verità che Cristo ci ha portato. perché è Lui stesso la Verità: “Io sono la Via. la Verità e la Vita” (Giov. 14. 6). E sappiamo pure che la salvezza ci viene da Cristo. dalla sua Grazia, e che non basta la nostra volontà e la conoscenza di noi stessi.
     La nostra testimonianza di cattolici convinti deve essere, sì di tolleranza e collaborazione. che non sconfini però in arrendevole irenismo, ma deve essere altresì affermazione convinta che Dio si e rivelato attraverso Cristo, seconda Persona della Trinità, morto e risorto. Salvatore del mondo. operante nel tempo attraverso la Chiesa della quale noi siamo membri fedeli e, per quanto limitati, annunciatori operosi.
Mario Sola

L'UNIONE ESPERANTISTA CATTOLICA ITALIANA
AUGURA BUONA PASQUA
NELLA GIOIA DELLA RESURREZIONE





LE NOSTRE MOTIVAZIONI E FINALITÀ
Lorenzo Longoni

VII
FAVORIRE L'ADOZIONE DELLA LINGUA


     Abbiamo ricordato che lo statuto dell'UECI (art. 1, lettera d) dice di promuovere l'uso della lingua internazionale Esperanto (di ciò appunto abbiamo parlato nel numero precedente di KS) e aggiunge: favorendone anche l'adozione, come semplice mezzo di intercomunicazione, indipendente ed ecumenico, adatto alla promozione umana.
     Ci fermiamo adesso sulla seconda frase.
     Chi può adottare questa lingua?
     Penso alle scuole, alle associazioni, ai gruppi di ogni genere e particolarmente ai gruppi missionari.
     Ma non è facile favorirne l'adozione. Se ne è fatta propaganda in molte scuole, particolarmente in quelle cattoliche, con lettere, pieghevoli, manifesti ed altri strumenti di informazione ma il risultalo è stato quasi sempre insoddisfacente.
     Tra i perché di tale risultato negativo c'è sempre quello del “già troppo carico” del programma scolastico, quello della pregiudiziale convinzione dell'inutilità dell'esperanto in ordine alle prospettive di un impiego di lavoro. E questo nonostante che si sia dimostralo che lo studio dell'esperanto, anche fatto nelle scuole elementari quasi come un gioco, faciliti poi molto l'apprendimento della lingua o delle lingue straniere.
     Abbiamo tra mano anche il documento del Ministero della Pubblica Istruzione con la relazione finale, datala 22 dicembre 1993, del lavoro svolto dalla "Commissione sulla lingua internazionale detta Esperanto", istituita dal Ministro Jervolino, che ha operato dal 29 aprile al dicembre 1993.
     In tale relazione -di cui auspico la pubblicazione su Katolika Sento affinché sia dato a tutti di poterla conoscere- si afferma la necessità di introdurre nella nostra scuola l'insegnamento di una lingua straniera non etnica, ma autenticamente internazionale (cioè, appunto, l'Esperanto). In essa, oltre le preziose documentazioni dei relativi progetti presentati fin dal 1920 alla “Società delle Nazioni” e poi all'O.N.U. per promuovere l'insegnamento dell'esperanto, con le difficoltà "politiche” incontrate, vengono anche ricordati molti esempi di positivi esperimenti attuati in molte parli del mondo e anche in Italia (ad esempio Cesena, Cagliari. Chiavari mostrandone i risultati. Vi si cita, per I Italia, anche la relazione di E. Formaggio. Nelle conclusioni si rilevano i valori dell'introduzione dell'Esperanto per l'educazione e la costruzione della pace, per la salvaguardia delle diversità linguistiche, per le relazioni transnazionali, culturali e commerciali, per l'apprendimento delle lingue straniere, e nelle proposte si parla dell'Esperanto come fine, cioè come lingua di comunicazione autenticamente internazionale, e come mezzo, cioè come strumento glottodidattico. Suggerisce poi punti particolari per l'attuazione pratica.
     Anche da prima dei lavori di questa Commissione -della cui relazione ora non sappiamo lo stato di attuazione- nelle scuole c'è giuridicamente in Italia la possibilità
dell'insegnamento facoltativo dell'Esperanto, ma in realtà se Direttori didattici e Presidi non ne sono convinti, non c'è nulla da fare. E continuano a prevalere i soliti pregiudizi.

     Ci sono comunque esempi di scuole di diverso grado che svolgono questa attività promozionale e molte persone che si sono impegnate a prendere contatti con le Autorità scolastiche delle loro città e province, per promuovere questa adozione.
     Di fatto la propaganda accennata sopra (circolari, pieghevoli, manifesti e quant'altro di simile) lascia il tempo che trova, mentre è il contatto personale -rispettoso, discreto ed amico- che supera le difficoltà, smonta i pregiudizi e mostra positivamente i valori, le finalità e l'utilità stessa dell'Esperanto.
     Potrei ricordare quanto abbiamo ascoltato durante il convegno dello scorso settembre ad Armeno. Abbiamo sentito infatti dal dr. Boschin e dal prof. Pellizzari dei loro contatti con Scuole, Istituti, Docenti, Seminari nel Veneto. Così pure abbiamo sentito del lavoro svolto dal prof. Bourlot nella scuola “Salvemini” di Torino, nella quale durante il normale orario scolastico si svolge un corso di esperanto ufficialmente riconosciuto, e dei suoi contatti personali col Distretto Scolastico di Legnano.
     Non pochi hanno potuto vedere negli scorsi anni la mostra “Apriamo le finestre sul mondo” che ha avuto sede in molte città e paesi (Pisa, Modena, Milano, Monza, Cesano Maderno, ecc). Essa ha mostrato visibilmente e sensibilmente il valore e l'efficacia di conoscenza, scambi, iniziative, incontri tra scuole di diverse nazioni tramite l'Esperanto.
     Non posso dimenticare anche libri che partono dal gioco. Così quello di Elisabetta Villisics Formaggio "Ludu kun ni!", che è appunto un corso di propedeutica linguistica per bambini.
     Quanto detto per le scuole vale, a livelli diversi, anche per le associazioni e i gruppi sopraccennati. Basta che si capisca che la lingua Esperanto è innanzitutto “un semplice mezzo di intercomunicazione”. Il successo degli esperimenti di scuole o classi che si sono anche "gemellate" per mezzo dell'Esperanto (con scuole e classi di altre nazioni, di lingua e cultura diverse, ha mostrato quanto questi scambi di corrispondenze, di iniziative, di programmi, di lavori giovino allo sviluppo, oggi quanto mai necessario, del senso dì internazionalità e di una mentalità aperta, premesse necessarie per la intercomprensione tra gli uomini di lutto il mondo.
     Ho accennato particolarmente ai “gruppi missionari”. Proprio per il fatto che siamo “esperantisti cattolici”.
     Non sono pochi i gruppi -nelle parrocchie, negli oratori, negli istituti- che si impegnano per le Missioni e per lo sviluppo del “Terzo Mondo”. Spesso hanno rapporto con missionari di loro conoscenza e scambiano con essi notizie e domande, desiderando anche di comunicare coi cristiani -e non- dei loro villaggi e con coloro che frequentano le loro residenze missionarie, i laboratori. le scuole, gli ospedali e perfino i lebbrosari annessi alle missioni, anche per riuscire a organizzare qualche aiuto concreto.
     In ogni parte del mondo ci sono gruppi che conoscono l'Esperanto. Elenchi in proposito si trovano sulle pubblicazioni dell'Universala Esperanto-Asocio e anche sulla nostra rivista internazionale “Espero Katolika”. Mandando le nostre lettere ai missionari ponemmo aggiungere allora anche i nostri messaggi in Esperanto, rendendo possibile uno scambio diretto.
     Pensate che ciò sia poca cosa per aiutare tra tutti i cristiani del mondo il senso di comunione e dì fraternità, come membri dell'unica Chiesa? Potrei ricordare l'utilità missionaria pratica di Padre Andreoni. missionario in Thailandia, che nello scorso anno ha realizzato con l'Esperanto un 'autentica tournée missionaria in Australia.
     Questo mezzo dì intercomunicazione è "indipendente ed ecumenico, adatto alla promozione umana". Non è infatti la lingua dei “colonizzatori” -vecchi e nuovi-, non è una lingua “dominante” che inevitabilmente riduce ogni altra lingua a situazione di dialetto e di inferiorità.
     Èveramente ecumenico: vale infatti per tutte le nazioni e per tutte le culture, per tutto il mondo, per tutte le latitudini, per tutti i popoli anche di lingue assai diverse.
     Tutti gli uomini hanno diritto all'intercomunicazione.
Mons. Lorenzo Longoni



PREĜO AL LA MADONO DE LORETO

Ho Maria,
esenca parto Vi estas,
gravega, tre milda
de la mistero de la savo.
Jesuon de Vi ni ricevis.
Por esti kristanoj,
de Kristo imitantoj,
al Vi, ho Maria, rigardi ni devas:
la plej perfekta esprimo vi estas
de similo al Kristo.
La bildo vi estas,
kiu pli multe ol ĉiuj aliaj
respegulas la Sinjoron.
Kiel bele estas
havi Vin, ho Maria!
Vian bildon havi,
havi pri vi la memoron,
vian mildecon. vian humilon,
vian purecon,
vian grandon antaŭ ni
kiuj volas postsekvi
de l' Sinjoro la paŝojn!
Nia ŝirmilo Vi estas,
nia aliancano.
Fido vi estas de la malriĉuloj.
de la humiluloj,
de la suferantoj.
Vi estas eĉ
de la pekintoj rifuĝejo!
Vi havas mision de boneco,
de propeto por ĉiuj.
Al ni Vi instruas ke bonaj
ni estu,
ke fortaj ni estu,
ke al ĉiuj ni estu helpemaj.
Neniam ni forgesos
al Vi nin turni, al Vi kiu estas
nia protektantino, la plej alta.
Paŭlo VI



SALUTON!

Al Pastro Albino Ciccanti

Aviadilstopisto kun humil'
la 13-an de septembro
flugis kun la lasta aviadil'.

Li ne estis dubanto
ke venontjare en Loreto
leviĝos flago de esperanto.

Li senlaca esperantisto
kuraĝigas al UECI-fidel'
kiel pacema edukisto.

Li kun ni dum pilgrimo,
por helpi laŭ la ir' de volontulo,
por la vivo de l' animo
de kristana fidelulo.

FraKo



DANKE

Per I'UECI:
Da Trento (M M.)     £. 100.000
Da Massa (J.D.B.)     £.51.000
Da Wintzenheim(M.B.)     £. 16.000
Da Ghilarza (L.S.)     £. 11.000

Per Radio Vaticana:
Da Wintzenheim (M.B.)     £. 10.000
Da Portovenere (B.R.)     £. 31.000



COMITATO CENTRALE UECI

Presidente: Mario SOLA, via Brighinzio 7,13100 Vercelli, tel. - fax 0161 - 255434.
Vice presidente e incaricato giovanile: Carlo SARANDREA, Via di Porta Fabbrica 15, 00165 Roma -tel. 06-631805
Segretario e cassiere: Franca CONCINA. Strada Lucento 73. 10151 Torino, tel. 011-7390068
Segretario per l'Informazione: Serio BOSCHIN, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel -fax 0422-25381.
Consiglieri: Don Duilio MAGNANI, viale C. Zavagli 73, 47030 Rimini (FO), tel. 0541-26447;
Giovanni CONTI, via F. Filzi 51, 20032 CORMANO (MI), tel. 02-66301958
Antonio GAMBUTI; via V. Bellini 24, 47039 Savignano sul Rubicone (FO), tel. 0541 -944523;
Maria PISONI, via Gorizia 17, 28100 Novara, tel. 0321-392914,
Assistente Ecclesiastico: Mons. Lorenzo LONGONI, Piazza Duomo 16, 20122 Milano, tel. 02-72001944/86463359.

Grafica e impaginazione di Katolika Sento: Mario GUILLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli.




LETTERA DI SUA SANTITÀ
GIOVANNI PAOLO II

     Ciò che abbiamo detto ci aiuta a vedere più chiaramente quale potrebbe essere la funzione dei grandi Santuari, particolarmente quello di Loreto, nel nuovo contesto religioso di oggi: non luoghi del marginale e dell'accessorio ma, al contrario, luoghi dell'essenziale, luoghi, dove si va per ottenere «la grazia», prima ancora che «le grazie». Oggi è necessario, per rispondere alle nuove sfide della secolarizzazione, che i Santuari siano luoghi di evangelizzazione, vere e proprie cittadelle della fede, nel senso globale che questa parola aveva sulla bocca di Gesù quando diceva: «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1,15).
     «Si potrebbe forse parlare - scrivevo sempre nella Redemptoris Mater- di una specifica «geografia» della fede e della pietà mariana, che comprende tutti questi luoghi di particolare pellegrinaggio del popolo di Dio» (n. 28).
     È noto il ruolo determinante che svolsero nella prima evangelizzazione dell'Europa alcuni grandi monasteri, quali centri di spiritualità e veri campi-base nel cammino della fede. I grandi Santuari - divenuti oggi, anche grazie all'accresciuta mobilità umana, luoghi di più grande concorso di popolo - sono chiamati ad assolvere una funzione analoga, in vista della nuova ondata di evangelizzazione, di cui avvertiamo tanto urgente il bisogno per l'Europa e per il mondo. Occorre l'opera sapiente e zelante delle persone poste a servizio dei Santuari e di quelle che accompagnano spiritualmente i pellegrini. Per questo non si raccomanda mai abbastanza la necessità di una adeguata pastorale, aperta alle grandi sfide del mondo o ai segni dei tempi, ispirata alle direttive conciliari e del magistero più recente della Chiesa, soprattutto per quanto riguarda l'efficace amministrazione dei sacramenti o la centralità della Parola di Dio. Quante persone si sono recate ad un Santuario per curiosità, come visitatori, e sono tornate alle loro case trasformate e rinnovate, porche vi hanno ascoltato una parola che le ha illuminate!
     Vale in modo tutto particolare per i Santuari ciò che Dio dice per mezzo del profeta: «Il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli» (Is 56,7). L'efficacia dei Santuari si misurerà sempre più dalla capacità che essi avranno di rispondere al bisogno crescente che l'uomo sperimenta, nel ritmo frenetico della vita moderna, di un contatto silenzioso e raccolto con Dio e con se stesso. Quale grazia poter fare questo proprio presso la Santa Casa di Nazareth, dove Maria e lo stesso Gesù dedicarono gran parte del loro tempo alla preghiera silenziosa e nascosta.
     Mi auguro, dunque, che si avveri sempre più quanto ebbi a dire nell'occasione già ricordata: «A Loreto folle innumerevoli, ogni giorno e da tutto il mondo, si accostano al Sacramento della Confessione e dell'Eucaristia e molti si convertono dall'incredulità alla fede, dal peccato alla grazia, dalla tiepidezza e dalla superficialità al fervore spirituale ed all'impegno della testimonianza. Loreto è una sosta di pace per l'anima; è un incontro particolare con Dio; è un rifugio per chi cerca la Verità e il senso della propria vita» (Angelus dell'8 dicembre 1987).



LA SURPRIZOJ NENIAM FINIĜAS

     Tion ĉi rakontis fonto nesuspektebla, nome ĉefrabeno de Jerusalemo, Meir Lau, okaze de sia renkonto kun Papo Johano II. La epizodo, kiun neniu konis antaŭe, malkaŝas personan menslarĝecon kaj donas doktrinajn sugestojn...
     Dum la lasta monda milito du junaj polaj geedzoj sukcesis altrudi inter la brakojn de iu sinjorino sian infaneton dirante klare en la agitiĝo de la tragedia momento: “Se ni ne revenos plu, memoru ke tiu ĉi estas hebreo... ke li ne forgesu tion!”
     Sinjorino Jakowiezowa -daŭrigas rakonti la ĉefrabeno- multe korinklinadis al tiu neatendita infano kaj kiam ŝi eksciis ke liaj gepatroj estis mortintaj en la koncentrejo de Auschwitz en Pollando, ŝi decidis kun sia edzo adopti lin laŭleĝe.
     Dume la infano okjariĝis kaj la adoptaj gepatroj, estante katolikoj, prezentis lin ĉe la parokejo de Krakovo por ke la pastro zorgu la bezonatan preparon cele de bapto laŭ la kredo de la nova familio. La juna sacerdoto, estimata kiel inteligenta kaj aperta persono, mirinte ke la gepatroj estis tiom prokrastintaj tian religian taskon, insiste petis ke la patrino rakontu la kaŝitan historion de la knabo kaj la sinjorino devis sciigi ke tiu infano estis naskiĝinta en hebrea familio.
     La sacerdoto demandis: “Ĉu vi konas la lastan deziron de la gepatroj pri ilia infano?”
     “Jes. La patrino de la infano al mi diris: Se ni ne reiros plu, konigu ke li estas hebrea kaj ke li klopodu ĉiumaniere reveni en la Israelan hejmon”.
     “En tiu ĉi kazo ni ne povas lin bapti -konkludis la pastro- ni devas respekti la gepatran volon”.
     La ĉefrabeno konkludis sian rakonton jene: “Tiu okjaraĝa knabo estis mi, kaj la juna pola sacerdoto nomiĝas Karlo Wojtila, Johano Paŭlo la Dua”.
Armando Zecchin



RISERVATO AI GIOVANI...
     L'Unione Esperantista Cattolica Italiana ha istituito un premio, dell'importo di lire 500.000, da assegnare ad un giovane italiano iscritto all'UECI o alI'IKUE, di età compresa tra i 18 ed i 30 anni, che abbia conseguito il diploma di esperanto di 3° grado. La somma sarà erogata quale contributo per la partecipazione ad un Congresso dell'IKUE o ad un Congresso esperantista ecumenico. I concorrenti aventi i requisiti richiesti devono segnalarsi al dr. Serio Boschin, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel/fax 7390068.




     La printempa duobla numero de “Heroldo de Esperanto” enhavas detalan liston de ĉiuj plej gravaj feriaj renkontiĝoj, seminarioj, internaciaj kursoj, kunvenoj kaj kongresoj, kiuj okazas en Esperanto ĉie en la mondo.
     La listo por 1995 detaligas datojn, adresojn kaj programojn kaj priskribas pli ol 200 aranĝojn.
     Oni povas senpage ricevi la supre menciitan duoblan numeron, mendante ĝin ĉe la redakcio (Via Sandre 15, 10078 Venaria Reale (Torino - Italio). Kiel konate, “Heroldo de Esperanto”, fondita en 1920, estas la plej populara gazeto en la internacia lingvo kaj estas eldonata de laŭleĝe registrita kultura societo sen profita celo.
A. Fighiera-Sikorska




La 25-an de Februaro 1995 Carlo Sarandrea, Vicprezidanto de UECI, kunredaktoro de Vatikana Radio, de EsperoKatolika, kaj de l'Esperanto, edziĝis kun f-ino Antonella Ruggeri. Al kara kaj estimata amiko Carlo kaj al la ĝentila edzino UECI esprimas plenkorajn dezirojn de tre feliĉa kunvivado.



AGADO ĈE KATOLIKAJ INSTRUEJOJ
Dum la Kongreso en Armeno estis decidite entrepreni intensan agadon ĉe seminarioj kaj katolikaj lernejoj por konigi la katolikan E-movadon kaj organizi kursojn de esperanto. Informoj pri la faritaj klopodoj kaj la atingitaj rezultoj estos publikigataj en ĉi tiu nova rubriko. Tial estas atendataj raportoj de la grupoj kaj de unuopaj samideanoj.




VIVO DE LA GRUPOJ

     MILANO. Il Centro Esperantista Cattolico “Don Ferdinando Longoni” ha organizzato a Gazzada (Varese), nella prestigiosa sede di Villa Cagnola, l'8° Incontro che si è svolto nei giorni 18 e 19 marzo. Vi ha partecipato una quarantina di esperantisti provenienti anche da Vercelli, Torino, Bergamo. Brescia. Bologna e Savignano.
     I temi del convegno, trattati unicamente nella lingua internazionale da numerosi relatori, sono stati “II teatro in esperanto” -con esempi di recitazione. sia diretta, sia attraverso la presentazione di scene registrate di una commedia di Oscar Wilde- e “La Santa Casa”, di cui quest'anno si celebra il 7° Centenario della traslazione a Loreto. In chiusura del convegno, mons. Lorenzo Longoni ha celebrato la S. Messa in esperanto.

     TREVISO. Nell'anno 1994 il Gruppo U.E.C.I. di Treviso ha fatto celebrare dieci messe per l'unione dei cristiani: ha offerto e preparato 350 opuscoli per la celebrazione cattolica della messa nel santuario di Mariazell in Austria in occasione del 46° congresso internazionale dei ferrovieri a Krems: ha fornito materiale esperantista anche in lingua francese a Padre Michielan in missione nel Nord Camerum, al quale andrà la prima offerta di un milione per l'alfabetizzazione a nome dell'UECI.
     Generosità è stata dimostrata sia per il fondo “alfabetizzazione” sia per dare una casa all'IKUE in Roma.
     Corsi di esperanto sono stati organizzati a Treviso, a Castelfranco Veneto e Castello di Godego nonché uno, ufficiale. per cinque insegnanti elementari presso la direzione didattica di Preganziol (TV).
     Si è presentata la lingua internazionale in cinque scuole pubbliche e in vari istituti cattolici. Diversi articoli sono stati pubblicati nel settimanale diocesano, in particolare da parte del Presidente del gruppo, sulla vita di S. Pio X° patrono degli esperantisti cattolici.
     Non è mancata una fattiva presenza al 10° congresso ecumenico IKUE-KELI a Gostyn con due interviste a Radio Polonia e Radio Budapest.





Kardinalo Ersilio Tonini, emerita episkopo de Ravenna, krom konata kaj estimata predikanto estas aprezata komentisto ĉe ĵurnaloj kaj televido. Pier Giorgio Liverani faris al li intervjuon kiun ni eltiris el “Sì alla Vita”, monata revuo de la itala "Movimento per la Vita".

ESTI DONACO

Kion signifas por kristano, Eminenca Moŝto, esti donaco?
     Esti donaco signifas posedi ion valoran por aliulo, por alia persono. Signifas voli esti donaco por aliulo. Ĉi tio estas substrekenda, ĉar se mi pensas ke mia vivo estas donaco, mi estas invitata estimi mian vivon. Tamen, por kelkaj, esti donaco limiĝas al nura patino, kvazaŭa aldono al tio kio oni estas. Sed en la realo, kiam vi malkovras esti vere donaco, vi rekonas esti mem la bono por aliulo. Tiam vi ekkonas ke vi ne estas sola kaj tiumomente vi ĝuas je via vivo pro iu alia. Tiel naskiĝas amorilato.

Do, Eminenco, esti filo, esti donaco kaj filo samtempe kion aparte signifas?
     Esti filo signifas ke oni estas la bono de aliulo, ne kiel objekto, kiel donaco el oro. sed esti io plia, tio estas la intereso, la spegulo en kiu la aliulo sin retrovas. Ne aĵo montrenda kaj per kiu sin ornami, sed kontraŭe iu kun kiu komuniki, kun kiu interŝanĝadi.

Kion interŝanĝi?
     Interŝanĝadi vivon por vivo. Dum en merkato okazas interŝanĝo de varo kontraŭ varo kaj, en fabriko, de laborplenumo kontraŭ salajro, en familio realiĝas interŝanĝado de vivo por vivo. Patro kaj patrino interŝanĝas sian vivon kun la filo kaj la filo sentas esti la daŭrigo de la gepatra vivo kaj li sin demandas, filece, kion li povas fari por reciproki. Jen la signifo de fileco: esti iu sur kiun la aliulo enverŝas sin mem, al kiu li donacas sin mem, ĝoja ĉar li retiriĝas dum la alia daŭrigas.

Ĉi tio en nia homa mondo, ĉar ni estas mortemaj. Sed esti donaco de Dio?
     Esti donaco de Dio signifas eĉ esti la bono de la Ĉiopova. Jes, ja la bono de Dio. Mi memoras tiun aserton de Peguy: “Dio konfidas je ni, Dio esperas je ni”. Pripensu: ni estas la espero de Dio. Kaj ĉu ni esperos je Li? La Ĉiopova fidas, kvazaŭ sin metas en niajn manojn kaj ni ne devus kalkuli je la Ĉiopova? Tio estas eksterordinara, tio estas la plej bela.
La Kardinalo eltiras libron el sia sako.
     Pensu: de antaŭ tri jaroj mi meditadas pri Sankta Aŭgusteno. Mi meditas, mi min nutras je li kaj en ĉi tiuj tagoj mi estas leganta kelkajn paĝojn de lia prediko, numero 216, tio estas la parolado kiun Aŭgusteno adresas al “Competentes”, al la plenaĝaj romianoj kiuj kandidatiĝis por la bapto. Al ili li diras: “Nolite vos despicere, ne malŝatu vin ĉar ankoraŭ ne malkaŝiĝis kio vi estos”. Jen, ni ĉiuj scias ke la filo estas la heredanto de la patro, tamen, en homaj aferoj, la filo heredos de la patro nur post lia morto. Sed, en la rilato kun Dio, estas Li mem kiu sin donas kiel heredaĵo. Poste Aŭgusteno aldonas: “Kiam Li aperos, tiam evidentiĝos ankaŭ kio vi estos”. Tio signifas ke nur tiam ni komprenos plene kiu estas Dio kaj ke, do, ni komprenos ankaŭ kiuj ni estis kaj estas.
     Kaj fine Aŭgusteno diras: “Non sitis viles vobis, ne subtaksu vin. Sufiĉas pripensi ke la Kreinto de la aĵoj kaj Kreinto via estimis vin tiom ke ĉiutage Li oferas por vi la grandvaloran sangon de sia Filo”.

Al ĉi tio malmultaj pensas. Kial, Eminenco, en la nuntempa socio, kaj foje ankaŭ en la Eklezio, oni estas pri tio malmulte konvinkita? Malmulte konvinkitaj ke ĉiu filo estas donaco. Kial?
     Ĉiam okazis tiel, pro la fakto ke la homoj forgesas pri sia naskiĝo. Ni bezonas ankoraŭ sanktan Aŭgustenon: “Negligis quod factus es? Admiras quae fecisti. Vi forgesas kia vi estis farita kaj vi admiras nur la aĵojn de vi faritajn. Tio estas: la homo admiras nur tiujn aĵojn kiuj lin ĉirkaŭas, miras pri ili, kaj li, la admiranto, forgesas esti mem mirindaĵo.

Simpla forgeso?
     Jes, forgeso. Ni ne havas sperton pri nia naskiĝo. Jen kial mia patrino min diris: “Via patro kaj mi faris grandan feston kiam vi naskiĝis; vi ne povis festi tiam, do festu ĉiumatene kiam vi vekiĝas, dum la matenaj preĝoj. La matenaj preĝoj havas senmezuran valoron.

La Eklezio ilin nomas Laŭdoj.
     Jes, la laŭdoj al Dio. Sankta Ambrogio. kiu kompetentis, verkis siajn grandajn himnojn ĝuste por saluti la tagon, la Kreitaĵon. Tio estas, la primicoj donataj al Dio. Sed ni taksas la vivon kvazaŭ ĝi estus io uzenda forgesante ke ĝi ne estas por uzado sed por donaco. Alivorte, ni zorgas pli multe pri la donado ol pri la ricevado. Kaj kontraŭe la vivo estas daŭre ricevata: ĉiutage Jesuo Kristo donas la ekzemplon. Kiel homo Li daŭre ricevas la vivon de la Patro: “Mi plenumas la volon de mia Patro. Ni tion forgesis kaj en nia rilato kun Dio ni opinias ke Dio estas nur tiu antaŭ kiu ni estas respondecaj. Ni devus memori ke ni, kontraŭe estas en daŭra donacado.

(Traduko de M. S.)




“METODI NATURALI PER LA REGOLAZIONE DELLA FERTILITÀ: L'ALTERNATIVA AUTENTICA”
di Carlo Sarandrea

Il testo che segue è stato presentato al Congresso dell'UECI dello scorso anno.
L'interesse con cui fu allora accolto consiglia di offrirlo anche ai lettori.
Qui ne viene pubblicata la seconda parte.


     La proposta di “metodi naturali” non è soltanto una questione di teologia morale cattolica, ma e ancor prima una questione di etica naturale e di scelta per la civiltà. Mons. Elio Sgreccia, del Comitato di Presidenza del Pontificio Consiglio della Famiglia, nella conferenza stampa per la presentazione dell'opera, ha a questo proposito rilevato come i "metodi naturali" sono "proposti e praticati in vari contesti culturali, anche non cristiani, come nella cultura indù, nelle culture influenzate dalle religioni naturaliste, nella società islamica” (fine della citazione!).
     (Commentiamo noi: purtroppo permangono nella nostra società affermazioni testarde e quanto meno "ignoranti", quale: "i metodi naturali sono mania e ipocrisia dei cattolici" (sentita dal sottoscritto e di certo anche da qualcuno dei presenti, magari sotto altra forma)).
Gli aspetti che qualificano i metodi naturali come scelta di etica naturale sono valori naturali e universali.
     Ve li cito, insieme a un brevissimo riassunto della trattazione presente nel libro:

a) Il rispetto della ritmicità naturale della fertilità umana.

     La fertilità umana è ritmica e ciò è in rapporto alla fertilità della donna. Conoscere questa ritmicità, rispettarla, valorizzarla. “per cercare come per distanziare i concepimenti” (annota il documento) è adeguarsi ad un disegno profondo che è scritto nel corpo, ma implica la responsabilità della persona e il suo bene totale;

b) L'ecologia biologica della persona umana.

     L'insegnamento prodotto dalla contraccezione di ogni tipo in questi trenta anni, con ogni sorta di sostanze chimiche e di strumenti talora devastanti e gli effetti secondari dovuti alla contraccezione, alla sterilizzazione. all'aborto sono documentati e documentabili. Ma la ragione che chiede questo rispetto della fisiologia naturale e ancor più profonda della considerazione dei danni e degli effetti avversi della contraccezione: si tratta di raggiungere l'armonia tra la natura e la persona, tra le ragioni della corporeità e quelle della responsabilità.
     Ne deriva come conseguenza una più giusta collocazione della medicina in relazione alla procreazione: l'interno medicale si giustifica per superare la malattia, per prevenire l'infertilità, non per ubbidire semplicemente a quella che viene chiamata "volontà manipolatoria e deviante", rispetto alla normalità fisiologica della procreazione.

c) Il principio di comunione sponsale.

     È' un'esperienza convalidata, ed è nella logica dei metodi di regolazione naturale della fertilità, il fatto di favorire l'intesa interpersonale degli sposi per prendere coscienza, rispettare la ritmicità della fertilità e quindi l'amore responsabile, così fondamentale per la comunione sponsale e per la procreazione dei figli.
     II documento passa quindi a trattare le ragioni profonde perché la proposta dei metodi naturali sia anche una scelta positiva della morale cattolica.

d) La morale cattolica esprime su questo punto la sua proposta positiva. Positiva. in questo caso. significa che la morale cattolica non si limita a dire "no" alla contraccezione, che manipola la procreazione ed è contraria al progetto di Dio.      Quest'ultimo viene espresso nella costituzione e nella struttura profonda dell'unione degli sposi, come "comunione totale plenaria", "unitiva e procreativa".
     La proposta positiva e quella di una cosciente e responsabile assunzione di due momenti decisivi dell'atto procreativo.
Quali sono questi due momenti decisivi?

Il momento deliberativo. La coscienza degli sposi. illuminata dalla fede, prende la decisione se ricercare una nuova vita. La coscienza si confronta con Dio. con le condizioni fisiche e psicologiche degli stessi sposi. con le condizioni di carattere educativo e sociale (il documento riporta qui passi dalla "Humanae Vitae". il numero 10 ).
     Quando ci sono delle ragioni valide e importanti per rinviare una nuova nascita viene posto il secondo momento:

     II momento esecutivo. È quello della scelta dei metodi naturali e chimici. La morale cattolica esige che i coniugi pratichino la astensione dai rapporti coniugali nei periodi fertili. Rimane aperta la possibilità di esprimere l'amore coniugale. nella pienezza del dono di sé, senza manipolazione, nei periodi fertili. L'“Humanae Vitae” così si esprime:
     «Se dunque per distanziare le nascite esistono seri motivi, derivanti o dalle condizioni fisiche o psicologiche dei coniugi o da circostanze esteriori, la Chiesa insegna essere allora lecito tener conto dei ritmi naturali immanenti alle funzioni generative per l'uso del matrimonio nei soli periodi fecondi e così regolare la natalità senza offendere i principi morali che abbiamo ora ricordato».
     Questa proposta esige certamente il dominio di sé, la pratica della castità coniugale, l'educazione ai valori del corpo e della sessualità il superamento della mentalità materialistica della relazione coniugale.
     Citiamo ancora la "Humanae Vilae":
     «Usufruire del dono dell'amore coniugale rispettando le leggi del processo generativo .significa riconoscersi non arbitri delle sorgenti della vita, ma piuttosto ministri del disegno stabilito dal Creatore. Infatti, come sul suo corpo carnale l'uomo non ha dominio illimitato, così non lo ha, con particolare ragione, sulle sue facoltà generative in quanto tali. a motivo della loro ordinazione intrinseca a suscitare la vita, di cui Dio è principio. La vita umana è sacra, ricordava Giovanni XXIII°, fin dal suo affiorare, impegna direttamente l'azione creatrice di Dio ».("Humanae Vitae". n° 13; Giovanni XXIII. "Pacem inTerris", II ).

     Nello stesso tempo. come detto, l'assunzione di questa visione e dei metodi naturali, aiuta a costruire una nuova mentalità e una cultura di rispetto della persona del coniuge.
     Già la semplice conoscenza della propria fertilità dal punto di vista biologico rappresenta un momento di indiscutibile significato educativo in quanto porta la coppia a riflettere su leggi biologiche iscritte nella persona e a cui si ricollega la verità globale della persona stessa e origine della vita.
     La conoscenza delle leggi biologiche della riproduzione umana e solo la componente "informativa" e strumentale di un cammino di "formazione" che parte da questo primo "incontro" con la fertilità come forza positiva e richiama l'attenzione della-coppia al mistero della trasmissione della vita e a valori squisitamente umani cui è inclinata ogni persona. Nella riscoperta di tali valori personali la coppia viene aiutata a vivere il significalo dell'atto coniugale nella sua completezza e pienezza e a sviluppare un dialogo sempre più intimo e profondo. L'uso del metodo stesso, quindi, può costituire di per se uno stimolo positivo per un miglioramento qualitativo del rapporto di coppia e per l'acquisizione di una maggiore maturità nel vivere la propria sessualità con un atteggiamento di rispetto e di apertura alla vita.

― continua ―



NORME ASSOCIATIVE E QUOTE PER L'ANNO 1995

L'Unione Esperantista Cattolica Italiana (UECI) è sezione della Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista (IKUE), pertanto ogni associato dell'UECI è contemporaneamente socio dell'IKUE.

LE QUOTE PER L'ANNO IN CORSO SONO LE SEGUENTI:
 
Associato ordinario senza Espero Katolika £. 19.000 (di cui 3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore senza Espero Katolika £. 38.000 (di cui 6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio senza Espero Katolika £. 380.000 (di cui 60.000 al gruppo locale)
Associato ordinario con Espero Katolika £. 49.000 (di cui 3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore con Espero Katolika £. 98.000 (di cui 6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio con Espero Katolika £. 980.000 (di cui 60.000 al gruppo locale)
Associato giovane £. 9.500 (di cui 1.500 al gruppo locale)
Associato giovane con Espero Katolika £. 24.000 (di cui 1.500 al gruppo locale)
Associato familiare £. 9.000 (di cui 1.500 al gruppo locale)

     Si richiama l'attenzione sulla categoria "Amico dell'UECI"costituita da simpatizzanti dell'Unione che vogliano contribuire alle sue finalità versando una somma non inferiore alle lire 5.000 che dà diritto a ricevere materiale informativo sulla vita dell'associazione.
Solo abbonamento a Katolika Sento £. 10.000
Solo abbonamento a Espero Katolika £. 27.000
Abbonamento a Dia Regno (periodico degli esperantisti protestanti) £. 15.000

I versamenti vanno fatti sul C.C.P. n. 11129475, UECI, viale Zavagli 73, 47900 Rimini.

N.B. Katolika Sento è inviato a tutti gli associati, tranne che ai familiari.
  • È associato giovane chi non ha superato i 25 anni.
  • È associato familiare chi convive con altro associato.
  • Per l'abbonamento all'estero aggiungere lire 4.000 per spese di spedizione.
  • Specificare nella causale del versamento la categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani, l'esatto indirizzo per il recapito di K.S., la destinazione di eventuali offerte.
  • I gruppi locali trattengono le parti di loro spettanza, versando solo la differenza, mentre la quota dei soci individuali va interamente all'UECI.




Vittorio Dall'Acqua, rapito troppo immaturamente all'affetto dei suoi cari e degli amici,
è stato un esperantista cattolico di forte testimonianza,
apprezzato per le sue grandi qualità di cuore e di mente.
La poesia qui pubblicata sia anche a ricordo della sua esemplare vita.
REVENO

Al lando praava, post longa vojaĝo,
por vidi la lokojn de sia junaĝo,
li sola revenas, sen ia soleno.
Li grimpas pilgrime al Jerusalemo,
alvenas vizite al fama preĝejo
en kiu troviĝas la sankta tombejo.
En ŝildo, sur pordo, legiĝas notico:
"Kristanoj ĉi tien eniru en vico,
ne mikse, sed nur laŭ la kredaparteno:
por kult' ortodoksa en frua mateno,
por rito melĥita en la posttagmezo,
kaj romkatolikoj vespere por meso."
Monako gardisto, al tiu fremdulo
hezite senmova sub tiu tabulo
helpeme demandas: "Ĉu vi ne komprenas?
Al ajn konfesio ĉu vi apartenas?
Jam estas fiksita por ĉiu la horo,
elektu la tempon por via adoro.
Do, kio vi estas ho pia turisto?"
"Mi estas" - li diras -" mi estas ...
nur Kristo!"
RITORNO

Alla terra degli avi, dopo lungo viaggio,
a vedere i luoghi della sua giovinezza,
egli ritorna, umile e solo.
Va pellegrino a Gerusalemme,
in visita giunge alla celebre chiesa,
dove si trova il santo sepolcro.
Sull'uscio una targa riporta la scritta:
"Cristiani, a turno qui entrate,
non tutti uniti, ma al credo conformi:
il culto ortodosso di primo mattino,
il rito melchita di pomeriggio,
per i cattolici la messa di sera".
II frate guardiano a quello straniero,
che esita immobile davanti alla porta,
domanda in aiuto: "Ma tu non comprendi?
A qual confessione tu invero appartieni?
Già l'ora ad ognuno è fissata,
scegli il tempo per le tue devozioni.
Chi sei, dunque, o pio turista?
"io sono" -egli dice-"io sono... sol Cristo!":
VITTORIO DALL'ACQUA
(Traduzione dall'esperanto di Annamaria Faiella)




9° CONGRESSO DELL'UNIONE ESPERANTISTA CATTOLICA ITALIANA

LORETO / GROTTAMMARE 8-1 2 SETTEMBRE 1995

Tema: La Lettera Enciclica "Redemptoris Mater" di Giovanni Paolo II
Sede del Congresso: OASI S. MARIA DEI MONTI - Grottammare (Ascoli Piceno)

Il programma di massima è il seguente. Arrivo a Loreto il mattino di venerdì 8 settembre. Celebrazione della S. Messa nel Santuario e visita di esso; dopo il pranzo seguiranno tempi di meditazione e preghiera. Partenza in autopullman e arrivo a Grottammare in serata. Inaugurazione ufficiale il mattino di sabato 9 e visita a S. Benedetto del Tronto nel pomeriggio. Lunedì 11, escursione-pellegrinaggio con meta ai santuari di Lanciano e Manoppello, visita di Ascoli Piceno e omaggio alla tomba di P. Albino Ciccanti. Si prevede di organizzare un soggiorno-vacanza a Rimini nei giorni precedenti l'inizio del Congresso e di effettuare poi il trasferimento in pullman a Loreto il mattino del giorno 8.

Quote di partecipazione


Adesione entro il 30 aprile: £. 240.000 in camera singola, £ 220.000 in camera doppia; entro il 30 giugno: £. 260.000 in camera singola, £. 240.000 nella doppia: dal 1° luglio: £. 280.000 nella singola, £. 260.000 nella doppia. Per i giovani che non superano i 25 anni si applica una riduzione di lire 30.000. Le quote comprendono 1'iscrizione, le pubblicazioni, la partecipazione al programma (esclusi i viaggi ed i trasferimenti), vitto ed alloggio dalla cena del giorno 8 al pranzo del 12 settembre. La quota (o l'acconto di £. 50.000) va versata sul c/c postale n° 33511106 intestato a Franca Concina, strada Lucento 73, 10151 Torino oppure pagata alla stessa con vaglia postale specificando la causale; la scheda di adesione pubblicata a fianco è da spedirsi al medesimo indirizzo.

9° CONGRESSO DELL'UNIONE
ESPERANTISTA CATTOLICA ITALIANA

8-12 settembre 1995 OASI S. MARIA DEI MONTI
GROTTAMMARE (AP)

NOMO_________________________________________________________________

ANTAŭNOMO____________________________________________________________

STRATO_______________________________________________________________

POŜTKODO________________________URBO_________________________________

LANDO________________________Telefonnumero___________________________

data di nascita per i giovani fino a 25 anni_________________________

ADERISCO AL 10° CONGRESSO U.E.C.I. e a tale scopo comunico che:
(indicare con una "x)

     ( ) Aderisco senza partecipare
     ( ) aderisco e parteciperò come "memzorganto"
           (provvederò da me al vitto e alloggio)
     ( ) parteciperò per tutto il periodo
     ( ) parteciperò solo dal giorno_________al giorno_________
Ho versato
     ( ) l'intera quota di partecipazione quale fissata per la data
           della mia adesione
           (Lire.....................)
     ( ) un anticipo di Lire 50.000 (comprendente l'adesione
           al congresso Lire 30.000 e la prenotazione alberghiera Lire 20.000)
     ( ) la sola adesione al congresso (Lire 30.000), senza
           prenotazione alberghiera
Desidero alloggiare
     ( ) in camera doppia con ___________________________
     ( ) in camera singola
     ( ) in aggiunta alla mia cifra ho versato un contributo per il Congresso
           per Lire__________________

ESTREMI DEL MIO VERSAMENTO

     ( )Versamento sul conto corrente postale N 33511106 intestato a
      Franca Concina strada Lucento 73 -10151 TORINO
     ( )Vaglia postale o telegrafico intestato a Franca Concina
      strada Lucento 73-10151 Torino

Inviato in data ___________________________

Luogo ________________________________

Data _________________________      FIRMA ____________________________