Enhavo:
KRISTNASKO
Non potevamo trovare testo migliore di
questo per formulare l'augurio di felice Natale ai nostri
lettori. E' "II Natale" di Alessandro Manzoni nella inedita
versione del prof. Gaudenzio Pisoni di cara memoria, che fu
attivo membro di UECI ed IKUE, più volte vincitore del
primo premio internazionale di traduzione assegnato
dali'Universala Esperanto-Asocio
Kiel ŝtoneg' al kruta veti'
de longa montdeklivo,
lasita al puŝforto de
terfala detruivo,
tra l' rokovojo skua,
alvaliĝante brua
batas en fina halt'.
Ĝi, kien falis, tie ĉi
plukuŝas en starpuno
kaj dum jarcenta longa vic'
ĝin ne varmigas suno
de /' monta pint' iama
se nova virto ama
ne portos ĝin al alt'.
Tiele restis en malĝoj
la fil' de l'praa peko,
post kiam la falinta ul',
pro ĝusta venĝoveko,
malbonon ĉian provis
nek plu la kapon povis
eklevi kun fier'.
Ĉu irus filo de I' malam'
aŭ iu ajn persono,
al la neatingebla Di'
por peto de pardono?
Por fari novan ligon?
Akiri liberigon
de /' predoj de l'Infer'?
Naskiĝis Bebo, kaj al ni
oni donacis Filon,
kontrauaj fortoj tremas se
Li movas nur pupilon;
helpon de Li ricevas,
reviglas hom', sin levas
redigna je honor'.
El la eteraj domoj jen
elfluas viva fonto,
tra l' krutegaĵoj iras ĝi,
tra l' veproj de la monto:
miel' el tigoj gutas
le dornojn superŝutas
jam ĉiaspeca flor'.
Eterna Fil' samkiel la
Eterna Patr' naskanta,
ke komenciĝis Vi kun ĝi
ĉu dirus jarcent' vanta?
Ho Est'; en empireo,
de via vorto kreo,
ne enteniĝas Vi.
Sed vole prenis Vi sur vin
argilon-ĉi kreitan.
Kiel honori ĝin per grac',
ĝin nepre malmeritan?
Se en la pens' kaŝata
venkas pardon', kompata
senlime estas Li.
Hodiaŭ Li naskiĝis: al
Efrato, laŭ rivelo,
suriris milda Virgulin'
la glor' de Izraelo,
je tia Fil' graveda:
Lin fiksis voĉ' profeta
je l' naskaj gent' kaj lok'.
Lia Patrino flegis Lin
per vindotol' mizera,
kaj en humila bestmanĝuj'
Lin gardis amofera.
La Filon ŝi adoris
pro kies nask' doloris
sekve de Dia vok'.
Anĝel' ĉiela, anoncist'
de tia sort' al homoj,
ne iras de potenca gent'
al prigardataj domoj;
sed al paŝtistoj piaj,
ĉe l' kruda mond' neniaj,
aperas li per hel'.
Kaj ĉirkaŭ li, en nokta vast'
dum svarmo sekvas svarmo,
descendas ĉieluloj mil
en fluglumanta ĉarmo:
kaj ĉiuj Dion glore
prikantas plenfervore
samkiel en ĉiel'.
Daŭrigis ili kanton, dum
reir' al firmamento:
tra l' transpasitaj nuboj, ĝi
ĝojsonis ĉe l'atento
de l' paŝtistar' fidela,
ĝis kiam la anĝela
himnado mutis, for.
Jen senprokraste al priserĉ'
de l' rifuĝej' malriĉa,
laŭ la sugest' aŭdita ĵus
kuradis ar' feliĉa:
kaj vidis ke sur kripo,
en povra bebekipo
ĝemetis la Sinjor'.
Dormu Infan', ne ploru nun,
Infan' ĉiela dormu:
kaj grince super via kap'
ne plu l' tempestoj ŝtormu,
kiuj sur ter' malsaĝa,
kiel bestar' sovaĝa,
fuĝas de Vi en tondr'.
Dormu, Ĉielulo, la homar'
pri l' naskiĝint' nescia,
atendas tagon kiam ĝi
heredo estos via
kaj konos en humila
ripoz', en polv' ekzila
la Reĝon de la mond'.
LE NOSTRE MOTIVAZIONI E
FINALITÀ
Lorenzo Longoni
(Continuazione dal numero preced.)
V
IL DIALOGO ECUMENICO
Ancora il 1° articolo del nostro "statuto"
dice, alla lettera e), che L'UECI vuol promuovere "La
partecipazione al dialogo ecumenico secondo le indicazioni
ufficiali della Chiesa Cattolica".
I.
L'ecumenismo nasce dalla coscienza che la divisione
tra i cristiani contraddice l'unità voluta da
Gesù Cristo, è di scandalo al mondo e ostacola la
testimonianza del Vangelo (cf. Giov. 17, 20-21).
L'ecumenismo è perciò il cammino verso
l'unità e la pienezza della comunione ecclesiale, un
cammino di conversione e di riconciliazione, guidato dallo
Spirito Santo, che ogni battezzato ha ricevuto.
È' perciò grazia e vocazione per la Chiesa e
ne qualifica i tre ministeri fondamentali della Parola,
della Liturgia e della Carità.
Strumento necessario di questo cammino è il
dialogo, che implica disponibilità al reciproco
ascolto e impegno alla comune ricerca della
verità.
II.
Ogni fedele cattolico
- deve acquistare o approfondire la convinzione che
l'Ecumenismo è fedeltà alla volontà del
Signore e che quindi ogni cristiano è chiamato a
partecipare all'impegno per giungere alla piena unità
della Chiesa;
- non deve rinunciare alla propria identità
ecclesiale: è presupposto necessario per poter
dialogare coi fratelli cristiani;
- deve avere una corretta conoscenza delle altre Chiese
o Comunità ecclesiali e valutare la qualità dei
doni che uniscono fra loro le Chiese;
- sa che la divisione è conseguenza dei peccati,
soprattutto della mancanza di carità vicendevole e
della mancanza di umiltà che fa ritenere superiori
agli altri.
III.
La pienezza dell'unità è opera dello
Spirito Santo (cf. Atti 2 , 1 -11) e va perciò
domandata con la preghiera .
L'Eucarestia è il centro della vita della Chiesa e
ne costituisce la massima realizzazione ed espressione di
unità. Èappunto nell'ascolto della Parola e nella
celebrazione eucaristica che dobbiamo lasciarci plasmare
dal Signore per la comunione piena e per l'evangelizzazione
autentica: "Vi è un solo pane e quindi formiamo un
solo corpo. Anche se siamo molti, perché tutti insieme
mangiamo quell 'unico pane " (1.Cor. 10,17). Lo Spirito
Santo costruisce l'unità non come uniformità o
fusione delle diversità, ma come valorizzazione dei
doni di ciascuno (cf. 1 Cor 14).
Per tutto ciò occorre in noi
- studio per conoscere ciò che abbiamo comune e
differente nella fede;
- lettura comune della S. Scrittura;
- preghiera (cf. Giov. 17,21): si pensi ad es. alla
settimana per l'unità dei cristiani (18-25 gennaio di
ogni anno );
- sofferenza per la divisione: "Beati quelli che hanno
fame e sete di giustizia (quella di questa perfetta
unità), perché saranno saziati (cf. Mt. 5,6);
- collaborazione alle comuni iniziative di carità
(es. di Basilea '89).
IV.
Il noto volume di Giovanni Paolo II° "Varcare
la soglia della speranza " ha alcuni capitoli al riguardo,
che consiglio di leggere con amorosa attenzione: il 21
"Solo Roma ha ragione?", il 22 "Alla ricerca
dell'unità perduta ", il 23 "Perché divisi?".
Ne faccio notare alcune espressioni:
Il cammino ecumenico è lungo e difficile. Il Papa
ci esorta a non scoraggiarci, ma a continuare
l'impegno.
«Avvicinandosi al termine del 2° millennio, i
cristiani hanno avvertito con maggior vivezza che le
divisioni tra loro esistenti erano contrarie alla preghiera
di Cristo nel Cenacolo: "Padre, fa che siano tutti una cosa
sola, come tu Padre sei in me e io in Te...perché il
mondo creda che Tu mi hai mandato (cf. Giov. 17).
Le popolazioni alle quali i missionari si rivolgono
annunciando Cristo e il suo Vangelo, predicando ideali di
fratellanza e di carità, non possono evitare di porre
delle domande sulla loro unità. E' infatti necessario
sapere quale di queste Chiese e Comunità è quella
di Cristo, poiché Egli non ha fondato che una Chiesa,
la sola che possa pari'; re a nome Suo.
Papa Giovanni XXIII° era solito dire che ciò
che ci divide come confessione di Cristo è molto
minore di quanto ci unisce. In questa affermazione è
contenuta l'essenza stessa del pensiero ecumenico. Ciò
che ci unisce è più grande di quanto ci divide.
Il mutuo rispetto è una condizione preliminare per un
autentico ecumenismo.
Bisogna che l'anno 2000 ci trovi almeno più uniti,
disposti a imboccare il cammino di quella unità per la
quale Cristo pregò la vigilia della Sua Passione. Il
valore di tale unità è enorme. Si tratta in
qualche senso del futuro del mondo, si tratta del futuro
del Regno di Dio nel mondo. Le debolezze e i pregiudizi
umani non possono distruggere ciò che è il
disegno di Dio riguardo al mondo e alla umanità.
Se valutiamo tutto questo, possiamo guardare al futuro
con un certo ottimismo. Possiamo aver fiducia che "Colui
che ha iniziato in noi quest'opera buona, la porterà a
compimento" (cf FU. 1,6)».
V.
Come Cattolici Esperantisti non possiamo non
sentirci impegnati in questo lavoro ecumenico, sia per
quanto ci dice il citato articolo nel nostro statuto, sia
per quanto vien detto sulle finalità dell'IKUE, tra le
quali si afferma appunto il cammino perché si realizzi
la preghiera di Cristo "che tutti siano una cosa sola "
(cf. Giov. 17), e anche perché la comprensione tra gli
uomini, la coscienza della loro fraternità e la pace
fanno proprio parte della "interna idea" che anima il
movimento Esperantista, secondo il pensiero, il desiderio e
la sofferenza dello stesso Zamenhof.
È una tensione all'unità, nel rispetto delle
diversità, che cerchiamo di promuovere con la stessa
intercomprensione linguistica, che facilita conoscenza,
visite, scambi, congressi e incontri di ogni tipo.
Mons. Lorenzo Longoni
Il Comitato Centrale dell'U.E.C.I. ha stabilito di
affiancare, alle varie categorie di soci, quella di
AMICO DELL'U.E.C.I.
Si tratta di simpatizzanti del movimento degli
esperantisti cattolici che. versando un contributo
annuale minimo di lire 5.000, potranno ricevere
informazioni sull'attività dell'Unione
Esperantista Cattolica Italiana.
Senza dubbio, molti di coloro che condividono gli
ideali della nostra associazione, ma non ritengono di
impegnarsi in prima persona, acconsentiranno di
appoggiare l'azione dei cattolici esperantisti
diventando "Amici dell'U.E.C.I".
|
LETTERA DI SUA SANTITÀ
GIOVANNI PAOLO II
La Santa Casa di Loreto è « icona » non
di astratte verità, ma di un evento e di un mistero:
l'Incarnazione del Verbo. E sempre con profonda commozione
che, entrando nel venerato sacello, si leggono le parole
poste sopra l'altare: «Hic Verbum caro factum est":
Qui il Verbo si è fatto carne. L'Incarnazione, che si
ricorda dentro codeste sacre mura, riacquista di colpo il
suo genuino significato biblico; non si tratta di una mera
dottrina sull'unione tra il divino e l'umano, ma,
piuttosto, di un avvenimento accaduto in un punto preciso
del tempo e dello spazio, come mettono meravigliosamente in
luce le parole dell'Apostolo: «Quando venne la
pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da
donna» (Gai 4, 4).
Maria è la Donna, è, per così dire, lo
«spazio» fisico e spirituale insieme, in cui
è avvenuta l'Incarnazione. Ma anche la Casa in cui
Ella visse costituisce un richiamo quasi plastico a tale
concretezza. «A Loreto ― come ebbi a dire nella
festa dell'Immacolata di qualche anno fa, durante la recita
dell'Angelus ― si medita e si riscopre la nascita di
Cristo, il Verbo divino, e la sua vita terrena, umile e
nascosta per noi e con noi; a Loreto la realtà
misteriosa del Natale e della Santa Famiglia diventa, in
qualche modo, palpabile, si fa esperienza personale,
commovente e trasformante» (Angelus dell'8
dicembre 1987).
Il mistero dell'Incarnazione si compì attraverso
alcuni «momenti» che racchiudono, a loro volta, i
grandi messaggi che il Santuario lauretano è chiamato
a tener vivi nella Chiesa. Essi sono: 1. il saluto
dell'angelo, cioè l'annunciazione, 2. la risposta di
Fede, il «fiat» di Maria e 3. l'evento sublime
del Verbo che si fa carne.
Possiamo riassumerli con tre parole: grazia, fede e
salvezza, che sono le stesse usate dall'Apostolo per
descrivere il mistero cristiano: «Per grazia
siete salvi, mediante la fede»
(Ef.2, 8). La pietà cristiana ha mirabilmente
espresso questi tre momenti nella preghiera
dell'Angelus, che possiamo considerare, per il suo
contenuto, come la preghiera lauretana per eccellenza:
«L'angelo del Signore portò l'annuncio a
Maria...», «Eccomi, sono l'ancella del
Signore...», «E il Verbo si è fatto
carne...».
Il racconto dell'Annunciazione, con al vertice la
grande parola « piena di grazia »
(kecharito-méne), proclama la verità
fondamentale che all'inizio di tutto, nei rapporti tra Dio
e la creatura, c'è il dono gratuito, la libera e
sovrana elezione di Dio, tutto ciò insomma che nel
linguaggio della Bibbia è racchiuso nel termine «
grazia ». La grazia di Dio è la spiegazione
ultima di tutta la grandezza di Maria e, dietro di lei, del
suo castissimo sposo San Giuseppe e della Chiesa intera. La
grazia che Maria ha ricevuto non è soltanto qualcosa
di intenzionale, una benevola disposizione di Dio nei suoi
riguardi, ma è qualcosa di reale, è la «
gratia Christi » a lei accordata in anticipo in
virtù dei meriti della morte del Figlio. E, in
definitiva, lo stesso Spirito Santo. Dire, dunque, di lei
che è « piena di grazia » equivale a dire
che è piena di Spirito Santo.
La Santa Casa di Loreto, dove ancora risuona, per
così dire, il saluto « Ave, piena di grazia
», è dunque un luogo privilegiato, non solo per
meditare sulla grazia, ma anche per riceverla,
incrementarla, ritrovarla, se persa, mediante i sacramenti.
Soprattutto il sacramento della riconciliazione, che ha
avuto sempre un posto cosi rilevante nella vita di codesto
Santuario.
IL 9° CONGRESSO
UECI
(8-12 settembre 1995)
Il Congresso U.E.C.I. nel 1995 inizierà a
Loreto il giorno 8 settembre e proseguirà nei
giorni successivi a Grottammare.
Sul prossimo numero di Katolika Sento si troveranno la
scheda di adesione e il programma.
Fin da ora proponiamoci di non mancare al nostro
Congresso!
|
L'ESPERANTO STRUMENTO DI FRATELLANZA
Nonostante l'agenzia russa, la Intourist di Mosca, ci
abbia anche quest'anno inspiegabilmente e all'ultimo minuto
cambiato il programma di viaggio obbligandoci a fare 400 Km.
in più del previsto e lasciati senza la cena, il
viaggio-incontro coi fratelli della Romania e dell'Ucraina
è stato di grande soddisfazione per tutti. Quasi 7000 Km
in 10 giorni, dal 5 al 10 maggio 1994, da Rimini a Kiev
(Ucraina) attraverso Oradea e Alba Iulia (Romania) in pulmann
con 30 partecipanti.
Lo scopo del viaggio è stato
triplice: 1) Donare una statua in bronzo di Padre Pio
da Pietrelcina, Servo di Dio (il primo ed unico
Sacerdote della storia della Chiesa che abbia ricevuto
le stimmate visibili portate, sempre fresche e
sanguinanti,per ben 50 anni!), alla chiesa parrocchiale
di San Ladislao in Oradea, situata al centro della
città. La chiesa doveva essere distrutta nel 1966
per decreto delle autorità di Bukarest e sembra
solo perché situata al centro della piazza e
davanti al Municipio. Le proteste "pacifiche e di
massa", continuate per giorni e notti, hanno costretto
l'autoritarismo ateo a desistere. 2) Ri-vedere la
statua di P. Pio portata alla Chiesa di S. Alessandro
in Kiev lo scorso anno e accostarci allo stato dei
lavori di ristrutturazione della chiesa adibita,
durante il regime comunista, a osservatorio astronomico
(la bella cupola!) e a scuola e museo di ateismo.
Purtroppo i lavori vanno a rilento , anche se molto
è stato fatto, per mancanza di adeguati
finanziamenti. 3) Il terzo motivo era quello di
incontrare i fratelli in Cristo appena usciti dalla
lunga e dolorosa persecuzione, pregare con loro e
lasciare loro anche un segno sensibile della nostra
carità sia in generi alimentari, sia in pacchi di
ottimi capi di vestiario usato, sia in denaro.
Ma come era possibile superare le barriere linguistiche
fra questi tre popoli: italiani, rumeni, ucraini? La lingua
internazionale Esperanto che anche il Papa, proprio nel
giorno di Pasqua , ha usato quasi a chiudere i 50
saluti-messaggi in lingua.
Come per Kiev, nello scorso anno, aveva mediato un
esperantista, il Sacerdote Uniate, Don Serhji Prudko, parroco
a Vyŝgorod, così per Oradea ha fatto da tramite per
l'organizzazione la signora Irene Szucz, esperantista di
vaglia, molto attiva e impegnata nel campo della Caritas
diocesana.
Nel pomeriggio del primo giorno di permanenza ad Oradea
essa ha programmato un festoso incontro degli esperantisti
cattolici della città con il presidente dell'IKUE
rivolgendogli un caloroso saluto. Mentre per mezzogiorno del
giorno seguente, sabato 7 maggio, essa ha organizzato una
solenne S. Messa in esperanto, celebrata da sei sacerdoti,
nella chiesa di San Ladislao. Anche il nutrito coro ha lodato
il Signore in lingua internazionale esperanto.
Al termine della S.Messa, al momento della consegna della
statua di Padre Pio, il parroco, Don Sikli Ladislao, ha letto
in esperanto un sentito e curioso saluto ai riminesi presenti
sottolineando alcune coincidenze della sua vita con la
presenza spirituale di Padre Pio. Ha chiuso la funzione
religiosa, così ben partecipata e gustata da tutti,
anche dal popolo non esperantista, un canto in lingua rumena
del Sac. Nikolao Popa di Sibiu, parroco e pure lui iniziato
all'esperanto. Parole, musica e voce espressiva che hanno
letteralmente rapito e commosso i presenti strappando un
lungo e caloroso applauso. Anche le due giornate passate a
Kiev sono state intense e ricche di emozioni: la liturgia in
greco-cattolico di Padre Prudko coadiuvato da un altro
sacerdote, don Valentino, nella poverissi-ma ma tanto
decorosa cappella provvisoria; la concelebrazione in rito
romano nella chiesa di San Alessandro; la consegna dei pacchi
dono e delle offerte.
La sezione cattolica degli esperantisti ucraini sta
aumentando. Don Serhji ha anche un gruppetto di dieci ragazzi
che stanno studiando e praticando l'esperanto. Ora gli è
di valido aiuto Don Valentino, esperantista ed esperto fin da
quando era laico, ex impiegato statale, tecnico di
computer.
Per questo ci siamo impegnati a regalargli un computer
(450 dollari) che gli servirà per guadagnarsi la vita ed
anche per la sezione ucraina dell'IKUE che si spera
potrà essere fondata nel prossimo autunno.
La soddisfazione per i partecipanti al lungo viaggio
è stata grande. Si é fatta una varia e intensa
esperienza di fede, di carità e di fratellanza
cristiana, di turismo e di svago all'insegna della lingua
internazionale Esperanto. Esso serve in modo meraviglioso per
il turismo.
È una esperienza che contiamo di ripetere in Albania
.
Don Duilio Magnani
Ascoltiamo
RADIO VATICANA
in esperanto
Dai 28 settembre è più semplice ricordare
quando vanno in onda le trasmissioni di Radio
Vaticana in esperanto: ogni domenica
e mercoledì alle ore 21,20
ORE 21,20
Domenica:
OM 527; 1530;
OC 3945 (76,04|; 5882 (51);
FM 93,3; 105.
Mercoledì:
OM 1611;
OC 6185 (48,50); 7365 (48,73};
FM 96,3.
Radio Vaticana,
Esperanto,
00120 Città del Vaticano
|
DANKE
Per il "Fonduso Alfabetigo":
Da Treviso (F.B ) £. 25.000<</p>
Per "Espero Rifuĝinto":
Da Vercelli (MS.) £.100.000
|
LABOREMA INERCIO
Temas pri inercio de la agŭsta ferio, kiu puŝas
legi esperantaĵojn delonge kuŝantajn sub la polvo
kaj atendantajn "tempon legi", Temas ankaŭ pri meditado,
nun ekscitita de nia prezidanto (vidu "Nova Sento" n. 4), pri
la taskoj de la Ueciano, inter kiuj troviĝas, krom la
disvastigo de nia lingvo, ankaŭ la uzado de Esperanto
por enirigi la kris,tanan mesaĝon en la movadajn
mediojn: ekestas esperanti-stoj kaj mi Ueciano
renkontiĝas kun ili diversma-niere!
Certe, necesas ke ni konu ĝisfunde la ideologian
doktri-non kiu inspiras nian mova-don kaj, antaŭ
ĉio, ĉiujn aldo-nojn orientigantajn la pensojn kaj
agojn de la inventinto de la esperanta lingvo, tio estas la
homaranismo; kaj ke ni vidu en kiaj limoj tiu ĉi
akordiĝas kun kristana pensma-niero. Kiu scias kiom da
fojoj tiu komparo estis farita kaj kiomo estis skribita pri
tia temo, dum malmulte ĝi flustris miajn orelojn!
Grandan dankemon mi esprimus al la personoj kiuj volus al mi
indiki tekstojn traktantajn tiun temon. (Mi ne povas nei ke
foje la homaranismo al mi ŝajnas flago ŝvebanta en
la aero sen stango kiu devus ĝin subteni).
Partoprenante movadajn mediojn kaj kongresojn oka-zas ke
oni renkontas opiniojn kiuj sendube kontraŭdiras
katolikajn konvinkojn, kaj oka-zas ankaŭ ke tiuj asertoj
ne provokas klarigajn reagojn privatajn aŭ publika[n de
la katolika ĉeestantaro. Cu timemo ĉu embaraso pro
manko de sufiĉa estreco de la lingvo?
En kelkaj okazintaĵoj, ankaŭ seriozaj, oni
legas pri malveraj akuzoj aŭ misinformoj pri kristanismo
kaj katolika Eklezio, kiujn ne sekvas ia ajn malkonsenta
atesto aŭ dokumentita respondo. Ne-cesus, laŭ mi,
serĉi kaj pretigi kelkan saĝan kaj inteligente
brilan komunikeblecon por ke la kristanaj respondoj pri
problemoj de la homaj ekzistado kaj kunvivado almenaŭ
anonciĝu. Tiel agante, ni demonstrus plie ke Esperanto
estas vojo de la evangelia anonco.
Listigi juĝojn kaj an-taŭjuĝojn pri
kristanismo aŭ katolikismo svingiĝantajn en
esperanta literaturo aŭ mova-da medio estas
fruktodone
por niaj taskaj rilatoj. Kiu havas tempon aŭ
kompeten-tecon alfrontu la meritindan taskon! Dume mi
priskribas iujn miskomprenojn kiuj lasta-tempe trafis mian
atenton:
1) La katolika Eklezio sin kontraŭdiras pri
ekumenismo ĉar, dum tio ĉi sugestas ke ĉiu
religio rekonu la anoncojn de aliaj religioj kaj subigu al
diskutado siajn proprajn, ĝi daŭre predikas siajn
dogmojn konservante ĉiujn distingojn de la
pasinteco.
2) Religio apartigas homojn igante kelkajn malamikoj de
aliaj: ĉiu religio, anoncante sian kredon, necese
kon-traŭmetas kaj preparas homojn al batalo. El tio
ŝajnas ke la ununura religio akceptebla konsistas el
ignoro de ĉiu klara aserto pri Dio kaj nia postviva
sorto. En tiu koncep-tado svarmas la pesimisma konvinko ke
homoj povas kunvivi nur se ili pensus ĉiam sammaniere,
kaj profunda malkonfido pri homaj ecoj.
3) Iu samideano konfideme demetis antaŭ mi ĉi
tiun demandon: kial papoj persekutis ĉiam la hebreojn?
Alia samideano, iomete katolikiĝanta, bruetis al miaj
oreloj: la homoj instruiĝis kaj jam ni trovos ĉiam
pii embarason kaŝi niajn historiajn pekojn!
"...estu ĉiam pretaj doni defendan respondon al
ĉiu kiu vin demandas pri la motivo de la espero en vi,
sed
kun hum-leco kaj timo...' Tion asertas sankta
Petro en 1 Pt. 3,15.
Armando Zecchin
NI GRATULAS
La italaj katolikaj esperantistoj esprimas
sian ĝojon pro la atribuo de la kardinala rango al
Ĉefepiskopo de Prago MILOSLAV VLK, Prezidanto de
la Eŭropa Episkoparo kaj esperantisto.
Patro GIACINTO JACOBITTI, la meritplena gvidinto
kaj ĉiama aganto de nia katolika movado, atingis
la 90.an jaraĝon. Kune kun la plej varmaj
gratuloj, la italaj katolikaj esperantistoj esprimas
tutkorajn dezirojn de longa plidaŭro de lia vivo
kun la beno de Dio.
|
KIE ESTAS VIA FRATO?
Fenomenoj kaj problemoj pri la sektoj en la
nuna mondo
Durante il Congresso dell'UECI in Armeno
avevamo promesso di riportare sul nostro periodico, in
quanto possibile, le validissime relazioni attinenti al
tema generale "Le sfide del mondo contemporaneo alla
famiglia cristiana". Ecco, dunque, il testo della "prelego"
del prof. don Battista Cadei, però privo - purtroppo -
degli approfondimenti e sviluppi che l'oratore ha fornito,
estemporaneamente, durante la lettura del testo
ENKONDUKO
La temo de mi traktata koncernas tiun netuŝeblan
sanktejon, kiu estas la konscienco de ĉiu aparta homo.
Mi devos do ĝin trakti kun plej granda respekto kaj
diskreteco, ne pro diplomatio ad taktiko, sed ĉar mi
agnoskas la netuŝeblan rajton de ĉiuj libe-raj
konsciencoj rilate religian kredon. Aliflanke la sektoj
estigas foje gravajn problemojn en la socio aŭ en la
familioj, tiel ke nepras strebi al ĝusta ekvilibro
inter la respekto de la konsciencoj kaj la rajtoj de la
aliaj personoj fronte al foje strangaj kaj problemodonaj
formoj de religiemo.
Por taŭge alfronti tiun ĉi problemaron,
necesas koni la doktrinojn kaj la faktojn kiel eble plej
objektive. Tio pravigas mian ĉeeston ĉi tie por
paroli pri tiu ĉi temaro.
Antaŭ cio, ni klarigu ke NE estas sektoj la
grandaj historiaj religioj. kiel HINDUISMO, BUDAISMO.
ŜINTOISMO. HEBREISMO. KRISTANISMO, ISLAMISMO. La
sektoj estas minoritataj movadoj, alternativaj, foje
polemikaj rilate la grandajn historiajn religiojn. Interne
de la kristanismo, NE estas sektoj la ORTODOKSOJ, la
ANGLIKANOJ, plej granda parto de la PROTESTANTOJ. Ni taksas
sektoj tiujn kristanajn movadojn kiuj ne agnoskas Dion
Patron, Filon kaj Sanktan Spiriton, aŭ ne akceptas la
ekumenan dialogon.
DIMENSIOJ KAJ DISVASTIĜO DE LA FENOMENO
Oni tuj rimarku ke estas granda diverseco inter unu
sekto kaj alia, tiel ke oni devas eviti ĝeneralajn
pritak-sojn kaj antaŭjuĝojn. Aliflanke la sektoj
en la mondo estas ege multnombraj. Oni kalkul-konjektas ke
ekzistas almenaŭ 10.000 diversaj sektoj, kies adeptoj
povas esti po kelk centoj da personoj ĝis maksimume
dek milionoj. Por havi imagon pri la disvastiĝo de la
fenomeno, konsideru ke en Latina Ameriko en 1900 la
sektanoj estis 50 mil: en 1967 ili estis 4 milionoj; en
1985, 30 milionoj; por la jaro 2000-a oni prognozas 120
milionojn da sektanoj Freŝdate la orient-eŭropaj
landoj, post la falo de la Berlina muro, fariĝis
teritorio de konkero de multe da sektoj.
En Italio estas almenaŭ kvincent diversaj sektoj,
kun plej granda denseco en Nord-Italio. Entute la italaj
sektanoj ne atingas 500 mil, tamen ilia influo en la socio
kaj la penso-maniero estas multe pli grava ol kiom
supozigas la malgrandeco de ilia nombro.
POR DISTINGI LA DIVERSAJN SEKTOJN
Jen niaj bazaj doktrinaj principoj:
1) Ekzistas nur unu Dio;
2) Ne temas pri la Dio de la filozofoj aŭ de la
hindaj religioj: la definitiva Revelacianto de Dio estas
Jesuo Kristo;
3) Jesuo Kristo vivas en sia Eklezio, kiu fidele gardas
de generacio al generacio la Biblion kaj la apostolan
doktrinon.
Ni grupigos la diversajn sektojn laŭ sloganoj:
A) "KRISTO JES, EKLEZIO NE": laŭ ili sufiĉas
la Biblio, kaj senpera rilato kun Dio. Apartenas al tiaj
iuj radikalaj protestantaj grupoj.
B) "DIO JES, JESUO KRISTO NE": ili kredas en ia Dio,
sed sen Jesuo Kristo laŭ nia kredo, Jesuo estas la
Filo de Dio kaj vera Dio: En neniu alia estas savo (Agoj
4,12), Multaj sektoj respektas kaj mencias Jesuon, sed
laŭ ili Li estas nur saĝulo, magiisto, mediumo,
avataro, eksterterano, profeto, anĝelo, socialisto,
revoluciulo... unuvorte, ne tio kion kredas la kristana
Eklezio. Tiaj estas la Mormonoj, la Atestantoj de
Jehovo, la anoj de la respektinda Moon.
C) "RELIGIO JES, DIO NE": religioj sen Dio. Al tiaj
apartenis la Tempio de la popolo, kiu en 1978 en la
franca Gvajanio faris kolektivan memmortigon, en kiu pereis
preskaŭ mil homoj: tiu sekto estis radikala sekvanto
de marksisma materiismo, kaj intencis krei surteran
paradizon.
Al tiaj apartenas ankaŭ la Eklezio de
Scientologio, laŭ kiu la homo, aplikante la
Scientologiajn teknikojn, povas fariĝi ĉiusence
perfekta kaj feliĉa: li povas eĉ fariĝi
Dio.
D) SANKTAĴO JES, RELIGIAĴO NE": al tiaj
apartenas la magiismo, la spiritismo, la
satanismo, anstataŭ adori aŭ preĝi,
oni intencas manipuli kaj regi sanktaĵojn. Oni strebas
al potenco kaj perforto super la naturaj kaj eĉ la
spirita] kaj eksternaturaj fortoj
KIAL LA SEKTOJ?
Ĉiu kazo estas aparta kaj malsama ol la aliaj.
Tamen oni povas trovi en la nuntempa socio kelkajn
elementojn kiuj favoras la disvastiĝon de la
sektoj.
NE EBLAS VIVI SEN KREDO. En la nuna epoko oni konstatas
malpliiĝon de la fradicia religia praktiko: ofte la
preĝejoj estas malplenaj. Multe da homoj vivas tute
sen religia kredo. Oni parolas pri morto de Dio kaj
sekulariza-do. Sed la religia bezono instigas al
priserĉo de aliaj religiaj formoj.
PRIVATIGO DE LA RELIGIO: la nuntempa homo ne demandas:
Kie estas la vero? Kion volas Dio de mi?, sed: Kio
plaĉas al mi? Kio taŭgas en ĉi tiu momento?
Kion mi provu? Oni elektas religion kiel oni elektus varon
en la SUPERMERKATO DE LA RELIGIOJ, kiu siaflanke ofertas
ĉion kaj la malon de ĉio: iuj religioj estas
severe moralismaj kaj rigorismaj koncerne sekson,
nutraĵon, tabakon, alkoholaĵojn, kafon, dum aliaj
estas ege liberalaj kaj permesemaj koncerne la samajn
aferojn.
Tiu ĉi relativismo, individuismo kaj
indiferentismo kunportas la konvinkon ke oni rajtas
ĉion ŝanĝi, renversi, perfektigi, oni rajtas
provi plej diversajn kaj eĉ plej strangajn spertojn ek
de la plej senkulpaj, ĝis la plej diskutindaj aŭ
eĉ plej fiaj kaj kruelaj: alternativa medicine
vegetaranismo, jogo, horoskopo, kredo en la
reenkarniĝo; paranormalaj aŭ parapsikaj
fenomeno), magiismo, spiritismo, satanismo
NE ĜUSTAJ RILATOJ KUN LA SEKTOJ
La reagoj de la kredantoj rilate la sektojn estas diversai
kaj ne ĉiuj aprobindaj.
1) POLEMIKO KAJ KON FLIKTO. Temas pri konduto kiun ni
ne rajtas aprobi, pro tio ke oni devas respekti la
konsciencojn, eĉ kiam oni ne konsentas pri la
doktrinoj. Ni devas distingi inter la eraro en si mem, kiun
ni ne rajtas konsenti kaj la eraranto, kiun nur Dio rajtas
juĝi.
Ni ne aprobas tiujn kiuj volus ke la ŝtataj
leĝoj persekutu iujn sektojn. Nenia ŝtato havas
kompetentecon por difini ĉu religio estas vera aŭ
malvera. La ŝtato devas persekuti la krimojn,
sendepende de la religia aparteno de la krimulo. Ni estas
ankaŭ kontraŭ la deprogramado, kiu estas
psiĥa manipulado por liberigi personon el
cerbolavo.
2) FALSA EKUMENISMO. Ĝi ĉion aprobas
sendistinge. Multe da homoj havas konfuzan ideon pri
ekumenismo: ĝi estas la devo strebi al unueco inter
kristanoj kiuj agnoskas la diecon de Jesuo Kristo, pri kiuj
papo Johano XXIII deklaris: "Tio kion ni havas komuna
estas ege pli multe ol tio kio nin diferencigas Sed tio
ne veras rilate la sektojn! Ilia kapilara propagando
dissemas ideojn, dubojn, suspek.tojn kontraŭ la
kristanismo, malamon kontraŭ la Eklezio Foje la
aliĝo al sektoj kaŭzas problemojn psiĥajn,
familiajn ekonomiajn aŭ sociajn
Kelke da sektoj estas tre ekskluzivismaj nur ili havas
la veron, ĉiuj ceteraj religioj estas diablaj Tiaj
estas ekzemple la Atestantoj de Jehovo Aliaj male
estas tre konfuzismaj ili allasas kaj eĉ rekomendas la
samtempan apartenon al pluraj religioj. tiaj estas ekzemple
la adeptoj de Baha'j, de respekttnda Moon de
Scientologio
Kelkaj kristanoj faras aĉan konfuzon inter la
respekto kiu estas deviga kaj la duobla aŭ eĉ
multobla aparteno. Oni ne rajtas aparteni samtempe kaj
koherece al du aŭ pluraj religioj. La apostolo
Paŭlo klare admonis Se eĉ ni aŭ
anĝelo el la ĉielo al vi instruus alian
evangelion krom tiu, kiun jam ni al vi instruis, tiu estu
anatemita (=ekskomunikita)! (Gal 1,8)
3) TUTECA NEŬTRALECO KAJ INDIFERENTECO ankaŭ
tia ĉi konduto ne estas aprobinda. Se familiano
forlasas la familion, la ceteraj familianoj ne rajtas resti
indiferentaj.
ESPERANTO KAJ SEKTOJ Generale esperantistoj estas tre
malfermitaj Ili ne riskas esti ekskluzivismaj, sed foje ili
povas esti konfuzismaj ĉi tie mi povas fari nur
mencieton La fondinto de Esperanto estas ankaŭ
fondinto de religia movado, nome Homaranismo, sed li
malkaŝe kaj honeste deklaris ke oni devas distingi
inter aparteno al la E-movado kaj aparteno al
Homaranismo.
La Bahaja movado, per la slogano "Unu Dio,
unu popolo, unu lingvo", kaj per la pledo por
plurreligia aparteno. allogas esperantistojn al sia kredo.
Io simila okazas ankaŭ rilate la japanan religion
Oomoto, kaj kelkajn brazilajn spiritismajn
movadojn, kiuj praktikas kaj disvastigas Esperanton.
KION FARI?
1) AMI POR KOMPRENI. KOMPRENI POR AMI
Oni devas rigardi tiujn ĉi fratojn kun granda amo
Nur per amo kaj simpatio oni povas vere kompreni, kaj
eventuale helpi. Respekti la konsciencojn. Instigi al
pliprofundigo de la katolika doktrino antaŭ ol forlasi
gin.
Por vere kompreni kaj helpi, nepras kompetenteco: oni
devos studi ne nur la kristanajn Biblion kaj doktrinon, sed
ankaŭ la doktrinon, la metodojn, la psikologion
ekzemple de la Atestantoj de Jehovo aŭ de alia
koncerna sekto.
2) PREVENTI
La sperto instruas kiaj estas la plej oftaj kaŭzoj
de forlaso de katolikismo por aliĝi al sekto. Jen
kelkaj el ili:
Oni ne sufiĉe konas la Biblion, nek la kernon de
la kristanismo. tiel ke ofte oni ne ekkomprenas ke iuj
doktrinoj (ekz. reenkarniĝo, relativeco de Jesuo
Kristo) tute perfidas la kristanismon. Foje la kredo estas
tiel supraĵa. ke ĝi ne havas influon rilate la
problemojn de la ĉiutaga vivo
Multaj kristanoj tute ne scias ke la kristanismo havas
komunuman dimension laŭ ili la Eklezio estas io
superflua aŭ eĉ malutila. Multaj parokaj
komunumoj ne trovas familiecan etoson Oni sentas sin
anonimaj.
Malgraŭ la deklaroj de la Koncilio pri la rolo de
la laikoj, multaj kristanoj opinias ke la Eklezio konsistas
nur el la pastraro: la kristanoj estas klientoj kaj ne
ĉefroluloj
3) KONKRETE G.R.I.S. KAJ KATOLIKAJ AÙSKULTEJOJ
Mi volas almenaŭ aludeti du konkretajn iniciatojn
por la solvo de la paŝtistaj problemoj ligitaj kun la
sektoj
Unu el ili estas la asocio GRIS (Gruppo di Ricerca e
Informazione sulle Sette), kiu funkcias en pluraj
italaj diocezoj, kaj celas esplori kaj korekte, honeste kaj
kompetente informi pri tiu ĉi problemaro. GRIS
klopodas sekvi la supre diritajn principojn: firma klareco
pri la doktrinoj, respekto kaj komprenemo por la
personoj
Dua iniciato estas la Katolikaj Aŭskultejoj
(itale: Centri Cattolici di Ascolto), tio estas
centroj, kien povas veni ĉia homo kun problemoj
ligitaj kun la sektoj: la katoliko en religia krizo, la
atestanto de Jehovo kun konsciencaj duboj, la ekssektano
kun mensa konfuzo, la familiano aŭ amiko de sektano,
kiu ne scias kiel konduti rilate la problemojn estigitajn
de tiu aparteno al sekto. Tio, kion oni ĝenerale
ŝatas ĉe tiuj centroj, estas la klareco (temas
pri katolikaj aŭskultejoj) kaj samtempe la
spirita libereco kiun ni strebas garantii.
Por fini: ni fidas ne tiom je niaj diskutaj kapabloj,
kiom je la Dia helpo. Do ni finas citante etan preĝon
(Psalmo 25,4-5): Viajn vojojn, ho Sinjoro, montru al mi;
instruu al mi vian irejon. Gvidu min en via vero kaj
lernigu min, ĉar vi estas la Dio kiu min helpas; al vi
mi esperas ĉiun tagon.
Tiun ĉi preĝon ni ne nur rekomendu al
sektanoj, sed faru ni mem, ĉar ĉiuj bezonas la
helpon de Dio por ĉiutage sekvi la ĝustan vojon.
Battista Cadei
L'ESPERANTO A SERVIZIO DELLA CARITÀ
Non c'è limite per i nostri contatti
internazionali, tanto più se si tratta di
carità.
Il sig. R. Rustignoli di Forlì, saputo dal
Ministero della Difesa del decesso del proprio fratello in un
campo di concentramento russo, e precisamente nel campo 62 a
Nekrilovo, si è rivolto ad un numero imprecisato di
promettenti "mediatori", anche di lingua russa, per saperne
di più, ma invano.
Volle tentare con gli esperantisti, quasi incredulo di
poterci riuscire. Fu invece possibile stabilire i contatti
con amici esperantisti dell'Ucraina i quali gentilmente hanno
fatto serie ricerche. Dopo aver individuato il villaggio, il
sacerdote Sergio Prudko di Kiev ha inviato sul posto alcuni
suoi parrocchiani per raccogliere testimonianze da testimoni
oculari, scattare foto di quei luoghi di dolore e di morte, e
deporre con pietà cristiana un mazzo di "fronde
".
Ma preferisco lasciare la parola alla signora Mykola
Hermanĉuk che da Kiev ha fatto un lungo e faticoso
viaggio per recarsi sul posto.
Duilio Magnani
RESOCONTO SUL VIAGGIO A NEKRILOVO
La stazione di Nekrilovo si trova nel comune di
Novoĥopjorsjka della provincia di Voroneĵa. Il
posto attorno a Nekrilovo è piano con molte rovine, la
terra è fertile e adibita all'agricoltura. Ma in
Nekrilovo la terra è sabbiosa. Nekrilovo è
circondato da un boschetto che si trova proprio adiacente
alle costruzioni del villaggio. Nel villaggio c'è una
stazione ferroviaria denominata "kombinato" (c'è un
lavatoio, servizi comuni, ecc.) e gli uffici
dell'amministrazione del bosco.
Sono stati interrogati degli abitanti e fra loro
c'erano dei testimoni oculari: Nekrilov Viktoro
Sergejeviĉ, custode del campo di concentramento,
Nikiforova Tatjana Ivanovna, lavoratrice presso la
"kombinato", la nonna Maria e altri.
Dai loro racconti si apprende che i prigionieri
militari sono stati trasportati a Nekrilovo d'inverno.
Oltre agli italiani c'erano tedeschi, rumeni. polacchi. Una
parte è stata sistemata nella stalla dei cavalli; gli
altri hanno scavato sotto terra in prossimità del
bosco delle cavità di m. 3,5 X 4. coperte di tronchi,
dove poi hanno alloggiato.
Una parte dei prigionieri venivano mandati ai lavori
nel "kombinato", nei porcili, ma la maggioranza non
lavorava. A primavera erano tutti magrissimi e distrofici
mentre cominciava la dissenteria (si mangiava perfino
l'erba appena spuntata).
Le persone cominciarono a morire in massa. I cadaveri
sono stati seppelliti a distanza di 50/60 metri dai loro
rifugi sotterranei. Sopra è stato piantato un paletto
di quercia numerato.
Fino al 1960 quel luogo di sepoltura è stato
circondato da una protezione. Poi è stato arato e sono
stati piantati dei piccoli abeti. Ma parte del luogo di
sepoltura si è conservato e sono stati trovati dei
resti di paletti e alcune tombe.
I resti dei rifugi sotterranei e le tombe sono stati
fotografati. Purtroppo c'era tempo cattivo, nevicava e
piovigginava nello stesso tempo, perciò potrebbe
essere che le foto non siano venute bene.
Per il freddo arrivato prima del solito non è
stato possibile trovare sul posto dei fiori, per questo
sulle tombe è stato posto un mazzo di rametti di rosa
selvatica. Da sopra le tombe è stata presa un po' di
terra. Noi cercheremo il modo di mandarvela. Sono stati
fotografati sia i testimoni che il villaggio.
Mykola Hermanĉuk
NORME ASSOCIATIVE E QUOTE PER L'ANNO
1995
L'Unione Esperantista Cattolica Italiana (UECI) è
sezione della Internacia Katolika Unuiĝo
Esperantista (IKUE), pertanto ogni associato dell'UECI
è contemporaneamente socio dell'IKUE.
LE QUOTE PER L'ANNO IN CORSO SONO LE
SEGUENTI:
|
Associato ordinario senza Espero Katolika
|
£.
|
19.000 (di cui
|
3.000 al gruppo locale)
|
Associato sostenitore senza Espero Katolika
|
£.
|
38.000 (di cui
|
6.000 al gruppo locale)
|
Associato vitalizio senza Espero Katolika
|
£.
|
380.000 (di cui
|
60.000 al gruppo locale)
|
|
Associato ordinario con Espero Katolika
|
£.
|
49.000 (di cui
|
3.000 al gruppo locale)
|
Associato sostenitore con Espero Katolika
|
£.
|
98.000 (di cui
|
6.000 al gruppo locale)
|
Associato vitalizio con Espero Katolika
|
£.
|
980.000 (di cui
|
60.000 al gruppo locale)
|
|
Associato giovane
|
£.
|
9.500 (di cui
|
1.500 al gruppo locale)
|
Associato giovane con Espero Katolika
|
£.
|
24.000 (di cui
|
1.500 al gruppo locale)
|
Associato familiare
|
£.
|
9.000 (di cui
|
1.500 al gruppo locale)
|
|
Si
richiama l'attenzione sulla categoria "Amico
dell'UECI"costituita da simpatizzanti dell'Unione che
vogliano contribuire alle sue finalità versando una
somma non inferiore alle lire 5.000 che dà diritto a
ricevere materiale informativo sulla vita
dell'associazione.
Solo abbonamento a Katolika Sento
|
£. 10.000
|
Solo abbonamento a Espero Katolika
|
£. 27.000
|
Abbonamento a Dia Regno (periodico degli esperantisti
protestanti)
|
£. 15.000
|
I versamenti vanno fatti sul C.C.P. n.
11129475, UECI, viale Zavagli 73, 47900 Rimini.
N.B. Katolika Sento è inviato a tutti gli
associati, tranne che ai familiari.
•
È associato giovane chi non ha superato i 25
anni.
•
È associato familiare chi convive con altro
associato.
•
Per l'abbonamento all'estero aggiungere lire 4.000
per spese di spedizione.
•
Specificare nella causale del versamento la
categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani,
l'esatto indirizzo per il recapito di K.S., la destinazione
di eventuali offerte.
•
I gruppi locali trattengono le parti di loro
spettanza, versando solo la differenza, mentre la quota dei
soci individuali va interamente all'UECI.
COMITATO CENTRALE UECI
Presidente: Mario SOLA, via Brighinzio 7,
13100 Vercelli, tel. 0161-255434.
Vice presidente e incaricato giovanile: Carlo
SARANDREA, via A. Severo 73, 00145 Roma, tel.
06-5414415.
Segretario e cassiere: Franca CONCINA, Strada
Lucento 73, 10151 Torino, tel. 011-7390068
Segretario per l'Informazione: Sergio BOSCHIN,
via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel. 0422-25381.
Consiglieri: Don Duilio MAGNANI, viale C.
Zavagli 73, 47030 Rimini (FO), tel. 0541-26447;
Giovanni CONTI, via F. Filzi 51, 20032 CORMANO (MI),
tel. 02-66301958;
Antonio GAMBUTI, via V. Bellini 24, 47039 Savignano sul
Rubicone (F0), tel. 0541-944523;
Maria PISONI. via Gorizia 17, 28100 Novara. tel.
0321-392914
Assistente Ecclesiastico: Mons Lorenzo LONGONI,
Piazza Duomo 16, 20122 Milano, tel.
02-72001944/86463359
Grafica e impaginazione di Katolika Sento: Mario
GUILLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli
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