Enhavo:



KRISTNASKO

Non potevamo trovare testo migliore di questo per formulare l'augurio di felice Natale ai nostri lettori. E' "II Natale" di Alessandro Manzoni nella inedita versione del prof. Gaudenzio Pisoni di cara memoria, che fu attivo membro di UECI ed IKUE, più volte vincitore del primo premio internazionale di traduzione assegnato dali'Universala Esperanto-Asocio


     Kiel ŝtoneg' al kruta veti'
de longa montdeklivo,
lasita al puŝforto de
terfala detruivo,
tra l' rokovojo skua,
alvaliĝante brua
batas en fina halt'.
     Ĝi, kien falis, tie ĉi
plukuŝas en starpuno
kaj dum jarcenta longa vic'
ĝin ne varmigas suno
de /' monta pint' iama
se nova virto ama
ne portos ĝin al alt'.
     Tiele restis en malĝoj
la fil' de l'praa peko,
post kiam la falinta ul',
pro ĝusta venĝoveko,
malbonon ĉian provis
nek plu la kapon povis
eklevi kun fier'.
     Ĉu irus filo de I' malam'
aŭ iu ajn persono,
al la neatingebla Di'
por peto de pardono?
Por fari novan ligon?
Akiri liberigon
de /' predoj de l'Infer'?
     Naskiĝis Bebo, kaj al ni
oni donacis Filon,
kontrauaj fortoj tremas se
Li movas nur pupilon;
helpon de Li ricevas,
reviglas hom', sin levas
redigna je honor'.
     El la eteraj domoj jen
elfluas viva fonto,
tra l' krutegaĵoj iras ĝi,
tra l' veproj de la monto:
miel' el tigoj gutas
le dornojn superŝutas
jam ĉiaspeca flor'.
     Eterna Fil' samkiel la
Eterna Patr' naskanta,
ke komenciĝis Vi kun ĝi
ĉu dirus jarcent' vanta?
Ho Est'; en empireo,
de via vorto kreo,
ne enteniĝas Vi.
     Sed vole prenis Vi sur vin
argilon-ĉi kreitan.
Kiel honori ĝin per grac',
ĝin nepre malmeritan?
Se en la pens' kaŝata
venkas pardon', kompata
senlime estas Li.
     Hodiaŭ Li naskiĝis: al
Efrato, laŭ rivelo,
suriris milda Virgulin'
la glor' de Izraelo,
je tia Fil' graveda:
Lin fiksis voĉ' profeta
je l' naskaj gent' kaj lok'.
     Lia Patrino flegis Lin
per vindotol' mizera,
kaj en humila bestmanĝuj'
Lin gardis amofera.
La Filon ŝi adoris
pro kies nask' doloris
sekve de Dia vok'.
     Anĝel' ĉiela, anoncist'
de tia sort' al homoj,
ne iras de potenca gent'
al prigardataj domoj;
sed al paŝtistoj piaj,
ĉe l' kruda mond' neniaj,
aperas li per hel'.
     Kaj ĉirkaŭ li, en nokta vast'
dum svarmo sekvas svarmo,
descendas ĉieluloj mil
en fluglumanta ĉarmo:
kaj ĉiuj Dion glore
prikantas plenfervore
samkiel en ĉiel'.
     Daŭrigis ili kanton, dum
reir' al firmamento:
tra l' transpasitaj nuboj, ĝi
ĝojsonis ĉe l'atento
de l' paŝtistar' fidela,
ĝis kiam la anĝela
himnado mutis, for.
     Jen senprokraste al priserĉ'
de l' rifuĝej' malriĉa,
laŭ la sugest' aŭdita ĵus
kuradis ar' feliĉa:
kaj vidis ke sur kripo,
en povra bebekipo
ĝemetis la Sinjor'.
     Dormu Infan', ne ploru nun,
Infan' ĉiela dormu:
kaj grince super via kap'
ne plu l' tempestoj ŝtormu,
kiuj sur ter' malsaĝa,
kiel bestar' sovaĝa,
fuĝas de Vi en tondr'.
     Dormu, Ĉielulo, la homar'
pri l' naskiĝint' nescia,
atendas tagon kiam ĝi
heredo estos via
kaj konos en humila
ripoz', en polv' ekzila
la Reĝon de la mond'.




LE NOSTRE MOTIVAZIONI E FINALITÀ

Lorenzo Longoni

(Continuazione dal numero preced.)
V
IL DIALOGO ECUMENICO

     Ancora il 1° articolo del nostro "statuto" dice, alla lettera e), che L'UECI vuol promuovere "La partecipazione al dialogo ecumenico secondo le indicazioni ufficiali della Chiesa Cattolica".

     I.
     L'ecumenismo nasce dalla coscienza che la divisione tra i cristiani contraddice l'unità voluta da Gesù Cristo, è di scandalo al mondo e ostacola la testimonianza del Vangelo (cf. Giov. 17, 20-21).
L'ecumenismo è perciò il cammino verso l'unità e la pienezza della comunione ecclesiale, un cammino di conversione e di riconciliazione, guidato dallo Spirito Santo, che ogni battezzato ha ricevuto.
     È' perciò grazia e vocazione per la Chiesa e ne qualifica i tre ministeri fondamentali della Parola, della Liturgia e della Carità.
     Strumento necessario di questo cammino è il dialogo, che implica disponibilità al reciproco ascolto e impegno alla comune ricerca della verità.

     II.
     Ogni fedele cattolico
     - deve acquistare o approfondire la convinzione che l'Ecumenismo è fedeltà alla volontà del Signore e che quindi ogni cristiano è chiamato a partecipare all'impegno per giungere alla piena unità della Chiesa;
     - non deve rinunciare alla propria identità ecclesiale: è presupposto necessario per poter dialogare coi fratelli cristiani;
     - deve avere una corretta conoscenza delle altre Chiese o Comunità ecclesiali e valutare la qualità dei doni che uniscono fra loro le Chiese;
     - sa che la divisione è conseguenza dei peccati, soprattutto della mancanza di carità vicendevole e della mancanza di umiltà che fa ritenere superiori agli altri.

     III.
     La pienezza dell'unità è opera dello Spirito Santo (cf. Atti 2 , 1 -11) e va perciò domandata con la preghiera .
     L'Eucarestia è il centro della vita della Chiesa e ne costituisce la massima realizzazione ed espressione di unità. Èappunto nell'ascolto della Parola e nella celebrazione eucaristica che dobbiamo lasciarci plasmare dal Signore per la comunione piena e per l'evangelizzazione autentica: "Vi è un solo pane e quindi formiamo un solo corpo. Anche se siamo molti, perché tutti insieme mangiamo quell 'unico pane " (1.Cor. 10,17). Lo Spirito Santo costruisce l'unità non come uniformità o fusione delle diversità, ma come valorizzazione dei doni di ciascuno (cf. 1 Cor 14).
     Per tutto ciò occorre in noi
     - studio per conoscere ciò che abbiamo comune e differente nella fede;
     - lettura comune della S. Scrittura;
     - preghiera (cf. Giov. 17,21): si pensi ad es. alla settimana per l'unità dei cristiani (18-25 gennaio di ogni anno );
     - sofferenza per la divisione: "Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia (quella di questa perfetta unità), perché saranno saziati (cf. Mt. 5,6);
     - collaborazione alle comuni iniziative di carità (es. di Basilea '89).

     IV.
     Il noto volume di Giovanni Paolo II° "Varcare la soglia della speranza " ha alcuni capitoli al riguardo, che consiglio di leggere con amorosa attenzione: il 21 "Solo Roma ha ragione?", il 22 "Alla ricerca dell'unità perduta ", il 23 "Perché divisi?".
Ne faccio notare alcune espressioni:
     Il cammino ecumenico è lungo e difficile. Il Papa ci esorta a non scoraggiarci, ma a continuare l'impegno.
     «Avvicinandosi al termine del 2° millennio, i cristiani hanno avvertito con maggior vivezza che le divisioni tra loro esistenti erano contrarie alla preghiera di Cristo nel Cenacolo: "Padre, fa che siano tutti una cosa sola, come tu Padre sei in me e io in Te...perché il mondo creda che Tu mi hai mandato (cf. Giov. 17).
     Le popolazioni alle quali i missionari si rivolgono annunciando Cristo e il suo Vangelo, predicando ideali di fratellanza e di carità, non possono evitare di porre delle domande sulla loro unità. E' infatti necessario sapere quale di queste Chiese e Comunità è quella di Cristo, poiché Egli non ha fondato che una Chiesa, la sola che possa pari'; re a nome Suo.
     Papa Giovanni XXIII° era solito dire che ciò che ci divide come confessione di Cristo è molto minore di quanto ci unisce. In questa affermazione è contenuta l'essenza stessa del pensiero ecumenico. Ciò che ci unisce è più grande di quanto ci divide. Il mutuo rispetto è una condizione preliminare per un autentico ecumenismo.
     Bisogna che l'anno 2000 ci trovi almeno più uniti, disposti a imboccare il cammino di quella unità per la quale Cristo pregò la vigilia della Sua Passione. Il valore di tale unità è enorme. Si tratta in qualche senso del futuro del mondo, si tratta del futuro del Regno di Dio nel mondo. Le debolezze e i pregiudizi umani non possono distruggere ciò che è il disegno di Dio riguardo al mondo e alla umanità.
     Se valutiamo tutto questo, possiamo guardare al futuro con un certo ottimismo. Possiamo aver fiducia che "Colui che ha iniziato in noi quest'opera buona, la porterà a compimento" (cf FU. 1,6)».

     V.
     Come Cattolici Esperantisti non possiamo non sentirci impegnati in questo lavoro ecumenico, sia per quanto ci dice il citato articolo nel nostro statuto, sia per quanto vien detto sulle finalità dell'IKUE, tra le quali si afferma appunto il cammino perché si realizzi la preghiera di Cristo "che tutti siano una cosa sola " (cf. Giov. 17), e anche perché la comprensione tra gli uomini, la coscienza della loro fraternità e la pace fanno proprio parte della "interna idea" che anima il movimento Esperantista, secondo il pensiero, il desiderio e la sofferenza dello stesso Zamenhof.
     È una tensione all'unità, nel rispetto delle diversità, che cerchiamo di promuovere con la stessa intercomprensione linguistica, che facilita conoscenza, visite, scambi, congressi e incontri di ogni tipo.

Mons. Lorenzo Longoni



     Il Comitato Centrale dell'U.E.C.I. ha stabilito di affiancare, alle varie categorie di soci, quella di AMICO DELL'U.E.C.I.
     Si tratta di simpatizzanti del movimento degli esperantisti cattolici che. versando un contributo annuale minimo di lire 5.000, potranno ricevere informazioni sull'attività dell'Unione Esperantista Cattolica Italiana.
     Senza dubbio, molti di coloro che condividono gli ideali della nostra associazione, ma non ritengono di impegnarsi in prima persona, acconsentiranno di appoggiare l'azione dei cattolici esperantisti diventando "Amici dell'U.E.C.I".




LETTERA DI SUA SANTITÀ

GIOVANNI PAOLO II

     La Santa Casa di Loreto è « icona » non di astratte verità, ma di un evento e di un mistero: l'Incarnazione del Verbo. E sempre con profonda commozione che, entrando nel venerato sacello, si leggono le parole poste sopra l'altare: «Hic Verbum caro factum est": Qui il Verbo si è fatto carne. L'Incarnazione, che si ricorda dentro codeste sacre mura, riacquista di colpo il suo genuino significato biblico; non si tratta di una mera dottrina sull'unione tra il divino e l'umano, ma, piuttosto, di un avvenimento accaduto in un punto preciso del tempo e dello spazio, come mettono meravigliosamente in luce le parole dell'Apostolo: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gai 4, 4).
     Maria è la Donna, è, per così dire, lo «spazio» fisico e spirituale insieme, in cui è avvenuta l'Incarnazione. Ma anche la Casa in cui Ella visse costituisce un richiamo quasi plastico a tale concretezza. «A Loreto ― come ebbi a dire nella festa dell'Immacolata di qualche anno fa, durante la recita dell'Angelus ― si medita e si riscopre la nascita di Cristo, il Verbo divino, e la sua vita terrena, umile e nascosta per noi e con noi; a Loreto la realtà misteriosa del Natale e della Santa Famiglia diventa, in qualche modo, palpabile, si fa esperienza personale, commovente e trasformante» (Angelus dell'8 dicembre 1987).
     Il mistero dell'Incarnazione si compì attraverso alcuni «momenti» che racchiudono, a loro volta, i grandi messaggi che il Santuario lauretano è chiamato a tener vivi nella Chiesa. Essi sono: 1. il saluto dell'angelo, cioè l'annunciazione, 2. la risposta di Fede, il «fiat» di Maria e 3. l'evento sublime del Verbo che si fa carne.
     Possiamo riassumerli con tre parole: grazia, fede e salvezza, che sono le stesse usate dall'Apostolo per descrivere il mistero cristiano: «Per grazia siete salvi, mediante la fede» (Ef.2, 8). La pietà cristiana ha mirabilmente espresso questi tre momenti nella preghiera dell'Angelus, che possiamo considerare, per il suo contenuto, come la preghiera lauretana per eccellenza: «L'angelo del Signore portò l'annuncio a Maria...», «Eccomi, sono l'ancella del Signore...», «E il Verbo si è fatto carne...».

     Il racconto dell'Annunciazione, con al vertice la grande parola « piena di grazia » (kecharito-méne), proclama la verità fondamentale che all'inizio di tutto, nei rapporti tra Dio e la creatura, c'è il dono gratuito, la libera e sovrana elezione di Dio, tutto ciò insomma che nel linguaggio della Bibbia è racchiuso nel termine « grazia ». La grazia di Dio è la spiegazione ultima di tutta la grandezza di Maria e, dietro di lei, del suo castissimo sposo San Giuseppe e della Chiesa intera. La grazia che Maria ha ricevuto non è soltanto qualcosa di intenzionale, una benevola disposizione di Dio nei suoi riguardi, ma è qualcosa di reale, è la « gratia Christi » a lei accordata in anticipo in virtù dei meriti della morte del Figlio. E, in definitiva, lo stesso Spirito Santo. Dire, dunque, di lei che è « piena di grazia » equivale a dire che è piena di Spirito Santo.
     La Santa Casa di Loreto, dove ancora risuona, per così dire, il saluto « Ave, piena di grazia », è dunque un luogo privilegiato, non solo per meditare sulla grazia, ma anche per riceverla, incrementarla, ritrovarla, se persa, mediante i sacramenti. Soprattutto il sacramento della riconciliazione, che ha avuto sempre un posto cosi rilevante nella vita di codesto Santuario.




IL 9° CONGRESSO UECI
(8-12 settembre 1995)

Il Congresso U.E.C.I. nel 1995 inizierà a Loreto il giorno 8 settembre e proseguirà nei giorni successivi a Grottammare.
Sul prossimo numero di Katolika Sento si troveranno la scheda di adesione e il programma.
Fin da ora proponiamoci di non mancare al nostro Congresso!





L'ESPERANTO STRUMENTO DI FRATELLANZA


     Nonostante l'agenzia russa, la Intourist di Mosca, ci abbia anche quest'anno inspiegabilmente e all'ultimo minuto cambiato il programma di viaggio obbligandoci a fare 400 Km. in più del previsto e lasciati senza la cena, il viaggio-incontro coi fratelli della Romania e dell'Ucraina è stato di grande soddisfazione per tutti. Quasi 7000 Km in 10 giorni, dal 5 al 10 maggio 1994, da Rimini a Kiev (Ucraina) attraverso Oradea e Alba Iulia (Romania) in pulmann con 30 partecipanti.
     Lo scopo del viaggio è stato triplice: 1) Donare una statua in bronzo di Padre Pio da Pietrelcina, Servo di Dio (il primo ed unico Sacerdote della storia della Chiesa che abbia ricevuto le stimmate visibili portate, sempre fresche e sanguinanti,per ben 50 anni!), alla chiesa parrocchiale di San Ladislao in Oradea, situata al centro della città. La chiesa doveva essere distrutta nel 1966 per decreto delle autorità di Bukarest e sembra solo perché situata al centro della piazza e davanti al Municipio. Le proteste "pacifiche e di massa", continuate per giorni e notti, hanno costretto l'autoritarismo ateo a desistere. 2) Ri-vedere la statua di P. Pio portata alla Chiesa di S. Alessandro in Kiev lo scorso anno e accostarci allo stato dei lavori di ristrutturazione della chiesa adibita, durante il regime comunista, a osservatorio astronomico (la bella cupola!) e a scuola e museo di ateismo. Purtroppo i lavori vanno a rilento , anche se molto è stato fatto, per mancanza di adeguati finanziamenti. 3) Il terzo motivo era quello di incontrare i fratelli in Cristo appena usciti dalla lunga e dolorosa persecuzione, pregare con loro e lasciare loro anche un segno sensibile della nostra carità sia in generi alimentari, sia in pacchi di ottimi capi di vestiario usato, sia in denaro.
     Ma come era possibile superare le barriere linguistiche fra questi tre popoli: italiani, rumeni, ucraini? La lingua internazionale Esperanto che anche il Papa, proprio nel giorno di Pasqua , ha usato quasi a chiudere i 50 saluti-messaggi in lingua.
Come per Kiev, nello scorso anno, aveva mediato un esperantista, il Sacerdote Uniate, Don Serhji Prudko, parroco a Vyŝgorod, così per Oradea ha fatto da tramite per l'organizzazione la signora Irene Szucz, esperantista di vaglia, molto attiva e impegnata nel campo della Caritas diocesana.
     Nel pomeriggio del primo giorno di permanenza ad Oradea essa ha programmato un festoso incontro degli esperantisti cattolici della città con il presidente dell'IKUE rivolgendogli un caloroso saluto. Mentre per mezzogiorno del giorno seguente, sabato 7 maggio, essa ha organizzato una solenne S. Messa in esperanto, celebrata da sei sacerdoti, nella chiesa di San Ladislao. Anche il nutrito coro ha lodato il Signore in lingua internazionale esperanto.
     Al termine della S.Messa, al momento della consegna della statua di Padre Pio, il parroco, Don Sikli Ladislao, ha letto in esperanto un sentito e curioso saluto ai riminesi presenti sottolineando alcune coincidenze della sua vita con la presenza spirituale di Padre Pio. Ha chiuso la funzione religiosa, così ben partecipata e gustata da tutti, anche dal popolo non esperantista, un canto in lingua rumena del Sac. Nikolao Popa di Sibiu, parroco e pure lui iniziato all'esperanto. Parole, musica e voce espressiva che hanno letteralmente rapito e commosso i presenti strappando un lungo e caloroso applauso. Anche le due giornate passate a Kiev sono state intense e ricche di emozioni: la liturgia in greco-cattolico di Padre Prudko coadiuvato da un altro sacerdote, don Valentino, nella poverissi-ma ma tanto decorosa cappella provvisoria; la concelebrazione in rito romano nella chiesa di San Alessandro; la consegna dei pacchi dono e delle offerte.
     La sezione cattolica degli esperantisti ucraini sta aumentando. Don Serhji ha anche un gruppetto di dieci ragazzi che stanno studiando e praticando l'esperanto. Ora gli è di valido aiuto Don Valentino, esperantista ed esperto fin da quando era laico, ex impiegato statale, tecnico di computer.
     Per questo ci siamo impegnati a regalargli un computer (450 dollari) che gli servirà per guadagnarsi la vita ed anche per la sezione ucraina dell'IKUE che si spera potrà essere fondata nel prossimo autunno.
     La soddisfazione per i partecipanti al lungo viaggio è stata grande. Si é fatta una varia e intensa esperienza di fede, di carità e di fratellanza cristiana, di turismo e di svago all'insegna della lingua internazionale Esperanto. Esso serve in modo meraviglioso per il turismo.
È una esperienza che contiamo di ripetere in Albania .
Don Duilio Magnani



Ascoltiamo
RADIO VATICANA
in esperanto



Dai 28 settembre è più semplice ricordare
quando vanno in onda le trasmissioni di Radio
Vaticana in esperanto: ogni domenica
e mercoledì alle ore 21,20

ORE 21,20

Domenica:
OM 527; 1530;
OC 3945 (76,04|; 5882 (51);
FM 93,3; 105.

Mercoledì:
OM 1611;
OC 6185 (48,50); 7365 (48,73};
FM 96,3.

Radio Vaticana,
Esperanto,
00120 Città del Vaticano





DANKE

Per il "Fonduso Alfabetigo":
Da Treviso (F.B ) £. 25.000<</p>

Per "Espero Rifuĝinto":
Da Vercelli (MS.) £.100.000






LABOREMA INERCIO


     Temas pri inercio de la agŭsta ferio, kiu puŝas legi esperantaĵojn delonge kuŝantajn sub la polvo kaj atendantajn "tempon legi", Temas ankaŭ pri meditado, nun ekscitita de nia prezidanto (vidu "Nova Sento" n. 4), pri la taskoj de la Ueciano, inter kiuj troviĝas, krom la disvastigo de nia lingvo, ankaŭ la uzado de Esperanto por enirigi la kris,tanan mesaĝon en la movadajn mediojn: ekestas esperanti-stoj kaj mi Ueciano renkontiĝas kun ili diversma-niere!
     Certe, necesas ke ni konu ĝisfunde la ideologian doktri-non kiu inspiras nian mova-don kaj, antaŭ ĉio, ĉiujn aldo-nojn orientigantajn la pensojn kaj agojn de la inventinto de la esperanta lingvo, tio estas la homaranismo; kaj ke ni vidu en kiaj limoj tiu ĉi akordiĝas kun kristana pensma-niero. Kiu scias kiom da fojoj tiu komparo estis farita kaj kiomo estis skribita pri tia temo, dum malmulte ĝi flustris miajn orelojn! Grandan dankemon mi esprimus al la personoj kiuj volus al mi indiki tekstojn traktantajn tiun temon. (Mi ne povas nei ke foje la homaranismo al mi ŝajnas flago ŝvebanta en la aero sen stango kiu devus ĝin subteni).
     Partoprenante movadajn mediojn kaj kongresojn oka-zas ke oni renkontas opiniojn kiuj sendube kontraŭdiras katolikajn konvinkojn, kaj oka-zas ankaŭ ke tiuj asertoj ne provokas klarigajn reagojn privatajn aŭ publika[n de la katolika ĉeestantaro. Cu timemo ĉu embaraso pro manko de sufiĉa estreco de la lingvo?
     En kelkaj okazintaĵoj, ankaŭ seriozaj, oni legas pri malveraj akuzoj aŭ misinformoj pri kristanismo kaj katolika Eklezio, kiujn ne sekvas ia ajn malkonsenta atesto aŭ dokumentita respondo. Ne-cesus, laŭ mi, serĉi kaj pretigi kelkan saĝan kaj inteligente brilan komunikeblecon por ke la kristanaj respondoj pri problemoj de la homaj ekzistado kaj kunvivado almenaŭ anonciĝu. Tiel agante, ni demonstrus plie ke Esperanto estas vojo de la evangelia anonco.
     Listigi juĝojn kaj an-taŭjuĝojn pri kristanismo aŭ katolikismo svingiĝantajn en esperanta literaturo aŭ mova-da medio estas fruktodone
por niaj taskaj rilatoj. Kiu havas tempon aŭ kompeten-tecon alfrontu la meritindan taskon! Dume mi priskribas iujn miskomprenojn kiuj lasta-tempe trafis mian atenton:
     1) La katolika Eklezio sin kontraŭdiras pri ekumenismo ĉar, dum tio ĉi sugestas ke ĉiu religio rekonu la anoncojn de aliaj religioj kaj subigu al diskutado siajn proprajn, ĝi daŭre predikas siajn dogmojn konservante ĉiujn distingojn de la pasinteco.
     2) Religio apartigas homojn igante kelkajn malamikoj de aliaj: ĉiu religio, anoncante sian kredon, necese kon-traŭmetas kaj preparas homojn al batalo. El tio ŝajnas ke la ununura religio akceptebla konsistas el ignoro de ĉiu klara aserto pri Dio kaj nia postviva sorto. En tiu koncep-tado svarmas la pesimisma konvinko ke homoj povas kunvivi nur se ili pensus ĉiam sammaniere, kaj profunda malkonfido pri homaj ecoj.
     3) Iu samideano konfideme demetis antaŭ mi ĉi tiun demandon: kial papoj persekutis ĉiam la hebreojn? Alia samideano, iomete katolikiĝanta, bruetis al miaj oreloj: la homoj instruiĝis kaj jam ni trovos ĉiam pii embarason kaŝi niajn historiajn pekojn!
     "...estu ĉiam pretaj doni defendan respondon al ĉiu kiu vin demandas pri la motivo de la espero en vi, sed kun hum-leco kaj timo...' Tion asertas sankta Petro en 1 Pt. 3,15.
Armando Zecchin



NI GRATULAS
     La italaj katolikaj esperantistoj esprimas sian ĝojon pro la atribuo de la kardinala rango al Ĉefepiskopo de Prago MILOSLAV VLK, Prezidanto de la Eŭropa Episkoparo kaj esperantisto.
     Patro GIACINTO JACOBITTI, la meritplena gvidinto kaj ĉiama aganto de nia katolika movado, atingis la 90.an jaraĝon. Kune kun la plej varmaj gratuloj, la italaj katolikaj esperantistoj esprimas tutkorajn dezirojn de longa plidaŭro de lia vivo kun la beno de Dio.





KIE ESTAS VIA FRATO?
Fenomenoj kaj problemoj pri la sektoj en la nuna mondo


Durante il Congresso dell'UECI in Armeno avevamo promesso di riportare sul nostro periodico, in quanto possibile, le validissime relazioni attinenti al tema generale "Le sfide del mondo contemporaneo alla famiglia cristiana". Ecco, dunque, il testo della "prelego" del prof. don Battista Cadei, però privo - purtroppo - degli approfondimenti e sviluppi che l'oratore ha fornito, estemporaneamente, durante la lettura del testo


     ENKONDUKO
     La temo de mi traktata koncernas tiun netuŝeblan sanktejon, kiu estas la konscienco de ĉiu aparta homo. Mi devos do ĝin trakti kun plej granda respekto kaj diskreteco, ne pro diplomatio ad taktiko, sed ĉar mi agnoskas la netuŝeblan rajton de ĉiuj libe-raj konsciencoj rilate religian kredon. Aliflanke la sektoj estigas foje gravajn problemojn en la socio aŭ en la familioj, tiel ke nepras strebi al ĝusta ekvilibro inter la respekto de la konsciencoj kaj la rajtoj de la aliaj personoj fronte al foje strangaj kaj problemodonaj formoj de religiemo.
     Por taŭge alfronti tiun ĉi problemaron, necesas koni la doktrinojn kaj la faktojn kiel eble plej objektive. Tio pravigas mian ĉeeston ĉi tie por paroli pri tiu ĉi temaro.
     Antaŭ cio, ni klarigu ke NE estas sektoj la grandaj historiaj religioj. kiel HINDUISMO, BUDAISMO. ŜINTOISMO. HEBREISMO. KRISTANISMO, ISLAMISMO. La sektoj estas minoritataj movadoj, alternativaj, foje polemikaj rilate la grandajn historiajn religiojn. Interne de la kristanismo, NE estas sektoj la ORTODOKSOJ, la ANGLIKANOJ, plej granda parto de la PROTESTANTOJ. Ni taksas sektoj tiujn kristanajn movadojn kiuj ne agnoskas Dion Patron, Filon kaj Sanktan Spiriton, aŭ ne akceptas la ekumenan dialogon.

     DIMENSIOJ KAJ DISVASTIĜO DE LA FENOMENO
     Oni tuj rimarku ke estas granda diverseco inter unu sekto kaj alia, tiel ke oni devas eviti ĝeneralajn pritak-sojn kaj antaŭjuĝojn. Aliflanke la sektoj en la mondo estas ege multnombraj. Oni kalkul-konjektas ke ekzistas almenaŭ 10.000 diversaj sektoj, kies adeptoj povas esti po kelk centoj da personoj ĝis maksimume dek milionoj. Por havi imagon pri la disvastiĝo de la fenomeno, konsideru ke en Latina Ameriko en 1900 la sektanoj estis 50 mil: en 1967 ili estis 4 milionoj; en 1985, 30 milionoj; por la jaro 2000-a oni prognozas 120 milionojn da sektanoj Freŝdate la orient-eŭropaj landoj, post la falo de la Berlina muro, fariĝis teritorio de konkero de multe da sektoj.
     En Italio estas almenaŭ kvincent diversaj sektoj, kun plej granda denseco en Nord-Italio. Entute la italaj sektanoj ne atingas 500 mil, tamen ilia influo en la socio kaj la penso-maniero estas multe pli grava ol kiom supozigas la malgrandeco de ilia nombro.

     POR DISTINGI LA DIVERSAJN SEKTOJN
     Jen niaj bazaj doktrinaj principoj:
     1) Ekzistas nur unu Dio;
     2) Ne temas pri la Dio de la filozofoj aŭ de la hindaj religioj: la definitiva Revelacianto de Dio estas Jesuo Kristo;
     3) Jesuo Kristo vivas en sia Eklezio, kiu fidele gardas de generacio al generacio la Biblion kaj la apostolan doktrinon.
Ni grupigos la diversajn sektojn laŭ sloganoj:
     A) "KRISTO JES, EKLEZIO NE": laŭ ili sufiĉas la Biblio, kaj senpera rilato kun Dio. Apartenas al tiaj iuj radikalaj protestantaj grupoj.
     B) "DIO JES, JESUO KRISTO NE": ili kredas en ia Dio, sed sen Jesuo Kristo laŭ nia kredo, Jesuo estas la Filo de Dio kaj vera Dio: En neniu alia estas savo (Agoj 4,12), Multaj sektoj respektas kaj mencias Jesuon, sed laŭ ili Li estas nur saĝulo, magiisto, mediumo, avataro, eksterterano, profeto, anĝelo, socialisto, revoluciulo... unuvorte, ne tio kion kredas la kristana Eklezio. Tiaj estas la Mormonoj, la Atestantoj de Jehovo, la anoj de la respektinda Moon.
     C) "RELIGIO JES, DIO NE": religioj sen Dio. Al tiaj apartenis la Tempio de la popolo, kiu en 1978 en la franca Gvajanio faris kolektivan memmortigon, en kiu pereis preskaŭ mil homoj: tiu sekto estis radikala sekvanto de marksisma materiismo, kaj intencis krei surteran paradizon.
     Al tiaj apartenas ankaŭ la Eklezio de Scientologio, laŭ kiu la homo, aplikante la Scientologiajn teknikojn, povas fariĝi ĉiusence perfekta kaj feliĉa: li povas eĉ fariĝi Dio.
     D) SANKTAĴO JES, RELIGIAĴO NE": al tiaj apartenas la magiismo, la spiritismo, la satanismo, anstataŭ adori aŭ preĝi, oni intencas manipuli kaj regi sanktaĵojn. Oni strebas al potenco kaj perforto super la naturaj kaj eĉ la spirita] kaj eksternaturaj fortoj
     KIAL LA SEKTOJ?
     Ĉiu kazo estas aparta kaj malsama ol la aliaj. Tamen oni povas trovi en la nuntempa socio kelkajn elementojn kiuj favoras la disvastiĝon de la sektoj.
     NE EBLAS VIVI SEN KREDO. En la nuna epoko oni konstatas malpliiĝon de la fradicia religia praktiko: ofte la preĝejoj estas malplenaj. Multe da homoj vivas tute sen religia kredo. Oni parolas pri morto de Dio kaj sekulariza-do. Sed la religia bezono instigas al priserĉo de aliaj religiaj formoj.
     PRIVATIGO DE LA RELIGIO: la nuntempa homo ne demandas: Kie estas la vero? Kion volas Dio de mi?, sed: Kio plaĉas al mi? Kio taŭgas en ĉi tiu momento? Kion mi provu? Oni elektas religion kiel oni elektus varon en la SUPERMERKATO DE LA RELIGIOJ, kiu siaflanke ofertas ĉion kaj la malon de ĉio: iuj religioj estas severe moralismaj kaj rigorismaj koncerne sekson, nutraĵon, tabakon, alkoholaĵojn, kafon, dum aliaj estas ege liberalaj kaj permesemaj koncerne la samajn aferojn.
     Tiu ĉi relativismo, individuismo kaj indiferentismo kunportas la konvinkon ke oni rajtas ĉion ŝanĝi, renversi, perfektigi, oni rajtas provi plej diversajn kaj eĉ plej strangajn spertojn ek de la plej senkulpaj, ĝis la plej diskutindaj aŭ eĉ plej fiaj kaj kruelaj: alternativa medicine vegetaranismo, jogo, horoskopo, kredo en la reenkarniĝo; paranormalaj aŭ parapsikaj fenomeno), magiismo, spiritismo, satanismo

     NE ĜUSTAJ RILATOJ KUN LA SEKTOJ
La reagoj de la kredantoj rilate la sektojn estas diversai kaj ne ĉiuj aprobindaj.
     1) POLEMIKO KAJ KON FLIKTO. Temas pri konduto kiun ni ne rajtas aprobi, pro tio ke oni devas respekti la konsciencojn, eĉ kiam oni ne konsentas pri la doktrinoj. Ni devas distingi inter la eraro en si mem, kiun ni ne rajtas konsenti kaj la eraranto, kiun nur Dio rajtas juĝi.
     Ni ne aprobas tiujn kiuj volus ke la ŝtataj leĝoj persekutu iujn sektojn. Nenia ŝtato havas kompetentecon por difini ĉu religio estas vera aŭ malvera. La ŝtato devas persekuti la krimojn, sendepende de la religia aparteno de la krimulo. Ni estas ankaŭ kontraŭ la deprogramado, kiu estas psiĥa manipulado por liberigi personon el cerbolavo.
     2) FALSA EKUMENISMO. Ĝi ĉion aprobas sendistinge. Multe da homoj havas konfuzan ideon pri ekumenismo: ĝi estas la devo strebi al unueco inter kristanoj kiuj agnoskas la diecon de Jesuo Kristo, pri kiuj papo Johano XXIII deklaris: "Tio kion ni havas komuna estas ege pli multe ol tio kio nin diferencigas Sed tio ne veras rilate la sektojn! Ilia kapilara propagando dissemas ideojn, dubojn, suspek.tojn kontraŭ la kristanismo, malamon kontraŭ la Eklezio Foje la aliĝo al sektoj kaŭzas problemojn psiĥajn, familiajn ekonomiajn aŭ sociajn
     Kelke da sektoj estas tre ekskluzivismaj nur ili havas la veron, ĉiuj ceteraj religioj estas diablaj Tiaj estas ekzemple la Atestantoj de Jehovo Aliaj male estas tre konfuzismaj ili allasas kaj eĉ rekomendas la samtempan apartenon al pluraj religioj. tiaj estas ekzemple la adeptoj de Baha'j, de respekttnda Moon de Scientologio
     Kelkaj kristanoj faras aĉan konfuzon inter la respekto kiu estas deviga kaj la duobla aŭ eĉ multobla aparteno. Oni ne rajtas aparteni samtempe kaj koherece al du aŭ pluraj religioj. La apostolo Paŭlo klare admonis Se eĉ ni aŭ anĝelo el la ĉielo al vi instruus alian evangelion krom tiu, kiun jam ni al vi instruis, tiu estu anatemita (=ekskomunikita)! (Gal 1,8)
     3) TUTECA NEŬTRALECO KAJ INDIFERENTECO ankaŭ tia ĉi konduto ne estas aprobinda. Se familiano forlasas la familion, la ceteraj familianoj ne rajtas resti indiferentaj.

     ESPERANTO KAJ SEKTOJ Generale esperantistoj estas tre malfermitaj Ili ne riskas esti ekskluzivismaj, sed foje ili povas esti konfuzismaj ĉi tie mi povas fari nur mencieton La fondinto de Esperanto estas ankaŭ fondinto de religia movado, nome Homaranismo, sed li malkaŝe kaj honeste deklaris ke oni devas distingi inter aparteno al la E-movado kaj aparteno al Homaranismo.
     La Bahaja movado, per la slogano "Unu Dio, unu popolo, unu lingvo", kaj per la pledo por plurreligia aparteno. allogas esperantistojn al sia kredo. Io simila okazas ankaŭ rilate la japanan religion Oomoto, kaj kelkajn brazilajn spiritismajn movadojn, kiuj praktikas kaj disvastigas Esperanton.

     KION FARI?
     1) AMI POR KOMPRENI. KOMPRENI POR AMI
     Oni devas rigardi tiujn ĉi fratojn kun granda amo Nur per amo kaj simpatio oni povas vere kompreni, kaj eventuale helpi. Respekti la konsciencojn. Instigi al pliprofundigo de la katolika doktrino antaŭ ol forlasi gin.
     Por vere kompreni kaj helpi, nepras kompetenteco: oni devos studi ne nur la kristanajn Biblion kaj doktrinon, sed ankaŭ la doktrinon, la metodojn, la psikologion ekzemple de la Atestantoj de Jehovo aŭ de alia koncerna sekto.
     2) PREVENTI
     La sperto instruas kiaj estas la plej oftaj kaŭzoj de forlaso de katolikismo por aliĝi al sekto. Jen kelkaj el ili:
     Oni ne sufiĉe konas la Biblion, nek la kernon de la kristanismo. tiel ke ofte oni ne ekkomprenas ke iuj doktrinoj (ekz. reenkarniĝo, relativeco de Jesuo Kristo) tute perfidas la kristanismon. Foje la kredo estas tiel supraĵa. ke ĝi ne havas influon rilate la problemojn de la ĉiutaga vivo
     Multaj kristanoj tute ne scias ke la kristanismo havas komunuman dimension laŭ ili la Eklezio estas io superflua aŭ eĉ malutila. Multaj parokaj komunumoj ne trovas familiecan etoson Oni sentas sin anonimaj.
     Malgraŭ la deklaroj de la Koncilio pri la rolo de la laikoj, multaj kristanoj opinias ke la Eklezio konsistas nur el la pastraro: la kristanoj estas klientoj kaj ne ĉefroluloj
     3) KONKRETE G.R.I.S. KAJ KATOLIKAJ AÙSKULTEJOJ
     Mi volas almenaŭ aludeti du konkretajn iniciatojn por la solvo de la paŝtistaj problemoj ligitaj kun la sektoj
     Unu el ili estas la asocio GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette), kiu funkcias en pluraj italaj diocezoj, kaj celas esplori kaj korekte, honeste kaj kompetente informi pri tiu ĉi problemaro. GRIS klopodas sekvi la supre diritajn principojn: firma klareco pri la doktrinoj, respekto kaj komprenemo por la personoj
     Dua iniciato estas la Katolikaj Aŭskultejoj (itale: Centri Cattolici di Ascolto), tio estas centroj, kien povas veni ĉia homo kun problemoj ligitaj kun la sektoj: la katoliko en religia krizo, la atestanto de Jehovo kun konsciencaj duboj, la ekssektano kun mensa konfuzo, la familiano aŭ amiko de sektano, kiu ne scias kiel konduti rilate la problemojn estigitajn de tiu aparteno al sekto. Tio, kion oni ĝenerale ŝatas ĉe tiuj centroj, estas la klareco (temas pri katolikaj aŭskultejoj) kaj samtempe la spirita libereco kiun ni strebas garantii.
     Por fini: ni fidas ne tiom je niaj diskutaj kapabloj, kiom je la Dia helpo. Do ni finas citante etan preĝon (Psalmo 25,4-5): Viajn vojojn, ho Sinjoro, montru al mi; instruu al mi vian irejon. Gvidu min en via vero kaj lernigu min, ĉar vi estas la Dio kiu min helpas; al vi mi esperas ĉiun tagon.
     Tiun ĉi preĝon ni ne nur rekomendu al sektanoj, sed faru ni mem, ĉar ĉiuj bezonas la helpon de Dio por ĉiutage sekvi la ĝustan vojon.

Battista Cadei




L'ESPERANTO A SERVIZIO DELLA CARITÀ


     Non c'è limite per i nostri contatti internazionali, tanto più se si tratta di carità.
     Il sig. R. Rustignoli di Forlì, saputo dal Ministero della Difesa del decesso del proprio fratello in un campo di concentramento russo, e precisamente nel campo 62 a Nekrilovo, si è rivolto ad un numero imprecisato di promettenti "mediatori", anche di lingua russa, per saperne di più, ma invano.
     Volle tentare con gli esperantisti, quasi incredulo di poterci riuscire. Fu invece possibile stabilire i contatti con amici esperantisti dell'Ucraina i quali gentilmente hanno fatto serie ricerche. Dopo aver individuato il villaggio, il sacerdote Sergio Prudko di Kiev ha inviato sul posto alcuni suoi parrocchiani per raccogliere testimonianze da testimoni oculari, scattare foto di quei luoghi di dolore e di morte, e deporre con pietà cristiana un mazzo di "fronde ".
     Ma preferisco lasciare la parola alla signora Mykola Hermanĉuk che da Kiev ha fatto un lungo e faticoso viaggio per recarsi sul posto.
Duilio Magnani




RESOCONTO SUL VIAGGIO A NEKRILOVO

     La stazione di Nekrilovo si trova nel comune di Novoĥopjorsjka della provincia di Voroneĵa. Il posto attorno a Nekrilovo è piano con molte rovine, la terra è fertile e adibita all'agricoltura. Ma in Nekrilovo la terra è sabbiosa. Nekrilovo è circondato da un boschetto che si trova proprio adiacente alle costruzioni del villaggio. Nel villaggio c'è una stazione ferroviaria denominata "kombinato" (c'è un lavatoio, servizi comuni, ecc.) e gli uffici dell'amministrazione del bosco.
     Sono stati interrogati degli abitanti e fra loro c'erano dei testimoni oculari: Nekrilov Viktoro Sergejeviĉ, custode del campo di concentramento, Nikiforova Tatjana Ivanovna, lavoratrice presso la "kombinato", la nonna Maria e altri.
     Dai loro racconti si apprende che i prigionieri militari sono stati trasportati a Nekrilovo d'inverno. Oltre agli italiani c'erano tedeschi, rumeni. polacchi. Una parte è stata sistemata nella stalla dei cavalli; gli altri hanno scavato sotto terra in prossimità del bosco delle cavità di m. 3,5 X 4. coperte di tronchi, dove poi hanno alloggiato.

     Una parte dei prigionieri venivano mandati ai lavori nel "kombinato", nei porcili, ma la maggioranza non lavorava. A primavera erano tutti magrissimi e distrofici mentre cominciava la dissenteria (si mangiava perfino l'erba appena spuntata).
     Le persone cominciarono a morire in massa. I cadaveri sono stati seppelliti a distanza di 50/60 metri dai loro rifugi sotterranei. Sopra è stato piantato un paletto di quercia numerato.
     Fino al 1960 quel luogo di sepoltura è stato circondato da una protezione. Poi è stato arato e sono stati piantati dei piccoli abeti. Ma parte del luogo di sepoltura si è conservato e sono stati trovati dei resti di paletti e alcune tombe.
     I resti dei rifugi sotterranei e le tombe sono stati fotografati. Purtroppo c'era tempo cattivo, nevicava e piovigginava nello stesso tempo, perciò potrebbe essere che le foto non siano venute bene.
     Per il freddo arrivato prima del solito non è stato possibile trovare sul posto dei fiori, per questo sulle tombe è stato posto un mazzo di rametti di rosa selvatica. Da sopra le tombe è stata presa un po' di terra. Noi cercheremo il modo di mandarvela. Sono stati fotografati sia i testimoni che il villaggio.

Mykola Hermanĉuk



NORME ASSOCIATIVE E QUOTE PER L'ANNO 1995

L'Unione Esperantista Cattolica Italiana (UECI) è sezione della Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista (IKUE), pertanto ogni associato dell'UECI è contemporaneamente socio dell'IKUE.

LE QUOTE PER L'ANNO IN CORSO SONO LE SEGUENTI:

Associato ordinario senza Espero Katolika       £. 19.000     (di cui       3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore senza Espero Katolika       £. 38.000     (di cui       6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio senza Espero Katolika       £. 380.000     (di cui       60.000 al gruppo locale)
     
Associato ordinario con Espero Katolika       £. 49.000     (di cui       3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore con Espero Katolika       £. 98.000     (di cui       6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio con Espero Katolika       £. 980.000     (di cui       60.000 al gruppo locale)
     
Associato giovane       £. 9.500     (di cui       1.500 al gruppo locale)
Associato giovane con Espero Katolika       £. 24.000     (di cui       1.500 al gruppo locale)
Associato familiare       £. 9.000     (di cui       1.500 al gruppo locale)


     Si richiama l'attenzione sulla categoria "Amico dell'UECI"costituita da simpatizzanti dell'Unione che vogliano contribuire alle sue finalità versando una somma non inferiore alle lire 5.000 che dà diritto a ricevere materiale informativo sulla vita dell'associazione.
Solo abbonamento a Katolika Sento £. 10.000
Solo abbonamento a Espero Katolika £. 27.000
Abbonamento a Dia Regno (periodico degli esperantisti protestanti) £. 15.000

I versamenti vanno fatti sul C.C.P. n. 11129475, UECI, viale Zavagli 73, 47900 Rimini.

     N.B. Katolika Sento è inviato a tutti gli associati, tranne che ai familiari.
È associato giovane chi non ha superato i 25 anni.
È associato familiare chi convive con altro associato.
Per l'abbonamento all'estero aggiungere lire 4.000 per spese di spedizione.
Specificare nella causale del versamento la categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani, l'esatto indirizzo per il recapito di K.S., la destinazione di eventuali offerte.
I gruppi locali trattengono le parti di loro spettanza, versando solo la differenza, mentre la quota dei soci individuali va interamente all'UECI.



COMITATO CENTRALE UECI
Presidente: Mario SOLA, via Brighinzio 7, 13100 Vercelli, tel. 0161-255434.
Vice presidente e incaricato giovanile: Carlo SARANDREA, via A. Severo 73, 00145 Roma, tel. 06-5414415.
Segretario e cassiere: Franca CONCINA, Strada Lucento 73, 10151 Torino, tel. 011-7390068
Segretario per l'Informazione: Sergio BOSCHIN, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel. 0422-25381.
Consiglieri: Don Duilio MAGNANI, viale C. Zavagli 73, 47030 Rimini (FO), tel. 0541-26447;
Giovanni CONTI, via F. Filzi 51, 20032 CORMANO (MI), tel. 02-66301958;
Antonio GAMBUTI, via V. Bellini 24, 47039 Savignano sul Rubicone (F0), tel. 0541-944523;
Maria PISONI. via Gorizia 17, 28100 Novara. tel. 0321-392914
Assistente Ecclesiastico: Mons Lorenzo LONGONI, Piazza Duomo 16, 20122 Milano, tel. 02-72001944/86463359

Grafica e impaginazione di Katolika Sento: Mario GUILLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli