Enhavo:


GIOIA E TRISTEZZA

     Ci eravamo lasciati, tutti i partecipanti all'8° Congresso del-l'UECI di Armeno, soddisfatti di un soggiorno riuscito sotto tutti gli aspetti e lieti di aver ritrovato vecchi amici e averne conosciuti di nuovi, ma poche ore dopo ci è giunta una tristissima notizia: padre Albino Ciccanti, che avevamo salutato a conclusione dei quattro giorni di operosa e serena convivenza, era stato improvvisamente chiamato alla casa del Padre.
     L'avevamo avuto tra noi in quei giorni, padre Albino, affabile e pacato come sempre, presenza familiare, amico di tutti, consigliere prudente e sagace, animatore efficace. Ci aveva parlato nell'omelia del giorno di inaugurazione, incisivo e facondo, ci aveva guidato durante la recita delle preghiere comuni, aveva trasmesso, nei momenti di distensione, la freschezza del suo spirito sempre giovane.
Ora, dal cielo continui ad accompagnarci nel cammino che intendiamo percorrere per attuare gli ideali che abbiamo condiviso.
     Un congresso che non si dimenticherà. per il suo felice svolgimento, ma il cui ricordo sarà sempre avvolto da un velo di mestizia, perché ci rammenterà il distacco dall'amato padre Albino.
     Siamo stati onorati dalla presenza di due Vescovi e dal saluto incoraggiante del Presidente della Commissione Episcopale "Justitia et Pax" e abbiamo ricevuto, riconoscenti, il telegramma che ci ha recato la benedizione del Santo Padre.
     Motivi di larga soddisfazione ci sono venuti dalla presenza attenta e fattiva dei congressisti, dallo svolgersi regolare ed agevole del programma, dalla partecipazione intensa ai momenti di preghiera.
     I preziosi contributi forniti da mons. Longoni, Carlo Sarandrea e don Cadei nell'esame del tema congressuale hanno conferito un elevato tono culturale alle giornate trascorse ad Armeno. Gli apporti recati dal preside prof. Pellizzari e da Carlo Bourlot sul particolare argomento dell'esperanto nella scuola si sono perfettamente intonati con quello che è uno dei compiti che l'UECI si è assegnato: diffondere l'esperanto negli ambienti scolastici cattolici.
     Anche la parte distensiva del programma è stata assai gradita ed ha contribuito a creare un atmosfera piacevole, favorita pure dalla bellezza dei luoghi e dall'ospitalità della Casa condotta con affabilità e dedizione dalle suore di S. Giovanna Antida.
     Con l'incoraggiamento che possiamo trarre dal soddisfacente congresso e nel ricordo dell'esempio lasciatoci da padre Albino, impegniamoci ad operare per il raggiungimento delle mete che ci siamo assegnate.
Mario Sola







LE NOSTRE MOTIVAZIONI E FINALITÀ

Lorenzo Longoni

(Continuazione dal numero preced.)
IV
L'OSPITALITÀ

     Ancora il 1° articolo del nostro statuto, dicendo che, tra i nostri fini, ci proponiamo anche le opere di misericordia, aggiunge "specie quelle dell'ospitalità".

     Ragioniamoci sopra.
     L'ospitalità è stata praticata da tutti i popoli con un certo grado di civiltà, anche se non sempre allo stesso modo o per gli stessi motivi.
     Presso il popolo ebreo veniva praticata come un atto religioso e secondo un cerimoniale preciso.
     Nel Nuovo Testamento poi l'ospitalità è universale come universale è la carità per il prossimo, elemento decisivo nel giudizio finale.

     Riflettiamoci a partire dai motivi umani.
     L'uomo è naturalmente portato a intrecciare rapporti con i suoi simili. E' infatti essenzialmente essere socievole.
     Dopo il primo motivo di umanità, ben presto gli uomini compresero che da questi incontri potevano derivare anche interessi pratici, sia culturali che commerciali. Questi contatti esigevano naturalmente un certo grado di ospitalità.
     L'intensificazione dei rapporti internazionali con migliore conoscenza e stima dello straniero sì accompagnò a sentimenti di amicizia e cortesia. L'ospitalità divenne un costume con importanza decisiva nello sviluppo dei rapporti umani, culturali ed economici.

     Religiosamente tutto ciò andò sviluppandosi, nel contesto della fede, come riconoscimento della fraternità universale, della comune dipendenza filiale da Dio e, nel mondo cristiano, come accoglienza di Cristo nei fratelli. Dice infatti Gesù (Mt. 25,3 e segg.): "Venite, benedetti del Padre mio...; sono stato forestiero e mi avete ospitato... Quanto avete fatto anche a uno solo dei più piccoli di questi miei fratelli, l'avete fatto a me".
     Per questo il mondo cristiano vide fiorire tanta ospitalità in ogni secolo. Basterebbe leggere gli Atti degli Apostoli per trovarne continuamente ampia testimonianza.
     E da quando cominciarono i "pellegrinaggi" (alla "Terra Santa", a Roma, a Santiago, per ricordarne solo i principali) l'ospitalità ai pellegrini si manifesta come costume entrato nella tradizione.
     E come non ricordare le "foresterie" che si svilupparono intorno a ogni monastero, luogo di accoglienza e di sicurezza dai pericoli dei "cammini".

     Oggi le situazioni sono diverse.
     I tempi sono cambiati, le esigenze degli uomini sono mutate, l'ospitalità è stata soppiantata dall'industria alberghiera e i pellegrinaggi dal turismo.
Eppure... il valore dell'ospitalità, nella sua essenza, rimane.
     Mai come oggi forse il mondo è stato pieno di profughi, di gente senza casa... Oggi sono molte le difficoltà da superare; occorre molta attenzione ai vari problemi che si connettono a tale situazione; occorre anche prudenza per non cadere in ingenuità pericolose.

     Noi, cattolici esperantisti, che cosa possiamo fare?
Cominciamo dalle cose più semplici:
     • ad esempio da quei contatti umani che si vengono sviluppando con la "corrispondenza" coi 'samideanoj" in ogni parte del mondo. Sembra una cosa da poco, ma in realtà è un seme, che certamente germoglia;
     • la possibilità che abbiamo di incontrarci in convegni, viaggi, iniziative comuni.
     Se i rapporti di conoscenza e di fiducia crescono, allora diventa più concreta la possibilità dell'ospitalità nel senso più comune della parola. Occorrere sempre tener conto delle effettivi possibilità. Non abbiamo infatti le "foresterie" degli antichi conventi, e purtroppo neanche spesso la 'stanza degli ospiti', come si legge nei racconti più o meno fantastici . Occorrerà sempre prudenza, anche se certe iniziative (come il “pasporta servo”) fanno sperare bene.

     Ma oltre queste cose, che ho detto semplici, non possiamo chiudere gli occhi sull'ospitalità organizzata, comunitaria, che tutti i popoli sono stimolati a fare. Quanti movimenti, anche di volontari, lavorano per "accogliere"! Basterebbe pensare alle numerose iniziative della, Caritas in tutto il mondo. E quante iniziative, anche nel nostro mondo, cosiddetto sviluppato, per cooperative edilizie, per risolvere il problema della casa per i poveri, per i fidanzati che cercano casa per poter iniziare la loro vita familiare!

     Forse ognuno di noi , e forse anche le nostre Comunità ecclesiali, abbiamo bisogno di riscoprire quale virtù sia l'ospitalità.

mons. Lorenzo Longoni


PARDONPETO
Mi devas humile pardonpeti al la legantoj pro la fuŝa presado de la artikolo aperinta sur la unua pago de n°4 de Katolika Sento, titolita "Evangelizado: nia tasko". La pluraj preseraroj estis mia kulpo, pro malatento en la korektade la presita teksto. Oni povus ŝerce diri ke tiu artikolo taŭgus por ekzerco de "ĉaso al la eraroj" dum instrua kurso de esperanto. Ĉiukaze. unu konsola fakto estas ke la aŭtoro mem estis kulpa pro la okazintaĵo, tial li punis sin mem, aparte ke li ĝenis la legantojn Nun li promesas esti pli atenta en la estonteco. Ĉu lia intenco sukcesos, li kaj vi povos konstati nur post legado de la tekstoj presitaj en Katolika Sento kiu nun troviĝas sub viaj okuloj.
MS




Ascoltiamo
RADIO VATICANA
in esperanto



Dai 28 settembre è più semplice ricordare
quando vanno in onda le trasmissioni di Radio
Vaticana in esperanto: ogni domenica
e mercoledì alle ore 21,20

ORE 21,20

Domenica:
OM 527; 1530;
OC 3945 (76,04|; 5882 (51);
FM 93,3; 105.

Mercoledì:
OM 1611;
OC 6185 (48,50); 7365 (48,73};
FM 96,3.

Radio Vaticana,
Esperanto,
00120 Città del Vaticano





LETTERA DI SUA SANTITÀ

GIOVANNI PAOLO II

     La Santa Casa di Loreto non è solo una «reliquia». ma anche una preziosa « icona » concreta. E nota l'importanza straordinaria che l'icona ha sempre avuto, specie presso i fedeli delle Chiese orientali, come segno attraverso il quale si opera, nella fede, una specie di « contatto spirituale » con il mistero, per usare un'espressione di S. Agostino (cf. Sermo 52, 6, 16 PL 38, 360). Essa « significa » la realtà in senso forte in quanto la « rende presente » ed operante. Quanto più una icona è antica ed ha avuto parte alla vita, alle sofferenze ed alle vicende storiche di un popolo o di una città, tanto più è grande la grazia che da essa deriva. Si tratta di qualcosa
che trova la sua spiegazione ultima nel mistero della comunione dei Santi.
     Come notavo nella mia Enciclica Redemptoris Mater, le icone « sono immagini che attestano la fede e lo spirito di preghiera del buon popolo di Dio, il quale avverte in esse la presenza e la protezione della Vergine » (n. 33).
     Ebbene, tale è anche, in un certo senso, la Santa Casa di Loreto. la cui storia è intimamente intrecciata non solo con quella della regione marchigiana, che ha il privilegio di custodirla, ma anche con quella dell'intera nazione italiana, che ha celebrato costì, nel 1985, come ultimo significativo evento, un importante Convegno ecclesiale, e dell'intera cattolicità, che ha dedicato alla Vergine Lauretana innumerevoli chiese, cappelle, edicole ed immagini. Una icona consacrata dalla fede e dalla devozione di generazioni di pellegrini, che con le loro mani e con le loro ginocchia ne hanno modellato perfino le pietre. Il respiro universale di codesto Santuario è confermato dal fatto che la Vergine Lauretana, proclamata dal mio predecessore, Benedetto XV, Patrona universale dell'aviazione, viene ovunque invocata dai viaggiatori in aereo, in un abbraccio di pace che unisce idealmente tutti i Continenti.
     Lasciando, perciò, come è doveroso, piena libertà alla ricerca storica di indagare sull'origine del Santuario e della tradizione lauretana, possiamo affermare, a buon diritto, che l'importanza del Santuario stesso non si misura solo in base a ciò. da cui ha tratto origine, ma anche in base a ciò che esso ha prodotto. È il criterio che ci da Cristo stesso, quando invita i suoi discepoli a giudicare ogni albero dai suoi frutti (cf. Mt 7, 16).
———— Continua nel prossimo numero ————



KARESMEMORO

Kio estas kareso!
Malpeza, mola,
ĝentila,
ĝi apenaŭ flugtuŝas vin
kiel plumo.
Ĝi ŝajnas forflugi
kun la vento.
Sed ĝi ankaŭ povas
eniri vin,
internen,
kaj ĝia memoro
restas.
Ĝi kuniĝas kun vi,
gaje,
dum tagoj,
eble jaroj,
aŭ dumvive.

Lucia Miano

"Tiu ĉi kareso estas por
viaj infanoj; jen, portu
hejmen la kareson de
la Papo".


(Papo Johano XXIII)




NI GRATULAS

     La fondazione tedesca "Fame" ha assegnato il premio culturale 1994, dell'importo di 5.000 marchi, al giornale "Heroldo de Esperanto" per il suo contributo alla diffusione di opere culturali e il sostegno alla comprensione internazionale.
     Il quindicinale "Heroldo de Esperanto", fondato da Teo Jung nel 1920, è diretto dal 1961 da Ada Fighiera-Sikorska ed è edito a Torino. Il giornale, di cui sono stati pubblicati sinora quasi 1900 numeri, è diffuso in 70 Stati. Nella sua vita ultrasettantennale l'Heroldo ha pubblicato un centinaio di libri con oltre 20.000 pagine.
     Prima della guerra, la pubblicazione dell'Heroldo. allora stampato in Germania, fu proibita dalla Gestapo e l'editore-diretto-re dovette rifugiarsi in Olanda.
     Ci complimentiamo con la direttrice Ada Fighiera-Sikorska, che ultimamente ha ottenuto anche il meritato riconoscimento della nomina a Membro Onorario dell'UEA, ed auguriamo a lei ed al suo giornale sempre maggiori successi.



     Il Comitato Centrale dell'U.E.C.I. ha stabilito di affiancare, alle varie categorie di soci, quella di AMICO DELL'U.E.C.I.
     Si tratta di simpatizzanti del movimento degli esperantisti cattolici che. versando un contributo annuale minimo di lire 5.000, potranno ricevere informazioni sull'attività dell'Unione Esperantista Cattolica Italiana.
     Senza dubbio, molti di coloro che condividono gli ideali della nostra associazione, ma non ritengono di impegnarsi in prima persona, acconsentiranno di appoggiare l'azione dei cattolici esperantisti diventando "Amici dell'U.E.C.I".




I GIORNI DEL CONGRESSO

     Dopo quattro giorni di intensa attività, si è concluso il 13 settembre l'8° Congresso Nazionale UECI, sezione italiana dell'esperanlismo cattolico mondiale.
      Nella accogliente Casa di spiritualità di Armeno, sul lago d'Orta, oltre 60 persone hanno aderito alla tematica del Congresso, centrata, in sintonia con l'Anno internazionale della Famiglia, su “Le sfide del mondo contemporaneo alla famiglia cristiana".

      Presenti il Presidente dell'UECI prof. Mario Sola e l'Assistente Nazionale mons. Lorenzo Longoni, di spicco è stata la partecipazione del Presidente della "Internazionale Esperantista Cattolica" (IKUE) don Duilio Magnani e del già lungamente Presidente UECI P. Albino Ciccanti. Reduce da importanti esperienze ecumeni-che in Polonia, il consigliere dr. Serio Boschin e. ad arricchire la variopinta presenza nazionale, rappresentanti anche dell'esperantismo cattolico francese e sanmarinese. dr. Albert Bessière e prof. Marina Mìchelotti.
      Al telegramma augurale da parte di S.S. Giovanni Paolo II ed al saluto partecipatissimo del Presidente della Commissione Episcopale "Justitia et Pax" S.E. Tarcisio Bertone, Arcivescovo di Vercelli (..."Sono convinto che I auspicio cristiano di formare, fra persone e popoli, un'anima sola passa necessariamente attraverso il linguaggio"...), si sono aggiunti i voti dell'ing. Wieslaw Tomaszewski, presidente dell'IKUE polacca e degli intellettuali cattolici di Varsavia, del Vicepresidente dell'UECI Carlo Sarandrea trattenuto da ineludibili impegni alla Radio Vaticana e della direttrice del prestigioso "Heroldo de Esperanto", dr. Ada Sikorska.
      Ma l'incontro armeniate si è poi arricchito di alcune visite, fugaci ma intense, del Vescovo di Novara, S.E. Renato Corti , in sede di apertura sabato 10, e del Vescovo di Vigevano, S.E. Giovanni Locatelli nella giornata di chiusura, con la messa del quale, in esperanto, ed il rinnovo
      della consacrazione a Maria di tutti gli esperantisti cattolici, il raduno cusiano ha forse raggiunto il suo momento più allo di spiritualità.
      Impossibile riferire, in breve nota, di un programma pacato, ma alacre ed ampio.
      La prima mattina è iniziata, dopo la recita di lodi, con la S. Messa concelebrata in esperanto in onore di S. Agabio. Nell'omelia mons. Lorenzo Longoni ha ricordato S. Agabio, vescovo di Novara, il quale occupò la sede episcopale novarese dal 418 al 440.
      Nell'inaugurazione ufficiale il prof. Sola ha ricordato non addi-cersi al cristiano l'atteggiamento "rassegnato" sia di fronte al paganesimo che oggi inquina la famiglia sia di fronte alla egemonia di una lingua che favorisce ingiustamente fasce di suoi privilegiati locatori: ha definito, in brevi parole, la piena motivazione del convegno.
      Mons. Corti, vescovo di Novara, ha ripreso, in una affabile ulteriore premessa, il "giusto collegamento tra un congresso di tono universalistico ed i grandi problemi del rapporto tra gli uomini e della pace tra le nazioni. Vengo qui - ha aggiunto - in maniera umile e discreta a continuare dopo quattrocento anni questo collegamento tra Novara e Milano (quest'ultima è la diocesi di origine sia di mons. Corti che dell'Assistente dell'UECI mons. Longoni - n.d.r). I numerosi anni di fede alle spalle di questa terra sono fecondi e di buon auspicio".
      La prima delle relazioni è stata presentata da mons. Lorenzo Longoni con uno stimolante compendioso approccio. alla "Lettera alle Famiglie” il documento che lo stesso Pontefice ha scritto quesi come contributo alla illuminazione cristiana di un tema tanto attuale e mistificato. “La lettera è stata scritta a tutte le famiglie del mondo -ha detto mons. Longoni- essa è di grande interesse per le famiglie e l'umanità intera”. Argutamente egli ha osservato: "La moda vigente, nel mirare ad un unico figlio capovolge il mandato di ?moltiplicarsi?, in una crescita, in una 'divisione' per estinguersi”.
      Secondo relatore, sul tema cruciale dell'aborto, è stato, per quanto assente, Carlo Sarandrea che ha esplorato il campo dei metodi naturali per la regolazione della fertilità umana, alternativa autentica alle contraccezioni classiche.
      Riconducibile ad una poderosa opera di esperti in oltre 500 pagine, edita dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, l'escursus redatto dal Vicepresidente gli ha meritato vivi applausi dopo la interposta chiara lettura del dr. Boschin.
      La gamma delle relazioni ufficiali si è completata, presente di riguardo mons. Locatelli, con l'ampio ed articolalo esame del fenomeno delle sette religiose, nella terza conferenza, tenuta da padre Giovan Battista Cadei, già responsabile del programma Esperanto alla Radio Vaticana dal titolo "I nuovi movimenti religiosi". L'insidiosa presenza dei quali, rispetto al tessuto sociale -e familiare- odierno, ha ricevuto piena rappresentazione nelle parole dell'oratore determinando, come le precedenti relazioni, un partecipato dibattito.

* * * * *

     Come tradizione, anche l'8° Congresso UECI di Armeno ha dedicato ariose parentesi alla scoperta ed al godimento delle attrattive turistiche locali: Orta con il suo lago, l'isola, il Sacro Monte: Cannobio con il Santuario della miracolosa Pietà in cui i nostri sacerdoti hanno concelebrato la Santa Messa e il rettore ha illustrato con chiarezza i prodigi avvenuti nel 1522 e un po' della storia degli anni successivi; il Lago Maggiore fino alla elegante Locarno, dove, oltre alla panoramica "Madonna del Sasso", i gitanti hanno beneficiato della commovente ospitalità di un sani ideano illustre, il poeta Dante Bertolini.
      La sera del giorno 9 è stata animata da uno scatenato gruppo di danzatori, i "Matai d'ca noscta " con balli e canti del folclore locale.
      La classica serata d'asta, condotta da improvvisate, ma convinte, "incantatrici" (Concilia e Gubbioli) ha fruttato un graditissimo gruzzolo alla "tesoreria" UECI.
      Una serata ha visto l'omaggio al poeta esperantista tedesco Richard Schulz. con la declamazione di sue poesie scelte, quasi a più sommessa continuazione della audizione magistrale di versi foscoliani e suoi proprii offerta dal Bertolini a Locarno.

* * * * *

     Adempimento statutario, l'annuale assemblea UECI si è svolta nel pomeriggio di domenica 11. Essa ha sancito l'aumento da sei ad otto dei componenti del Comitato Centrale, come premessa ad un più pieno utilizzo delle capacità di persone dedite al movimento esperantista cattolico.
      Si e considerata con medesima sensibilità la ormai prossima acquisizione della nuova sede IKUE in Roma, a cui l'UECI partecipa con un proprio concreto contributo. Si è inoltre deciso di lanciare una forte azione verso i seminari e le scuole cattoliche dove un veicolo privilegiato di cultura e di pace come l'esperanto è praticamente assente. In tale ottica il Congresso ha seguito con estremo interesse le esperte testimonianze di due docenti, il preside prof. Carlo Pellizzari e il maestro Carlo Bourlot, sui fermenti pro esperanto che, dal noto parere favorevole espresso dalla "Commissione ministeriale Jervolino-Matulli" del dicembre 1993, si vanno determinando nel mondo della scuola.
      Questa relazione deve purtroppo includere una nota dolente: per gli imperscrutabili disegni del Cielo i giorni congressuali sono stati per padre Ciccanti gli ultimi suoi sulla terra, poiché già alla sera del giorno 13, a Congresso appena concluso, subito dopo il rientro a Forlì, il suo cuore ha cessato di battere. Nelle messe, nelle preghiere da lui guidate aveva ricordato la volontà di Dio come meta di ogni vita cristiana. Il suo congedo da una vita spesa per grandi ideali vale di esempio.
      L'intera manifestazione, con le eminenti adesioni avute e per la qualità degli interventi (qui solo accennati, ma di cui è prevista la testuale divulgazione), si pone tra le prime mosse ecclesiali ispirate al nuovo catechismo, art. 1935, dove una azione segnatamente cattolica può realizzarsi anche con la promozione "non rassegnata"dell'esperanto.
      Oltre che ad Olomouc, nella Repubblica Ceca, per l'IKUE, l'appuntamento '95 per l'UECI è: Loreto!

      Dai rapporti di

Carlo Geloso
Angelo Ambrosetto



RISOLUZIONE

     Gli esperantisti cattolici si sono riuniti ad Armeno (Novara) dal 9 al 13 settembre 1994 in occasione dell'8° Congresso della propria Unione (UECI), sezione italiana dell'Unione Internazionale Cattolica Esperantista (IKUE), con intervento dei Vescovi di Novara mons. Corti e di Vigevano mons. Locatelli, e con l'adesione del Presidente della Commissione Episcopale "Giustizia e Pace" mons. Bertone, Arcivescovo di Vercelli, per riflettere sul tema "Anno internazionale della Famiglia: le sfide del mondo odierno alla famiglia cristiana". Il tema si è articolato in tre principali relazioni: "Lettera alle Famiglie di Giovanni Paolo II", "Metodi naturali per la regolazione della fertilità: alternativa autentica all'aborto", "La sfida delle sètte alla famiglia".

Gli esperantisti cattolici

riconfermano

la loro piena adesione alla dottrina della Chiesa e la partecipazione alla sua azione pastorale;

si impegnano

a testimoniare e a diffondere nel mondo esperantista, secondo il carisma che li distingue, i valori espressi dal documento pontificio;

pongono speciale attenzione

inoltre all'esigenza di informare le Scuole Cattoliche e i Seminari sulla proposta di soluzione del problema della comunicazione internazionale attraverso l'esperanto, come riconosciuto nelle conclusioni adottate dall'apposita Commissione del Ministero della Pubblica Istruzione in data 22. 12. 1993.




Conferenza Episcopale Italiana



          prot. N.: 618/94                         data: 28 settembre 1994



Egregio Professore,

               per incarico del Cardinale Presidente di questa Conferenza, mi riferisco alla lettera del 17 settembre 1994, con la quale Ella ha voluto gentilmente trasmettere alla Presidenza di questa Conferenza la risoluzione degli Esperantisti cattolici, che si sono riuniti ad Armeno (Novara) dal 9 al 13 settembre 1994.

               Esprimo l'apprezzamento per il lavoro svolto in quella riunione alla quale hanno partecipato anche i Vescovi di Novara, di Vigevano e di Vercelli, e formulo l'auspicio che la risoluzione, approvata in attuazione delle finalità proprie degli Esperantisti cattolici, possa costituire un valido punto di riferimento per un rinnovato impegno culturale ed ecclesiale.

               Con l'augurio di ogni bene e di una feconda attività in seno all'Unione, porgo il mio distinto saluto.




Dev.mo
+ Dionigi Tettamanzi
Segretario Generale

________________________
Ill.mo Professore
Prof. MARIO SOLA
Presidente UECI
Via Brighinzio, 7

13100 VERCELLI



OMELIA DEL PADRE PROVINCIALE DEI FRATI MINORI

     Il capitolo 10 degli Atti degli Apostoli ci riporta il discorso di Pietro che afferma come Dio è Padre di tutti e non fa differenza tra le persone. Egli ama ciascuno di amore eterno e singolare.
      L'apostolo sottolinea come lui stesso, con gli altri discepoli, si sente testimone di questa verità e come senta, perciò, l'urgenza di far conoscere a tutti gli uomini la vita e la profezia del Signore Gesù, venuto a dare - come di fatto è accaduto ― la sua vita per la vittoria sulla nostra morte, per la nostra salvezza.
      Il Vangelo di Matteo ci offre la bellissi ma preghiera di Gesù che si rivolge al Padre, benedicendolo per il fatto che egli. Dio. non si rivela ai potenti, ma ai piccoli, agli umili, agli ultimi per insondabile mistero del suo volere.
      Ed invita tutti noi. affaticati ed oppressi come siamo dal quotidiano affaticamento per vivere pericolosamente la grazia di essere uomini, a fare la scoperta sorprendente che, sì. la vita logora e pesa, ma se il peso della fatica risale alla fatica di credere in Cristo, si tratta di una fatica possibile, alleviata dalla bontà e dalla misericordia di Dio.
      P. Albino, nei suoi 64 anni di vita, è tutto qui. Come Pietro, il Principe degli Apostoli, soffriva interiormente l'urgenza di comunicare a tutti il mistero di salvezza del Signore Gesù e del suo Vangelo. E, come discepolo sicuro del suo Maestro, voleva proclamare, con la vita, il dono del peso leggero del Vangelo che ristora la fatica e ripara le ferite del cuore dell'uomo.
      P. Albino aveva l'animo del missionario, del comunicatore avveduto e preparato a cogliere il modo più concreto per arrivare dritto all'animo dei fratelli con il messaggio della Buona Notizia. Per questo, con tutta probabilità, giovanissimo, aveva intrapreso lo studio prima e la pratica esperta poi della lingua Esperanto.
      Egli lavorava per far conoscere il più possibile questa lingua e per essa ha speso tesori di preziose energie, fino all'ultimo, considerato che la morte lo ha sorpreso al ritorno da un convegno al quale aveva partecipato con il solito interesse e con la solita vigorosa disponibilità.
      P. Albino è stato uno dei più noti e validi esperti della lingua Esperanto ed uno dei più impegnati propagatori di essa. Basta scorrere la sua cartella personale in archivio, che, peraltro, non contiene tutti gli elementi della sua esperienza esperantistica, per rendersi conto della mole di lavoro da lui sviluppata e dell'infinità di rapporti che egli ha intrattenuto con molti Paesi del mondo, con uomini di ogni cultura, ideologia, religione.
      P. Albino, con una attività assidua e instancabile, ha portato l'Esperanto nelle Scuole, nelle pubbliche assemblee e nelle celebrazioni liturgiche. fino alla stampa del Messale Romano in Esperanto.
      Si è occupato dell'idioma creato dall'oculista polacco Zamenhof per una trentina d'anni, divenendo uno dei migliori esperti in materia, citato in articoli e pubblicazioni specializzale. Se non ho raccolto male le mie informazioni, P. Albino fu il primo sacerdote a celebrare la S. Messa in Esperanto.
      Ecco dunque qualche breve tratto di un Frate Minore dal dinamismo straordinario che, oggi, siamo chiamati a salutare per sempre e a restituirlo a quel Signore che un giorno ce lo aveva dato in dono.
      Il fatto che è che, di tempo in tempo, la vita ci offre testimonianza di sé nella concretezza della morte: per chi vive di fede non è esorcizzata l'esperienza della lacerazione, del distacco che incide profondamente nel cuore di ciascuno né la sensazione che il destino della vita sia terribilmente esoso nei nostri confronti per il debito che sappiamo di dovere comunque pagare come soluzione ultima della vita stessa.
      Ma poi, resi consapevoli nella fede , il peso dei nostri vissuti e delle nostre oppressioni ci è rimesso dall'Amore, risolleviamo il capo e riaffermiamo la speranza che tutto resterà per sempre nella pace del Signore risorto, anche per noi, come per il nostro fratello carissimo P. Albino.
      Il segno che P. Albino, con il suo sorriso furbo, con quella sua sottile e garbata ironia, ci lascia con la traccia della sua vita tra noi, è la conferma che, nonostante tutto, potremo essere come lui testimoni del mistero del Signore Gesù, che continua a rivelare a noi, suoi piccoli fratelli, le cose grandi della vita eterna con Dio.

A lode di Cristo e della
SS. Trinità. Amen.

Forlì, 15 Settembre 1994




IN RICORDO DI PADRE ALBINO CICCANTI


UN SAIO FRANCESCANO IN ESPERANTO


(da "IL PONTE" 25.10.94)

     È terminata all'improvviso a soli 64 anni la vita terrena di padre Albino Ciccanti, ofm, conosciuto a Rimini come padre Esperanto, la sera del 13 settembre nel suo convento di Forlì.
     Trasferito dai superiori dal convento di San Pier Damiani in Ravenna, era passato al Convento di Forlì a motivo della salute: infarto!
     Giovane sacerdote ebbe modo di seguire le orme esperantiste del confratello padre Modesto Carolfi ofm, pioniere della lingua internazionale Esperanto in Italia e specialmente in Emilia-Romagna. Il discepolo non è stato meno del maestro facendo dell'Esperanto uno strumento per l'evangelizzazione.
     Francescano minore semplice e gioviale ha svolto molti anni il ministero nella nostra Rimini dedicandosi con passione e competenza anche all'evangelizzazione e alla diffusione del francescanesimo in Italia e all'estero.
     Molteplici e lunghe sono state le sue presenze, ad esempio, in Polonia e nei Paesi protestanti nel nord Europa. Amava raccontare che soprattutto fra i Protestanti il suo saio francescano ed il suo parlare "internazionale" erano apprezzati e gustati. Finché fu presente nel mondo esperantista i suoi amici facevano a gara per organizzargli i viaggi all'estero. Spesso utilizzava anche il biglietto gratuito in aereo per cui scherzosamente sulla stampa esperantista internazionale ed anche su riviste in Italia veniva chiamato "Padre avio-stop".
     Brillante conferenziere in lingua Esperanto. il suo dire fluente e armonioso con amenità e gioco di parole tanto che che l'ascoltatore era costantemente sollecitato all'attenzione del tema trattalo e ammirato dalla flessibilità e sfumature della nuova lingua internazionale. Concreto e realistico nelle sue scelte, sapeva condurre avanti il suo programma di missionario e di esperantista con motivazioni convincenti e affascinanti.
     Fu presidente per oltre un decennio dell'U.E.C.I. (Unione Esperantista Cattolica Italiana).
     Per il mondo cattolico è importante aggiungere che padre Albino ha fatto parte anche della commissione Liturgica Esperantista, voluta dalla S. Congregazione dei Sacramenti e del Culto Divino e presieduta dal Vescovo Ausiliare di Varsavia, S.E. Mons. Ladyslao Mizioek, per la traduzione in Esperanto del Messale Festivo.
(d.d.m.)



COMMIATO

     Mi deziras aldoni mian feblan voĉon, posta altegaj vortoj de la Generala Superulo de la Franciskanaj Patroj, por esprimi, krom mia persona korpremo, tiun de ĉiuj Gesamideanoj de Itala Esperanto-Federacio, de la Itala Katolika Unuiĝo Esperantista, de la Itala Instituto de Esperanto kaj aparte de la Internacia Ligo de Esperantistaj Instruistoj, kies itala sekciestrino, prof-ino Catina Dazzini, tiucele ĵus kortuŝe telefonis, pro la abrupta forpaso de l' kara amiko, Pastro Albino Ciccanti.
     Nome de ĉiuj permesu ke mi esprimu la plej profundan angoron pro tiom grava perdo, sed samtempe la plej serenan certecon ke lia nobla animo jam ekiris sur la vojo de la eterna lumo, al la eterna paco kaj al la eterna feliĉo
     Tiel ke, mi certas, ni jam povas ricevi de li novan for-ton kaj kuraĝigon, kaj jam rajtas propeti lin per la simplaj vortoj de la Sanktuloj: karega amiko mia, pastro Albino, kiu troviĝas antaù la gloro de Dio, preĝu por ni.
Luigi Tadolini

N. TELEGRAMMA 193
01010700302578

CONVENTO FRATI FRANCESCANI
VIA ALBICINI 7
47100 FORLÌ

IMPEDITO PARTECIPARE RITO FUNEBRE PADRE ALBINO CICCANTI ESPRIMO ANCHE NOME ESPERANTISTI CATTOLICI ITALIANI SENTITO DOLORE REPENTINA PERDITA NOSTRO VERO AMICO AMATO ET AMMIRATO PER SUA FORTE SPIRITUALITÀ' GRANDE UMANITÀ' VIVA INTELLIGENZA STOP PADRE ALBINO LASCIA VUOTO INCOLMABILE NOSTRE FILE ET NOSTRI CUORI
          MARIO SOLA PRESIDENTE UNIONE
          ESPERANTISTA CATTOLICA ITALIANA

MITTENTE :
MARIO SOLA
VIA PADERNO 36 A SERIATE




MALFERMITA LETERO AL ESPERANTISTOJ TRA LA MONDO


     Goma estas Zaira urbo oriente de Zairo, ĝi situas apud la lago Kivu kaj enhavas ducent mil loĝantojn. Goma estas turista urbo pro tio ke norde ĝi estas limigita de vulkanaj montoj kaj de parkoj en okcidento. Apud Goma troviĝas urbo Bukavu kiu estas pli granda ol Goma kaj enhavas ĉirkaŭ kvarcent mil loĝantojn. Bukavu estas monta urbo kon-struita de belga kolonio sur la ĉirkaŭaĵo de lago Kivu, sude de urbo Goma. Sed Goma estas kovrita de vulkana lato, kio malfaciligas la konstruon. Bukavu estas male kovrita de ruĝa grundo kiu tamen estas malriĉa por la kampkulturo. La du urboj frontas gravajn problemojn rilate nutraĵojn pro la granda ekonomia krizo kiun la tuta lando travivas t.e. manko de vojoj kaj de komunikiloj, neniu programo por disvolviĝo k.t.p. Eta loĝejo kiu povas enhavi nur du personojn (edzo kaj edzino), sen kuirejo kaj tualetejo, kostas kvindek dolarojn monate. Familio sen infano, nur edzo kaj edzino, devas elspezi dudek dolarojn tage por manĝi. La prezoj estas taksitaj en dolaroj, tiel ke ĉiutage la prezoj altiĝas. La zaira mono estas tre malforta kaj tagon post tago ĝi malvaloriĝas. Antaŭ unu monato cent dolaroj egalis sesdek mil zairojn sed hodiaù ili egalas centkvindek mil zairojn! La salajroj estas ege malaltaj. La plej alta salajro estas ses mil zai-roj, dum unu sako da rìzo kostas tridek mil zairojn.
     Jen mallonge la realo de la vivo en la du urboj kiuj jus ricevis preskaŭ tri milionojn da rifuĝintoj el Ruando. En Goma kaj Bukavu preskaŭ dekmilo da personoj mortas ĉiutage kaj pro epidemio kaj pro malsato! Post la foriro de francaj soldatoj de "Operation Turquoise" la dramo estas ankoraŭ pli abomena ol antaŭe. Pli ol du milionoj da rifuĝintoj estas atenditaj en Bukavu. La neregistaraj organizaĵoj laboras tage kaj nokte por alporti sian eron da espero, sed tio tute ne sufiĉas!
     Ĉiu el ni estas alparolata antaŭ tiu ĉi Ruanda dramo. Kiel kompreni ke en tiu ĉi ŝajne solidareca mondo oni trovas sur la stratoj post ĉiu deko da metroj amason da kadavroj kiuj ne povas esti enterigataj nur pro tio, ke ne ekzistas materialoj por tion fari. Amaso da infanoj kies parencoj estis mortigitaj almoze petadas sen iu ajn espero...
     La esperantistoj de Bukavu decidis agi, eĉ se nia kontribuo estas vere malgranda ni decidis agi por alporti, nome de esperanto, nian modestan helpon. Ni starigis reton nomatan"ESPERO RIFUĜINTO" kiu nur celas helpi infanojn rifuĝintajn trovi iliajn familianojn tra la du regionoj, tio estas la norda regiono kun Goma kiel ĉefurbo kaj la suda regiono kun Bukavu kiel ĉefurbo.
     Ni havas teamon da volontuloj kiuj kolektas informojn pri familianoj ĉe tiuj infanoj kaj post kolekto de informoj ni uzas la lokajn radion kaj ĵurnalojn por lanci mesaĝojn.
     En Goma ER estas reprezentita de s-ro Ntawu Hangi Hubert kaj en Bukavu de s-ro Lutombo Philemon. Aliaj kunordigantoj estas s-roj Nakihinga Daniel Rugoyera, Milenghe Zebedee, Masy Kilelezo kaj Mambo Salumu Kilyakambo. Ni jam kolektis iom da nutraĵo por helpi al tiuj infanoj kiuj ankaŭ frontas problemon pri manko de loĝejo, vestaĵoj kaj kovriloj.
     ER do alvokas ĉiujn samideanojn tra la mondo fari ion por helpi la ruandajn rifuĝintojn. Eĉ eta gesto bonalvenos.
     Sendu al ni infanajn vestaĵojn kovrilojn k.t.p. kaj via gesto estos granda helpo por tiuj mortantaj infanaj rifuĝintoj.

Por Espero Rifuĝinto:
Lutombo Yogolelo
(kunordiganto)

* * * * *

     Don Duilio Magnani, a nome dell'IKUE e dell'UECI, ha già anticipato 1,000 dollari per aiuto alla sudescritta iniziativa. L'UECI apre una raccolta di offerte "Por ruandaj rifuĝintoj" alla quale si può contribuire utilizzando il C.C.P. n° 11129475 , UECI Viale Zavagli 73, 47037 Rimini (FO), indicando la causale del versamento.



NI KONDOLENCAS

Il Centro Cattolico Milanese 'Don Ferdinando Longoni" partecipa la scomparsa, avvenuta il 2 agosto, della professoressa MARIA VITTORIA CARASSA. Insegnante di lettere al liceo, si era dedicata all'Esperanto nel ricordo del Padre, pioniere della lingua internazionale a Castellanza Bormida, apportando alle manifestazioni del Centro la sua dotta e apprezzata opera di relatrice, soprattutto in occasione degli incontri di Gazzada.

     L'UECI tutta si unisce al cordoglio dei familiari e del Gruppo milanese per la perdita della propria stimata associata Maria Vittoria Carassa.



DANKE

Per il "Fonduso Alfabetigo":
Da Treviso (S. Vincenzo -Parrocchia S. Giuseppe) £. 150.000
(S.B.) £. 50.000

Per l'UECI:
Da Massa (E.U.B.) £.40.000
Da Treviso (S.B.) £. 10.000
Da Treviglio (L.F.) £. 20.000
Da Livorno (L.L.N.) £. 40.000
Da Rimini (D.M.) £. 50.000
Da Bologna (NN) £. 50.000
Da Savignano (T.G.) £. 50.000
Da Pìstoia (U.S.) £. 50.000





NORME ASSOCIATIVE E QUOTE PER L'ANNO 1994

L'Unione Esperantista Cattolica Italiana (UECI) è sezione della Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista (IKUE), pertanto ogni associato dell'UECI è contemporaneamente socio dell'IKUE.

LE QUOTE PER L'ANNO IN CORSO SONO LE SEGUENTI:
Associato ordinario senza Espero Katolika       £. 19.000     (di cui       3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore senza Espero Katolika       £. 38.000     (di cui       6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio senza Espero Katolika       £. 380.000     (di cui       60.000 al gruppo locale)
     
Associato ordinario con Espero Katolika       £. 49.000     (di cui       3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore con Espero Katolika       £. 98.000     (di cui       6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio con Espero Katolika       £. 980.000     (di cui       60.000 al gruppo locale)
     
Associato giovane       £. 9.500     (di cui       1.500 al gruppo locale)
Associato giovane con Espero Katolika       £. 24.000     (di cui       1.500 al gruppo locale)
Associato familiare       £. 9.000     (di cui       1.500 al gruppo locale)


     Si richiama l'attenzione sulla categoria "Amico dell'UECI"costituita da simpatizzanti dell'Unione che vogliano contribuire alle sue finalità versando una somma non inferiore alle lire 5.000 che dà diritto a ricevere materiale informativo sulla vita dell'associazione.
Solo abbonamento a Katolika Sento £. 10.000
Solo abbonamento a Espero Katolika £. 27.000
Abbonamento a Dia Regno (periodico degli esperantisti protestanti) £. 15.000

I versamenti vanno fatti sul C.C.P. n. 11129475, UECI, viale Zavagli 73, 47900 Rimini.

     N.B. Katolika Sento è inviato a tutti gli associati, tranne che ai familiari.
È associato giovane chi non ha superato i 25 anni.
È associato familiare chi convive con altro associato.
Per l'abbonamento all'estero aggiungere lire 4.000 per spese di spedizione.
Specificare nella causale del versamento la categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani, l'esatto indirizzo per il recapito di K.S., la destinazione di eventuali offerte.
I gruppi locali trattengono le parti di loro spettanza, versando solo la differenza, mentre la quota dei soci individuali va interamente all'UECI.




COMITATO CENTRALE UECI
Presidente: Mario SOLA, via Brighinzio 7, 13100 Vercelli, tel. 0161-255434.
Vice presidente e incaricato giovanile: Carlo SARANDREA, via A. Severo 73, 00145 Roma, tel. 06-5414415.
Segretario e cassiere: Franca CONCINA, Strada Lucento 73, 10151 Torino, tel. 011-7390068
Segretario per l'Informazione: Sergio BOSCHIN, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel. 0422-25381.
Consiglieri: Don Duilio MAGNANI, viale C. Zavagli 73, 47030 Rimini (FO), tel. 0541-26447;
Padre Albino CICCANTI, via Albicini 7, 47100 Forlì, tel. 0543-32593
Assistente Ecclesiastico: Mons Lorenzo LONGONI, Piazza Duomo 16, 20122 Milano, tel. 02-72001944/86463359

Grafica e impaginazione di Katolika Sento: Mario GUILLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli