Enhavo:
GIOIA E TRISTEZZA
Ci eravamo lasciati, tutti i
partecipanti all'8° Congresso del-l'UECI di
Armeno, soddisfatti di un soggiorno riuscito sotto
tutti gli aspetti e lieti di aver ritrovato vecchi
amici e averne conosciuti di nuovi, ma poche ore dopo
ci è giunta una tristissima notizia: padre Albino
Ciccanti, che avevamo salutato a conclusione dei
quattro giorni di operosa e serena convivenza, era
stato improvvisamente chiamato alla casa del Padre.
L'avevamo avuto tra noi in quei giorni, padre Albino,
affabile e pacato come sempre, presenza familiare, amico di
tutti, consigliere prudente e sagace, animatore efficace. Ci
aveva parlato nell'omelia del giorno di inaugurazione,
incisivo e facondo, ci aveva guidato durante la recita delle
preghiere comuni, aveva trasmesso, nei momenti di
distensione, la freschezza del suo spirito sempre
giovane.
Ora, dal cielo continui ad accompagnarci nel cammino che
intendiamo percorrere per attuare gli ideali che abbiamo
condiviso.
Un congresso che non si dimenticherà. per il suo
felice svolgimento, ma il cui ricordo sarà sempre
avvolto da un velo di mestizia, perché ci
rammenterà il distacco dall'amato padre Albino.
Siamo stati onorati dalla presenza di due Vescovi e dal
saluto incoraggiante del Presidente della Commissione
Episcopale "Justitia et Pax" e abbiamo ricevuto,
riconoscenti, il telegramma che ci ha recato la benedizione
del Santo Padre.
Motivi di larga soddisfazione ci sono venuti dalla
presenza attenta e fattiva dei congressisti, dallo svolgersi
regolare ed agevole del programma, dalla partecipazione
intensa ai momenti di preghiera.
I preziosi contributi forniti da mons. Longoni, Carlo
Sarandrea e don Cadei nell'esame del tema congressuale hanno
conferito un elevato tono culturale alle giornate trascorse
ad Armeno. Gli apporti recati dal preside prof. Pellizzari e
da Carlo Bourlot sul particolare argomento dell'esperanto
nella scuola si sono perfettamente intonati con quello che
è uno dei compiti che l'UECI si è assegnato:
diffondere l'esperanto negli ambienti scolastici
cattolici.
Anche la parte distensiva del programma è stata
assai gradita ed ha contribuito a creare un atmosfera
piacevole, favorita pure dalla bellezza dei luoghi e
dall'ospitalità della Casa condotta con affabilità
e dedizione dalle suore di S. Giovanna Antida.
Con l'incoraggiamento che possiamo trarre dal
soddisfacente congresso e nel ricordo dell'esempio lasciatoci
da padre Albino, impegniamoci ad operare per il
raggiungimento delle mete che ci siamo assegnate.
Mario Sola
LE NOSTRE MOTIVAZIONI E
FINALITÀ
Lorenzo Longoni
(Continuazione dal numero preced.)
IV
L'OSPITALITÀ
Ancora il 1° articolo del nostro statuto,
dicendo che, tra i nostri fini, ci proponiamo anche le
opere di misericordia, aggiunge "specie quelle
dell'ospitalità".
Ragioniamoci sopra.
L'ospitalità è stata praticata da tutti i
popoli con un certo grado di civiltà, anche se non
sempre allo stesso modo o per gli stessi motivi.
Presso il popolo ebreo veniva praticata come un atto
religioso e secondo un cerimoniale preciso.
Nel Nuovo Testamento poi l'ospitalità è
universale come universale è la carità per il
prossimo, elemento decisivo nel giudizio finale.
Riflettiamoci a partire dai motivi umani.
L'uomo è naturalmente portato a intrecciare
rapporti con i suoi simili. E' infatti essenzialmente
essere socievole.
Dopo il primo motivo di umanità, ben presto gli
uomini compresero che da questi incontri potevano derivare
anche interessi pratici, sia culturali che commerciali.
Questi contatti esigevano naturalmente un certo grado di
ospitalità.
L'intensificazione dei rapporti internazionali con
migliore conoscenza e stima dello straniero sì
accompagnò a sentimenti di amicizia e cortesia.
L'ospitalità divenne un costume con importanza
decisiva nello sviluppo dei rapporti umani, culturali ed
economici.
Religiosamente tutto ciò andò
sviluppandosi, nel contesto della fede, come riconoscimento
della fraternità universale, della comune dipendenza
filiale da Dio e, nel mondo cristiano, come accoglienza di
Cristo nei fratelli. Dice infatti Gesù (Mt. 25,3 e
segg.): "Venite, benedetti del Padre mio...; sono stato
forestiero e mi avete ospitato... Quanto avete fatto anche
a uno solo dei più piccoli di questi miei fratelli,
l'avete fatto a me".
Per questo il mondo cristiano vide fiorire tanta
ospitalità in ogni secolo. Basterebbe leggere gli Atti
degli Apostoli per trovarne continuamente ampia
testimonianza.
E da quando cominciarono i "pellegrinaggi" (alla "Terra
Santa", a Roma, a Santiago, per ricordarne solo i
principali) l'ospitalità ai pellegrini si manifesta
come costume entrato nella tradizione.
E come non ricordare le "foresterie" che si
svilupparono intorno a ogni monastero, luogo di accoglienza
e di sicurezza dai pericoli dei "cammini".
Oggi le situazioni sono diverse.
I tempi sono cambiati, le esigenze degli uomini sono
mutate, l'ospitalità è stata soppiantata
dall'industria alberghiera e i pellegrinaggi dal
turismo.
Eppure... il valore dell'ospitalità, nella sua
essenza, rimane.
Mai come oggi forse il mondo è stato pieno di
profughi, di gente senza casa... Oggi sono molte le
difficoltà da superare; occorre molta attenzione ai
vari problemi che si connettono a tale situazione; occorre
anche prudenza per non cadere in ingenuità
pericolose.
Noi, cattolici esperantisti, che cosa possiamo
fare?
Cominciamo dalle cose più semplici:
• ad esempio da quei contatti umani che si
vengono sviluppando con la "corrispondenza" coi
'samideanoj" in ogni parte del mondo. Sembra una cosa da
poco, ma in realtà è un seme, che certamente
germoglia;
• la possibilità che abbiamo di incontrarci
in convegni, viaggi, iniziative comuni.
Se i rapporti di conoscenza e di fiducia crescono,
allora diventa più concreta la possibilità
dell'ospitalità nel senso più comune della
parola. Occorrere sempre tener conto delle effettivi
possibilità. Non abbiamo infatti le "foresterie" degli
antichi conventi, e purtroppo neanche spesso la 'stanza
degli ospiti', come si legge nei racconti più o meno
fantastici . Occorrerà sempre prudenza, anche se certe
iniziative (come il “pasporta servo”) fanno
sperare bene.
Ma oltre queste cose, che ho detto semplici, non
possiamo chiudere gli occhi sull'ospitalità
organizzata, comunitaria, che tutti i popoli sono stimolati
a fare. Quanti movimenti, anche di volontari, lavorano per
"accogliere"! Basterebbe pensare alle numerose iniziative
della, Caritas in tutto il mondo. E quante iniziative,
anche nel nostro mondo, cosiddetto sviluppato, per
cooperative edilizie, per risolvere il problema della casa
per i poveri, per i fidanzati che cercano casa per poter
iniziare la loro vita familiare!
Forse ognuno di noi , e forse anche le nostre
Comunità ecclesiali, abbiamo bisogno di riscoprire
quale virtù sia l'ospitalità.
mons. Lorenzo Longoni
PARDONPETO
Mi devas humile pardonpeti al la legantoj pro la
fuŝa presado de la artikolo aperinta sur la unua
pago de n°4 de Katolika Sento, titolita
"Evangelizado: nia tasko". La pluraj preseraroj estis
mia kulpo, pro malatento en la korektade la presita
teksto. Oni povus ŝerce diri ke tiu artikolo
taŭgus por ekzerco de "ĉaso al la eraroj" dum
instrua kurso de esperanto. Ĉiukaze. unu konsola
fakto estas ke la aŭtoro mem estis kulpa pro la
okazintaĵo, tial li punis sin mem, aparte ke li
ĝenis la legantojn Nun li promesas esti pli atenta
en la estonteco. Ĉu lia intenco sukcesos, li kaj
vi povos konstati nur post legado de la tekstoj
presitaj en Katolika Sento kiu nun troviĝas sub
viaj okuloj.
MS
|
Ascoltiamo
RADIO VATICANA
in esperanto
Dai 28 settembre è più semplice ricordare
quando vanno in onda le trasmissioni di Radio
Vaticana in esperanto: ogni domenica
e mercoledì alle ore 21,20
ORE 21,20
Domenica:
OM 527; 1530;
OC 3945 (76,04|; 5882 (51);
FM 93,3; 105.
Mercoledì:
OM 1611;
OC 6185 (48,50); 7365 (48,73};
FM 96,3.
Radio Vaticana,
Esperanto,
00120 Città del Vaticano
|
LETTERA DI SUA SANTITÀ
GIOVANNI PAOLO II
La Santa Casa di Loreto non è solo una
«reliquia». ma anche una preziosa « icona
» concreta. E nota l'importanza straordinaria che
l'icona ha sempre avuto, specie presso i fedeli delle Chiese
orientali, come segno attraverso il quale si opera, nella
fede, una specie di « contatto spirituale » con il
mistero, per usare un'espressione di S. Agostino (cf.
Sermo 52, 6, 16 PL 38, 360). Essa « significa
» la realtà in senso forte in quanto la «
rende presente » ed operante. Quanto più una icona
è antica ed ha avuto parte alla vita, alle sofferenze ed
alle vicende storiche di un popolo o di una città, tanto
più è grande la grazia che da essa deriva. Si
tratta di qualcosa
che trova la sua spiegazione ultima nel mistero della
comunione dei Santi.
Come notavo nella mia Enciclica
Redemptoris Mater,
le icone « sono immagini che attestano la fede e lo
spirito di preghiera del buon popolo di Dio, il quale avverte
in esse la presenza e la protezione della Vergine » (n.
33).
Ebbene, tale è anche, in un certo senso, la Santa
Casa di Loreto. la cui storia è intimamente intrecciata
non solo con quella della regione marchigiana, che ha il
privilegio di custodirla, ma anche con quella dell'intera
nazione italiana, che ha celebrato costì, nel 1985, come
ultimo significativo evento, un importante Convegno
ecclesiale, e dell'intera cattolicità, che ha dedicato
alla Vergine Lauretana innumerevoli chiese, cappelle, edicole
ed immagini. Una icona consacrata dalla fede e dalla
devozione di generazioni di pellegrini, che con le loro mani
e con le loro ginocchia ne hanno modellato perfino le pietre.
Il respiro universale di codesto Santuario è confermato
dal fatto che la Vergine Lauretana, proclamata dal mio
predecessore, Benedetto XV, Patrona universale
dell'aviazione, viene ovunque invocata dai viaggiatori in
aereo, in un abbraccio di pace che unisce idealmente tutti i
Continenti.
Lasciando, perciò, come è doveroso, piena
libertà alla ricerca storica di indagare sull'origine
del Santuario e della tradizione lauretana, possiamo
affermare, a buon diritto, che l'importanza del Santuario
stesso non si misura solo in base a ciò. da cui ha
tratto origine, ma anche in base a ciò che esso ha
prodotto. È il criterio che ci da Cristo stesso, quando
invita i suoi discepoli a giudicare ogni albero dai suoi
frutti (cf.
Mt 7, 16).
———— Continua nel
prossimo numero ————
KARESMEMORO
Kio estas kareso!
Malpeza, mola,
ĝentila,
ĝi apenaŭ flugtuŝas vin
kiel plumo.
Ĝi ŝajnas forflugi
kun la vento.
Sed ĝi ankaŭ povas
eniri vin,
internen,
kaj ĝia memoro
restas.
Ĝi kuniĝas kun vi,
gaje,
dum tagoj,
eble jaroj,
aŭ dumvive.
Lucia Miano
"Tiu ĉi kareso estas por
viaj infanoj; jen, portu
hejmen la kareson de
la Papo".
(Papo Johano XXIII)
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NI GRATULAS
La fondazione tedesca "Fame" ha assegnato il premio
culturale 1994, dell'importo di 5.000 marchi, al giornale
"Heroldo de Esperanto" per il suo contributo alla diffusione
di opere culturali e il sostegno alla comprensione
internazionale.
Il quindicinale "Heroldo de Esperanto", fondato da Teo
Jung nel 1920, è diretto dal 1961 da Ada
Fighiera-Sikorska ed è edito a Torino. Il giornale, di
cui sono stati pubblicati sinora quasi 1900 numeri, è
diffuso in 70 Stati. Nella sua vita ultrasettantennale
l'Heroldo ha pubblicato un centinaio di libri con oltre
20.000 pagine.
Prima della guerra, la pubblicazione dell'Heroldo. allora
stampato in Germania, fu proibita dalla Gestapo e
l'editore-diretto-re dovette rifugiarsi in Olanda.
Ci complimentiamo con la direttrice Ada
Fighiera-Sikorska, che ultimamente ha ottenuto anche il
meritato riconoscimento della nomina a Membro Onorario
dell'UEA, ed auguriamo a lei ed al suo giornale sempre
maggiori successi.
Il Comitato Centrale dell'U.E.C.I. ha stabilito di
affiancare, alle varie categorie di soci, quella di
AMICO DELL'U.E.C.I.
Si tratta di simpatizzanti del movimento degli
esperantisti cattolici che. versando un contributo
annuale minimo di lire 5.000, potranno ricevere
informazioni sull'attività dell'Unione
Esperantista Cattolica Italiana.
Senza dubbio, molti di coloro che condividono gli
ideali della nostra associazione, ma non ritengono di
impegnarsi in prima persona, acconsentiranno di
appoggiare l'azione dei cattolici esperantisti
diventando "Amici dell'U.E.C.I".
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I GIORNI DEL CONGRESSO
Dopo quattro giorni di intensa attività, si
è concluso il 13 settembre l'8° Congresso Nazionale
UECI, sezione italiana dell'esperanlismo cattolico
mondiale.
Nella accogliente Casa di spiritualità di Armeno,
sul lago d'Orta, oltre 60 persone hanno aderito alla tematica
del Congresso, centrata, in sintonia con l'Anno
internazionale della Famiglia, su “Le sfide del mondo
contemporaneo alla famiglia cristiana".
Presenti il Presidente dell'UECI
prof. Mario Sola e l'Assistente Nazionale mons. Lorenzo
Longoni, di spicco è stata la partecipazione del
Presidente della "Internazionale Esperantista
Cattolica" (IKUE) don Duilio Magnani e del già
lungamente Presidente UECI P. Albino Ciccanti. Reduce
da importanti esperienze ecumeni-che in Polonia, il
consigliere dr. Serio Boschin e. ad arricchire la
variopinta presenza nazionale, rappresentanti anche
dell'esperantismo cattolico francese e sanmarinese. dr.
Albert Bessière e prof. Marina
Mìchelotti.
Al telegramma augurale da parte di S.S. Giovanni Paolo
II ed al saluto partecipatissimo del Presidente della
Commissione Episcopale "Justitia et Pax" S.E. Tarcisio
Bertone, Arcivescovo di Vercelli (..."Sono convinto che I
auspicio cristiano di formare, fra persone e popoli, un'anima
sola passa necessariamente attraverso il linguaggio"...), si
sono aggiunti i voti dell'ing. Wieslaw Tomaszewski,
presidente dell'IKUE polacca e degli intellettuali cattolici
di Varsavia, del Vicepresidente dell'UECI Carlo Sarandrea
trattenuto da ineludibili impegni alla Radio Vaticana e della
direttrice del prestigioso "Heroldo de Esperanto", dr. Ada
Sikorska.
Ma l'incontro armeniate si è poi arricchito di
alcune visite, fugaci ma intense, del Vescovo di Novara, S.E.
Renato Corti , in sede di apertura sabato 10, e del Vescovo
di Vigevano, S.E. Giovanni Locatelli nella giornata di
chiusura, con la messa del quale, in esperanto, ed il
rinnovo
della consacrazione a Maria di tutti gli esperantisti
cattolici, il raduno cusiano ha forse raggiunto il suo
momento più allo di spiritualità.
Impossibile riferire, in breve nota, di un programma
pacato, ma alacre ed ampio.
La prima mattina è iniziata, dopo la recita di
lodi, con la S. Messa concelebrata in esperanto in onore di
S. Agabio. Nell'omelia mons. Lorenzo Longoni ha ricordato S.
Agabio, vescovo di Novara, il quale occupò la sede
episcopale novarese dal 418 al 440.
Nell'inaugurazione ufficiale il prof.
Sola ha ricordato non addi-cersi al cristiano
l'atteggiamento "rassegnato" sia di fronte al paganesimo
che oggi inquina la famiglia sia di fronte alla egemonia
di una lingua che favorisce ingiustamente fasce di suoi
privilegiati locatori: ha definito, in brevi parole, la
piena motivazione del convegno.
Mons. Corti, vescovo di Novara, ha ripreso, in una
affabile ulteriore premessa, il "giusto collegamento tra un
congresso di tono universalistico ed i grandi problemi del
rapporto tra gli uomini e della pace tra le nazioni. Vengo
qui - ha aggiunto - in maniera umile e discreta a continuare
dopo quattrocento anni questo collegamento tra Novara e
Milano (quest'ultima è la diocesi di origine sia di
mons. Corti che dell'Assistente dell'UECI mons. Longoni -
n.d.r). I numerosi anni di fede alle spalle di questa terra
sono fecondi e di buon auspicio".
La prima delle relazioni è stata presentata da
mons. Lorenzo Longoni con uno stimolante compendioso
approccio. alla "Lettera alle Famiglie” il documento
che lo stesso Pontefice ha scritto quesi come contributo alla
illuminazione cristiana di un tema tanto attuale e
mistificato. “La lettera è stata scritta a tutte
le famiglie del mondo -ha detto mons. Longoni- essa è di
grande interesse per le famiglie e l'umanità
intera”. Argutamente egli ha osservato: "La moda
vigente, nel mirare ad un unico figlio capovolge il mandato
di ?moltiplicarsi?, in una crescita, in una 'divisione' per
estinguersi”.
Secondo relatore, sul tema cruciale dell'aborto, è
stato, per quanto assente, Carlo Sarandrea che ha esplorato
il campo dei metodi naturali per la regolazione della
fertilità umana, alternativa autentica alle
contraccezioni classiche.
Riconducibile ad una poderosa opera di esperti in oltre
500 pagine, edita dal Pontificio Consiglio per la Famiglia,
l'escursus redatto dal Vicepresidente gli ha meritato vivi
applausi dopo la interposta chiara lettura del dr.
Boschin.
La gamma delle relazioni ufficiali si è completata,
presente di riguardo mons. Locatelli, con l'ampio ed
articolalo esame del fenomeno delle sette religiose, nella
terza conferenza, tenuta da padre Giovan Battista Cadei,
già responsabile del programma Esperanto alla Radio
Vaticana dal titolo "I nuovi movimenti religiosi".
L'insidiosa presenza dei quali, rispetto al tessuto sociale
-e familiare- odierno, ha ricevuto piena rappresentazione
nelle parole dell'oratore determinando, come le precedenti
relazioni, un partecipato dibattito.
* * * * *
Come tradizione, anche l'8°
Congresso UECI di Armeno ha dedicato ariose parentesi
alla scoperta ed al godimento delle attrattive
turistiche locali: Orta con il suo lago, l'isola, il
Sacro Monte: Cannobio con il Santuario della miracolosa
Pietà in cui i nostri sacerdoti hanno concelebrato
la Santa Messa e il rettore ha illustrato con chiarezza
i prodigi avvenuti nel 1522 e un po' della storia degli
anni successivi; il Lago Maggiore fino alla elegante
Locarno, dove, oltre alla panoramica "Madonna del
Sasso", i gitanti hanno beneficiato della commovente
ospitalità di un sani ideano illustre, il poeta
Dante Bertolini.
La sera del giorno 9 è stata animata da uno
scatenato gruppo di danzatori, i "Matai d'ca noscta " con
balli e canti del folclore locale.
La classica serata d'asta, condotta da improvvisate, ma
convinte, "incantatrici" (Concilia e Gubbioli) ha fruttato un
graditissimo gruzzolo alla "tesoreria" UECI.
Una serata ha visto l'omaggio al poeta esperantista
tedesco Richard Schulz. con la declamazione di sue poesie
scelte, quasi a più sommessa continuazione della
audizione magistrale di versi foscoliani e suoi proprii
offerta dal Bertolini a Locarno.
* * * * *
Adempimento statutario, l'annuale assemblea UECI
si è svolta nel pomeriggio di domenica 11. Essa ha
sancito l'aumento da sei ad otto dei componenti del Comitato
Centrale, come premessa ad un più pieno utilizzo delle
capacità di persone dedite al movimento esperantista
cattolico.
Si e considerata con medesima sensibilità la ormai
prossima acquisizione della nuova sede IKUE in Roma, a cui
l'UECI partecipa con un proprio concreto contributo. Si
è inoltre deciso di lanciare una forte azione verso i
seminari e le scuole cattoliche dove un veicolo privilegiato
di cultura e di pace come l'esperanto è praticamente
assente. In tale ottica il Congresso ha seguito con estremo
interesse le esperte testimonianze di due docenti, il preside
prof. Carlo Pellizzari e il maestro Carlo Bourlot, sui
fermenti pro esperanto che, dal noto parere favorevole
espresso dalla "Commissione ministeriale Jervolino-Matulli"
del dicembre 1993, si vanno determinando nel mondo della
scuola.
Questa relazione deve purtroppo includere una nota
dolente: per gli imperscrutabili disegni del Cielo i giorni
congressuali sono stati per padre Ciccanti gli ultimi suoi
sulla terra, poiché già alla sera del giorno 13, a
Congresso appena concluso, subito dopo il rientro a
Forlì, il suo cuore ha cessato di battere. Nelle messe,
nelle preghiere da lui guidate aveva ricordato la
volontà di Dio come meta di ogni vita cristiana. Il suo
congedo da una vita spesa per grandi ideali vale di
esempio.
L'intera manifestazione, con le eminenti adesioni avute
e per la qualità degli interventi (qui solo accennati,
ma di cui è prevista la testuale divulgazione), si pone
tra le prime mosse ecclesiali ispirate al nuovo catechismo,
art. 1935, dove una azione segnatamente cattolica può
realizzarsi anche con la promozione "non
rassegnata"dell'esperanto.
Oltre che ad Olomouc, nella Repubblica Ceca, per l'IKUE,
l'appuntamento '95 per l'UECI è: Loreto!
Dai rapporti di
Carlo Geloso
Angelo Ambrosetto
RISOLUZIONE
Gli esperantisti cattolici si sono riuniti ad
Armeno (Novara) dal 9 al 13 settembre 1994 in
occasione dell'8° Congresso della propria Unione
(UECI), sezione italiana dell'Unione Internazionale
Cattolica Esperantista (IKUE), con intervento dei
Vescovi di Novara mons. Corti e di Vigevano mons.
Locatelli, e con l'adesione del Presidente della
Commissione Episcopale "Giustizia e Pace" mons.
Bertone, Arcivescovo di Vercelli, per riflettere sul
tema "Anno internazionale della Famiglia: le sfide
del mondo odierno alla famiglia cristiana". Il tema
si è articolato in tre principali relazioni:
"Lettera alle Famiglie di Giovanni Paolo II", "Metodi
naturali per la regolazione della fertilità:
alternativa autentica all'aborto", "La sfida delle
sètte alla famiglia".
Gli esperantisti cattolici
riconfermano
la loro piena adesione alla dottrina della Chiesa e
la partecipazione alla sua azione pastorale;
si impegnano
a testimoniare e a diffondere nel mondo esperantista,
secondo il carisma che li distingue, i valori
espressi dal documento pontificio;
pongono speciale attenzione
inoltre all'esigenza di informare le Scuole
Cattoliche e i Seminari sulla proposta di soluzione
del problema della comunicazione internazionale
attraverso l'esperanto, come riconosciuto nelle
conclusioni adottate dall'apposita Commissione del
Ministero della Pubblica Istruzione in data 22. 12.
1993.
|
Conferenza Episcopale Italiana
prot. N.: 618/94 data: 28
settembre 1994
Egregio Professore,
per incarico del Cardinale Presidente di questa
Conferenza, mi riferisco alla lettera del 17 settembre
1994, con la quale Ella ha voluto gentilmente trasmettere
alla Presidenza di questa Conferenza la risoluzione degli
Esperantisti cattolici, che si sono riuniti ad Armeno
(Novara) dal 9 al 13 settembre 1994.
Esprimo l'apprezzamento per il lavoro svolto in
quella riunione alla quale hanno partecipato anche i
Vescovi di Novara, di Vigevano e di Vercelli, e formulo
l'auspicio che la risoluzione, approvata in attuazione
delle finalità proprie degli Esperantisti cattolici,
possa costituire un valido punto di riferimento per un
rinnovato impegno culturale ed ecclesiale.
Con l'augurio di ogni bene e di una feconda
attività in seno all'Unione, porgo il mio distinto
saluto.
Dev.mo
+ Dionigi Tettamanzi
Segretario Generale
|
________________________
Ill.mo Professore
Prof. MARIO SOLA
Presidente UECI
Via Brighinzio, 7
13100 VERCELLI
OMELIA DEL PADRE PROVINCIALE DEI FRATI MINORI
Il capitolo 10 degli Atti degli
Apostoli ci riporta il discorso di Pietro che afferma
come Dio è Padre di tutti e non fa differenza tra
le persone. Egli ama ciascuno di amore eterno e
singolare.
L'apostolo sottolinea come lui stesso, con gli altri
discepoli, si sente testimone di questa verità e come
senta, perciò, l'urgenza di far conoscere a tutti gli
uomini la vita e la profezia del Signore Gesù, venuto a
dare - come di fatto è accaduto ― la sua vita per
la vittoria sulla nostra morte, per la nostra salvezza.
Il Vangelo di Matteo ci offre la bellissi ma preghiera
di Gesù che si rivolge al Padre, benedicendolo per il
fatto che egli. Dio. non si rivela ai potenti, ma ai piccoli,
agli umili, agli ultimi per insondabile mistero del suo
volere.
Ed invita tutti noi. affaticati ed oppressi come siamo
dal quotidiano affaticamento per vivere pericolosamente la
grazia di essere uomini, a fare la scoperta sorprendente che,
sì. la vita logora e pesa, ma se il peso della fatica
risale alla fatica di credere in Cristo, si tratta di una
fatica possibile, alleviata dalla bontà e dalla
misericordia di Dio.
P. Albino, nei suoi 64 anni di vita, è tutto qui.
Come Pietro, il Principe degli Apostoli, soffriva
interiormente l'urgenza di comunicare a tutti il mistero di
salvezza del Signore Gesù e del suo Vangelo. E, come
discepolo sicuro del suo Maestro, voleva proclamare, con la
vita, il dono del peso leggero del Vangelo che ristora la
fatica e ripara le ferite del cuore dell'uomo.
P. Albino aveva l'animo del missionario, del
comunicatore avveduto e preparato a cogliere il modo più
concreto per arrivare dritto all'animo dei fratelli con il
messaggio della Buona Notizia. Per questo, con tutta
probabilità, giovanissimo, aveva intrapreso lo studio
prima e la pratica esperta poi della lingua Esperanto.
Egli lavorava per far conoscere il più possibile
questa lingua e per essa ha speso tesori di preziose energie,
fino all'ultimo, considerato che la morte lo ha sorpreso al
ritorno da un convegno al quale aveva partecipato con il
solito interesse e con la solita vigorosa
disponibilità.
P. Albino è stato uno dei più noti e validi
esperti della lingua Esperanto ed uno dei più impegnati
propagatori di essa. Basta scorrere la sua cartella personale
in archivio, che, peraltro, non contiene tutti gli elementi
della sua esperienza esperantistica, per rendersi conto della
mole di lavoro da lui sviluppata e dell'infinità di
rapporti che egli ha intrattenuto con molti Paesi del mondo,
con uomini di ogni cultura, ideologia, religione.
P. Albino, con una attività assidua e instancabile,
ha portato l'Esperanto nelle Scuole, nelle pubbliche
assemblee e nelle celebrazioni liturgiche. fino alla stampa
del Messale Romano in Esperanto.
Si è occupato dell'idioma creato
dall'oculista polacco Zamenhof per una trentina d'anni,
divenendo uno dei migliori esperti in materia, citato in
articoli e pubblicazioni specializzale. Se non ho
raccolto male le mie informazioni, P. Albino fu il primo
sacerdote a celebrare la S. Messa in Esperanto.
Ecco dunque qualche breve tratto di un Frate Minore dal
dinamismo straordinario che, oggi, siamo chiamati a salutare
per sempre e a restituirlo a quel Signore che un giorno ce lo
aveva dato in dono.
Il fatto che è che, di tempo in tempo, la vita ci
offre testimonianza di sé nella concretezza della morte:
per chi vive di fede non è esorcizzata l'esperienza
della lacerazione, del distacco che incide profondamente nel
cuore di ciascuno né la sensazione che il destino della
vita sia terribilmente esoso nei nostri confronti per il
debito che sappiamo di dovere comunque pagare come soluzione
ultima della vita stessa.
Ma poi, resi consapevoli nella fede , il peso dei nostri
vissuti e delle nostre oppressioni ci è rimesso
dall'Amore, risolleviamo il capo e riaffermiamo la speranza
che tutto resterà per sempre nella pace del Signore
risorto, anche per noi, come per il nostro fratello carissimo
P. Albino.
Il segno che P. Albino, con il suo sorriso furbo, con
quella sua sottile e garbata ironia, ci lascia con la traccia
della sua vita tra noi, è la conferma che, nonostante
tutto, potremo essere come lui testimoni del mistero del
Signore Gesù, che continua a rivelare a noi, suoi
piccoli fratelli, le cose grandi della vita eterna con
Dio.
A lode di Cristo e della
SS. Trinità. Amen.
Forlì, 15 Settembre 1994
IN RICORDO DI PADRE ALBINO CICCANTI
UN SAIO FRANCESCANO IN ESPERANTO
(da "IL PONTE" 25.10.94)
È terminata all'improvviso a soli 64 anni la vita
terrena di padre Albino Ciccanti, ofm, conosciuto a Rimini
come padre Esperanto, la sera del 13 settembre nel suo
convento di Forlì.
Trasferito dai superiori dal convento di San Pier Damiani
in Ravenna, era passato al Convento di Forlì a motivo
della salute: infarto!
Giovane sacerdote ebbe modo di seguire le orme
esperantiste del confratello padre Modesto Carolfi ofm,
pioniere della lingua internazionale Esperanto in Italia e
specialmente in Emilia-Romagna. Il discepolo non è stato
meno del maestro facendo dell'Esperanto uno strumento per
l'evangelizzazione.
Francescano minore semplice e gioviale ha svolto molti
anni il ministero nella nostra Rimini dedicandosi con
passione e competenza anche all'evangelizzazione e alla
diffusione del francescanesimo in Italia e all'estero.
Molteplici e lunghe sono state le sue presenze, ad
esempio, in Polonia e nei Paesi protestanti nel nord Europa.
Amava raccontare che soprattutto fra i Protestanti il suo
saio francescano ed il suo parlare "internazionale" erano
apprezzati e gustati. Finché fu presente nel mondo
esperantista i suoi amici facevano a gara per organizzargli i
viaggi all'estero. Spesso utilizzava anche il biglietto
gratuito in aereo per cui scherzosamente sulla stampa
esperantista internazionale ed anche su riviste in Italia
veniva chiamato "Padre avio-stop".
Brillante conferenziere in lingua Esperanto. il suo dire
fluente e armonioso con amenità e gioco di parole tanto
che che l'ascoltatore era costantemente sollecitato
all'attenzione del tema trattalo e ammirato dalla
flessibilità e sfumature della nuova lingua
internazionale. Concreto e realistico nelle sue scelte,
sapeva condurre avanti il suo programma di missionario e di
esperantista con motivazioni convincenti e affascinanti.
Fu presidente per oltre un decennio dell'U.E.C.I. (Unione
Esperantista Cattolica Italiana).
Per il mondo cattolico è importante aggiungere che
padre Albino ha fatto parte anche della commissione Liturgica
Esperantista, voluta dalla S. Congregazione dei Sacramenti e
del Culto Divino e presieduta dal Vescovo Ausiliare di
Varsavia, S.E. Mons. Ladyslao Mizioek, per la traduzione in
Esperanto del Messale Festivo.
(d.d.m.)
COMMIATO
Mi deziras aldoni mian feblan voĉon, posta
altegaj vortoj de la Generala Superulo de la Franciskanaj
Patroj, por esprimi, krom mia persona korpremo, tiun de
ĉiuj Gesamideanoj de Itala Esperanto-Federacio, de la
Itala Katolika Unuiĝo Esperantista, de la Itala
Instituto de Esperanto kaj aparte de la Internacia Ligo de
Esperantistaj Instruistoj, kies itala sekciestrino, prof-ino
Catina Dazzini, tiucele ĵus kortuŝe telefonis, pro
la abrupta forpaso de l' kara amiko, Pastro Albino
Ciccanti.
Nome de ĉiuj permesu ke mi esprimu la plej profundan
angoron pro tiom grava perdo, sed samtempe la plej serenan
certecon ke lia nobla animo jam ekiris sur la vojo de la
eterna lumo, al la eterna paco kaj al la eterna
feliĉo
Tiel ke, mi certas, ni jam povas ricevi de li novan
for-ton kaj kuraĝigon, kaj jam rajtas propeti lin per la
simplaj vortoj de la Sanktuloj: karega amiko mia, pastro
Albino, kiu troviĝas antaù la gloro de Dio,
preĝu por ni.
Luigi Tadolini
N. TELEGRAMMA 193
01010700302578
CONVENTO FRATI FRANCESCANI
VIA ALBICINI 7
47100 FORLÌ
IMPEDITO PARTECIPARE RITO FUNEBRE PADRE ALBINO CICCANTI
ESPRIMO ANCHE NOME ESPERANTISTI CATTOLICI ITALIANI
SENTITO DOLORE REPENTINA PERDITA NOSTRO VERO AMICO
AMATO ET AMMIRATO PER SUA FORTE SPIRITUALITÀ'
GRANDE UMANITÀ' VIVA INTELLIGENZA STOP PADRE
ALBINO LASCIA VUOTO INCOLMABILE NOSTRE FILE ET NOSTRI
CUORI
MARIO SOLA PRESIDENTE UNIONE
ESPERANTISTA CATTOLICA ITALIANA
MITTENTE :
MARIO SOLA
VIA PADERNO 36 A SERIATE
|
MALFERMITA LETERO AL ESPERANTISTOJ TRA LA
MONDO
Goma estas Zaira urbo oriente de Zairo, ĝi situas
apud la lago Kivu kaj enhavas ducent mil loĝantojn. Goma
estas turista urbo pro tio ke norde ĝi estas limigita de
vulkanaj montoj kaj de parkoj en okcidento. Apud Goma
troviĝas urbo Bukavu kiu estas pli granda ol Goma kaj
enhavas ĉirkaŭ kvarcent mil loĝantojn. Bukavu
estas monta urbo kon-struita de belga kolonio sur la
ĉirkaŭaĵo de lago Kivu, sude de urbo Goma. Sed
Goma estas kovrita de vulkana lato, kio malfaciligas la
konstruon. Bukavu estas male kovrita de ruĝa grundo kiu
tamen estas malriĉa por la kampkulturo. La du urboj
frontas gravajn problemojn rilate nutraĵojn pro la
granda ekonomia krizo kiun la tuta lando travivas t.e. manko
de vojoj kaj de komunikiloj, neniu programo por
disvolviĝo k.t.p. Eta loĝejo kiu povas enhavi nur
du personojn (edzo kaj edzino), sen kuirejo kaj tualetejo,
kostas kvindek dolarojn monate. Familio sen infano, nur edzo
kaj edzino, devas elspezi dudek dolarojn tage por manĝi.
La prezoj estas taksitaj en dolaroj, tiel ke ĉiutage la
prezoj altiĝas. La zaira mono estas tre malforta kaj
tagon post tago ĝi malvaloriĝas. Antaŭ unu
monato cent dolaroj egalis sesdek mil zairojn sed hodiaù
ili egalas centkvindek mil zairojn! La salajroj estas ege
malaltaj. La plej alta salajro estas ses mil zai-roj, dum unu
sako da rìzo kostas tridek mil zairojn.
Jen mallonge la realo de la vivo en la du urboj kiuj jus
ricevis preskaŭ tri milionojn da rifuĝintoj el
Ruando. En Goma kaj Bukavu preskaŭ dekmilo da personoj
mortas ĉiutage kaj pro epidemio kaj pro malsato! Post la
foriro de francaj soldatoj de "Operation Turquoise" la dramo
estas ankoraŭ pli abomena ol antaŭe. Pli ol du
milionoj da rifuĝintoj estas atenditaj en Bukavu. La
neregistaraj organizaĵoj laboras tage kaj nokte por
alporti sian eron da espero, sed tio tute ne
sufiĉas!
Ĉiu el ni estas alparolata antaŭ tiu ĉi
Ruanda dramo. Kiel kompreni ke en tiu ĉi ŝajne
solidareca mondo oni trovas sur la stratoj post ĉiu deko
da metroj amason da kadavroj kiuj ne povas esti enterigataj
nur pro tio, ke ne ekzistas materialoj por tion fari. Amaso
da infanoj kies parencoj estis mortigitaj almoze petadas sen
iu ajn espero...
La esperantistoj de Bukavu decidis agi, eĉ se nia
kontribuo estas vere malgranda ni decidis agi por alporti,
nome de esperanto, nian modestan helpon. Ni starigis reton
nomatan"ESPERO RIFUĜINTO" kiu nur celas helpi infanojn
rifuĝintajn trovi iliajn familianojn tra la du regionoj,
tio estas la norda regiono kun Goma kiel ĉefurbo kaj la
suda regiono kun Bukavu kiel ĉefurbo.
Ni havas teamon da volontuloj kiuj kolektas informojn pri
familianoj ĉe tiuj infanoj kaj post kolekto de informoj
ni uzas la lokajn radion kaj ĵurnalojn por lanci
mesaĝojn.
En Goma ER estas reprezentita de s-ro Ntawu Hangi Hubert
kaj en Bukavu de s-ro Lutombo Philemon. Aliaj kunordigantoj
estas s-roj Nakihinga Daniel Rugoyera, Milenghe Zebedee, Masy
Kilelezo kaj Mambo Salumu Kilyakambo. Ni jam kolektis iom da
nutraĵo por helpi al tiuj infanoj kiuj ankaŭ
frontas problemon pri manko de loĝejo, vestaĵoj kaj
kovriloj.
ER do alvokas ĉiujn samideanojn tra la mondo fari
ion por helpi la ruandajn rifuĝintojn. Eĉ eta gesto
bonalvenos.
Sendu al ni infanajn vestaĵojn kovrilojn k.t.p. kaj
via gesto estos granda helpo por tiuj mortantaj infanaj
rifuĝintoj.
Por Espero Rifuĝinto:
Lutombo Yogolelo
(kunordiganto)
* * * * *
Don Duilio Magnani, a nome dell'IKUE e dell'UECI, ha
già anticipato 1,000 dollari per aiuto alla sudescritta
iniziativa. L'UECI apre una raccolta di offerte "Por ruandaj
rifuĝintoj" alla quale si può contribuire
utilizzando il C.C.P. n° 11129475 , UECI Viale Zavagli
73, 47037 Rimini (FO), indicando la causale del
versamento.
NI KONDOLENCAS
Il Centro Cattolico Milanese 'Don Ferdinando Longoni"
partecipa la scomparsa, avvenuta il 2 agosto, della
professoressa MARIA VITTORIA CARASSA. Insegnante di lettere
al liceo, si era dedicata all'Esperanto nel ricordo del
Padre, pioniere della lingua internazionale a Castellanza
Bormida, apportando alle manifestazioni del Centro la sua
dotta e apprezzata opera di relatrice, soprattutto in
occasione degli incontri di Gazzada.
L'UECI tutta si unisce al cordoglio dei familiari e del
Gruppo milanese per la perdita della propria stimata
associata Maria Vittoria Carassa.
DANKE
Per il "Fonduso Alfabetigo":
Da Treviso (S. Vincenzo -Parrocchia S. Giuseppe)
£. 150.000
(S.B.) £. 50.000
Per l'UECI:
Da Massa (E.U.B.) £.40.000
Da Treviso (S.B.) £. 10.000
Da Treviglio (L.F.) £. 20.000
Da Livorno (L.L.N.) £. 40.000
Da Rimini (D.M.) £. 50.000
Da Bologna (NN) £. 50.000
Da Savignano (T.G.) £. 50.000
Da Pìstoia (U.S.) £. 50.000
|
NORME ASSOCIATIVE E QUOTE PER L'ANNO
1994
L'Unione Esperantista Cattolica Italiana (UECI) è
sezione della Internacia Katolika Unuiĝo
Esperantista (IKUE), pertanto ogni associato dell'UECI
è contemporaneamente socio dell'IKUE.
LE QUOTE PER L'ANNO IN CORSO SONO LE
SEGUENTI:
|
Associato ordinario senza Espero Katolika
|
£.
|
19.000 (di cui
|
3.000 al gruppo locale)
|
Associato sostenitore senza Espero Katolika
|
£.
|
38.000 (di cui
|
6.000 al gruppo locale)
|
Associato vitalizio senza Espero Katolika
|
£.
|
380.000 (di cui
|
60.000 al gruppo locale)
|
|
Associato ordinario con Espero Katolika
|
£.
|
49.000 (di cui
|
3.000 al gruppo locale)
|
Associato sostenitore con Espero Katolika
|
£.
|
98.000 (di cui
|
6.000 al gruppo locale)
|
Associato vitalizio con Espero Katolika
|
£.
|
980.000 (di cui
|
60.000 al gruppo locale)
|
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Associato giovane
|
£.
|
9.500 (di cui
|
1.500 al gruppo locale)
|
Associato giovane con Espero Katolika
|
£.
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24.000 (di cui
|
1.500 al gruppo locale)
|
Associato familiare
|
£.
|
9.000 (di cui
|
1.500 al gruppo locale)
|
|
Si
richiama l'attenzione sulla categoria "Amico
dell'UECI"costituita da simpatizzanti dell'Unione che
vogliano contribuire alle sue finalità versando una
somma non inferiore alle lire 5.000 che dà diritto a
ricevere materiale informativo sulla vita
dell'associazione.
Solo abbonamento a Katolika Sento
|
£. 10.000
|
Solo abbonamento a Espero Katolika
|
£. 27.000
|
Abbonamento a Dia Regno (periodico degli esperantisti
protestanti)
|
£. 15.000
|
I versamenti vanno fatti sul C.C.P. n.
11129475, UECI, viale Zavagli 73, 47900 Rimini.
N.B. Katolika Sento è inviato a tutti gli
associati, tranne che ai familiari.
•
È associato giovane chi non ha superato i 25
anni.
•
È associato familiare chi convive con altro
associato.
•
Per l'abbonamento all'estero aggiungere lire 4.000
per spese di spedizione.
•
Specificare nella causale del versamento la
categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani,
l'esatto indirizzo per il recapito di K.S., la destinazione
di eventuali offerte.
•
I gruppi locali trattengono le parti di loro
spettanza, versando solo la differenza, mentre la quota dei
soci individuali va interamente all'UECI.
COMITATO CENTRALE UECI
Presidente: Mario SOLA, via Brighinzio 7,
13100 Vercelli, tel. 0161-255434.
Vice presidente e incaricato giovanile: Carlo
SARANDREA, via A. Severo 73, 00145 Roma, tel.
06-5414415.
Segretario e cassiere: Franca CONCINA, Strada
Lucento 73, 10151 Torino, tel. 011-7390068
Segretario per l'Informazione: Sergio BOSCHIN,
via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel. 0422-25381.
Consiglieri: Don Duilio MAGNANI, viale C.
Zavagli 73, 47030 Rimini (FO), tel. 0541-26447;
Padre Albino CICCANTI, via Albicini 7, 47100
Forlì, tel. 0543-32593
Assistente Ecclesiastico: Mons Lorenzo LONGONI,
Piazza Duomo 16, 20122 Milano, tel.
02-72001944/86463359
Grafica e impaginazione di Katolika Sento: Mario
GUILLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli
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