Enhavo:
MESSAGGIO AGLI ESPERANTISTI ITALIANI
LA NOSTRA AZIONENon è consentito al cristiano di rimanere spiritualmente immobile, di restare in uno stato di passiva conservazione, di trascorrere una vita di "routine" priva di slanci.Per essere pienamente noi stessi, per vivere da cristiani interi, dobbiamo partire dall'attenzione al nostro "status "ed alle possibilità che ad esso si levano. Per quanto ci concerne specificamente, dobbiamo considerare cosa significa il nostro essere cattolici esperantisti. In quanto cattolici, appartenenti alla chiesa "universale", dobbiamo spalancarci agli altri, per comunicare la verità che ci è stata rivelata. La grandezza del nostro ideale ci carica di responsabilità spingendoci ad una grandiosa missione. Missione: parola appropriata, forse un po' in disuso eppure dal significato preciso e qualificante, il nostro servizio alla Chiesa sta nel trasmettere il patrimonio spirituale, che ci deriva dalla fede, all'ambiente in cui siamo immersi; nel nostro caso si tratta anche del mondo esperantista, entro il quale siamo chiamati a dare la nostra testimonianza. Come esperantisti abbiamo compreso che il cristiano, non rinchiuso in un suo piccolo mondo, deve accogliere e applicare ciò che di buono trova nella realtà d'oggi; e l esperanto è una delle risorse a disposizione dell'uomo contemporaneo. Abbiamo capito che i tesori della nostra fede si intrecciano perfettamente con i valori dell'esperantismo e ci muovono quindi ad un operare che realizza in pieno l'idea universalistica, nel rispetto dell'eguaglianza e della dignità di tutti gli uomini, a qualunque nazione appartengano. Convinti che l'essere esperantisti costituisce un modo ed un mezzo per riversare nell'azione concreta la nostra formazione di cristiani, dobbiamo impegnarci a fondo per attuare i principi in cui crediamo. Mario Sola
LE NOSTRE MOTIVAZIONI E FINALITÀ
Lorenzo Longoni
(Continuazione dal numero preced.) L'UECI, nel primo articolo del suo statuto, si propone " la formazione umana e cristiana dei suoi associati, secondo i principi della Chiesa Cattolica ". Potremmo dire che non è una finalità specifica dell'UECI. Lo deve essere per ogni tipo di associazione o ente che voglia essere educante nel mondo cristiano. Perciò qui va vista come una premessa necessaria per tutti i suoi fini specifici, che appunto lo stesso articolo primo enumera. Perché è una premessa necessaria? Perché, se mancasse, come si potrebbero svolgere e realizzare bene gli scopi dell'associazione? Se non si è (o non si diventa) uomini e cristiani, come è possibile " testimoniare il Vangelo, in particolare nell'ambito del movimento esperantista nazionale ed internazionale, e attuare le opere di misericordia, specie quella dell'ospitalità"? * * *
Perciò nessuno deve trascurare la sua partecipazione
attiva alla vita della Chiesa, sia nella parrocchia, sia nei vari
gruppi che la vita ecclesiale presenta, sia nei nostri specifici
incontri di natura formativa, operativa, spirituale.Penso particolarmente: • agli incontri di preghiera e di catechesi, all'attenzione alla Liturgia e soprattutto alla conoscenza sempre meglio sviluppata della Bibbia (per noi anche con le traduzioni in esperanto del Nuovo Testamento • ai temi dei nostri convegni nazionali e locali; ricordo i temi sulla missionarietà della Chiesa (convegno di Bocca di Magra), sulla evangelizzazione con la testimonianza della carità (convegno di Fognano), dell'evangelizzazione per la nuova Europa (convegno di Susa), quello su "II moderno areopago e i cattolici esperantisti" (convegno di San Marino) e, nel prossimo convegno di Armeno, • allo studio dei Documenti pontifici; qualche gruppo ha incominciato a tradurli per studiarli come riflessione comune e personale • all'impegno ( ancora allo stato di progetto) di tradurre, poco alla volta, il "catechismo della Chiesa cattolica " • all'impegno, appena sarà a nostra disposizione il messale festivo già approvato, a diffonderlo ed a commentarne le letture secondo i tempi liturgici • alla possibilità di esaminare e studiare certi preziosi articoli di Espero Katolika, o anche di altre pubblicazioni locali dei gruppi esperantisti cattolici (per esempio quella ricchissima di contenuto, "Dio benu", della sezione cecoslovacca dell'IKUE). mons. Lorenzo Longoni
LA PERDONANZA
L'indulgenza plenaria voluta da Papa Celestino V
Durante il Congresso Nazionale della F.E.I. dello scorso anno, i partecipanti hanno potuto trascorrere un' interessante giornata a l'Aquila incontrando padre Quirino Salomone, esperantista, in occasione di un riuscito dibattito e, successivamente, nel corso della visita alla basilica di Collemaggio. Qui venne presentata la grande figura - poco conosciuta o misconosciuta - di Pietro da Marrone, papa Celestino V, e la Perdonanza, quel dono che il Pontefice volle concedere al popolo da lui amato. Dalla rivista intitolata, appunto, "La Perdonanza", diretta da P. Quirino, riportiamo l'articolo che segue.
La Perdonanza fu il primo atto papale esploso nella sera stessa dell'incoronazione. Celestino volle "assolti da ogni pena e da ogni colpa tutti coloro che, veramente pentiti e confessati, avrebbero visitato la chiesa di Santa Maria di Collemaggio nell'annuale ricorrenza della Decollazione di San Giovanni Battista, dal vespro del 28 al vespro del 29 agosto". Non si trattò solo della remissione dei peccati ma di una vera e propria riconciliazione sociale. Infatti ordinò la rappacificazione della fazioni cittadine e costrinse lo stesso re Carlo II di Angiò a perdonare gli aquilani ribelli. Celestino lega il suo privilegio indulgenziale alla perentoria richiesta di un impegno morale. La Perdonanza, oggi, va letta come l'intuizione profetica del " S. Francesco d'Abruzzo" : L'uomo nuovo sarà la vera grande rivoluzione. E per rivoluzionarsi in profondità l'uomo dovrà definitivamente rinunciare all'idea di affermare la propria vita arrecando la morte agli altri, deve smetterla di far coincidere la propria salvezza con la fine altrui. L'uomo nuovo sarà caratterizzato dalla volontà di regalare la vita: ti affermerai donandoti. La Perdonanza è essenzialmente questa speranza storica, I' annunzio della imprevedibilità dello Spirito contro il determinismo di morte a cui inesorabilmente conduce la spirale della violenza. Andare alla Perdonanza, quindi, significa dare la propria adesione per essere uomini nuovi, arricchirsi di una nuova capacità di riscossa morale, guardarsi dentro prima di guardarsi intorno. Infatti, nell'attuale contesto morale, in cui l'uomo è più incline a considerarsi vittima che colpevole,la Perdonanza è una proposta operativa di perdono verticale e orizzontale ( riconciliazione con Dio e con i fratelli), educa le coscienze alla capacità di offrire non solo, ma anche di chiedere perdono. Nella sua periodicità, essa scandisce i tempi intermedi degli Anni Santi. È goccia destinata a scavare nell'intimo delle coscienze la profonda distinzione tra la pace evangelica e quella che da il mondo, sollecitando una decisione se si vuole essere "Accademia" o "Pentecoste". Oggi la Basilica di Collemaggio può considerarsi il naturale Santuario della Riconciliazione, punto di riferimento delle più alte espressioni dello Spirito umano, degli uomini di buona volontà. Qui la carta dei diritti dell'uomo si affianca ali' istanza evangelica per la nuova civiltà dell'amore. La spiritualità di Pietro da Morrone fu caratterizzata da un' intensa vita contemplativa e ascetica condotta all'insegna della dedicazione allo Spirito Santo, attraverso il quale Dio fa irruzione nella storia dell'uomo. I suoi seguaci si chiameranno "Fratelli Penitenti dello Spirito Santo", il suo stemma sarà una croce con sopra impressa una "esse"; allo Spirito Santo verranno dedicati eremi e chiese da lui fondate; egli stesso sarà considerato il "Pastor Angelicus". E tutto era maturato nel clima di un particolare momento storico quando la cristianità, per un istante, ebbe l'impressione che si fosse avverata la profezia di Gioacchino da Fiore: l'era dello Spirito Santo. Segni convincenti furono le Stimmate di Francesco di Assisi ed il fatto che sul trono di Pietro sedesse, finalmente, un Pontefice Santo. La sua perfettissima vita eremitica non lo rese avulso dalla realtà sociale. Con i suoi 600 seguaci incise profondamente nella mentalità del suo tempo. Era il personaggio più in vista del momento per le sue virtù taumaturgiche e per l'ideazione dei primi, rudimentali servizi sociali, ospizi, mense per i poveri, accoglienza e soccorso ai viandanti, erboristerie ecc. Fu famoso non tanto per la sua elezione a pontefice, quanto per la "clamorosa Rinuncia". Un gesto giudicato comunemente come un segno di debolezza ma che va rivelandosi sempre più come sublime atto di umiltà e di dedizione al bene supremo della Chiesa, un atto di coraggio splendido e irripetuto. L'evangelica concezione del potere inteso unicamente come "servizio" lo portò ad interrompere la serie della decadenza e rifiutare ogni complicità. Gesto che fa di Celestino una delle espressioni più alte della coscienza umana: fascino a cui non poté sottrarsi Ignazio Silone; e la sua "Avventura di un povero Cristiano" segna l'abissale distanza dall'erronea interpretazione della famosa nota Dantesca. P. Quirino Salomone O.F.M.
"CRONISTORIA" DEL SALUTO PASQUALE DEL PAPA
Tutti i nostri lettori sanno che il Santo Padre, dopo avere indirizzato al mondo il messaggio pasquale dalla loggia vaticana, ha formulato i suoi auguri anche in lingua esperanto. Non è altrettanto noto come si è giunti a ciò e come sia partita dal Presidente dell1 Internacia Katolika Unuiĝo esperantista, don Duilio Magnani, la richiesta relativa. Ecco, allora, il testo della lettera dì don Duilio Rimini, 12/03/1994 A Sua SantitàGiovanni Paolo II 00120 CITTA'DEL VATICANO Beatissimo Padre, La mia proposta, Beatissimo Padre, è presentata nello spirito di filiale ossequio, per quel "sacrosanto diritto-dovere dei fedeli di esprimere ai propri Pastori la propria opinione sulle questioni riguardanti il bene della Chiesa" (Can. 212,3 ) e per lo stesso appello dell'Aetatis novae (nr. 17) rivolto alle organizzazioni cattoliche internazionali delle comunicazioni alle quali si onora di appartenere anche l'I.K.U.E. com'è ufficialmente riconosciuto nel decreto rilasciatoci dal Pontificio Consiglio dei Laici. Beatissimo Padre, il mondo esperantista, particolarmente quello cattolico. La sente partecipe dei propri ideali che fanno parte integrante dei Diritti dell'Uomo. Il popolo esperanti sta mondiale nel cui seno è pure forte la corrente ecumenica e interreligiosa spera ardentemente per il bene di tutti che la lingua internazionale Esperanto risuoni prossimamente al cospetto del mondo intero radunato in mondovisione in Piazza San Pietro. Filialmente, Santità, Le chiedo la Benedizione
Apostolica sicuro pegno dell'Aiuto Celeste I per il nostro lavoro
nella Chiesa e per la Chiesa. II Presidente dell'IKUE
(Sac. Duilio Magnani) Della surriportata lettera don Magnani dava comunicazione anche al dr. Giorgio Pagano, Segretario dell'Esperanto Radikala Asocio, e in data 25 marzo il Partito Radicale rivolgeva al Papa una domanda analoga a quella scritta da don Magnani. * * * * *
Il Presidente dell'IKUE esprimeva, poi, la sua gratitudine al
Sommo Pontefice con la lettera seguente.Rimini, 03/04/1994
A Sua SantitàPasqua del Signore GIOVANNI PAOLO II 00120 CITTA ' DEL VATICANO Santità, penso che il Suo cuore di Padre possa immaginare la gioia del figlio che ha atteso con silenziosa sofferta speranza l'annunzio pasquale di poche ore fa anche in lingua internazionale Esperanto. È appena accaduto questo "miracolo" atteso da anni da tutto il popolo esperantista mondiale ed il mio telefono squilla in continuazione. Sono manifestazioni di gioia che che vengono anche "di lontano" e perfino dall' Ungheria! In questo pomeriggio piovoso di Pasqua vorrei parteciparLe di persona la nostra gioia radiosa e la grande riconoscenza di tutti. E tutto ciò non tanto per la soddisfazione personale quanto per la ravvivata speranza che la comunità dei popoli e la Chiesa stessa accolgono come dono di Dio il gesto concreto e significativo del Feliĉan Paskon en Kristo Resurektinta, portatore del messaggio pasquale con il peso della Sua Autorità di Vicario di Cristo e annunciato dal cuore della cristianità, dalla moderna agorà mondiale di Piazza San Pietro. Gli imponenti e sofisticati strumenti della comunicazione sociale, la lingua comune per il mondo ecumenico e per il dialogo interreligioso e supernazionale, il contenuto del kerigma, in perfetta e completa armonia fra loro, sono a servizio di Dio e dell'uomo così come vuole la Aetatis novae. Grazie Santità. La Chiesa con questa scelta sta dalla parte dei poveri per cultura, per discriminazione linguistica, per sopraffazione dei potenti. La porta è stata aperta da Vostra Santità e vogliamo augurarci che altri nella Chiesa, fra i reggitori dei popoli, fra i luminari della cultura e della scienza ne seguano il luminoso esempio. Tuttavia, Beatissimo Padre, sarà necessario insistere perché il nuovo è dirompente, ma il vecchio è molto resistente. Per cui speriamo che l'annuncio in Esperanto si possa ripetere a Natale e così ogni anno. Ci benedica sempre, Santità, mentre Le posso assicurare il filiale omaggio e la incondizionata obbedienza degli esperantisti cattolici con le loro preghiere. Obbl.mo e dev.mo nel Signore
Sac. Duilio Magnani Deziras korespondiS-ro Michel KABALAN, Quartier Saint-Elie,B.P. 109, ZAHLE (Libano).Estas katolika junulo, komencanto en esperanto, kiu deziras korespondi kun italoj en esperanto, araba, franca aŭ angla. Con piacere riportiamo il trafiletto pubblicato dal "Corriere Eusebiano", settimanale diocesano vercellese, il quale costituisce il tronco "ufficiale " di cui Katolika Sento è un ramo che -peraltro- si estende a tutto il territorio nazionale. Katolika Sento
È appena uscito in questi giorni il periodico "Katolika
Sento", dell'Unione Esperantista cattolica italiana. La
novità di questa pubblicazione bimestrale è il suo
carattere vercellese, come vercellese è il nuovo
presidente nazionale Mario Sola, mentre il coordinamento e
l'impostazione sono opera di Mario Guilla. Inoltre "Katolika
Sento" esce come supplemento al "Corriere eusebiano ", il quale
fa proprio l'augurio che Mario Sola rivolge ai lettori:
«che "Katolika Sento " sia di impulso efficace alla
diffusione del nostro ideale cattolico di esperantisti
fervorosi».
KIAL ONI TROVAS DEKTRITAGAN DIFERENCON INTER KALENDAROJ UZATAJ
DE LA KRISTANARO
Kiel pilgrimanto al la "Sankta tero" aŭ Palestino», mi iomete miris pri io kion oni jam konis: la kristanoj festis Kristnaskiĝon - evento tre grava por ĉiuj - diverstempe. Se la afero ne rilatas al la kredo, tamen ĝi impresas personojn kiuj anticipas ankaŭ en minimumaj faktoj la estontan epokon de plena ekumenismo. Jen kiamaniere historiistoj eksplikas originon de la diferenco. La liturgio de la kristanaj eklezioj sekvas du kalendarojn: 1 ) la julian, la grekortodoksa eklezio kaj, nur en kelkaj festoj , ankaŭ la armena kaj kopta eklezioj; 2) la gregorian, kiu anticipas je dektri tagoj tiun julian , obeas la katolika kaj protestanta eklezioj. Diferenco de dektri tagoj inter la du kalendaroj ne komenciĝis paralele kun enkonduko de la gregoria kalendaro , laŭ onidiro komuna. La kalendaro julia (t.n. ĉar enkondukita de Julio Cezaro) karakteriziĝas per tri gravaj modifoj ene de la sistemo: 1) aldono de unu tago, februare, ĉiun jarkvaron, 2) la printempa ekvinokso fiksdatiĝis je la 25-a de marto, 3) la komenco de la civiljaro proklamiĝis je la unua de januaro. La jaro, do, fariĝis 365 taga plus ses horoj, el kiuj. adiciitaj ĉiun jarkvaron formiĝis superjaro. Ni scias ke astronomia jaro trakuras 365 tagojn. 5 horojn kaj 48 minutojn ĉirkaŭe. La diferenco estas minimuma, sed ĝi aldonas suplementan tagon ĉiun periodon de 128 jaroj proksimume. Pasante la XVI-a jarcento, la diferenco atingis jam dek tagojn kaj la printempa ekvinokso koincidis kun la dekunua de marto (dum la koncilio de Nikea en 325, la ekvinokso estis antaŭenirinta je kvar tagoj). Oni devis , tial , trovi solvon ĉar la paska testo dependas de la ekvinokso de la 21-a de marto, sekve de tio ke en la epoko de Nikea Koncilio la paska dato difiniĝis je la dimanĉo post la plenluno de la printempa ekvinokso . Forjetinte diversspecajn projektojn, Gregorio XII-a adoptis solvon proponitan de pluraj scienculoj, tio estas la forigo de la superjaro de la jaroj de la jarcentoj kies unuaj du ciferoj estas divideblaj per kvar. La kalendara reformo estis decidita por la jaro 1582, precize por la oktobra monato, dum kies daŭro oni subtrahis dek tagojn (5-14) por ke la 15-a sekvu tuj la 4-an. Estas, do, pro tio ke oni celebras la 15-an de oktobro la liturgian feston de Sankta Tereza de Avila, kvankam si mortis la vesperon de la 4-a de oktobro 1582, tago jam dediĉita al sankta Francisko de Asizo. Ĉar la du unuaj ciferoj de la jaro 1700,1800, 1900 ne estas divideblaj per 4, fakte oni ne proklamis ilin superjaraj laŭ gregoria kalendaro; do la diferenco inter la du kalendaroj nun egalas 13 tagojn. Jaro 2000 estos superjara. Oni rimarku ke ekzistas ankaŭ iu eta diferenco inter la gregoria kalendaro kaj la astronomia kalendaro sed ŝajnas ke oni devas atendi ankoraŭ 3500 jarojn por la forĵeto de unu tago. La tempa diverseco ne etendiĝas al paska kaj nefiksaj festoj religiaj, konsekvence de tio ke Pasko dependas nure de la printempa ekvinokso, fiksita por la 21-a de marto de unu kaj de la alia kalendaro. Pasko, do, povas koincidi kun ekvinokso aŭ distanciĝi eĉ ĝis 5 semajnoj. La ortodoksa eklezio ne akceptis la korekton enkondukitan de la papo kaj konservis la malnovan kalendaron julian. Ĉu tio malhelpas la veran ekumenismon? Certe ne . Cetere la tago mem de Kristnasko havas 364 ŝancojn ne esti historia tago, kaj la superjaro povas konfuzi plu! Armando Zecchin
CONGRATULAZIONINia Samideano, membro de U.E.C.I. kaj Fak Delegito U.E.A. pri Katolikoj en Urbo Massa, EGISTO UMBERTO BORGHINI, ex Oficiro de Infanterio, ricevis la onoridan titolon de KAVALIRO je Ordono "al Merito della Repubblica Italiana", al li donita de S.ro Presidanto de la Respubliko pro la meritoj atingitaj pro l' aktiveco en "Nacia Asocio de Infanterio".
NORME ASSOCIATIVE E QUOTE PER L'ANNO
1994
L'Unione Esperantista Cattolica Italiana (UECI) è sezione della Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista (IKUE), pertanto ogni associato dell'UECI è contemporaneamente socio dell'IKUE.
Si richiama l'attenzione sulla categoria "Amico dell'UECI"costituita da simpatizzanti dell'Unione che vogliano contribuire alle sue finalità versando una somma non inferiore alle lire 5.000 che dà diritto a ricevere materiale informativo sulla vita dell'associazione.
I versamenti vanno fatti sul C.C.P. n. 11129475, UECI, viale Zavagli 73, 47900 Rimini. N.B. Katolika Sento è inviato a tutti gli associati, tranne che ai familiari. • È associato giovane chi non ha superato i 25 anni. • È associato familiare chi convive con altro associato. • Per l'abbonamento all'estero aggiungere lire 4.000 per spese di spedizione. • Specificare nella causale del versamento la categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani, l'esatto indirizzo per il recapito di K.S., la destinazione di eventuali offerte. • I gruppi locali trattengono le parti di loro spettanza, versando solo la differenza, mentre la quota dei soci individuali va interamente all'UECI.
Tema: Anno internazionale della famiglia: le sfide del mondo odierno alla famiglia cristiana Sede del Congresso: CENTRO DI SPIRITUALITÀ "Maria Candida" - Armeno (Novara) - tel. 0322-900231 Il programma dettagliato verrà pubblicato successivamente. Fin d'ora si prevede: l'arrivo dei congressisti nel pomeriggio del 9 settembre, l'inaugurazione il mattino di sabato 10, l'asta benefica, una gita sul lago d'Orta, l'escursione di una giornata con meta a Locarno in Svizzera il giorno 12, le conclusioni e la chiusura il mattino di martedì 13. I momenti spirituali saranno costituiti dalla Santa Messa in esperanto quotidiana e dalla recita di lodi e del vespro.
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