Enhavo:





FINALMENTE!
"KATOLIKA SENTO" RIPRENDE IL CAMMINO

     "Finalmente!" Spero che questa sia l'esclamazione degli amici che ricevono il presente numero di "Katolika Sento". Lo spero giacché in tale sintetico commento al "riapparire" dell'organo giornalistico dei cattolici esperantisti italiani si manifesta il rincrescimento per un silenzio durato troppo a lungo e la soddisfazione per il ritorno di un mezzo di collegamento che, pur nella modestia del suo aspetto, costituisce uno strumento indispensabile per il buon funzionamento dell'associazione. Esso, infatti, serve ad esprimere la vitalità del movimento, facendo circolare le informazioni che partono sia dal centro che dalla base e le direttive provenienti dal Comitato Centrale, ed è essenziale per la diffusione del valido messaggio di cui l'UECI è portatrice.
Come si può constatare, sono cambiati il corpo redazionale e lo stampatore, ma immutato è rimasto e deve rimanere lo spirito che ha animato coloro che hanno curato "Katolika Sento" negli anni trascorsi, con il coordinamento volenteroso e sapiente di don Duilio Magnani. A lui e ai suoi collaboratori, in primis Carlo Sarandrea, la riconoscenza per l'impegno dedicato sinora, ma anche /'invito a proseguire la loro preziosa collaborazione, invito che si estende a tutti quanti possono contribuire a rendere viva ed efficace questa pubblicazione.
     Il coordinamento è stato assunto dal prof. Mario Guilla: in unione allo scrivente, mentre altri amici vercellesi si prestano al lavoro di composizione e spedizione. Gratitudine sincera va espressa a mons. Tarciso Bertone arcivescovo di Vercelli e al direttore don Gianni Ambrosio per avere consentito che questo periodico possa essere edito quale supplemento del settimanale diocesano "Corrieri Eusebiano ".
Un augurio a conclusione che "Katolika Sento" sia di impulso efficace alla diffusione del nostro ideale cattolico di esperantisti fervorosi.
m.s

Cari associati dell'UECI,
nell'assumere l'incarico di presidente dell'associazione affidatomi dal Comitato Centrale di recente elezione, che ringrazio per la fiducia accordatami, porgo a tutti un fraterno saluto avendo presenti, come avanti a me, tante persone le quali mi onorano di una amicizia che io cerco di ricambiare quanto posso. Voglio esprimere un sentito ringraziamento a quanti hanno in vario modo manifestato attaccamento alla nostra Unione, desiderandone la piena ripresa e auspicandone la crescita.
Un grazie vivissimo va poi, in particolare, a Carlo Sarandrea, che è stato il presidente del rinnovamento dedicando le sue notevoli capacità al movimento esperantista cattolico, pure al di là dei compiti attinenti l'UECI. Anche se, ultimamente, per la molteplicità dei suoi impegni, egli non ha potuto seguire "Katolika Sento", potrà d'ora in avanti impiegare l'esperienza e l'intelligenza sue in una utile collaborazione alla vita associativa che trova fondamento nell'incarico di vice presidente.
Sentitissimo ringraziamento va a don Duilio Magnani, instancabile animatore dell'esperantismo cattolico, che adesso, dopo la nuova divisione dei compiti, potrà dedicarsi principalmente alla sua fondamentale funzione in seno all'IKUE.
Infine, un grato pensiero va a mons. Lorenzo Longoni, che segue ed accompagna con grande premura le vicende dell'associazione.
Ed ora un invito caloroso a tutti: lavoriamo uniti per quelle finalità che mons. Longoni ben richiama nell'articolo che esorto a leggere e a meditare. È necessaria la collaborazione generale, e non solo di quanti hanno avuto specifici incarichi, per raggiungere pienamente le finalità che ci proponiamo.
Buon lavoro, dunque. Con l'aiuto di Dio.
MARIO SOLA


SIAMO GRATI A S.S. GIOVANNI PAOLO II° IL QUALE, IN OCCASIONE DELLA S. PASQUA, HA RIVOLTO GLI AUGURI AL MONDO ANCHE IN ESPERANTO CON QUESTE PAROLE:
FELIĈAN PASKON EN KRISTO RESUREKTINTA




LE NOSTRE MOTIVAZIONI E FINALITÀ

Lorenzo Longoni

     Il movimento esperantista ha delle finalità originarie: la possibilità di comunicare tra i popoli con una lingua facile, naturale, possibile a tutti, senza discriminazioni razziali, culturali, ideologiche, religiose, ecc, rendendo così possibile la comprensione tra tutti gli uomini e avviando perciò un cammino che, a partire dal rispetto e dalla comprensione, renda più facile la coscienza della universale fraternità e della pace.

     Ci facciamo due domande:
1. un cristiano può dire che tali finalità non gli interessano?
2. un cristiano può pensare che basti questa capacità di comunicare con una stessa lingua per raggiungere veramente la pace?
     Ad ambedue le domande rispondiamo di no.
     Alla prima perché nulla di ciò che è umano è indifferente per il cristiano (Cf. GS 1).
     Perciò anche questo sviluppo culturale fa parte del progresso dell'umanità.
     Alla seconda perché sappiamo che tutti gli sforzi umani, pur buoni e necessari, non sono sufficienti a raggiungere pienamente gli scopi che riguardano l'ordine morale: tra essi appunto il riconoscimento pratico della fraternità umana e la realizzazione della pace. La guerra nella ex-Jugoslavia ne è una terribile prova, ma anche nella nostra storia italiana potremmo ricordare tanti fatti: basterà accennare alle lotte tra Firenze, Siena, Pisa. Arezzo ai tempi di Dante.
     Parlavano una bella lingua comune, eppure...
     avevano tante vicinanze nell'arte e nella cultura, eppure...
     avevano addirittura tradizioni religiose comuni, eppure...
     Il fatto è che senza una fede cosciente e viva in Cristo, non si realizza né una vera fraternità, né una vera pace.

     È solo in Cristo che sappiamo che Dio è Padre di tutti.

     È solo in Cristo che ci viene comunicata la partecipazione alla stessa vita divina: il Battesimo infatti ci ha immersi nella vita stessa della Trinità.
     È solo in Cristo che, per l'azione dello Spirito Santo, diventiamo un solo Corpo.
     E insieme a questo dono, che è la Grazia, ci vengono infuse le forze operanti ("virtù") della Fede, delle Speranza, della Carità.
È solo in Cristo quindi che cadono le barriere tra gli uomini. Basterà accennare a quanto è affermato nella Lettera agli Efesini (2.14 e segg.):
     "Egli infatti è la nostra pace,
     colui che ha fatto dei due un popolo solo,
     abbattendo il muro di separazione che era tramezzo.
     cioè l'inimicizia,
     annullando, per mezzo della sua carne
     la legge fatta di prescrizioni e di decreti,
     per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini".
     Gesù Cristo non solo ci fa conoscere tutte queste realtà e ce le dona, ma anche, vivendo per sempre nella sua Chiesa, le alimenta e sviluppa nella vita di ogni cristiano, che Lo accolga.
     Ci chiede infatti una collaborazione cosciente.

     Se noi dunque ci sappiamo fratelli ed uguali non solo teoricamente, ma anche cercando di vivere coscientemente nella Grazia e coi mezzi della Grazia le virtù della Fede, della Speranza e della Carità possiamo contribuire a raggiungere quegli ideali di fraternità e di pace che l'umanità cerca e di cui ha bisogno, ma che da sola non può realizzare.

* * * * *

     Eccoci perciò al perché della nostra associazione.
     L'Unione Esperantista Cattolica Italiana (UECI) dice infatti nel primo articolo del suo statuto, di promuovere
a) la formazione umana e cristiana dei suoi Associati, secondo i principi della Chiesa Cattolica;
b) l'apostolato e la testimonianza del Vangelo, in particolare nell'ambito del movimento esperantista sia nazionale che internazionale, attuando le opere di misericordia. specie quella dell'ospitalità ;
c) la partecipazione al dialogo ecumenico secondo le indicazioni ufficiali della Chiesa Cattolica;
d) l'uso della lingua internazionale Esperanto, favorendone anche l'adozione, come semplice mezzo di intercomunicazione, indipendente ed ecumenico, adatto alla promozione umana".

     Il secondo articolo dello statuto dice chiaramente che l'associazione è sezione nazionale dell'IKUE (Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista), la quale è stata riconosciuta dalla S. Sede come membro del Pontificio Consiglio dei Laici, che ne ha approvalo le finalità, riportando letteralmente le indicazioni del suo statuto:
     "Mediante la diffusione dell'Esperanto l'Unione si propone
     • di adempire all'ordine di Gesù Cristo "Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura" (S.Mc. 16,15),
     • di mostrare l'unità della Chiesa adoperando la lingua internazionale nella liturgia e nell'azione apostolica,
     • di contribuire alla realizzazioni della comprensione tra gli uomini e la pace nel mondo odierno.
     • di tendere a che lutti "siano una cosa sola" (Jo. 17.11).

     Il nostro coinvolgimento, il nostro impegno, ci sembrano perciò incoraggiati dalle parole con cui termina il n. 54 della GS:
     "...poco a poco si prepara una forma più universale di cultura umana, che tanto più promuove ed esprime l'unità del genere umano, quanto meglio rispetta le particolarità delle diverse culture".

mons. Lorenzo Longoni



7° CONGRESSO DELL'UECI

     La volontà di ripresa e lo slancio verso la rivitalizzazione del movimento dei cattolici esperantisti è stata la principale caratteristica del 7° Congresso dell'UECI svoltosi a San Marino dal 10 al 14 settembre 1993.
Frammezzo al programma, che ha alternato momenti di preghiera e di studio sul tema congressuale ad altri di visite e di svago, si è discusso del rilancio dell'Unione dopo il periodo di mancata pubblicazione di "Katolika Sento" . È emersa la generale intenzione di recuperare il tempo perduto, provvedendo anzitutto al rinnovo del Comitato Centrale, a cui affidare un sistematico e continuativo impegno di lavoro collegiale. Intanto si è stabilito che, a partire dal prossimo anno, la redazione di "Katolika Sento" venga affidata al gruppo UECI di Vercelli, insieme a quelli di Milano e Torino, ferma rimanendo la auspicata collaborazione proveniente da ogni altra parte.
Le forti premesse per uno sviluppo dell'esperantismo cattolico sono costituite dal recente riconoscimento ufficiale dell'IKUE da parte del Pontificio Consiglio del Laici e dell'approvazione dei testi liturgici in esperanto. La prossima pubblicazione del messale in esperanto sarà un ulteriore significativo ed importante evento.
Una pur sommaria relazione congressuale deve menzionare le quotidiane concelebrazioni della Santa Messa, la recita di Lodi e di Compieta, la trattazione del tema "il moderno aeropago e i cattolici esperantisti" introdotto dalla relazione dell'Assistente nazionale mons. Lorenzo Longoni e sviluppato nella successiva discussione, l'istruttiva presentazione dell'esperienza di un ex testimone di Geova. Tra le serate ha fatto spicco l'ormai tradizionale asta di beneficienza, condotta con la consueta "verve" dal presidente Carlo Sarandrea.
     Le parentesi turistiche sono ottimamente riuscite. La visita alla Città di San Marino è stata ben illustrata dalla guida, anch'essa appartenente al movimento esperantista e come tutti i sanmarinesi fiera, pur se di origine tedesca, della appartenenza alla piccola repubblica così tenace nella storica difesa della sua libertà. La visita si è conclusa con un ottimo rinfresco nel caratteristico locale tenuto da appartenenti alla famiglia Michelotti. E, a proposito, è stata Marina Michelotti, dinamica e infaticabile, l'anfitrione del Congresso, imponendosi alla generale attenzione.
Ben riuscita l'escursione dell'intera giornata. San Leo, con l'antica rocca e gli edifici carichi di storia, ha avvinto i visitatori, Rimini ha mostrato alcuni aspetti della sua ricchezza artistica e della sua attrezzatura turistica, Spadarolo ha offerto la squisita ospitalità di don Pasquale Campobasso e l'occasione di un piacevole ristoro nell'accogliente giardino di una villa del luogo.
     Il ringraziamento a chi s'è adoperato per l'organizzazione dell'annuale appuntamento dei cattolici esperantisti è doveroso: a Carlo Sarandrea, don Duilio Magnani, Tonino Gambuti, Franca Venezia e alla già citata Marina Michelotti.
Dal congresso viene un proposito ed un invito: Antaŭen.




DANKE

• Da Treviso: £.50.000 per la "fonduso Alfabetigo"
• Da Treviso: (conf. S. Vincenzo - parr.S. Giuseppe) £. 100.000 per "fonduso Alfabetigo".
• Da Rimini: £.10.000 per Radio Vaticana, £. 43.000 per finanziare la kooperativo Konstrantoj Espero in Bukova (Zaire).
• Da Mestre: £. 100.000 per il meslibro.
• Da Portovenere: £. 21.000 per Radio Vaticana.
• Da Milano: (L.L.) £. 1.000.000 per "Katolika Sento".



Ascoltiamo RADIO VATICANA in esperanto

    Giovedì, ore 7,10:
    FM 93,3 - OM 1611 - OC 6185; 7365

    Domenica, ore 21,20:
    FM 93,3; 105 - OM 527; 1530 - OC 3945; 5882; 7355

Radio Vaticana,
Esperanto, Piazza Pia 3,
00193 Roma





PREĜO POR ITALIO

Ho Dio, nia Patro,
ni laŭdas kaj dankas Vin.
Vi kiu amas ĉiun homon
kaj gvidas ĉiujn popolojn
akompanu la paŝojn de nia nacio,
ofte malfacilajn sed plenajn je espero.
Faru ke ni vidu
la signojn de via ĉeesto
kaj ke ni spertu la forton de via amo,
kiu neniam ĉesas.
Sinjoro Jesuo, Filo de Dio kaj savanto de la mondo,
fariĝinta homo en la sino de Virgulino Maria,
ni atestas nian fidon.
Via Evangelio
estu lumo kaj forteco por niaj elektoj
personaj kaj sociaj.
Via leĝo de amo
konduku nian civilan socion
al justeco kaj solidareco,
al konkordo kaj paco.
Sankta Spirito, amo de la patro kaj de la Filo,
konfide ni vin alpreĝas.
Vi kiu estas interna majstro malkaŝu al ni
la pensojn kaj la vojojn de Dio.
Donu ke ni rigardu la homajn okazaĵojn
per puraj kaj klarvidaj okuloj,
ke ni konservu la heredaĵon de sankteco kaj civilizacio
propran de nia popolo,
ke ni konvertiĝu en menso kaj koro
por renovigi nian socion.
Gloro al Vi, Patro,
kiu efikigas ĉion en ĉiuj.
Gloro al Vi, Filo,
kiu pro amo fariĝis nia servanto.
Gloro al Vi, Sankta Spirito,
kiu semas viajn donacojn en niajn korojn.
Gloro al Vi, Sankta Triunuo,
kiu vivas kaj reĝas en la jarcentoj da jarcentoj.
JOHANO PAŬLO II





È MANCATO UN ALTRO AMICO

     BALDIOTTO ANTONIO di Casale di Scodosia (Padova) il 12.09.93 all'età di 71 anni è morto all' ospedale di Verona.
     Era socio dell'UECI, persona semplice che io conobbi per la prima volta nel 1990 al congresso UECI di Foligno. In quell'occasione, a sua richiesta, ebbi modo di spiegargli varie regole della grammatica di esperanto. Ne seguì una sincera amicizia. Mi scriveva di tanto in tanto perché gli correggessi in esperanto brani di carattere religioso. Aveva acquistato la Bibbia in Esperanto. Era molto devoto di Maria Ausiliatrice alla quale la madre l'aveva affidato da piccolo ed ogni anno a maggio si recava in pellegrinaggio a Torino per visitarne il santuario. Più volte si recò anche in Terra Santa. È ammirevole il fatto che a 69 anni egli abbia sostenuto l'esame di primo grado di esperanto. L'entusiasmo per l'esito positivo lo stimolò a seguire il corso di 2° grado presso il gruppo esperantista della città di Padova.
     Oltre a quello di Foligno, Baldiotto partecipò ai congressi UECI di Fognano e Susa, partecipò all'“ekumena Diservo” a Vienna durante il Congresso universale del 1992 e non mancò a quello di Valenza in Spagna.
Il suo motto era "ĉiam antaŭen per esperanto".
     Con la sua presenza frequente ai congressi egli ci ricorda che importante è "partecipare". Invito tutti gli esperantisti cattolici a ricordarlo nel Signore.
Serio Boschin




DUE GRAVI LUTTI
Nello spazio di circa un mese sono deceduti due attivi associati dei gruppi di Roma della Fei e dell'Ueci.

LORENZO ROSATI (n. 3.6.1926-m. 7.1.1994).
Si avvicinò al movimento esperantista nel 1981. Coltivava da anni l'interesse per la radiofonia a onda corta e questo lo spinse quasi naturalmente all'Esperanto: una volta appresa la lingua internazionale la applicò al suo antico interesse, creando l'Esperantista Kurtonda Aŭskultantaro e tenendo stretti contatti con le redazioni esperantiste delle emittenti internazionali (in primo luogo Radio Pekino e Radio Vaticana). Con la consorte, signora Maria Cangiano Rosati, realizzò alcune riuscite biografie in italiano di illustri esperantisti del passato (questa rivista ha ospitato il loro testo su Clarence Bicknell). Fu Consigliere del Gruppo di Roma dell'Ueci dal 1990 alla scomparsa.

FRANCESCA VENEZIA (n. 3.9.1924 -m. 4.2.1994).
Esperantista dagli anni cinquanta, fu attiva prima a Sciacca (Sicilia) e poi, dopo il suo trasferimento, a Roma: in tutte e due le città ricoprì innumerevoli cariche (più volte Consigliere dei Gruppi Fei e Ueci in Sicilia come a Roma) partecipando anche all'organizzazione di molti Congressi: gli ultimi in ordine di tempo furono i congressi nazionali dell'Ueci.
Renzo e Franca (così per gli amici) erano persone che non desideravano "apparire" né ricevere incarichi: ma nel momento in cui c'era bisogno di aiuto, erano loro a farsi avanti, con consigli e aiuti concreti. Si trattava di quello spirito di servizio per l'Esperanto che, certo, rappresenta la dote naturale di molti esperantisti, ma che in questi due amici dei Gruppi romani era anche uno stile di vita, il naturale risultato di un carattere umano amabilissimo e buono.

C.S.




CONSIDERAZIONI SULLA "AETATIS NOVAE

     La validità e la perdurante attualità del testo della lettera e l'interesse della risposta giustificano la pubblicazione fattane qui di seguito, malgrado risalgano a parecchi mesi or sono.

* * *

     AETATIS NOVAE è il titolo latino dell'ultimo documento della Chiesa sulle comunicazioni sociali. Il titolo è composto dalle prime parole del documento stesso e significano DELLA NUOVA ERA. Esso riprende e sviluppa il tema dell'INTER MIRIFICA, documento del Concilio Vaticano II, e lo attualizza.
     Il presidente dell'IKUE ha colto l'occasione dell'Aetatis novae per indirizzare al Segretario della Pontificia Commissione per le Comunicazioni Sociali, Mons. Pierfranco Pastore, la seguente lettera.

Rimini. 20/04/1992

     Reverendissimo Monsignore, con l'animo pastorale del parroco, ma anche con lo spirito innovativo dell'esperantista, ho sempre letto con particolare interesse i documenti relativi alle comunicazioni sociali, dall'Inter Mirifica alla Communio et progressio, dai vari messaggi per le Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali ai vari documenti di codesto Dicastero.
     A seguito del recente riconoscimento ufficiale dell'IKUE da parte del Pontificio Consiglio dei Laici, mi sento incoraggiato a far emergere un altro problema sottinteso nel complesso mondo delle comunicazioni sociali. È quello della lingua nelle relazioni a carattere plurinazionale e internazionale. Un problema scottante e sempre più urgente nel mondo e nella Chiesa.
Mi sembra dover rilevare che, oltre alla tecnologia, agli operatori, al pubblico, all'etica professionale, alle immagini e ai "nuovi" linguaggi all'interno delle singole lingue nazionali, ci sia anche il problema della lingua internazionale ausiliaria e neutrale nella complessa tematica delle comunicazioni sociali. L'intreccio sempre più serrato e senza frontiere dei media, il diritto di comunicare che è di tutti, il mondo stesso che è diventato un piccolo villaggio per la rapidità dei mezzi di trasporto o un "grande areopago contemporaneo", la difesa delle culture dei popoli e delle loro lingue nazionali ed etniche ecc, non hanno forse più bisogno di una seconda lingua comune che di traduttori e di interpreti? Se l'Aetatis novae al nr. 22, ribadendo il concetto della Communio et progressio, chiama "doni di Dio" gli strumenti della comunicazione "in quanto essi, nel disegno della Provvidenza, sono ordinati ad unire gli uomini in vincoli fraterni, cosicché collaborino nel Suo piano di salvezza", non lo sarà forse anche l'Esperanto un dono di Dio? Se la Chiesa confessa di avere "più o meno trascurato" (Aet. novae nr. 20) questo mondo dei media, non vi sarà incluso anche questa lingua internazionale?
     Mi ha fatto piacere rileggere al nr. 3 dell'Aetatis novae le parole del Santo Padre prese dal Messaggio per la XXIV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: «È proprio dei fedeli del popolo di Dio il compito di far uso creativo delle nuove scoperte e tecnologie per il bene dell'umanità e la realizzazione del Disegno di Dio per il mondo... perché le potenzialità dell'era del computer siano utilizzate al servizio della vocazione umana e trascendente dell'uomo, così da glorificare il Padre dal quale hanno origine tutte le cose buone».
     Per questo mi sento di ribadire che la lingua internazionale esperanto, gioiello dell'arte linguistica, artefatta perché fatta con arte, è un dono dello Spirito all'umanità ed alla Sua Chiesa.
     Anche l'esperanto, quindi, fa parte di questi mezzi di comunicazione sociale «che costituiscono il biglietto d'ingresso di ogni uomo e donna nella moderna piazza di mercato dove si esprimono pubblicamente i pensieri, dove si scambiano le idee, dove vengono fatte circolare le notizie e vengono trasmesse e ricevute le informazioni di ogni genere» (Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 24 gennaio 1992).
     Per restringere il discorso alla Chiesa, considerata una casa e non un condominio, quella moderna piazza potrebbe anche prendere il nome di Piazza S. Pietro vasta ormai come un continente, anzi come il mondo. Ma potrebbe essere anche una qualsiasi altra Assemblea Liturgica con fedeli di culture e lingue diverse, un Sinodo speciale dei Vescovi per l'Europa o gli stessi Convegni a carattere internazionale dove il mezzo di comunicazione deve fare "comunione di verità e di amore". È ovvio che in tali circostanze una lingua comune ausiliaria è preferibile a tutte le più sofisticate tecnologie, alle cuffie, ai traduttori/traditori e interpreti per sconfiggere la babele di lingue di lavoro a cui spesso si ricorre e non sempre con soddisfazione dei convenuti...
     Il Santo Padre, pur esperto in lingue, mi sembra abbia intuito tutto questo e proprio per questo stia spalancando la porta anche al "latino moderno", per dirla con un'espressione felice di S.S. Pio XII, e cioè all'Esperanto! Il DECRETO della S. Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti che introduce ufficialmente l'Esperanto nella Liturgia è dovuto al Papa, alla Sua mentalità slava, alla esperienza pastorale in Polonia dove la Conferenza Episcopale ha incaricato un Vescovo, S.E. Mons. W. Miziolek, per la pastorale degli esperantisti cattolici, e alla Sua nuova visione teologica e pastorale del mondo, all'opera apostolica e missionaria del Beato Filosofo Costantino e dei Santi Cirillo e Metodio (cfr. Slavorum Apostoli, nr. 12-13, 17-19).
     Come allora l'evangelizzazione e la catechesi era inedita e nuova, né intendeva opporsi a quella esistente nelle lingue così dette "ecumeniche" del tempo, cioè l'ebraico, il latino ed il greco, così oggi la lingua internazionale esperanto voluta dal Santo Padre nella Liturgia e negli incontri senza frontiere, come i saluti-messaggio in esperanto ai giovani del 6° Raduno Mondiale a Czestochowa, per un mondo ridotto a "villaggio", o a "immenso areopago" o a "moderna piazza di mercato", è nuova e inedita e né intende opporsi alle lingue etniche e nazionali che pur sono sempre l'espressione più evidente e sacra dell'identità di un popolo. La sinfonia di tutte le liturgie nelle varie lingue materne deve continuare ed essere favorita per la profonda e viva comunione fra i fedeli di quella particolare Chiesa locale, ma c'è oggi l'urgenza e la necessità di liturgie a carattere mondiale. In esse né è giusto, né è possibile sempre andare a prestito di lingue nazionali, spesso e volentieri egemoni o con forte spirito di rivalità.
     Mi piace citare qui, anche se mi dilungo alquanto, un giudizio letto sull'OSS. ROMANO: «Come nel sec. IX e X la sclerosi culturale del personale dirigente della Chiesa d'Oriente e d'Occidente, ed anche la lotta degli interessi politici fra gli Stati portarono alla nascita di nuove Chiese e cristianità», così oggi - oso aggiungere io - mentalità poco illuminate ed anche posizioni di politica linguistica neocolonialistica, ovviamente presenti anche nella Chiesa, potrebbero portare 1) a frenare o impedire quell'unità linguistica del popolo di Dio perduta con l'impraticabilità del latino come lingua di intercomunicazione popolare; 2) a scoraggiare la fratellanza e la pace che una lingua comune e neutrale invece favoriscono; 3) ad ostacolare l'informazione e il dialogo diretto nel popolo di Dio. il dialogo ecumenico e interreligioso oggi più che mai sentiti e incoraggiati.
     Questa molteplice esperienza l'IKUE la porta avanti da ben 82 anni. Ed il metodo pastorale ed innovativo del santo Padre relativo all'uso della lingua internazionale Esperanto, non deve porre in crisi nessuno, né anglofoni, né francofoni, né... cultori del latino, sempre utile e indispensabile per la formazione culturale del Clero. Per cui azzardo anche questo paragone augurale, raccordandomi sempre alle invenzioni dei due Santi slavi compatroni d'Europa: se alla morte di Metodio si celebrarono i funerali non solo in latino e in greco, ma anche in slavo, voglia la Divina Provvidenza che "da origine a tutte le cose buone" e lo Spirito Santo che le ispira e le santifica, far sì che alla morte di questo nuovo "santo slavo", il Santo Padre Giovanni Paolo II, si preghi ufficialmente anche in esperanto con buona pace di tutti e come buon auspicio per le comunicazioni sociali nel mondo e nella Chiesa.
     Monsignore, il mio dire è solo nello spirito di filiale ossequio all'Autorità ecclesiale e per quel "sacrosanto diritto-dovere dei fedeli dì esprimere ai propri Pastori la proprio opinione sulle questioni riguardanti il bene della Chiesa" (Can. 212.3) e per l'appello rivolto alle organizzazioni cattoliche internazionali di comunicazioni (Aetatis novae nr. 17) alle quali oggi appartiene anche l'IKUE.
Sac. Duilio Magnani





NIGERIA CHIAMA ITALIA

     FRANCIS MARY ONYENEKE (PO. BOX 1269. Owerri, Imo State Nigeria W/A) è entrato nel seminario (Spiritan Postulate, akabo, P.O. BOX 1560. OWERRY, Imo State Nigeria) della sua città per il primo anno di filosofia. Dopo quattro anni di filosofia e altri quattro di teologia sarà Sacerdote. Se tutto va bene ciò avverrà nel 2001... Non siamo poi mica tanto lontani...!
     Chi vuol darci una mano per aiutarlo finanziariamente? 250.000 lire circa le ha ricevute. Penso che valga la pena accogliere il suo grido di aiuto sia come cristiani che come esperantisti.
     Ad Owerri ci sono tre gruppi di esperantisti. Francis è vicepresidente del gruppo "Brilanta Stelo" ed è presidente del gruppo giovanile esperantista cattolico "Junulara Esperantista Katolika Asocio" (JEKA) che, fondato il 23 dicembre 1991, ha già raggiunto l'incredibile numero di trenta soci alla data del 1 ottobre 1992. E tutto questo senza sapere che esisteva l'IKUE! Ora, nonostante che Francis sia in seminario, il gruppo viene guidato da lui che diventa anche Landa Reprezentanto dell'IKUE. Per il gruppo Francis ha chiesto e chiede materiale esperantista: hanno fame di tutto! Non sappiamo ancora se i giovani esperantisti riusciranno a pagarsi l'annuale metà quota dell'IKUE. Francis viene aiutato nel lavoro per la JEKA dal fratello più giovane, Elvis.
     Francis è appena diciottenne e dopo le scuole medie ha fatto un anno di servizio pastorale nella sua parrocchia. Per questo continua a seguire il gruppo esperantista giovanile del seminario godendo di una certa fiducia da parte dei suoi superiori. Fra fratelli (tre) e sorelle (quattro) sono in sette. Ed anche la famiglia numerosa, da genitori veramente cristiani, dà garanzia di serietà.
     Fin dalla prima lettera, indirizzata al sottoscritto per avere un corrispondente (.....quanto bene si può fare anche attraverso la corrispondenza in esperanto!.....) Francis ha manifestato il suo fermo desiderio di farsi sacerdote, ma... "mia familio estas tre, tre malriĉa"
don Duilio





SETTIMO INCONTRO DI GAZZADA

     Nella villa Cagnola di Gazzada, il 19 e 20 marzo, si è svolto il 7° incontro organizzato dagli esperantisti cattolici milanesi , con la guida di mons. Longoni e l'abile regia del dr. Corrado. Era presente una cinquantina di esperantisti provenienti, oltre che da Milano, da Bologna,Torino, Vercelli, Verbania, Treviglio, Novara e Brescia.
     Temi delle giornate sono stati: la musica e l'esperanto, la Madonna nella liturgia e nel Vangelo. Come sempre, la S. Messa e la recita delle lodi in esperanto sono stati i momenti religiosi caratterizzanti, ai quali si è aggiunta la proiezione di un filmato sulla S. Sindone. L'ottima riuscita del convegno garantisce una ancora maggiore partecipazione per il già previsto incontro dell'anno prossimo.




La prima seduta del nuovo Comitato

     Il Comitato Centrale dell'UECI, riunitosi al completo a Rimini il 26 marzo, ha preso le principali decisioni che qui si riassumono.
     Gli incarichi in seno al comitato sono stati così assegnati: Mario Sola, presidente; Carlo Sarandrea, vicepresidente e incaricato giovanile: Franca Concina, segretario e cassiere, Sergio Boschin, segretario per l'informazione.
     In attesa di potere procedere all'allargamento del Comitato Centrale, all'unanimità sono stati chiamati a collaborare ed a partecipare all'attività del Comitato, senza diritto al voto, i primi due candidati non eletti Giovanni Conti e Antonio Gambuti.
     Si sono costituite le seguenti commissioni, a norma dell'art. 20 dello Statuto. Commissione Informazione: Sergio Boschin, Giovanni Conti, Carlo Sarandrea, Mario Sola; Commissione editoriale: Sergio Boschin,Padre Albino Ciccanti, Antonio Gambuti; Commissione Finanziaria: Franca Concina, Giovanni Conti, Carlo Geloso; Commissione Congressi: Franca Concina, Carlo Sarandrea, Mario Sola.
     Mario Guilla è stato nominato redattore di Katolika Sento, che verrà pubblicato con la collaborazione del gruppo di Vercelli.
     Sono state definite le quote associative per l'anno 1994 e quelle di iscrizione al Congresso, che si terrà ad Armeno dal 9 al 13 settembre prossimo.



LUIS FELIPE SI È FATTO ONORE

     La felice notizia ci è giunta. Il nostro esperantista di Medellin "adottato" dalla nostra sezione dell'IKUE, l'UECI, ha raggiunto la sua meta. Ecco le sue precise parole:
"Medejin / Kolombio, la 4an de Oktobro 1993

DANKESPRIMO al IKUE kaj UECI
LUIS FELIPE SALDARRIGA, Kolombia Katolika Esperantisto, kore dankas al
IKUE, al UECI kaj al Pastro Duilio Magnani pro la apogo ricevita dum la studenta periodo ĝis atingi la arkitekturan titolon la pasintan 24.an de Septembro, kio estus estinta malfacile akirebla sen ties valora helpo. Dio benu viajn agojn".

     Chi ha dato più chi ha dato meno, l'importante è che sia stato dato col cuore. Quattrocento dollari per ogni anno accademico hanno fruttato davanti a Dio e agli uomini più che presso le banche. Il Signore di certo ci ricompensa con la misura del nostro cuore e non della quantità. Ricordiamo lo "spicciolo della vedova ".'
Non c'è quindi motivo di vanto personale, ma è evangelicamente giusto che le "vostre opere buone" facciano luce anche agli altri, perché lodino il Signore e siano spinti a fare il bene.


LA EŬKARISTIA MIRAKLO DE LANCIANO
por informoj, libroj, broŝuroj, bildkartoj kaj memoraĵoj de la Sanktejo ktp. bv. turni vin al:
SANTUARIO DEL MIRACOLO EUCARISTICO
FRATI MINORI CONVENTUALI Tel 0872/23289 - 66034 LANCIANO (CH) ITALIO p.ĉ.k. 14119663




Si rinnova l'invito a richiedere il volume "TRANS LA SILENTO" sulla vita di Benedetta Bianchi Porro, a lire 10.000, ed a segnalare indirizzi di esperantisti nei vari paesi "nepagipovaj" per l'invio del volume in omaggio. Inviare indirizzi e richieste a:
Amici di Benedetta. Via Pedriali, 18 - 47100 - Forlì.




COMITATO CENTRALE UECI

Presidente: Mario SOLA, via Brighinzio 7, 13100 Vercelli, tel. 0161-255434.
Vice presidente e incaricato giovanile: Carlo SARANDREA, via A. Severo 73, 00145 Roma, tel. 06-5414415.
Segretario e cassiere: Franca CONCINA, Strada Lucento 73, 10151 Torino, tel. 011-7390068
Segretario per l'Informazione: Sergio BOSCHIN, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel. 0422-25381.
Consiglieri: Don Duilio MAGNANI, viale C. Zavagli 73, 47030 Rimini (FO), tel. 0541-26447;
Padre Albino CICCANTI, via Albicini 7, 47100 Forlì, tel. 0543-32593
Assistente Ecclesiastico: Mons Lorenzo LONGONI, Piazza Duomo 16, 20122 Milano, tel. 02-72001944/86463359
Grafica e impaginazione di Katolika Sento: Mario GUILLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli



NORME ASSOCIATIVE E QUOTE PER L'ANNO 1994

L'Unione Esperantista Cattolica Italiana (UECI) è sezione della Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista (IKUE), pertanto ogni associato dell'UECI è contemporaneamente socio dell'IKUE.

LE QUOTE PER L'ANNO IN CORSO SONO LE SEGUENTI:
Associato ordinario senza Espero Katolika       £. 19.000     (di cui       3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore senza Espero Katolika       £. 38.000     (di cui       6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio senza Espero Katolika       £. 380.000     (di cui       60.000 al gruppo locale)
Associato ordinario con Espero Katolika       £. 49.000     (di cui       3.000 al gruppo locale)
Associato sostenitore con Espero Katolika       £. 98.000     (di cui       6.000 al gruppo locale)
Associato vitalizio con Espero Katolika       £. 980.000     (di cui       60.000 al gruppo locale)
Associato giovane       £. 9.500     (di cui       1.500 al gruppo locale)
Associato giovane con Espero Katolika       £. 24.000     (di cui       1.500 al gruppo locale)
Associato familiare       £. 9.000     (di cui       1.500 al gruppo locale)

     Si richiama l'attenzione sulla categoria "Amico dell'UECI"costituita da simpatizzanti dell'Unione che vogliano contribuire alle sue finalità versando una somma non inferiore alle lire 5.000 che dà diritto a ricevere materiale informativo sulla vita dell'associazione.
Solo abbonamento a Katolika Sento £. 10.000
Solo abbonamento a Espero Katolika £. 27.000
Abbonamento a Dia Regno (periodico degli esperantisti protestanti) £. 15.000

I versamenti vanno fatti sul C.C.P. n. 11129475, UECI, viale Zavagli 73, 47900 Rimini.

     N.B. Katolika Sento è inviato a tutti gli associati, tranne che ai familiari.
È associato giovane chi non ha superato i 25 anni.
È associato familiare chi convive con altro associato.
Per l'abbonamento all'estero aggiungere lire 4.000 per spese di spedizione.
Specificare nella causale del versamento la categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani, l'esatto indirizzo per il recapito di K.S., la destinazione di eventuali offerte.
I gruppi locali trattengono le parti di loro spettanza, versando solo la differenza, mentre la quota dei soci individuali va interamente all'UECI.




8° CONGRESSO DELL' UNIONE ESPERANTISTA CATTOLICA ITALIANA
ARMENO (NOVARA) 9 - 13 Settembre 1994

Tema: Anno internazionale della famiglia: le sfide del mondo odierno alla famiglia cristiana
Sede del Congresso: CENTRO DI SPIRITUALITÀ "Maria Candida" - Armeno (Novara) - tel. 0322-900231
Il programma dettagliato verrà pubblicato successivamente. Fin d'ora si prevede: l'arrivo dei congressisti nel pomeriggio del 9 settembre, l'inaugurazione il mattino di sabato 10, l'asta benefica, una gita sul lago d'Orta, l'escursione di una giornata con meta a Locarno in Svizzera il giorno 12, le conclusioni e la chiusura il mattino di martedì 13. I momenti spirituali saranno costituiti dalla Santa Messa in esperanto quotidiana e dalla recita di lodi e del vespro.

Quote di partecipazione

Adesione entro il 15 maggio: £ 240.000 camera singola, £ 220.000 in camera doppia; entro il 31 luglio: £ 260.000 in camera singola, £ 240.000 nella doppia; dopo il 31 luglio: £ 280.000 nella singola, £ 260.000 nella doppia . Per i giovani che non superano i 25 anni si applica una riduzione di £ 40.000. Le quote comprendono l'iscrizione, le pubblicazioni, la partecipazione al programma, la gita al lago d'Orta, vitto e alloggio dalla cena del 9 al pranzo del 13 settembre. La quota (o l'acconto di £ 50.000 ) va versata sul c/c postale n° 33511106 intestato a Franca Concina, strada Lucento 73, 10151 Torino oppure pagata alla stessa con vaglia postale specificando la causale: la scheda di adesione pubblicata a fianco è da spedirsi al medesimo indirizzo.

8° CONGRESSO DELL'UNIONE
ESPERANTISTA CATTOLICA ITALIANA

9-13 settembre 1994 Casa di Spiritualità ARMENO (NO)

NOMO_________________________________________________________________

ANTAŬNOMO____________________________________________________________

STRATO_______________________________________________________________

POŜTKODO________________________URBO_________________________________

LANDO________________________Telefonnumero___________________________

data di nascita per i giovani fino a 25 anni_________________________

ADERISCO AL 8° CONGRESSO U.E.C.I. e a tale scopo comunico che:
(indicare con una "x)

     ( ) Aderisco senza partecipare
     ( ) aderisco e parteciperò come "memzorganto"
           (provvederò da me al vitto e alloggio)
     ( ) parteciperò per tutto il periodo
     ( ) parteciperò solo dal giorno_________al giorno_________
Ho versato
     ( ) l'intera quota di partecipazione quale fissata per la data
           della mia adesione
           (Lire.....................)
     ( ) un anticipo di Lire 50.000 (comprendente l'adesione
           al congresso Lire 30.000 e la prenotazione alberghiera Lire 20.000)
     ( ) la sola adesione al congresso (Lire 30.000), senza
           prenotazione alberghiera
Desidero alloggiare
     ( ) in camera doppia con ___________________________
     ( ) in camera singola
     ( ) in aggiunta alla mia cifra ho versato un contributo per il Congresso
           per Lire__________________

ESTREMI DEL MIO VERSAMENTO

     ( ) Versamento sul conto corrente postale N 33511106 intestato a
      Franca Concina strada Lucento 73 -10151 TORINO
     ( ) Vaglia postale o telegrafico intestato a Franca Concina
      strada Lucento 73-10151 Torino

Inviato in data ___________________________

Luogo ________________________________

Data _________________________      FIRMA ____________________________