Enhavo:
FINALMENTE!
"KATOLIKA SENTO" RIPRENDE IL CAMMINO "Finalmente!" Spero che questa sia l'esclamazione degli amici che ricevono il presente numero di "Katolika Sento". Lo spero giacché in tale sintetico commento al "riapparire" dell'organo giornalistico dei cattolici esperantisti italiani si manifesta il rincrescimento per un silenzio durato troppo a lungo e la soddisfazione per il ritorno di un mezzo di collegamento che, pur nella modestia del suo aspetto, costituisce uno strumento indispensabile per il buon funzionamento dell'associazione. Esso, infatti, serve ad esprimere la vitalità del movimento, facendo circolare le informazioni che partono sia dal centro che dalla base e le direttive provenienti dal Comitato Centrale, ed è essenziale per la diffusione del valido messaggio di cui l'UECI è portatrice. Come si può constatare, sono cambiati il corpo redazionale e lo stampatore, ma immutato è rimasto e deve rimanere lo spirito che ha animato coloro che hanno curato "Katolika Sento" negli anni trascorsi, con il coordinamento volenteroso e sapiente di don Duilio Magnani. A lui e ai suoi collaboratori, in primis Carlo Sarandrea, la riconoscenza per l'impegno dedicato sinora, ma anche /'invito a proseguire la loro preziosa collaborazione, invito che si estende a tutti quanti possono contribuire a rendere viva ed efficace questa pubblicazione. Il coordinamento è stato assunto dal prof. Mario Guilla: in unione allo scrivente, mentre altri amici vercellesi si prestano al lavoro di composizione e spedizione. Gratitudine sincera va espressa a mons. Tarciso Bertone arcivescovo di Vercelli e al direttore don Gianni Ambrosio per avere consentito che questo periodico possa essere edito quale supplemento del settimanale diocesano "Corrieri Eusebiano ". Un augurio a conclusione che "Katolika Sento" sia di impulso efficace alla diffusione del nostro ideale cattolico di esperantisti fervorosi. m.s
LE NOSTRE MOTIVAZIONI E FINALITÀ
Lorenzo Longoni
Il movimento esperantista ha delle finalità originarie: la possibilità di comunicare tra i popoli con una lingua facile, naturale, possibile a tutti, senza discriminazioni razziali, culturali, ideologiche, religiose, ecc, rendendo così possibile la comprensione tra tutti gli uomini e avviando perciò un cammino che, a partire dal rispetto e dalla comprensione, renda più facile la coscienza della universale fraternità e della pace. Ci facciamo due domande: È solo in Cristo che ci viene comunicata la
partecipazione alla stessa vita divina: il Battesimo infatti ci
ha immersi nella vita stessa della Trinità. Se noi dunque ci sappiamo fratelli ed uguali non solo teoricamente, ma anche cercando di vivere coscientemente nella Grazia e coi mezzi della Grazia le virtù della Fede, della Speranza e della Carità possiamo contribuire a raggiungere quegli ideali di fraternità e di pace che l'umanità cerca e di cui ha bisogno, ma che da sola non può realizzare. * * * * *
Eccoci perciò al perché della nostra
associazione. Il secondo articolo dello statuto dice chiaramente che
l'associazione è sezione nazionale dell'IKUE (Internacia
Katolika Unuiĝo Esperantista), la quale è stata
riconosciuta dalla S. Sede come membro del Pontificio Consiglio
dei Laici, che ne ha approvalo le finalità, riportando
letteralmente le indicazioni del suo statuto: Il nostro coinvolgimento, il nostro impegno, ci sembrano
perciò incoraggiati dalle parole con cui termina il n. 54
della GS: mons. Lorenzo Longoni
7° CONGRESSO DELL'UECI
La volontà di ripresa e lo slancio verso la rivitalizzazione del movimento dei cattolici esperantisti è stata la principale caratteristica del 7° Congresso dell'UECI svoltosi a San Marino dal 10 al 14 settembre 1993. Frammezzo al programma, che ha alternato momenti di preghiera e di studio sul tema congressuale ad altri di visite e di svago, si è discusso del rilancio dell'Unione dopo il periodo di mancata pubblicazione di "Katolika Sento" . È emersa la generale intenzione di recuperare il tempo perduto, provvedendo anzitutto al rinnovo del Comitato Centrale, a cui affidare un sistematico e continuativo impegno di lavoro collegiale. Intanto si è stabilito che, a partire dal prossimo anno, la redazione di "Katolika Sento" venga affidata al gruppo UECI di Vercelli, insieme a quelli di Milano e Torino, ferma rimanendo la auspicata collaborazione proveniente da ogni altra parte. Le forti premesse per uno sviluppo dell'esperantismo cattolico sono costituite dal recente riconoscimento ufficiale dell'IKUE da parte del Pontificio Consiglio del Laici e dell'approvazione dei testi liturgici in esperanto. La prossima pubblicazione del messale in esperanto sarà un ulteriore significativo ed importante evento. Una pur sommaria relazione congressuale deve menzionare le quotidiane concelebrazioni della Santa Messa, la recita di Lodi e di Compieta, la trattazione del tema "il moderno aeropago e i cattolici esperantisti" introdotto dalla relazione dell'Assistente nazionale mons. Lorenzo Longoni e sviluppato nella successiva discussione, l'istruttiva presentazione dell'esperienza di un ex testimone di Geova. Tra le serate ha fatto spicco l'ormai tradizionale asta di beneficienza, condotta con la consueta "verve" dal presidente Carlo Sarandrea. Le parentesi turistiche sono ottimamente riuscite. La visita alla Città di San Marino è stata ben illustrata dalla guida, anch'essa appartenente al movimento esperantista e come tutti i sanmarinesi fiera, pur se di origine tedesca, della appartenenza alla piccola repubblica così tenace nella storica difesa della sua libertà. La visita si è conclusa con un ottimo rinfresco nel caratteristico locale tenuto da appartenenti alla famiglia Michelotti. E, a proposito, è stata Marina Michelotti, dinamica e infaticabile, l'anfitrione del Congresso, imponendosi alla generale attenzione. Ben riuscita l'escursione dell'intera giornata. San Leo, con l'antica rocca e gli edifici carichi di storia, ha avvinto i visitatori, Rimini ha mostrato alcuni aspetti della sua ricchezza artistica e della sua attrezzatura turistica, Spadarolo ha offerto la squisita ospitalità di don Pasquale Campobasso e l'occasione di un piacevole ristoro nell'accogliente giardino di una villa del luogo. Il ringraziamento a chi s'è adoperato per l'organizzazione dell'annuale appuntamento dei cattolici esperantisti è doveroso: a Carlo Sarandrea, don Duilio Magnani, Tonino Gambuti, Franca Venezia e alla già citata Marina Michelotti. Dal congresso viene un proposito ed un invito: Antaŭen.
È MANCATO UN ALTRO AMICO
BALDIOTTO ANTONIO di Casale di Scodosia (Padova) il 12.09.93 all'età di 71 anni è morto all' ospedale di Verona. Era socio dell'UECI, persona semplice che io conobbi per la prima volta nel 1990 al congresso UECI di Foligno. In quell'occasione, a sua richiesta, ebbi modo di spiegargli varie regole della grammatica di esperanto. Ne seguì una sincera amicizia. Mi scriveva di tanto in tanto perché gli correggessi in esperanto brani di carattere religioso. Aveva acquistato la Bibbia in Esperanto. Era molto devoto di Maria Ausiliatrice alla quale la madre l'aveva affidato da piccolo ed ogni anno a maggio si recava in pellegrinaggio a Torino per visitarne il santuario. Più volte si recò anche in Terra Santa. È ammirevole il fatto che a 69 anni egli abbia sostenuto l'esame di primo grado di esperanto. L'entusiasmo per l'esito positivo lo stimolò a seguire il corso di 2° grado presso il gruppo esperantista della città di Padova. Oltre a quello di Foligno, Baldiotto partecipò ai congressi UECI di Fognano e Susa, partecipò all'“ekumena Diservo” a Vienna durante il Congresso universale del 1992 e non mancò a quello di Valenza in Spagna. Il suo motto era "ĉiam antaŭen per esperanto". Con la sua presenza frequente ai congressi egli ci ricorda che importante è "partecipare". Invito tutti gli esperantisti cattolici a ricordarlo nel Signore. Serio Boschin
DUE GRAVI LUTTI
Nello spazio di circa un mese sono deceduti due attivi associati dei gruppi di Roma della Fei e dell'Ueci. LORENZO ROSATI (n. 3.6.1926-m. 7.1.1994). FRANCESCA VENEZIA (n. 3.9.1924 -m. 4.2.1994). C.S.
CONSIDERAZIONI SULLA "AETATIS NOVAE
La validità e la perdurante attualità del testo della lettera e l'interesse della risposta giustificano la pubblicazione fattane qui di seguito, malgrado risalgano a parecchi mesi or sono. * * *
AETATIS NOVAE è il titolo latino dell'ultimo documento
della Chiesa sulle comunicazioni sociali. Il titolo è
composto dalle prime parole del documento stesso e significano
DELLA NUOVA ERA. Esso riprende e sviluppa il tema dell'INTER
MIRIFICA, documento del Concilio Vaticano II, e lo
attualizza. Rimini. 20/04/1992
Reverendissimo Monsignore, con l'animo pastorale del parroco, ma anche con lo spirito innovativo dell'esperantista, ho sempre letto con particolare interesse i documenti relativi alle comunicazioni sociali, dall'Inter Mirifica alla Communio et progressio, dai vari messaggi per le Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali ai vari documenti di codesto Dicastero. A seguito del recente riconoscimento ufficiale dell'IKUE da parte del Pontificio Consiglio dei Laici, mi sento incoraggiato a far emergere un altro problema sottinteso nel complesso mondo delle comunicazioni sociali. È quello della lingua nelle relazioni a carattere plurinazionale e internazionale. Un problema scottante e sempre più urgente nel mondo e nella Chiesa. Mi sembra dover rilevare che, oltre alla tecnologia, agli operatori, al pubblico, all'etica professionale, alle immagini e ai "nuovi" linguaggi all'interno delle singole lingue nazionali, ci sia anche il problema della lingua internazionale ausiliaria e neutrale nella complessa tematica delle comunicazioni sociali. L'intreccio sempre più serrato e senza frontiere dei media, il diritto di comunicare che è di tutti, il mondo stesso che è diventato un piccolo villaggio per la rapidità dei mezzi di trasporto o un "grande areopago contemporaneo", la difesa delle culture dei popoli e delle loro lingue nazionali ed etniche ecc, non hanno forse più bisogno di una seconda lingua comune che di traduttori e di interpreti? Se l'Aetatis novae al nr. 22, ribadendo il concetto della Communio et progressio, chiama "doni di Dio" gli strumenti della comunicazione "in quanto essi, nel disegno della Provvidenza, sono ordinati ad unire gli uomini in vincoli fraterni, cosicché collaborino nel Suo piano di salvezza", non lo sarà forse anche l'Esperanto un dono di Dio? Se la Chiesa confessa di avere "più o meno trascurato" (Aet. novae nr. 20) questo mondo dei media, non vi sarà incluso anche questa lingua internazionale? Mi ha fatto piacere rileggere al nr. 3 dell'Aetatis novae le parole del Santo Padre prese dal Messaggio per la XXIV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: «È proprio dei fedeli del popolo di Dio il compito di far uso creativo delle nuove scoperte e tecnologie per il bene dell'umanità e la realizzazione del Disegno di Dio per il mondo... perché le potenzialità dell'era del computer siano utilizzate al servizio della vocazione umana e trascendente dell'uomo, così da glorificare il Padre dal quale hanno origine tutte le cose buone». Per questo mi sento di ribadire che la lingua internazionale esperanto, gioiello dell'arte linguistica, artefatta perché fatta con arte, è un dono dello Spirito all'umanità ed alla Sua Chiesa. Anche l'esperanto, quindi, fa parte di questi mezzi di comunicazione sociale «che costituiscono il biglietto d'ingresso di ogni uomo e donna nella moderna piazza di mercato dove si esprimono pubblicamente i pensieri, dove si scambiano le idee, dove vengono fatte circolare le notizie e vengono trasmesse e ricevute le informazioni di ogni genere» (Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 24 gennaio 1992). Per restringere il discorso alla Chiesa, considerata una casa e non un condominio, quella moderna piazza potrebbe anche prendere il nome di Piazza S. Pietro vasta ormai come un continente, anzi come il mondo. Ma potrebbe essere anche una qualsiasi altra Assemblea Liturgica con fedeli di culture e lingue diverse, un Sinodo speciale dei Vescovi per l'Europa o gli stessi Convegni a carattere internazionale dove il mezzo di comunicazione deve fare "comunione di verità e di amore". È ovvio che in tali circostanze una lingua comune ausiliaria è preferibile a tutte le più sofisticate tecnologie, alle cuffie, ai traduttori/traditori e interpreti per sconfiggere la babele di lingue di lavoro a cui spesso si ricorre e non sempre con soddisfazione dei convenuti... Il Santo Padre, pur esperto in lingue, mi sembra abbia intuito tutto questo e proprio per questo stia spalancando la porta anche al "latino moderno", per dirla con un'espressione felice di S.S. Pio XII, e cioè all'Esperanto! Il DECRETO della S. Congregazione del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti che introduce ufficialmente l'Esperanto nella Liturgia è dovuto al Papa, alla Sua mentalità slava, alla esperienza pastorale in Polonia dove la Conferenza Episcopale ha incaricato un Vescovo, S.E. Mons. W. Miziolek, per la pastorale degli esperantisti cattolici, e alla Sua nuova visione teologica e pastorale del mondo, all'opera apostolica e missionaria del Beato Filosofo Costantino e dei Santi Cirillo e Metodio (cfr. Slavorum Apostoli, nr. 12-13, 17-19). Come allora l'evangelizzazione e la catechesi era inedita e nuova, né intendeva opporsi a quella esistente nelle lingue così dette "ecumeniche" del tempo, cioè l'ebraico, il latino ed il greco, così oggi la lingua internazionale esperanto voluta dal Santo Padre nella Liturgia e negli incontri senza frontiere, come i saluti-messaggio in esperanto ai giovani del 6° Raduno Mondiale a Czestochowa, per un mondo ridotto a "villaggio", o a "immenso areopago" o a "moderna piazza di mercato", è nuova e inedita e né intende opporsi alle lingue etniche e nazionali che pur sono sempre l'espressione più evidente e sacra dell'identità di un popolo. La sinfonia di tutte le liturgie nelle varie lingue materne deve continuare ed essere favorita per la profonda e viva comunione fra i fedeli di quella particolare Chiesa locale, ma c'è oggi l'urgenza e la necessità di liturgie a carattere mondiale. In esse né è giusto, né è possibile sempre andare a prestito di lingue nazionali, spesso e volentieri egemoni o con forte spirito di rivalità. Mi piace citare qui, anche se mi dilungo alquanto, un giudizio letto sull'OSS. ROMANO: «Come nel sec. IX e X la sclerosi culturale del personale dirigente della Chiesa d'Oriente e d'Occidente, ed anche la lotta degli interessi politici fra gli Stati portarono alla nascita di nuove Chiese e cristianità», così oggi - oso aggiungere io - mentalità poco illuminate ed anche posizioni di politica linguistica neocolonialistica, ovviamente presenti anche nella Chiesa, potrebbero portare 1) a frenare o impedire quell'unità linguistica del popolo di Dio perduta con l'impraticabilità del latino come lingua di intercomunicazione popolare; 2) a scoraggiare la fratellanza e la pace che una lingua comune e neutrale invece favoriscono; 3) ad ostacolare l'informazione e il dialogo diretto nel popolo di Dio. il dialogo ecumenico e interreligioso oggi più che mai sentiti e incoraggiati. Questa molteplice esperienza l'IKUE la porta avanti da ben 82 anni. Ed il metodo pastorale ed innovativo del santo Padre relativo all'uso della lingua internazionale Esperanto, non deve porre in crisi nessuno, né anglofoni, né francofoni, né... cultori del latino, sempre utile e indispensabile per la formazione culturale del Clero. Per cui azzardo anche questo paragone augurale, raccordandomi sempre alle invenzioni dei due Santi slavi compatroni d'Europa: se alla morte di Metodio si celebrarono i funerali non solo in latino e in greco, ma anche in slavo, voglia la Divina Provvidenza che "da origine a tutte le cose buone" e lo Spirito Santo che le ispira e le santifica, far sì che alla morte di questo nuovo "santo slavo", il Santo Padre Giovanni Paolo II, si preghi ufficialmente anche in esperanto con buona pace di tutti e come buon auspicio per le comunicazioni sociali nel mondo e nella Chiesa. Monsignore, il mio dire è solo nello spirito di filiale ossequio all'Autorità ecclesiale e per quel "sacrosanto diritto-dovere dei fedeli dì esprimere ai propri Pastori la proprio opinione sulle questioni riguardanti il bene della Chiesa" (Can. 212.3) e per l'appello rivolto alle organizzazioni cattoliche internazionali di comunicazioni (Aetatis novae nr. 17) alle quali oggi appartiene anche l'IKUE. Sac. Duilio Magnani
NIGERIA CHIAMA ITALIA
FRANCIS MARY ONYENEKE (PO. BOX 1269. Owerri, Imo State Nigeria W/A) è entrato nel seminario (Spiritan Postulate, akabo, P.O. BOX 1560. OWERRY, Imo State Nigeria) della sua città per il primo anno di filosofia. Dopo quattro anni di filosofia e altri quattro di teologia sarà Sacerdote. Se tutto va bene ciò avverrà nel 2001... Non siamo poi mica tanto lontani...! Chi vuol darci una mano per aiutarlo finanziariamente? 250.000 lire circa le ha ricevute. Penso che valga la pena accogliere il suo grido di aiuto sia come cristiani che come esperantisti. Ad Owerri ci sono tre gruppi di esperantisti. Francis è vicepresidente del gruppo "Brilanta Stelo" ed è presidente del gruppo giovanile esperantista cattolico "Junulara Esperantista Katolika Asocio" (JEKA) che, fondato il 23 dicembre 1991, ha già raggiunto l'incredibile numero di trenta soci alla data del 1 ottobre 1992. E tutto questo senza sapere che esisteva l'IKUE! Ora, nonostante che Francis sia in seminario, il gruppo viene guidato da lui che diventa anche Landa Reprezentanto dell'IKUE. Per il gruppo Francis ha chiesto e chiede materiale esperantista: hanno fame di tutto! Non sappiamo ancora se i giovani esperantisti riusciranno a pagarsi l'annuale metà quota dell'IKUE. Francis viene aiutato nel lavoro per la JEKA dal fratello più giovane, Elvis. Francis è appena diciottenne e dopo le scuole medie ha fatto un anno di servizio pastorale nella sua parrocchia. Per questo continua a seguire il gruppo esperantista giovanile del seminario godendo di una certa fiducia da parte dei suoi superiori. Fra fratelli (tre) e sorelle (quattro) sono in sette. Ed anche la famiglia numerosa, da genitori veramente cristiani, dà garanzia di serietà. Fin dalla prima lettera, indirizzata al sottoscritto per avere un corrispondente (.....quanto bene si può fare anche attraverso la corrispondenza in esperanto!.....) Francis ha manifestato il suo fermo desiderio di farsi sacerdote, ma... "mia familio estas tre, tre malriĉa" don Duilio
SETTIMO INCONTRO DI GAZZADA
Nella villa Cagnola di Gazzada, il 19 e 20 marzo, si è svolto il 7° incontro organizzato dagli esperantisti cattolici milanesi , con la guida di mons. Longoni e l'abile regia del dr. Corrado. Era presente una cinquantina di esperantisti provenienti, oltre che da Milano, da Bologna,Torino, Vercelli, Verbania, Treviglio, Novara e Brescia. Temi delle giornate sono stati: la musica e l'esperanto, la Madonna nella liturgia e nel Vangelo. Come sempre, la S. Messa e la recita delle lodi in esperanto sono stati i momenti religiosi caratterizzanti, ai quali si è aggiunta la proiezione di un filmato sulla S. Sindone. L'ottima riuscita del convegno garantisce una ancora maggiore partecipazione per il già previsto incontro dell'anno prossimo. La prima seduta del nuovo ComitatoGli incarichi in seno al comitato sono stati così assegnati: Mario Sola, presidente; Carlo Sarandrea, vicepresidente e incaricato giovanile: Franca Concina, segretario e cassiere, Sergio Boschin, segretario per l'informazione. In attesa di potere procedere all'allargamento del Comitato Centrale, all'unanimità sono stati chiamati a collaborare ed a partecipare all'attività del Comitato, senza diritto al voto, i primi due candidati non eletti Giovanni Conti e Antonio Gambuti. Si sono costituite le seguenti commissioni, a norma dell'art. 20 dello Statuto. Commissione Informazione: Sergio Boschin, Giovanni Conti, Carlo Sarandrea, Mario Sola; Commissione editoriale: Sergio Boschin,Padre Albino Ciccanti, Antonio Gambuti; Commissione Finanziaria: Franca Concina, Giovanni Conti, Carlo Geloso; Commissione Congressi: Franca Concina, Carlo Sarandrea, Mario Sola. Mario Guilla è stato nominato redattore di Katolika Sento, che verrà pubblicato con la collaborazione del gruppo di Vercelli. Sono state definite le quote associative per l'anno 1994 e quelle di iscrizione al Congresso, che si terrà ad Armeno dal 9 al 13 settembre prossimo.
La felice notizia ci è giunta. Il nostro esperantista
di Medellin "adottato" dalla nostra sezione dell'IKUE, l'UECI, ha
raggiunto la sua meta. Ecco le sue precise parole: DANKESPRIMO al IKUE kaj UECI Chi ha dato più chi ha dato meno, l'importante
è che sia stato dato col cuore. Quattrocento dollari per
ogni anno accademico hanno fruttato davanti a Dio e agli uomini
più che presso le banche. Il Signore di certo ci
ricompensa con la misura del nostro cuore e non della
quantità. Ricordiamo lo "spicciolo della vedova ".'
Presidente: Mario SOLA, via Brighinzio 7, 13100 Vercelli, tel. 0161-255434. Vice presidente e incaricato giovanile: Carlo SARANDREA, via A. Severo 73, 00145 Roma, tel. 06-5414415. Segretario e cassiere: Franca CONCINA, Strada Lucento 73, 10151 Torino, tel. 011-7390068 Segretario per l'Informazione: Sergio BOSCHIN, via Eritrea 8, 31100 Treviso, tel. 0422-25381. Consiglieri: Don Duilio MAGNANI, viale C. Zavagli 73, 47030 Rimini (FO), tel. 0541-26447; Padre Albino CICCANTI, via Albicini 7, 47100 Forlì, tel. 0543-32593 Assistente Ecclesiastico: Mons Lorenzo LONGONI, Piazza Duomo 16, 20122 Milano, tel. 02-72001944/86463359 Grafica e impaginazione di Katolika Sento: Mario GUILLA, via Benadir 62, 13100 Vercelli
NORME ASSOCIATIVE E QUOTE PER L'ANNO
1994
L'Unione Esperantista Cattolica Italiana (UECI) è sezione della Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista (IKUE), pertanto ogni associato dell'UECI è contemporaneamente socio dell'IKUE.
Si richiama l'attenzione sulla categoria "Amico dell'UECI"costituita da simpatizzanti dell'Unione che vogliano contribuire alle sue finalità versando una somma non inferiore alle lire 5.000 che dà diritto a ricevere materiale informativo sulla vita dell'associazione.
I versamenti vanno fatti sul C.C.P. n. 11129475, UECI, viale Zavagli 73, 47900 Rimini. N.B. Katolika Sento è inviato a tutti gli associati, tranne che ai familiari. • È associato giovane chi non ha superato i 25 anni. • È associato familiare chi convive con altro associato. • Per l'abbonamento all'estero aggiungere lire 4.000 per spese di spedizione. • Specificare nella causale del versamento la categoria dell'associato, l'anno di nascita dei giovani, l'esatto indirizzo per il recapito di K.S., la destinazione di eventuali offerte. • I gruppi locali trattengono le parti di loro spettanza, versando solo la differenza, mentre la quota dei soci individuali va interamente all'UECI.
Tema: Anno internazionale della famiglia: le sfide del mondo odierno alla famiglia cristiana Sede del Congresso: CENTRO DI SPIRITUALITÀ "Maria Candida" - Armeno (Novara) - tel. 0322-900231 Il programma dettagliato verrà pubblicato successivamente. Fin d'ora si prevede: l'arrivo dei congressisti nel pomeriggio del 9 settembre, l'inaugurazione il mattino di sabato 10, l'asta benefica, una gita sul lago d'Orta, l'escursione di una giornata con meta a Locarno in Svizzera il giorno 12, le conclusioni e la chiusura il mattino di martedì 13. I momenti spirituali saranno costituiti dalla Santa Messa in esperanto quotidiana e dalla recita di lodi e del vespro. Quote di partecipazioneAdesione entro il 15 maggio: £ 240.000 camera singola, £ 220.000 in camera doppia; entro il 31 luglio: £ 260.000 in camera singola, £ 240.000 nella doppia; dopo il 31 luglio: £ 280.000 nella singola, £ 260.000 nella doppia . Per i giovani che non superano i 25 anni si applica una riduzione di £ 40.000. Le quote comprendono l'iscrizione, le pubblicazioni, la partecipazione al programma, la gita al lago d'Orta, vitto e alloggio dalla cena del 9 al pranzo del 13 settembre. La quota (o l'acconto di £ 50.000 ) va versata sul c/c postale n° 33511106 intestato a Franca Concina, strada Lucento 73, 10151 Torino oppure pagata alla stessa con vaglia postale specificando la causale: la scheda di adesione pubblicata a fianco è da spedirsi al medesimo indirizzo.
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