Enhavo:
Nel firmamento delle associazioni ecclesiali c'è una nuova stella: l'I.K.U.E., sigla in esperanto dell'Unione Internazionale Cattolica Esperantista. Nata il 1°aprile 1910 a Parigi durante il primo Congresso esperantista dei cattolici, è stata ufficialmente riconosciuta dal Pontificio Consiglio dei Laici l'11 febbraio 1992, come "associazione privata dei fedeli, di diritto pontificio, con la personalità giuridica". Il riconoscimento è importante per due motivi. Il primo è certamente quello storico dello stesso riconoscimento. Dopo 82 anni di silenziosa azione apostolica non sempre favorita, sentirsi pienamente accolti nella famiglia delle associazioni e movimenti ecclesiali è motivo di grande festa per gli esperantisti cattolici. Il secondo motivo è quello delle finalità del movimento esperantista cattolico. Le stesse dei primi anni di vita con lo specifico, o carisma, nell'apostolato attraverso la lingua internazionale Esperanto: evangelizzazione, formazione cristiana, azione caritativa ed ecumenica, l'intercomprensione e la comunicazione stessa nella Chiesa e nel mondo. La Chiesa col suo carisma di discernimento dichiara che questi impegni sono cattolici e attuali, idonei alla costruzione del Regno di Dio sulla terra. Lo ha ribadito il Card. Eduardo Pironio, Presidente del Pontificio Consiglio dei Laici, nell'atto di consegnare nelle mani del presidente dell'Ikue, il Rev.do Duilio Magnani della Diocesi di Rimini, il Decreto stesso. Componevano la delegazione dell'lkue anche il Segretario Generale dr. Prof. Antonio De Salvo, Padre Giacinto Jacobitti O.P., la colonna dell'esperantismo cattolico, Padre Carlo Musazzi e: il sig. Carlo Sarandrea coredattore della sezione esperanto di Radio Vaticana, ed il rag. Antonio Gambuti del gruppo Ueci di Rimini. Gli esperantisti cattolici, incoraggiati dai risultati raggiunti in questi ultimi anni, quali ad es. Decreto per l'introduzione dell'Esperanto nella Liturgia (8/11/90), l'uso dell'esperanto da parte del Santo Padre salutando giovani del 6° Raduno Mondiale della gioventù (Czestochowa 14-15 agosto 1991) ed ultimo il Decreto del Pontificio Consiglio dei Laici continuano il loro impegno a servizio alla Chiesa e all'umanità intera con passo deciso e capillare in buona compagnia di tutte le associazioni cattoliche ed movimenti ecclesiali facenti capo al Pontificio Consiglio dei Laici. Chiedono pertanto di essere conosciuti dalle medesime 'sorelle di apostolato' e dal mondo cattolico in generale per poter mettere al servizio di tutta la famiglia cristiana il proprio carisma. Fanno appello in particolare ai Vescovi diocesani, al Clero, ai Seminari e Università cattoliche, ai Religiosi e Religiose, alle Università della Terza età, ai Circoli culturali, agli Istituti ecc., perché si aprano le porte a questa nuova realtà cattolica e di promozione umana. D.D.M.
La nascita![]() Non è questo il momento per raccontare dettagliatamente gli 82 anni di vita dell'Ikue. Diciamo solo che essa pur non avendo una sede fissa, né mezzi per una organizzazione centralizzata e per la propaganda, è rimasta sempre attiva anche durante le due grandi guerre mondiali. Molti dei suoi soci hanno conosciuto il carcere e la discriminazione sul lavoro perché cattolici ed in più esperantisti. Nostro vanto e nostro onore è il martire di Dachau. il beato Tito Brandsma, socio effettivo dell'Ikue. Presente in oltre 40 nazioni, in molte delle quali anche organizzate in sezioni nazionali, come l'U.E.C.I. (nata nel 1920 a Bologna!) in Italia, ha sempre avuto nei Vescovi e nei Sacerdoti esperantisti, molti dei quali religiosi, un suo punto di forza. Dei suoi 12 presidenti, uno solo era un laico! Il fatto si spiega con la mancanza di mezzi finanziari. Tutto si basava sul volontariato... e sulla disponibilità a fare della propria casa la sede dell'Ikue e spesso anche la redazione dell'organo di collegamento e di formazione "Espero Katolika". L'Ikue ha sempre garantito la presenza cattolica nel movimento esperantista mondiale mediante il servizio liturgico nei congressi universali di esperanto ed in quelli soprannazionali e nazionali, con numerose iniziative di carità, di evangelizzazione e di ecumenismo Ricordiamo in particolare le trasmissioni in esperanto tramite Radio Vaticana, i congressi ecumenici Ikue-Keli (la corrispondente organizzazione in campo protestante), gli aiuti sistematici ai lebbrosi (Lepruloj-dott, Kondor) ed ai ciechi (Agado E3 -sig. Tuinder) ecc. Due note particolari dell'IkueDue costanti, richiamate a viva voce anche da S.E. il Card. Eduardo Pironio all'atto della consegna del Decreto il 19 febbraio scorso, del movimento esperantista cattolico sono le "presenze" di Maria Santissima e del Papa. Mettiamo in evidenza solo tre momenti particolari. Quello della nascita dell'Ikue. Nel 1909 gli esperantisti cattolici presenti al 5° Congresso Mondiale di Esperanto a Barcellona, si erano portati pellegrini a Monserrat. Ai piedi della Madonna avevano fatto benedire la Bandiera della futura Ikue ed avevano stabilito di organizzare il I° Congresso degli esperantisti cattolici a Parigi che diede i natali appunto all'Unione Internazionale Esperantista Cattolica. Papa Sarto, Papa Pio X, attraverso un Suo Prelato Mons. Luigi Giambene, non solo approva e benedice i congressisti, ma addirittura concede loro l'indulgenza Plenaria e manda a dire: "Io riconosco una grande utilità all'Esperanto per l'unità dei cristiani nel mondo intero ". Era il 17 marzo 1910 ed il Congresso iniziava il 30; giusto il tempo per il Prelato di raggiungere ParigiSi celebrava il 4° congresso dell'Ikue a Roma: ancora il Papa e la Madonna. Gli esperantisti cattolici proclamano Maria Santissima "Nia Sinjorino de la Espero" (Nostra Signora della Speranza). Era il 7 Settembre 1913. Ed il Papa, sempre S. Pio X, approva e pone il suo sigillo alla traduzione in esperanto della così detta Benedizione papale in articulo mortis (al momento della morte) con annessa l'indulgenza plenaria. Era il primo piccolo passo dell'Esperanto nella Liturgia! In un terzo momento della vita dell'Ikue le due costanti, la devozione a Maria SS. degli esperantisti cattolici e la comunione con il Papa, sono particolarmente evidenti. Il 13 maggio 1982 il Vescovo di Rimini Mons. Giovanni Locatelli, in stretta comunione con il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II pellegrino a Fatima per lo scampato pericolo di vita a causa dell'attentato in Piazza S. Pietro l'anno precedente, consacra al Cuore Immacolato di Maria tutto il Movimento esperantista cattolico attraverso le onde di Radio Vaticana. Giovanni Paolo II, il Papa di Maria è anche il Papa dell'Ikue: Alto Patrono del 37° Congresso dell'Ikue a Czenstochowa (1977) quando ancora era Arcivescovo di Krakovia, come Papa accolse la richiesta dell'Ikue per il messale in esperanto ( 1990) e per primo dei Papi usa questa lingua in un incontro internazionale coi giovani (Czenstochowa 1991 ) aprendo così profeticamente la porta all'esperanto nella dimensione Liturgica della Chiesa e nelle relazioni ecclesiali. Verso il riconoscimento![]() Era la seconda delle tre mete (la prima il Messale, la terza una sede degna dell'Ikue con un incaricato fisso e stipendiato!) che come presidente mi ero prefisso. L'Ikue è un'organizzazione cattolica internazionale, quindi solo il Santo Padre od un Suo organismo poteva averne la competenza giuridica Fu così che il 24 aprile 1980 il presidente dell'Ikue ed il Dr Antonio De Salvo, segretario generale, s'incontrarono con l'adora Presidente del Pontificio Consiglio dei Laici Card. Opilio Rossi. Sua Eminenza, ben informato sull'esperanto dallo stesso Presidente dell'Austria Franz Jonas. esperantista pure lui. quando il Cardinale era a Vienna come Nunzio Apostolico, ci diede buone speranze. La domanda doveva però essere corredata da documenti e testimonianze sull'attività ecclesiale dell'Ikue, per cui solo il 20 novembre 1980 si poteva consegnare nelle mani del sottosegretario del Pontificio Dicastero, il Dr. Guzman Carriquiry. il grosso plico di carte. Ma i tempi non erano maturi. Nel 1984 siamo consigliati di rivolgerci alla C.E.I. dato che la sede dell'Ikue è a Roma. Si ricominciò da capo, ma nonostante gli incontri personali con l'addetto ai lavori per l'esame dei nostri dossier, il tempo passò senza alcun risultato. Erano gli anni nei quali si lavorava forte per il messale in esperanto. Si lasciò perdere con la Cei. Ci volle l'occasione del 3° incontro dei Movimenti Cattolici Europei (Bratislava Maggio 1991) per riaccendere le speranze. Partì così da Rimini la fortunata lettera del presidente dell'Ikue a Sua Ecc. Mons. Josef Cordes, vice presidente del Pontificio Consiglio dei Laici, nella quale si lamentava il mancato riconoscimento e quindi l'assenza dell'Ikue cecoslovacca e polacca al detto incontro dei laici impegnati per la rievangelizzazione dell'Europa. La risposta non si fece attendere e la disponibilità del Dicastero a rivedere la nostra richiesta ed il nostro dossier era piena. L'aggancio fu immediato e concreto. Il 12 dicembre 1991 presentando la nuova richiesta e succinta documentazione al Dr. Carriquiry si avverte quasi la certezza del riconoscimento. Già si ventila una possibile data per la firma del Decreto. In omaggio al Sacerdote primo promotore di un'associazione esperantista cattolica, il Rev.do Prof. Emile Peltier deceduto proprio a Lourdes l'anno precedente la nascita dell'lkue ed ivi sepolto; e soprattutto in ossequio al Patronino de la esperantistoj "Nia Sinjorino de la Espero " si è accennato alla data possibile dell'11 febbraio 1992. Così fu. Sua Eminenza il Cardinale Prefetto ci ha assicurato che ha posto la firma al Decreto, preparato con solerzia e ricchezza di dati e di motivazioni dal sottosegretario il dr. avv. Guzman Carriquiry, proprio nel giorno anniversario dell'apparizione di Maria Immacolata a Bernadetta Soubireaux. Il futuro dell'IkueÈ ovvio che ora più che mai il cammino dell'Ikue deve farsi più deciso e coraggioso, più coordinato e capillare. Il volto dell'esperantista cattolico è quello del militante di Azione Cattolica a servizio delle Chiese diocesane e della Chiesa universale, con lo specifico del mezzo di comunicazione proprio. Di diverso dal comune cristiano impegnato nella diffusione del Vangelo e nella testimonianza dellacarità c'è solo lo strumento linguistico, la lingua pianificata semplice e neutrale, l'Esperanto. Non ha una spiritualità propria, né dei programmi di movimento specifici. L'esperantista cattolico fervente brucia d'Amore e lo fa conoscere attraverso il linguaggio comune per l'umanità, linguaggio dell'ecumenismo e della fratellanza, che Zamenhof ha pensato e proposto da oltre 100 anni. L'Ikue cesserà quando il mondo cattolico prima e cristiano poi avrà aperto le porte all'uso di questa lingua. Non siamo profeti per dare delle date, né dai fanatici per stabilire scadenze. Attendiamo con speranza e coi piedi per terra. Ci confortano i traguardi raggiunti in questi ultimi anni.D.D.M.
In margine al Sinodo dei Vescovi sull'Europa
L'esperanto al SinodoLa Redazione esperanto di Radio Vaticana, nel programma di domenica 1 dicembre 1991, ha potuto annunciare, nella sorpresa generale, che un Vescovo rumeno aveva parlato all'assemblea sinodale della lingua intenazionale esperanto. Scandalo per alcuni, utopia per altri, realtà per pochi!S.E. Mons. Giorgio Jakubinyi è uno dei Vescovi rumeni consacrati dopo il crollo del potere comunista per ricostruire la gerarchia ecclesiastica quasi azzerata da 40 anni di ateismo di Stato. Ha conosciuto persecuzione e prigione. Ora è Vescovo ausiliare nella sua Diocesi di Alba Julia a fianco del Card. Todea. Esperto in Sacra Scrittura, è un ottimo conoscitore di lingue antiche ed un buon parlatore di lingue moderne, compreso l'inglese, il tedesco e l'italiano. Non bastando questo è anche un buon esperantista. Già dal 1975 appare come l'unico iscritto all'IKUE (sigla in esperanto dell'Unione Esperantista Cattolica Internazionale) della Romania. Ci voleva del coraggio, negli anni della bufera, a qualificarsi cattolico ed esperantista. In effetti, anche l'IKUE, come tutte le associazioni cattoliche, erano messe fuori legge dal regime comunista. Più volte venuto in missione a Roma per delicati incarichi, ora vi è tornato come rappresentante dell'Episcopato rumeno in seno al Sinodo. Ha preso la parola dopo l'Arcivescovo di Praga, Mons Vlk, altro esperantista, venerdì 29 novembre. Parlando della situazione religiosa del suo Paese e dei problemi in relazione alla nuova Europa S.E. Mons. Jakubinyi ha aggiunto: "Si parla anche dell'imperialismo linguistico. Le grandi nazioni vogliono imporre la loro lingua con la propria cultura e visione del mondo. Il latino sarebbe una soluzione buona, ma oggi già non si pratica come prima. Dunque c'è bisogno di una lingua artificiale internazionale che non abbia dietro dì sé una nazione. La soluzione praticabile sarebbe l'esperanto. Nella Chiesa dovremmo sempre assicurare la lingua materna per non promuovere l'assimilazione sotto il mantello della Liturgia". Avanzata dell'Esperanto nella ChiesaCome siano state accolte queste parole dall'assemblea non ci è dato sapere con esattezza. Dagli occidentali forse forse anche con dei sorrisini, immaginiamo, imbevuti come siamo di colonialismo.È certo però che l'Est europeo sta incominciando a pensarla diversamente, e ad avere il coraggio, in questo campo, di voltar pagina. Del resto, se l'esperanto ha fatto in questi ultimi anni passi da gigante nella Chiesa ciò è dovuto all'influenza della Chiesa europea dell'Est. Intendo riferirmi al Decreto per l'introduzione dell'Esperanto nella Liturgia voluto dal Santo Padre; all'approvazione da parte delle Congregazioni del Culto Divino e della Fede del Messale festivo in Esperanto, ora dato alle stampe: all'inaspettato duplice saluto in Esperanto del Papa ai giovani del 6° Raduno Mondiale a Czestochowa il 15 agosto scorso. Ed ancora per il coraggio di un Vescovo rumeno, arriva in Sinodo la proposta Esperanto a rompere l'incantesimo della lingua nazionale egemone. A coronamento di tutto questo, con la firma di un argentino, il Card. Pironio, e con quella di un tedesco, S. E. Mons. Josef Cordes, ecco arrivare il decreto del Pontificio consiglio dei Laici che riconosce l'Ikue"come associazione internazionale di fedeli di diritto pontificio, in data recentissima dell'11 febbraio 1992! Ovviamente, come era facilmente prevedibile, la proposta d: S.E. Mons. Jakubinyi non è approdata alla risoluzione finale del Sinodo votata il 14 Dicembre 1991. Ma perlomeno essa sarà stata ripresa nelle laboriose sedute dei cosiddetti "circuli minores " o "gruppi linguistici". Il problema linguistico al SinodoIn effetti, il fatto che per discutere la proposta di relazione finale i Padri Sinodali abbiano dovuto costituire 12 gruppi linguistici, documenta anche ad un cieco e sordo quanto sia oggi importante per la Chiesa risolvere il problema di una lingua comune.Arroccarsi poi sul latino è quanto mai fuori luogo. Se possiamo fare un paragone con il Concilio Vaticano II. ci sembra di poter dire che il latino al Sinodo è diminuito di molto. Per toglier subito malintesi diciamo apertamente che siamo per il latino classico nella formazione umanistica, specie per gli uomini di Chiesa, ma siamo altrettanto decisamente schierati contro la pretesa di usare il latino come lingua viva e moderna nelle relazioni ecclesiali ad alto livello. È assurdo, poi, proporlo per tutto il popolo di Dio. Siamo schierati con Papa Pacelli, del cui amore al latino nessuno può dubitare, che profeticamente ebbe ad affermare che l'Esperanto avrà nell'epoca moderna la stessa funzione del latino". I 12 "circuli minores" erano così composti, in base alla lingua parlata: 2 inglesi. 2 tedeschi, 2 francesi, 2 italiani, 1 spagnolo, 1 di lingue slave, 1 latino, 1 ancora inglese per il gruppo dei Delegati fraterni. Trovandomi a Roma in quei giorni, un Padre sinodale ebbe a confidarmi: "....Gli inglesi sono arrabbiati' perché al Sinodo si parla più italiano che inglese...". Ma è importante la considerazione fatta da U. Folena ("Avvenire". 12.12.1991) quando, dopo aver scritto, con battute che a lui sembrano originali, che il latino ha avuto una rivincita al Sinodo. afferma candidamente che "...solo sette Padri hanno scelto il gruppo linguistico in latino", mentre la media degli altri gruppi era di 14/20 persone, e aggiunge Folena "...la maggior parte (dei 7 Padri) era del centro-est europeo". Non abbiamo alcuna intenzione di polemizzare col sig. Folena. ma siamo in dovere di informare anche i nostri lettori sulla 'ignoranza' dell'articolista riguardo all'Esperanto. Infatti, chi ha modo di leggere l'articolo del sig. Folena può facilmente accorgersi che a parlare latino sembra essere solo il segretario generale del Sinodo, S.E. Mons. Schotte 'che in latino riesce a dir tutto... anche che una macchina è parcheggiata sul piazzale con le luci accese... pare che in latino sia stata comunicata anche la targa, sigla e numeri, senza sbagli". Tutto questo fa esclamare il sig. Folena così : "Altro che esperanto, il latino è la lingua dell'Europa prossima ventura". Forse lui non sa che sigla e numeri in esperanto sono più semplici che in latino! Ma, per amore della verità, aggiungiamo anche quanto scrive l'“Osservatore Romano” del 12 dicembre in simultanea con “Avvenire”: "Nel gruppo inglese B... è stato fatto notare che si potrebbero introdurre migliorie grammaticali nel testo latino". Una stoccata per i latinisti del Vaticano proprio dai Padri di lingua inglese?... Fortuna che su "Avvenire" si parla di "rivincita del latino"! Ma le cose non sono andate poi così bene neppure nelle traduzioni simultanee. A parte sempre il fatto che "tradurre" è sempre un po' "tradire", il quotidiano di Roma "II Tempo" del 30 novembre sottolinea nel servizio sul Sinodo che "nelle traduzioni simultanee il russo, intanto, ha soppiantato lo spagnolo". C'è la scalata al potere della lingua egemone. Sarebbe interessante sapere quanti Padri sinodali potevano parlare e capirsi nella stessa lingua. Dalle foto apparse su "L'Osservatore Romano", ed erano molte ogni giorno, relative all'assemblea in ascolto dei diversi interventi, un'alta percentuale utilizzava l'auricolare, il che significa che nessuna lingua accontentava tutti. Quale lingua per la Chiesa?Si può concludere con quasi assoluta certezza che non c'è stata una lingua per tutti. Perché allora non cercarla?... Una voce si è levata con coraggio, ma... per ora "voce nel deserto". Quando, il giorno dopo il Suo intervento, raggiunsi telefonicamente S.E. Mons. Jakubinyi, egli, quasi a voler deviare le mie congratulazioni, mi diceva: "Non ho fatto altro che riassumere il libro di Korytkowski" ("La Chiesa ed il problema della lingua Ausiliare Internazionale", edito dal Pontificio Ateneo Antoniano di Roma. Potrebbe essere un ottimo omaggio ai nostri Vescovi e ad altri esponenti della Chiesa. Costa solo 5.000 lire; lo si può chiedere al Centro IKUE. via Berni 9. 00185 Roma, ccp 23290000).Del resto, l'atmosfera nella Chiesa sta facendosi sempre più favorevole all'Esperanto. Prima del Sinodo ho scritto a tutti i Padri Sinodali italiani, e, per il vero, anche a qualche altro di varie nazionalità, come il Card. Glemp,il Card. Lustiger, il Patriarca Ortodosso Alessio II. il Vescovo Karl Lehmann, il Rettore dell'Università Cattolica di Lublino, ecc. Sono pervenute diverse risposte, come quelle del Card. Martini, dell'Arcivescovo di Praga Mons. Vlk, del Vescovo di Alessandria Mons. Charrier, ecc. Ma mi piace riportare quella di S.E. il Card. Ruini, Presidente della C.E.I.,che in data 31 agosto scrive: "Reverendo don Duilio, ho ricevuto la Sua lettera, che terrò in considerazione, qualora se ne presenti l'opportunità, per i lavori del prossimo Sinodo speciale sull'Europa". Anche il Segretario generale della C.E.I., S.E. Tettamanzi. rispose il 3 settembre 1991 di proprio pugno: "Rev.mo Don Duilio. La ringrazio di cuore della Sua lettera. Da giovane mi ero anch'io interessato, ma poi... La proposta viene incontro ad un'esigenza reale: quella di favorire, col mezzo fondamentale della lingua ossia della comunicazione, la comunione tra i Vescovi, in specie in occasione di un Sinodo. Daparte mia vedrò di favorire, sia pure all'insegna della concretezza e quindi della gradualità, questa esigenza. Gradisca, con i miei saluti più fraterni, la mia preghiera”. Sì. gradualità e pazienza! Ma gli esperantisti ne hanno tanta. È da oltre un secolo che credono praticano questo straordinario strumento linguistico. Capisco tutti i sorrisini e tutti i dubbi, perché prima loro stessi si sono comportati così. Poi... la luce è esplosa. Auguri anche a te. lettore! Don Duilio Magnani
Una voce per il mondo:
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Il dottor Alessandro Angeletti. residente ad Ozieri (SS) notaio. Presidente e fondatore dell'Unione Esperantista Sarda, 68 anni, è tornato al Padre il 21/12/91. Ha retto per 12 anni la nostra Unione, dedicandosi con profondo sentimento cristiano alla diffusione della lingua internazionale. Ha organizzato ben dieci seminari esperantisti, nonostante l'impegno di notaio accuratissimo. Il valore professionale e lo zelo di cristiano e di esperantista sono stati esaltati dalla folla strabocchevole che ha gremito la chiesa durante il funerale. Preghiamo perché il signore misericordioso gli apra le porte del suo regno. |
Caritas - Bonfarado |
Senza carità non c'è vera esperienza cristiana. Le elemosine ne sono solo un segno; ricordiamolo bene. Esse sono opere di misericordia solo se nascono dalla "carità'' o "amore di Dio". Diversamente sono filantropia, opere certamente umanitarie nel nome della solidarietà e della compassione, ma solo opere umanamente buone, non sante. Lo Spirito Santo .infatti, che abita in noi, è la radice del nostro operare cristiano. È in questa esperienza cristiana che ci facciamo promotori di opere di bene servendoci dell'esperanto come migliore strumento di dialogo. La povertà scoperta da altri e raccontataci è importante, ma sempre mediata. Quella scoperta e compiuta da noi con un contatto diretto è più significativa e incisiva. È quanto abbiamo cercato di fare nella triste realtà albanese. Siamo andati alla scoperta di esperantisti e ci siamo riusciti. Descrizione diretta della miseria albanese l'abbiamo avuta dallo stesso presidente della rinata AEL (Albana Esperanto-Ligo) sig. Muco Gafur, e da un consigliere sig. Luan Jaupi, che sono stati nostri ospiti per una settimana nell'estate scorsa. Ma soprattutto abbiamo un contatto continuo per corrispondenza con un nostro samkredano, il sig. Zeff Mjeda di Scutari, che presto speriamo possa venire a visitarci.
Egli scrive in data 18/11/92: "Mi deziras havi senperan
korespondon kun vi. Mi estas certa ke iom post iom, ĉe ni
fariĝos granda IKUE branĉo aŭ Landa IKUE-sekcio.
Mi akceptas esti Landa Reprezentanto. Tio neniel ĝenas min.
Kontraŭe, mi estas fiera. Vi aldonu mian nomon kaj adreson
dorse de EK-revuo. Dum kelkaj jaroj mi kompilis esperantan
lernolibron por albanoj kaj eĉ esperanto-albanan vortaron
kun pli ol kvardek-milo da vortoj. La du verkoj estas en
manuskripto, ĉar mi ne posedas skribmaŝinon."
Coraggio, non facciamo i sordi. A me suona come una indiretta
richiesta di una macchina da scrivere. PROPRIO NON CE LA FACCIAMO
A REGALARGLIELA? Se mettiamo le mani in tasca TUTTI, con gli
spiccioli già ci arriviamo! È un maestro elementare
in pensione ed ha del tempo da occupare a servizio della
comunità parrocchiale e della sezione nazionale dell'IKUE
che sta già costituendo. Sentite cosa dice:
"Baldaŭ mi sendos al vi la nomojn de la E-kursanoj, 20-25
gejunuloj. kiuj plenumis bakalaŭrecon. Ankoraŭ mi ne
povis trovi ejon por la kurso, ĉar ankoraŭ la
ŝtato ne redonis la domojn de la ekleziuloj. Nune la pastroj
loĝas en la hejmoj de parencoj aŭ amikoj... Sed
baldaŭ tiu ĉi malbona situacio pliboniĝos.
ĉar la aŭtoritatuloj decidis ion pri tio". Il
parroco Don Nikolle Mazreku vive presso una sorella. Informato
dal sig. Zef sulle possibilità di aiuti finanziari e di
vestiario usato, risponde per mezzo del parrocchiano
esperantista: “Li dankas vin kore, kaj estas preta en
tiu ĉi nia povra situacio ricevi helpon de vi por plibonigi
iom la staton de iu preĝejo. Pro tio li deziras studi
akurate la problemon kaj pere de mi sciigi tion al vi. Sed
intertempe Li petas, se eblas, sendi al mi invit-leteron por ke
mi kontaktu vin persone. Li deziras sciigi al vi, pere de mi, pri
la aktualaj aferoj kreitaj nune ĉe ni, kaj kiel estus pli
adapta via helpo. Kiel vi vidas, ankaŭ helpi min per la
multobligo de la lernolibro por la 25 kursanoj".
Carissimi amici esperantisti e simpatizzanti, mi sembra che la suonata sia chiara e precisa. A tenere i soldi in tasca non fruttano!... In più ci sarà anche del tempo da spendere per ciclostilare o stampare oppure per computerizzare la grammatica e vocabolario esperanto-albanese. CHI SI SENTE DI METTERSI A DISPOSIZIONE DI QUESTI NOSTRI FRATELLI E... SAMIDEANI?... Farsi avanti, per favore.
Intanto per parte mia è già partito l'invito a venire a Rimini, mentre in parrocchia si è fatta la raccolta coi SALVADANAI DEL POVERO distribuiti presso le famiglie per il periodo d'Avvento e natalizio. Qualche parroco esperantista potrebbe fare qualcosa di simile nella prossima quaresima. I singoli laici potrebbero sensibilizzare all'iniziativa di carità i propri parroci. A risentirci.
Dankon- Da Rimini L. 10.000 per Radio Vaticana Esperanto.- Da Mogliano Veneto per Abgovi L. 30.000 per stipendio "Alfabetigo". - Da Portovenere L. 11.000 per Radio Vaticana Esperanto. - Da Novara L. 54.000 per Bonfarado dell'Ueci e Ikue. - Da Vercelli per la Bonfarado, L. 30.000. |
A Susa dall'11 al 15 settembre 1992 |
(entro il 30.4.92) | (dopo il 31.7.92) | (fino all'11 settembre) |
220.000 | 240.000 | 260.000 |
(entro il 30.4.92) | (dopo il 31.7.92) | (fino all'11 settembre) |
240.000 | 260.000 | 280.000 |
6° Congresso dell'Unione Esperantista Cattolica Italiana Villa S.Pietro-Susa/To 11-15 settembre 1992 ALIGILO - MODULO DI ADESIONE Nomo: .......................................................................................................... Antaŭnomo: .................................................... Strato:............................................................ Poŝtkodo: ...................................................... . Urbo: .................................. Lando:........................................................Telefonnumero .......................... data di nascita (per i giovani sotto i 30 anni)....................................... (x) indicare con una "x"
ADERISCO AL 6° CONGRESSO UECI E A TAL SCOPO FACCIO SAPERE CHE:
[ ] Aderisco senza partecipare[ ]aderisco e parteciperò come "memzorganto" (provvederò da me al vitto e all'alloggio) [ ] parteciperò per tutto il periodo [ ] parteciperò solo dal giorno...............................al giorno........................................... HO VERSATO [ ] l'intera quota di partecipazione quale fissata per la data della mia adesione (Lire....................) [ ] un anticipo di Lire 50.000 (comprendente l'adesione al Congresso - Lire 30.000 - e la prenotazione alberghiera - Lire 20.000) [ ] la sola adesione al Congresso (Lire 30.000), senza prenotazione alberghiera DESIDERO ALLOGGIARE [ ] in camera doppia con: ....................................................................................... [ ] in camera singola [ ] in aggiunta alla mia cifra ho versato un contributo per il Congresso per Lire......................... [ ] vegetariano [ ] non fumatore ESTREMI DEL MIO VERSAMENTO [ ] Versamento sul conto corrente postale n. 39351002 intestato a Francesca Venezia, Roma, in data:......................................................................... [ ] Vaglia postale e telegrafico intestato a Francesca Venezia - Via Montebello 37 - 00181 Roma inviato in data................................................................................................................. Accetto tutte le condizioni, confermo quanto da me indicato nel presente modulo di adesione; Luogo/Data......................................................Firma............................................ riservato alla segreteria alvendato: [ ] konfirmo (antaŭ)pago: saldo kalkulita pagita: [ ] Lit. Lit. Lit. Unua informilo sendita la -an de 1992 Kongresaj dokumentoj donitaj [ ] |
COMITATO CENTRALE UECIPresidente: Carlo Sarandrea, Via A. Severo. 73 - 00145 Roma, tel. 06/5414415Assistente ecclesiastico: Mons. Lorenzo Longoni. Piazza Duomo, 16 - 20122 Milano, tel. 02/86463359 Vice Presidente: Elisabetta Berardi Casagrande, Via dello Sport, 12 -40065 Pianoro (BO). tel. 051/776592; resp gruppi locali Segretario Generale: Bertozzi Jonne De Angeli, Via Quercioli, 114 - 54100 Massa C., tel. 0585/792066 Cassiere: Busato Pisoni Maria, Via Gorizia 17 28100 Novara, tel. 0321/392914 Segretario per l'Informazione: Sac. Duilio Magnani, Viale C. Zavagli, 73 47037 Rimini (Fo), tel 0541/26447 Incaricato Giovani : Mauro Ortelli, Via Medaglie D'Oro, 45a 48018 Faenza (Ra), tel. 0546/662714 |
Norme associative e quote 1992All'UECI possono iscriversi gli esperantisti italiani nonché tutti i simpatizzanti del movimento cattolico esperantista.L'UECI è sezione italiana dell'IKUE (Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista - via Francesco Berni, 9-00185 Roma RM - tel. 06/7000323), pertanto ogni socio dell'UECI è automaticamente socio dell'IKUE. Nota Bene: - KATOLIKA SENTO viene inviato a tutti i soci per diritto, tranne i soci familiari; - È considerato SOCIO GIOVANILE chi ha meno di 26 anni nell'anno in corso; - È considerato SOCIO FAMILIARE chi è convivente con un altro socio; - Per l'abbonamento all'estero, aggiungere L. 4.000 per le spese di spedizione; - Allo stesso conto corrente postale si raccolgono le offerte per le opere caritative dell'IKUE e dell'UECI; - Si raccomanda per il lavoro di segreteria, di specificare bene nella causale del versamento; - con quale quota ci si vuole iscrivere (si usino le sigle se si vuole), - se e quali offerte si fanno, e per chi o che cosa, - anno di nascita, soprattutto se si è soci giovanili, - nome e recapito postale chiaro e completo per la spedizione, indispensabile per chi è nuovo socio o chi cambia recapito. È bene effettuare tutti i versamenti al C.C.P. n. 11129475, Unione Esperantista Cattolica Italiana, V.le C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini (Fo). Chi si abbona anche a Espero Katolika, organo dell'IKUE, cerchi la propria quota nella colonna «con EK»
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