Periodico dell'UNIONE ESPERANTISTI CATTOLICI ITALIANI (UECI)
Nuova serie n.?-1987   SETTEMBRE - OTTOBRE
"Per la promozione della fratellanza e della comprensione tra i vari popoli di diverse lingue" (Paolo VI)

Periodico bimestrale - Sped. in abb. post. gr. IV 70% - Autorizz. della Curia Vescovile di Rimini n. 1484 del 20/12/1984 - Direttore respons.: Don Duilio Magnani - Redazione e Amministrazione, segreteria generale UECI: Via C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini - Tel.(0541)26447 - c/c/p n. 11129475 - Stampa Tipolito Ramberti

Enhavo:



La Chiesa cattolica sulla strada di adottare una terza lingua?

Periodo della lingua greca-latina

 Il latino non fu dall'inizio la lingua dei cristiani. Gesù parlava arameo, forse un po' di greco; certamente non parlava il latino. La prima chiesa cristiana si trovò nella stessa situazione. A Roma, dove il Vangelo arrivò nella seconda metà del primo secolo, il cristianesimo si esprimeva in greco, la lingua internazionale di quell'epoca, parlata dai primi cristiani di Roma, per la maggior parte giudei della diaspora.
 Fu l'Africa a far dono del latino alla Chiesa fra il secondo e il terzo secolo. All'inizio del quinto secolo la Chiesa africana aveva 700 vescovi. Ma la prosperità del ,cristianesimo in Africa non durò a lungo a causa delle invasioni dei Vandali tedeschi e poi degli Arabi.
 La Chiesa romana passò dal greco al latino fra il 360 e il 380. Ciò riguarda solo la parte occidentale della chiesa cattolica, giacché gli orientali celebravano in arameo, in greco, in siriaco, in copto; più tardi in slavo e in arabo; ad ultimo in russo, in indiano, in esquimese..., secondo le lingue viventi dei diversi tempi e luoghi.
 La Chiesa romana ha diffuso il cristianesimo in Europa, dal 4 all'8° secolo, sempre in unione alla lingua latina. Nel secolo 9 essa però sostenne gli evangelizzatori degli Slavi, Cirillo e Metodio, contro coloro che avrebbero voluto proibire l'uso della lingua slava. Tuttavia la diffusione del latino era un costume per l'Occidente. Ciò ha portato il popolo a non capire la liturgia e si rifece con le devozioni private. Perfino Luigi 14 recitava il rosario durante la S.Messa. Anche il Concilio di Trento (1545-1565), in occasione della crisi protestante, confermò l'obbligo del latino nella liturgia.

Periodo delle lingue nazionali

 Fu necessario i! coraggio evangelico di Papa Giovanni 23° per lanciare l'adozione delle lingue popolari. «Se penso alle belle preghiere che ho appena recitato, ma che voi non avete capito ...come sarebbe bello che un tempo esse fossero comprese da voi» disse durante una predica in una parrocchia di Roma il 13 marzo 1960. Finalmente il Concilio Vaticano II consentì l'uso delle lingue del popolo nella liturgia, e Papa Paolo 6°, il 7 marzo 1965, poteva affermare: «Questa domenica è un giorno memorabile nella storia spirituale della Chiesa, giacché la lingua parlata è entrata ufficialmente nei riti liturgici ...Sì, la Chiesa sacrifica la propria lingua: un sacrificio della lingua religiosa, bella, importante, straordinariamente espressiva ed elegante. La Chiesa lascia tradizioni secolari ed in particolare l'unità in diverse nazioni, allo scopo di questa più grande universalità, per raggiungere singolarmente tutti. E ciò per voi, fedeli, perché possiate partecipare alla preghiera della Chiesa, possiate lasciare a parte il vostro sentirvi semplici spettatori, e diventare partecipanti attivi; e se sarete capaci di utilizzare questa premura della Chiesa, avrete una grande gioia, un rinnovamento spirituale».

Una lingua universale per il futuro

 In questo secolo il mondo ha progredito in modo vertiginoso e continua a progredire. I più diversi mezzi di comunicazione hanno reso possibile contatti di grandi proporzioni e di ogni tipo non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Automobili e pullman, ferrovie, navi, aerei, telegrafo, telefono, radiotelevisioni, sono forze imponenti per un avvicinamento linguistico. Per mezzo di questi strumenti non attraversano i confini di regioni, nazioni e continenti solo gli uomini, ma anche le parole.
 L'evoluzione dei fattori tecnici conduce alla diffusione della cultura e della civilizzazione in tutto il mondo. Anche la Chiesa Cattolica non ha potuto evitare questa evoluzione. Essa ha fissato i suoi principi basilari specialmente mediante il Concilio Vaticano II. Uno di essi è la famosa definizione della Chiesa: deriva dal greco «riunione», «assemblea». «È piaciuto a Dio santificare e liberare l'umanità non individualmente e senza alcun legame fra gli uomini, ma da essa ha voluto un popolo che Lo riconosca sulla terra e che Lo segua. Cristo ha voluto questa nuova unione e alleanza, per mezzo del suo Sangue, chiamando gruppi di uomini dai Giudei e dalle altre nazioni, perché si fondessero in unità, non secondo la carne, ma secondo lo spirito, e formassero il nuovo popolo di Dio».
 Ecco, abbiamo colto il centro del problema. La Chiesa è un popolo. Essa non è concepita in modo verticale, come Chiesa gerarchica, ma orizzontale, come popolo di Dio. E se la Chiesa è il popolo di Dio, esso deve parlare. Non si può pensare che il popolo di Dio sia muto.
Ecco la nostra argomentazione in favore all'adozione di una terza lingua. Come ogni abitante di una qualsiasi regione o nazione parla il dialetto regionale oppure la lingua nazionale, così anche la Chiesa come popolo di Dio deve parlare una lingua cattolica, cioè universale. Diversamente essa perde la sua identità, la sua unità e, specialmente, la sua cattolicità o universalità.
 La lingua gioca un importantissimo ruolo nel popolo. «Essendo un fenomeno sociale, la lingua ha le sue radici nella società, ma contemporaneamente, a volte, iniziando ad esistere, essa stessa influisce sulla sua stessa base... Questo fatto ha un significato di prim'ordine per la giusta comprensione non soltanto dell'essenza stessa della lingua, ma anche per il ruolo che essa ha nella società... La lingua internazionale deve la sua formazione, la sua vita e il suo progresso alle forze unitive in seno alla società umana» (Esperanto en perspektivo, ed. CED, p.28). La lingua universale nella Chiesa rafforzerebbe la sua unità e su grande scala faciliterebbe l'ecumenismo, cioè la sua universalità. Si potrebbe ascoltare direttamente per televisione il Papa quando manda i suoi messaggi a tutta l'umanità. Perché deve parlare italiano? É vero che Lui è il Vescovo di Roma, ma quando parla come Papa, cioè come Vescovo a capo di tutto il popolo di Dio, dovrebbe parlare una lingua comprensibile a tutti.
 Cosa dire delle liturgie del Papa in Piazza S.Pietro durante le quali i presenti, venuti da tutte le parti del mondo, chiacchierano annoiati perché non capiscono nulla della liturgia che si fa ? Cosa dobbiamo pensare del futuro Concilio, se già nell'ultimo molti Vescovi hanno capito molto poco le lingue nazionali usate, ed il latino stesso? Perché nelle università di Roma i docenti insegnano in italiano? Che significa la lingua italiana per gli studenti di filosofia o di teologia venuti da tutti i continenti? Perché debbono imparare con fatica e sudore una lingua, se poi loro non la useranno più?
 Forse non esiste ancora una lingua universale? lo direi di sì! Essa è assai facile, armoniosa, più perfetta di qualunque altra lingua nazionale. E non è solo un bel progetto, astratto, senza carne e senza sugo. In quest'anno questa lingua universale compie cent'anni, è passata dal balbettamento alla piena e soddisfacente maturazione e può mostrare a tutto il mondo una numerosa pleiade di poeti, di scrittori che evolvono sempre più la lingua e la fanno viva.
 Davvero essa è una lingua viva? Sì, non solamente per iscritto, ma anche a parole. Se vi volete convincere è sufficiente che partecipiate a un Congresso Universale di Esperanto durante il quale migliaia di esperantisti di diverse nazioni con piacere e fraternità si parlano solo in una lingua: la lingua internazionale Esperanto.
 L'umanità di oggi ha assolutamente bisogno di una lingua comune: tutti gli altri mezzi di comunicazione sono già stati mondializzati, solo il mezzo di comunicazione umano, la lingua, è rimasta limitata allo stadio nazionale.
 L'umanità ha bisogno di un respiro e di una capacità di parola più vasti.
P. Carlo MusazziRimoldi
Barnabita



IL CARDINALE TOMASEK di PRAHA

 Per onorare il nostro impegno dì informare i lettori circa le sorti del nostro amico esperantista cecoslovacco ADAMIK FRANYISEK (cfr. KS n.2/87 in prima pagina), il Card. Tomasek, molto amico degli esperantisti ed al quale don D. Magnani si era rivolto per la difesa de! socio dell'IKUE, ha dato la seguente risposta in data 24/6/87 Tante grazie per la vostra lettera. Il caso del Sig. Fr. Adamik è riuscito. ...Effettivamente l'11 giugno il Supremo Tribunale della Rep. Socialista Ceca aveva accolto il ricorso e mitigata la pena: dai 2 anni di carcere nel 1 gruppo correttivo si passa ai 14 mesi di carcere con la condizionale di 3 anni, e la perdita di tutte le cose sequestrate durante le ricerche in casa sua.
 Ricordiamo che l'accusa era: preparazione di ribellione per avere ciclostilato e distribuito stampa a contenuto religioso!

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Assieme ai congressi di Esperanto
Kune al la Esperanto-kongresoj



CONGRESSO INTERNAZIONALE DEGLI ESPERANTISTI CATTOLICI

 Nel grande nuovo salone 'Giovanni Paolo II' del famoso monastero-santuario mariano di Czenstochowa, JASNA GORA (=Monte Luminoso), alle ore 14 del 20 Luglio u.s. si è aperto, al canto del VENU SPIRITO KREANTA (= Veni Creator Spiritus - Vieni Spirito Creatore), il 41-mo Congresso dell'IKUE. Hanno inviato telegrammi di adesione il Card. Josef Glemp, primate di Polonia, Franciszek Macharski, Arcivescovo di Cracovia, il Card. Henryk Gulbinowicz, Arcivescovo di Breslavia. Numerosi vescovi, tra cui quello di Rimini, e Superiori Religiosi hanno inviato la loro adesione ed il loro augurio per iscritto.
 Ci è particolarmente gradito trascrivere il telegramma del Premio Nobel per la Pace e fondatore di SOLIDARNOSC il Sig. Lech Walesa, -che dice: «Stimati Congressisti, quale simpatizzante dell'Esperanto desidero cordialmente salutare i partecipanti al Congresso IKUE. Vi auguro, anche a nome di quelli di Solidarnosc che conoscono l'Esperanto, che i vostri lavori portino frutto, affinché l'Esperanto, questa lingua dell'accordo, si possa sviluppare ancora di più. Per molti dei miei connazionali la conoscenza dell'Esperanto è diventata un ponte per conoscere l'Europa e il Mondo. Che ci sia sempre un numero maggiore di tali ponti tra gli uomini e i popoli. Lech Walesa».
 Notiamo che la parola 'accordo', nell'originale polacco 'porozumienia', è la stessa usata per definire gli 'Accordi di Danzica'. Noi la chiameremmo 'lingua della fraternità', ma il Premio Nobel ha voluto intenzionalmente, crediamo, usare 'accordo' per legare in un certo qual modo Solidarnosc all'Esperanto.
 Il lettore esperantista troverà una relazione più dettagliata del congresso su ESPERO KATOLIKA, la rivista internazionale degli esperantisti cattolici. Per il lettore non esperantista pensiamo siano utili i dati più salienti e di rilevanza linguistica sovranazionale.
 Ad esempio, hanno salutato i 400 congressisti, in gran parte dell'Est Europeo ovviamente, i rappresentanti dei seguenti Paesi: Austria, Belgio, Canada, Cecoslovacchia, Germania, Giappone, Italia, Jugoslavia, Lituania, Stati Uniti d'America, Thailandia, Ungheria. Già da questo si indovinano le barriere linguistiche superate brillantemente mediante l'Esperanto: conferenze, canti, rappresentazioni teatrali (non poteva mancare anche qualche brano dall'opera di Karol Woytila 'Davanti alla bottega dell'orefice' e che presto verrà pubblicata nella traduzione in Esperanto fatta dal sacerdote polacco dott. Jan Kos), Via Crucis, Rosario, SS. Messe, ecc. Sono da sottolineare la S.Messa del primo giorno del Congresso con la concelebrazione di 23 sacerdoti, presieduta da! Vescovo Ausiliare di Varsavia Mons. Wladyslaw Miziolek e con la partecipazione del coro esperantista di Varsavia 'MUZILO' e quella della chiusura del Congresso, presieduta dal Presidente dell'IKUE, il sac. Duilio Magnani, davanti a una immensa folla di pellegrini che si erano occasionalmente uniti ai 400 congressisti.
 A questa concelebrazione ha cantato l'assemblea esperantista, ma soprattutto ha avuto una parte di rilievo il coro parrocchiale di S.Maria Thalkirchen di Monaco di Baviera, che ha eseguito la S.Messa a 4 voci dispari, composta dal proprio maestro per l'occasione del Centenario dell'Esperanto, contesto in Esperanto, per organo e strumenti a fiato.,
 È stato bello e commovente predicare in Esperanto davanti a tanta folla, con il silenzio e l'attenzione che caratterizzano le cerimonie in quel santuario. Era forse il caso, per qualche nostalgico o allergico all'Esperanto, di celebrare, predicare, cantare, fare la professione di fede, rinnovare la consacrazione del Movimento Espernatista Cattolico Inter-nazio naie a Maria, celebrarvi l'Anno Mariano... usando il latino? Quando in Piazza S. Pietro il Papa fa il Segno della Croce in lingua latina, ognuno, eccetto le suore e i sacerdoti forse, lo fa nella propria lingua nazionale! É facile indovinare l'atmosfera che per quattro giorni ha regnato fra gli esperantisti cattolici. Sentirsi fratelli di Fede e fratelli di lingua è sentirsi doppiamente fratelli in Cristo. I figli dello stesso Padre... parlano la stessa lingua! Un anziano giapponese, di recente convertito al cattolicesimo, mi dice: 'Siamo figli dello stesso Padre dei cieli e parliamo la stessa lingua come in una nuova Pentecoste'.
 A chiusura di questa corsa attraverso il Congresso dell'IKUE, per dovere di cronaca dobbiamo rilevare le importanti relazioni tenute da oratori diversi per lingua e cultura. Come esperantisti italiani dobbiamo però sottolineare che Carlo Sarandrea, giovane universitario del Gruppo UECI di Roma, valido collaboratore del prof. don Battista Cadei per le trasmissioni in Esperanto di Radio Vaticana, ha avuto grande successo fra il pubblico esperantista con la relazione 'Historio de IKUE: ĉefaj informoj kaj problemoj' (= La storia dell'IKUE: principali informazioni e problemi).
 Un congresso tutto sommato interessante. Due note 'stonate' è pur giusto rilevarle come necessarie ombre per mettere in rilievo una figura. Primo, la povertà dei cibi, per non dire fame, e la povertà del vestire polacco confermano la critica situazione di quella nobile nazione. Secondo, benché i pacchi dei 'Kongreslibro' (= il manuale del congressista) fossero stati spediti da Roma via aerea a persone diverse e sufficientemente per tempo, un pacco è arrivato la settimana prima del Congresso, gli altri... consegnati puntualmente la settimana dopo il Congresso. Il commento unanime di buoni intenditori: 'Si sono accorti che fra i membri del Comitato d'Onore c'era il nome di Lech Walesa'.
Poi tutti col vento in poppa a Varsavia, è il 24 luglio, per 'l'inizio' Congresso Mondiale dell'Esperanto.
d.D.M.



VARSAVIA CULLA DELL'ESPERANTO !
CONGRESSO DEL CENTENARIO
DELL'ESPERANTO

 Le statistiche del 72mo Congresso Mondiale di Esperanto parlano da sole: 5.946 persone iscritte ufficialmente provenienti da 73 Paesi. L'ingresso ed il salone per la distribuzione della cartella del congressista sono affollati all'inverosimile: gente di ogni razza e lingua, di ogni cultura e ceto sociale e di ogni età. É fatica sfondare. Gli africani, i giapponesi, gli indiani fanno spicco con i loro costumi e attirano gli europei desiderosi di sperimentare anche loro, così diversi per lingua e cultura, il linguaggio della nuova era linguistica internazionale.
 Per dar modo a tutti di partecipare, l'inaugurazione è stata fatta due volte, al mattino e al pomeriggio di domenica 26 luglio 1987, nel pur grande salone del Palazzo della Cultura, al centro della città, di stile 'moscovita' e donato a Varsavia da Stalin. Ma i polacchi oggi non amano molto ricordarlo ...!
 Nella vecchia piazza della città vecchia, il regime ha allestito un grande palco addobbato con manifesti del Centenario dell'Esperanto, e già dalle dieci del mattino dei militari stanno dando spettacolo di balletti e scenette e canti con amplificatori a pieno volume. Ma soprattutto davanti al Congresso s'avvicendano gruppi folkloristici di diverse nazioni che intrattengono il pubblico esperantista in ogni ora del giorno, esibendosi su di un palco dietro al quale spicca: ESPERANTO 1887-1987.
 Un'occhiata al lungo e variato programma della settimana ci fa vedere subito le due caratteristiche di questo congresso: congresso popolare, congresso culturale. Ben 23 conferenze tenute da docenti universitari, una conferenza modello di esperantologia, oltre 40 riunioni di categoria, e una lunga serie di manifestazioni artistiche come teatro, film, concerti, eco. Tutto ciò attesta veramente la vivacità della 'cultura internazionale'.
 Mi sembra anche di poter dire che la presenza di giovani ha caratterizzato e dato una nota più allegra a questo congresso del Centenario. Le nuove generazioni, più aperte al contatto con tutti i popoli, disilluse dal pluralismo linguistico dei banchi di scuola, sembra vogliano disintossicarsi dai veleni nazionalistici propinati loro dall'uso di una delle lingue nazionali egemoni, col dissetarsi alla fonte genuina dell'Esperanto, rispettoso delle singole culture e garante della internazionalità. Basti dire che delle 73 nazioni rappresentate, ben 15 erano del continente nero, quel continente che più di ogni altro soffre del colonialismo linguistico, e tutte rappresentate da delegati giovani.
 Ma i cattolici esperantisti che parte hanno avuto nel Congresso Mondiale di Esperanto ? Circa 1500 congressisti hanno partecipato alle due SS.Messe concelebrate nella domenica 26 luglio. Un fiasco ?...No, un successo, malgrado l'incidente, che molti altri hanno chiamato sabotaggio, della mancata pubblicazione dell'orario della S.Messa nel programma ufficiale. Si, perché nonostante la dichiarazione scritta del presidente del comitato organizzatore, Sig. Stanislaw Swistak, con la quale si assicurava di pubblicare nel libro del Congresso anche l'orario e il luogo del servizio cattolico e di quello protestante o ecumenico, e questo sia nel giorno festivo, sia nei giorni feriali, nel programma ufficiale invece è apparso solo quello protestante. Dimenticanza? Svista?..^ veramente difficile ammettere la buona fede in simili errori...!
 Ad ogni modo i cattolici non si sono perduti. Visto lo scherzo di cattivo gusto (mettiamola così per ora, ma la faccenda è tutta da verificare, e ci si sta muovendo !) si è tappezzato l'ingresso del Palazzo della Cultura con bigliettini scritti a mano, invitando i cattolici al servizio religioso domenicale addirittura in due chiese, uno al mattino e uno al pomeriggio. Per dovere di cronaca dobbiamo anche registrare la perfetta e solenne esecuzione dei canti liturgici da parte dei meraviglioso coro parrocchiale di Santa Maria Thalkirchen (Monaco di Baviera) già presente a Czenstochowa, mentre hanno concelebrato con il presidente dell'IKUE, il sac. Duilio Magnani, una ventina di sacerdoti fra diocesani e religiosi. Alla S.Messa vespertina, la più numerosa nonostante la concomitanza del servizio ecumenico, ha voluto partecipare, ovviamente senza concelebrare, un sacerdote ortodosso ungherese. Hanno tenuto l'omelia il primo vicepresidente del l'IKUE il sac. Josef Kobor (Ungheria) e l'assistente ecclesiastico nazionale polacco per la cura pastorale degli esperantisti cattolici il sac. Josef Zielonka.


 Ogni giorno alle ore 8,30 c'è stata la S.Messa concelebrata con la partecipazione di molti fedeli esperantisti. Il 30 luglio poi, un grande numero di sacerdoti e dì fedeli si sono recati alla chiesa parrocchiale di San Stanislao, la parrocchia di padre Popielusko, per concelebrarvi ivi la S.Messa presieduta da Sua Ecc. Mons. Miziolek, responsabile in seno alla Conferenza Episcopale Polacca della cura pastorale degli esperantisti cattolici di quella nazione, per poi rendere omaggio alla sua tomba situata appunto nel cortile della chiesa al lato destro entrando.
 Qualcosa di vistoso e concreto: accenniamo alla proposta dell'Alto Patrono del 72-mo Congresso Universale, il Sig. Roman Malinowski, presidente del Parlamento polacco: in occasione del Centenario dell'Esperanto si creerà a Bialystok, la città natale dell'iniziatore della lingua internazionale Esperanto, il dott. Ludoviko Lazzaro Zamenhof, un centro mondiale di Esperanto. Già sono resi disponibili nel centro della città quattro ettari di terreno.
 Per concludere è giusto ricordare al lettore la visita, che certamente pochi esperantisti avranno tralasciato, alla tomba del maestro. Una preghiera diversa a seconda del proprio credo, ma espressa da tutti nella stessa lingua internazionale, sulla tomba del dott. Zamenhof nel cimitero dentro l'ex ghetto ebraico di Varsavia.



- Speciale UECI -

Assemblea dell'UECI

 Principale assemblea, sostegno e forza dell'UECI-Asembleo, è ovviamente quella Eucaristica che si è celebrata nella domenica 22 agosto nella chiesa di S.Giuliano Mare, e presieduta dal Vescovo di Rimini, Mons. Giovanni Locatelli, tanto vicino agli esperantisti italiani e internazionali, e quella nei giorni feriali, compresa quella di chiusura al Santuario delle Grazie sul colle di Covignano, dove pure si è rinnovata la consacrazione degli Esperantisti Cattolici al Cuore Immacolato di Maria secondo la formula della p/ima consacrazione avvenuta tramite la Radio Vaticana la mattina del 13 maggio'1982 per bocca di Mons. Giovanni Locatelli, in intima unione con Giovanni Paolo II » pellegrino 'graziato', ai piedi della Madonna a Fatima. Nell'omelia il Vescovo, svolgendo il tema dell'Assemblea eucaristica, s'introduceva così:

«...Vogliamo che questa Eucarestia sia per noi come il rifornimento della settimana cui andiamo incontro. Questa comunità eucaristica è formata da persone di S.Giuliano Mare ed è formata da tante persone che vengono da lontano per via del Movimento Cattolico Nazionale dell'Esperanto. Celebrano gli esperantisti i loro cent'anni di vita e sono radunati qui i responsabili dei gruppi, i singoli e gli assistenti. Perché sono venuto ?...Perché il Vescovo deve sempre portare fiducia, incoraggiamento. Fiducia e incoraggiamento a questo movimento che è prezioso. Molti dicono: utopia. Potrebbe anche essere. Però ogni sforzo che si fa per intendersi di più, per potersi parlare con maggior facilità, è sempre uno sforzo da benedire. Magari potessimo dialogare di più, intenderci di più, anche se veniamo da luoghi diversi, anche se fossimo di nazioni diverse !...»




VERBALE DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE U.E.C.I.

 Il giorno 23 agosto 1987, presso i locali della parrocchia SS. Giovanni e Paolo, in viale Carlo Zavagli, a Rimini, si apre alle ore 15.30 l'assemblea dei soci UECI, convocata mediante annuncio sul bollettino 'Katolìka Sento'.
 In apertura di seduta prende la parola il Presidente dell'Unione, padre Albino Ciccanti, che ringrazia i presenti e dà loro il benvenuto. Inizia quindi la sua relazione nella quale egli sottolinea come l'UECI, malgrado le molte difficoltà avutesi, abbia realizzato delle attività significative. Ciccanti tiene a premettere di essere presidente ininterrottamente dal 1963 e questo malgrado numerosi tentativi di rinnovare il Comitato Centrale; egli ha continuato a ricoprire tale carica a causa dei problemi esistenti, ma da qualche tempo a questa parte egli ha ricevuto la nomina a Parroco di una chiesa di Ravenna e pertanto, stante l'aggravio di impegni, ritiene impossibile per lui continuare ad esercitare la carica di Presidente. Passa quindi a citare alcune delle attività più importanti realizzate dall'UECI: fondazione di gruppi attivi, presenza dell'Unione al Meeting Internazionale per l'amicizia fra i popoli, con uno stand realizzato in proprio, ammodernamento e rilancio del periodico Katolika Sento, mentre -sottolinea il Presidente- molti iscritti dell'UECI collaborano in importanti sedi, quale il programma Esperanto di Radio Vaticana, la sede IKUE di Roma e la redazione di Espero Katolika. Ciccanti ricorda gli iscritti defunti nell'ultimo anno e auspica che il Centenario dell'Esperanto divenga uno stimolo per accrescere il nostro lavoro, per riguadagnare quelle forze che di tanto in tanto sì affievoliscono, e per andare avanti, considerando la lingua Esperanto come un mezzo per la diffusione di un Ideale che è eterno. «Da questo momento,-conclude p. Ciccanti -mi considero ex-presidente dell'UECI, quantunque continuerò a collaborare con l'Unione, con la mia esperienza e i miei consigli».
 Prende la parola il Segretario Generale don Duilio Magnani, che ricorda che l'ultima votazione per il rinnovo delle cariche sociali si è tenuta nel 1976 e da allora non è stato possibile avere rinnovi. Nel 1976 furono eletti p. Ciccanti (Presidente), Serio Boschin (Vice-Presidente), don Duilio Magnani (Segretario Generale), M. Bollini (Incaricata Giovanile), Carla Boga (Cassiera). Di queste persone sono ancora in carica don Magnani, p. Ciccanti e Carla Boga. Negli anni successivi allo scadere delle cariche nessuno si è più candidato, malgrado i tentativi fatti. Don Magnani riferisce inoltre che lo statuto UECI presenta molte lacune nelle sue parti e che in particolare l'articolo 1 che definisce gli scopi dell'Unione, fa apparire l'Unione stessa come un'associazione tendente alla diffusione dell'Esperanto come intento primario: di lì la risposta della segreteria CEI che, interpellata per un nostro riconoscimento, non ha dato corso alla nostra richiesta. Si apre un ampio dibattito sulla questione e si concorda sulla necessità di riformulare lo Statuto. Don Magnani presenta quindi la situazione dell'UECI: nel 1977 risultavano 106 soci, e ai 1986 ne risultano 186 (+80 in 10 anni); gli abbonamenti sono passati da 24 a 78 (+54). Katolika Sento è inviato a molti visitatori del Meeting che si fermano al nostro stand; vi sono poi 20 copie inviate in omaggio, 210-220 indirizzi segnalati dai soci, 170 copie inviate ad altrettanti bollettini diocesani o in generale alla stampa cattolica, ai sacerdoti di Rimini, a istituzioni religiose, a congregazioni vaticane e alla Segreteria dì Stato vaticana. Per la situazione finanziaria vi è un capitale in Buoni Ordinari del Tesoro per lire 8.000.000 con scadenza al 1 giugno 1988, costituito dal fondo dei proventi di vendita delle grammatiche e dalle quote dei soci a vita. Per Katolika Sento si sono spesi nel 1986 lire 3.000.000, per il 1987 si prevede una spesa di 3.500.000 per l'aumento delle spese postali, passate da lire 26 a lire 46 per ogni copia inviata. Don Magnani evidenzia la necessità, più volte ricordata, di un rinnovo delle cariche sociali, per una riorganizzazione della Segreteria e dell'Unione in generale. Occorre altresì una formazione degli esperantisti cattolici, e propone perciò di indire almeno ogni anno qualche giorno di preghiera comune in località fissata e stabile. «Bisogna insistere perché l'Associazione si senta più unita» è il suo invito.
 Alle ore 17:20 la seduta è sospesa. Alle ore 9:00 del giorno 24 agosto, presso i medesimi locali, riprende la seduta dell'Assemblea Nazionale UECI. In apertura di riunione viene eletto il presidente dell'Assemblea, nella persona del rag. Angelo Scalia, mentre il sig. Carlo Sarandrea è eletto Segretario Verbalizzatore. Per il seggio elettorale si nominano il dott. Alessandro Angeletti quale Presidente, il prof. Mario Sola quale Segretario e le sig.re Elisabetta Casagrande Berardie Clara Gubbioli Carioli quali scrutatrici.
 Al fine di calcolare l'esatto numero di voti a disposizione dei presidenti dei gruppi locali
(a norma dell'ari 16,2 comma dello Statuto), si segnala la presenza dei Presidenti dei
Gruppi di Milano (Longoni), Bologna (Casagrande), Vercelli (Sola), Rimini (Campo-basso), Roma (Scalia), e il relativo numero di soci iscritti, non presenti e né rappresentati per delega.
 Prende poi la parola don Pasquale Campobasso, nella sua qualità di rappresentante nazionale dell'IKUE. Esordisce presentando quello che, a suo dire, è il maggior problema dell'Unione: la mancanza di informazioni sui gruppi locali: non si è avuto negli ultimi tempi - osserva - nessun tipo di relazione sull'attività svolta da parte dei gruppi locali e addirittura non si riesce a sapere quanti gruppi UECI esistano in Italia. Per quanto riguarda le iscrizioni, don Campobasso presenta le seguenti cifre, a completamento dì quanto già detto da don Magnani: Soci a vita,10; Soci ordinari UECI-IKUE,56; Soci ordinari UECI.87; Soci ordinari IKUE,16; Soci familiari.14; Soci giovanili,3. Tota!e:186 soci. Per gli abbonamenti: a Katolika Sento,80; ad Espero Katolika,3; ad entrambi,5. Totale:88 abbonamenti.

 Prende la parola Angelo Scalia che continua un tema introdotto da p. Ciccanti, sulle grammatiche dell'Istituto Italiano di Esperanto, che riprendono largamente il testo del Manuale Pratico della Lingua Esperanto, uscito nel 1977 come edizione UECI.
Scalia propone che l'Unione acquisti tutto lo stock dei libri, offrendo una somma pari alle spese di stampa e richiedendo contemporaneamente il rilascio di una dichiarazione che attesti che la UECI possiede i diritti di autore sul testo della grammatica in oggetto. L'Assemblea accetta all'unanimità la tesi di P. Ciccanti.  Scalia, rifacendosi a quanto detto in precedenza, sottolinea la necessità di una piena attuazione dello Statuto e di una sua aderenza a quanto previsto dalla Statuto IKUE. Cita ad esempio come la Categoria Socio a Vita non sia prevista dallo Stauto UECI - quantunque, secondo quanto segnala don Magnani con un suo intervento, tale categoria è stata poi istituita con delibera del Comitato Centrale ; inoltre, continua Scalia, vi è una forte differenza nel calcolo delle quote: i! socio sostenitore è tenuto a versare secondo lo Statuto UECI il triplo di una quota ordinaria-, mentre nello Statuto IKUE il moltiplicativo è venti. Sono necessarie, prosegue Scalia, delle modifiche allo Statuto che dovranno specificare le competenze e i modi di agire dei Gruppi locali. Per quanto riguarda la vita organizzativa dell'Unione, Scalia afferma la necessità di presentare come di ciascun Gruppo locale. Continua asserendo, la necessità che l'Unione manifesti una certa autonomia dalla FEI - Federazione Esperantista Italiana e che le riunioni degli esperantisti cattolici nel quadro dei Congressi italiani di Esperanto non vengano 'considerate come delle Assemblee UECI a tutti gli effetti. Per quanto attiene ai rapporti UECI/IKUE, Scalia afferma che è sbagliato ed anti-Statuto separare gli iscritti nei due settori: Soci UECI e SOCI IKUE, mentre, secondo quanto riportate nel Bollettino Katolika Sento: «ogni esperantista socio dell'UECI è automaticamente anche socio dell'IKUE e viceversa»: questo comporta anche un ricalcolo delle quote sociali. Scalia da lettura delle lettere da lui inviate alla Presidenza e alla Segreteria Generale dell'UECI e nelle quali ha esposto in maniera dettagliata tutte le osservazioni di cui sopra ed anche altri temi. Ad esempio, sempre per quanto attiene ai rapporti UECI/IKUE, Scalia afferma, nelle lettere citate,, che la categoria 'Socio Isolato', per quelle località ove è presente un Gruppo UECI, non è da applicare. Porta a sostegno della propria tesi innanzi tutto lo Statuto ove è detto che i 'Gruppi riuniscono i Soci dell'Unione dimoranti in un stessa località', poi prospetta l'ipotesi che eventuali soci isolati possano costituire dei Gruppi autonomi, scissionisti, anziché aderire al Gruppo locale di zona. In più tale deroga non contribuisce certo, afferma Scalia, all'incentivazione e al potenziamento dei Gruppi focali esistenti, ma disperde i Soci.
 Interviene Mario Sola che ringrazia innanzi tutto gli organizzatori dell'Assemblea per l'opera svolta e per l'incontro che costituisce una esperienza assai utile e da ripetersi. Sottoscrive la proposta di don Magnani per l'invito ad un incontro annuale di preghiera comune dei Soci. Rispondendo a Scalia sul tema dei 'Soci isolati' in località ove è presente un Gruppo UECI, egli afferma che la volontà del socio deve essere rispettata, qualunque siano i motivi che lo spingano a non iscriversi al Gruppo locale. Elisabetta Casagrande Berardi condivide l'opinione del prof. Sola e passa poi a presentare l'attività del Gruppo di Bologna di cui è Presidente. Ella afferma che si fa ben poco e che si tende per lo più alla collaborazione con il Gruppo FEI per introdurre lo spirito cattolico nel Gruppo stesso. Mons. Lorenzo Longoni presenta il Gruppo di Milano: vi è un incontro mensile con una S. Messa a cui partecipano dalle 20 alle 25 persone; si tengono dei corsi di insegnamento dell'Esperanto e, realizzato dal Prof. Corrado, si pubblica un Bollettino di informazione. Fra le manifestazioni effettuate, vi è stato il «Giorno del Duomo», per il festeggiamento del centenario del Duomo milanese.
 Alle 10,45 la seduta è sospesa per una pausa dei lavori.
 Alle ore 11.00 si riprende la seduta. P. Riccardo di Prinzio parla del Gruppo di Vasto (CH), ormai quasi «spento», dato che da qualche tempo egli, suo Presidente, è divenuto Parroco a Chieti. Sul Gruppo di Parma relaziona il Sig. Vittorio Madella, affermando che l'attività principale sono i Corsi di Esperanto. P. Pasquale Campobasso parla del Gruppo di Rimini, affermando che Rimini è stata messa «in subbuglio» dagli esperantisti: vi sono 11 iscritti, ma tutta la città sa cos'è l'Esperanto e in Curia vescovile «non si ride più dell'Esperanto». Vi sono due incontri settimanali. Il Gruppo cura l'allestimento dello stand presso il Meeting, ha lavorato molto per la spedizione dei pacchi-viveri in Polonia e, negli ultimi anni, ben 5 Tir sono partiti verso l'Est con beni di prima necessità. Segnala infine l'attività di raccolta ed invio di occhiali al Terzo mondo e il lavoro del Gruppo per la realizzazione e l'invio ai Soci di Katolika Sento. Mario Sola espone la situazione del Gruppo di Vercelli: sono stati tenuti dei contatti con le scuole cattoliche; ogni primo venerdì del mese vi è la Messa mensile a cui partecipano circa 20 persone. Carlo Sarandreaparla della situazione del Gruppo di Roma, il più numeroso con 52 iscritti; ogni sabato, da ottobre a giugno, si celebra la Messa in Esperanto a cui partecipano mediamente 10 persone; l'attività sociale più rilevante sono i Corsi, pubblicizzati sui giornali, il Bollettino bimestrale, la presenza in sede - presso l'IKUE - per garantire degli orari di apertura verso l'esterno e a questo si aggiungono alcune iniziative, intraprese, come le lettere ai Sindaci della Provincia di Roma, per l'intitolazione di Vie o Piazze a Zamenhof o all'Esperanto. Il Gruppo di Roma affronta - conclude Sarandrea - ultimamente una fase di «stanca», anche tra i soci, e in autunno si porrà il problema della sede dove tenere i Corsi, dato che il Pontificio Istituto di Studi orientali ha mostrato una certa ritrosia nel rinnovare lo scorso anno l'ospitalità al Gruppo. Lorenzo Rosati, a complemento di quanto esposto da Sarandrea, presenta l'attività dell'L.K.A. - Esperantista Kurtondo Aŭskultantaro - che realizza un Bollettino per la diffusione dell'ascolto delle radio internazionali ad onde corte che trasmettono in Esperanto, e che l'annuncio dell'esistenza dell'E.K.A.. che agisce sottol'egidaa del Gruppo di Roma dell'UECI - è apparso sul periodico specializzato «Radiorama». P. Ciccanti interviene e, prendendo spunto dalle cifre dette in Assemblea, afferma che per la fondazione di ulteriori Gruppi locali molto si è fatto ma il più delle volte non si è riutilizzato nulla. Scalia ribatte che l'UECI può avere delle maggiori possibilità di diffusione che non altre associazioni esperantiste.
 Quando si sottolinea la necessità di autonomia della Fei, non si intende certo - spiega Scalia - «rubare» dei soci alle altre associazioni, come qualcuno teme che si voglia fare, quando si invoca il potenziamento dell'UECI. Sarandrea sottolinea la necessità di parlare anche dei mezzi di diffusione dell'UECI. Suggerisce, d'accordo con Sola, di realizzare un pieghevole illustrativo delle finalità e delle realizzazioni dell'UECI. Sola invita a trarre delle conclusioni, a decidere sulle candidature per le elezioni del Comitato Centrale. Scalia invita da parte sua l'Assemblea a scegliere il metodo di elezione e presenta due sistemi che prevedono, l'uno, l'elezione diretta delle cariche (Presidente, Vice-Presidente, Cassiere, Segretario Generale, Incaricato giovanile), l'altro, che contempla l'elezione di cinque persone che poi sceglieranno tra loro i vari incarichi. L'Assemblea, visti i precedenti, elegge il secondo sistema, di elezione delle persone. I presenti propongono i seguenti candidati: Paolo Lungo (presentato da Mario Sola), L'Ing. Leo Franzoni (presentato da Mons. Longoni), Elisabetta Casagrande Berardi (presentata da Florenza Codicè), Angelo Scalìa (presentato da Carlo Sarandrea), Miriam Ceci-Neva Noseda (presentata da Don Andreoni), Mauro Ortelli (presentato da Don Magnani), Fr. Piero Spagnolini (presentato da Don Magnani), Florenza Codicè (presentata da P. Campobasso), P. Pasquale Campobasso (presentato da Don Magnani), Carlo Sarandrea (presentato da Angelo Scalìa), Vittorio Madella (presentato da Don Magnani) e Don Duilio Magnani (presentato da tutti i presenti). Alle ore 12.30 la seduta è sospesa.
 Alle ore 15,30 l'Assemblea riprende i lavori. Il Presidente Scalìa in apertura di seduta, prima che si passi alle votazioni per il Comitato centrale, pone ai voti dell'Assemblea la tesi secondo la quale ogni socio UECI non è tenuto ad iscriversi automaticamente al Gruppo locale. Si apre una vivace discussione al termine della quale i presenti a maggioranza - conteggiano anche i soci rappresentati per delega o dai Presidenti - approvano la tesi proposta.
 Si insedia quindi il Seggio elettorale e si procede alle Votazioni, per le quali è redatto un Verbale apposito che si allega al presente.
 Al termine si constata il seguente risultato:
 Soci iscritti: 86, soci votanti: 121, schede valide: 72, schede bianche: 49, schede nulle: 0.
 Hanno ricevuto voti: Don Duilio Magnani voti 70, Elisabetta Casagrande Berardi voti 47, Paolo Lungo voti 46, Mauro Ortelli voti 40, Fr. Piero Spagnoli voti 31, Florenza Codice voti 28, P. Pasquale Campobasso voti 26, Carlo Sarandrea voti 25, Vittorio Madella voti 20, Miriam Noseda Ceci-Neva voti 19, Angelo Scalia voti 8, Leo Franzoni voti 0.
 Risultano eletti: Magnani, Casagrande Berardi, Lungo, Ortelli e Spagnolini. A causa delle dimissioni verbali di quest'ultimo, subentra nel Comitato Centrale la Sig.ra Florenza Codice.
 Alle ore 16,30 l'Assemblea è sciolta.
Rimini, 24 agosto 1987.


DALL'ITALIA / EL ITALIO

 PISA: okaze de la IEF-kongreso okazis UECI-kunsido. Gvidis ĝin S-ro Antonio Gambuti kiu substrekis la ĉefan celon de la kristana esperantisto kiu estas disvastigi la Veron, t.e. la mesaĝo de Kristo per Esperanto. Bedaŭrinde, pro la samtempaj aliaj okazintaĵoj, oni devis mallongigi la tempodaŭron kaj eĉ la partoprenantoj ne estis multaj. Celebris la Meson en Esperanto pastro Florio Giannini el Marina di Pietrasanta (LU). (Raportis Maria Teresa Boragini el Bologna).

UDINE: 4-6 Settembre 1987:si è svolta la 19-a TRILANDA ESPERANTO -KONFERENCO, cioè il 19-mo incontro degli esperantisti ed amici dell'Esperanto dei tre Paesi confinanti (Italia, Austria, Jugoslavia) all'insegna di questo slogan: Con una lingua cade una barriera, con due lingue cadono due barriere, con l'Esperanto cadono tutte e sul tema. 'Prospettive del secondo secolo dell'Esperanto'. Presenti le diverse autorità locali del Comune e della Provincia che hanno patrocinato rincontro, e lo stesso sottosegretario alla Difesa, on. Scovacricchi, convinto esperantista da sempre e non per l'occasione.
 Nel giorno festivo hanno concelebrato la S.Messa in esperanto (...e chi avrebbe capito il latino ?...) il prof. Mons. Franjo Gruic, Rettore del Seminario di Dakovo-YU e vicepresidente dell'IKUE, ed il sacerdote goriziano Ippolito Pellis. Nel dibattito svoltosi presso il Dopolavoro Ferroviario dì Udine si è lamentato come le Autorità Ecclesiastiche non siano tanto sollecite a sostenere uno strumento di fraternità e di pace come l'Esperanto, (prof. Vittoria Spina).

 ROMA: la Centra Oficejo de IKUE (via F.Berni 9, 00185 ROMA) informas ke la estraro de IKUE estis konfirmita por la daŭro de ankoraŭ tri jaroj kun la aldono, fare de la IKUE-asembleo, de kromaj kvar komitatanoj: Alberta Casey el Usono, p. Roman Forycki kaj Barbara Pohanke el Pollando, Elizabet Kaszab el Hungario. El la malnovaj estraranoj oni citas nur tiujn kun plej gravaj postenoj: sac. Alfons Beckers el Belgio (Honora Prezidanto), sac. Duilio Magnani el Italio (Prezidanto), sac. Lajos Kobor el Hungario (unua vicprezidanto), Mons-ro Franjo Gruic el Jugoslavio (dua vicprezidanto), d-ro Antonio De Salvo el Italio (kasisto kaj generala sekretario).




PREĜI POR LA VOKIGOJ

 Mi ne scias, kiom da fratulinoj en Pollando konas kaj parolas esperanton.
 Mi komencis lerni ĝin antaŭ ne longe kun granda ĝojo en mia koro, esperante, ke per ĉi tiu lingvo mi povus fari multe da bono.
 Mi estas instruistino kaj ankaŭ gvidantino de infanaj kaj junularaj preĝ-grupoj. Ĉi tiuj preĝ-grupoj deziras plenumi la ordonon de Jesuo Kristo, skribitan en la Evangelio laŭ Mateo (9,37):
 «La rikolto ja estas abunda, sed la laborantoj estas malmultaj. Petu, do, la Sinjoron de la rikolto, ke Li sendu laborantojn en sian rikolton».
 Per ĉiutaga, konstanta preĝo kaj fervorega spirita laboro, ili volas petegi ĉe Dio multe da sacerdotoj, misiistoj, misiistinoj kaj laikaj laborantoj por la mondo. Ni ĉiuj scias, kiel la mondo treege bezonas ilin.
 Por ke la peno de la preĝ-grupoj estu pli forta kaj pli agrabla al Dio, ni deziras inviti al nia laboro la infanojn, la junulojn kaj ankaŭ la aĝulojn de ĉiuj landoj de la mondo, kiuj deziras kunlabori en la realigo de la ordono de Jesuo.
 Pro tio, en la nomo de niaj grupoj, mi tutkore petas ĉiujn legantojn de 'Katolika Sento', ke ili disvastigu inter siaj samlandanoj la informon pri ĉi tiu aparta kaj elkora invito al komuna, bela kaj utila laboro. La komuna sindevigo estos tute fruktodona. Tiamaniere oni povas instigi unuj la aliajn, per korespondado. Al ĉiu letero mi respondos en esperanto, la lingvo kiun mi studis por ci tiu celo.
 Mi devas ankaŭ aldoni, ke la infanoj kaj la junuloj de miaj preĝ-grupoj revas pri Esperanto. Tamen ne ĉiuj kaj ne ĉiam ili havas la eblecon lerni ĝin. Sed mi certas ke la reciprokaj kontaktoj kun esperantistoj helpos ilin ne nur en la realigo de la vortoj de Jesuo, sed ankaŭ por la lernado de Esperanto: per Esperanto al paco kaj al amo inter ĉiuj rasoj kaj popoloj. Ja ĉi tion volas de ni ĉiuj nia Sinjoro Jesuo Kristo.
 Atendante la respondojn el diversaj landoj, mi salutas vin en-nome de miaj preĝ-grupoj. Dio estu kun vi kaj Lia paco kaj amo.
Fratulino Bobola Nowakowska
ul.Miedzychodzka 17 B
PL-62045 PNIEWY
POLONIA



Grazie - Dankon

Padre Mario Lago, professore ed esperantista di vecchia data, nostro socio, ha fatto aiutare economicamente dal suo Istituto (Padri Giuseppini del Murialdo, via Fiume 9, 16038 S. MARGHERITA LIGURE) una studentessa polacca di Cracovia, la signora Barbara Rybczynska laureanda in letteratura italiana. Oltre ad avere il soggiorno gratuito per 20 giorni, la signora, in attesa di una creatura, è stata aiutata generosamente da tante famiglie del posto e abbondantemente rifornita di medicinali, dal medico dell'Istituto, in vista del rientro in Patria dove i medicinali... mancano davvero! Non contento di questa opera di misericordia, padre Lago ha inviato anche L.100.000 per le opere di carità dell'UECI (la UECI-bonfadaro).

HANNO OFFERTO PER L'ASSEMBLEA DELL'UECI: Spina prof. Vittoria (L 50.000), Lepore prof.Corrado (L. 5.000), Boragini M. Teresa (L. 10.000), UECI-grupo de Roma (L 100.000), Miano Lucia (L 20.000), Codicè Florenza (L. 10.000), Ferrari Ottavio (L. 10.000), Esperantistino N.N. (L 77.000), Casagrande Elisabetta (L 10.000), Madella Vittorio (L 10.000), Esperantistino N.N. (L. 30.000), Gambuti Antonio (L. 10.000), Fabbri Anorina (L. 6.000), p. Di Prinzio (L 35.000).

HANNO OFFERTO PER LA UECI-BONFARO OATTIVITÀ' MISSIONARIA: prof. Corrado Lepore (L. 5.000), prof. Vittoria Spina (L 10.000 per abb. a. Ekumenismo per il Terzo Mondo e L. 30.000 per EVANGELIZADO), Giuseppe Funes (L 10.000),. Leonzio Martini (L. 300.000), dott. Serio Boschin (L. 250.000), alla memoria del padre M.o G.B. Briano, la figlia Rita (L.50.000), fra Piero Spagnolini (L 2.500 per EVANGELIZADO), UECI-grupo de Roma (L. 55.000 per Stipendio-Pentekosto), Lucia Miano (L 10.000), Florenza Codicè (L 10.000), Dipendenti ditta Panzoo (L. 150.000), Esperantistino N.N. (L 20.000), Alfonso Perna (L 37.000).



RICHIESTE - PETOJ

■ CINA:
II Sig. Kaiz Pietro, non avendo possibilità di ascoltare Radio Vaticana in Esperanto, perché senza un adeguato apparecchio radio-registratore, chiede l'aiuto di qualche fratello. L'aiuto è necessario in denaro, perché, se ricevesse l'apparecchio dall'Occidente, pagherebbe alla dogana il doppio del suo costo in Cina.

■ COLOMBIA:
Il giovane studente universitario esperantista Luis Felipe Saldarriaga (apartado 5567 - MEDELLIN) chiede di poter essere aiutato: 1 ) ad avere una borsa di studio o altra forma di aiuto per studiare architettura in Italia; 2) avere aiuti finanziari per potere frequentare la Pontificia Università Boliviana di Medĵin che, essendo privata, ha per forza di cose dei costi molto alti. Se diverse parrocchie si unissero non potrebbero trovare il necessario per fargli frequentare una Università in Italia ? ....Fateci delle proposte. La parrocchia di S.Giuliano Mare ed il Gruppo UECI dì Rimini sono già pronti ad unire le forze.



All'UECI possono iscriversi gli esperantisti cattolici italiani, i simpatizzanti e i benemeriti, ossia gli «Amici dell'Esperanto».
L'UECI è la filiale italiana dell'IKUE (Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista - Unione Esperantista Cattolica Internazionale - Via Fr. Berni, 9 - 00185 Roma). Pertanto ogni esperantista socio dell'UECI è automaticamente anche socio dell'IKUE e viceversa.
All'UECI si può aderire singolarmente o tramite il gruppo locale il quale, per le sole quote associative e non per i semplici abbonati, può trattenere lire 2000 per la vita di gruppo

SOCIO «UECI»

Ordinario con KS L. 13.000 - Sostenitore con KS L. 35.000 - Socio a vita con KS L. 250.000 - Familiare senza KS L. 6.000

SOCIO «IKUE»

Ordinario (MA) con EK L. 22.000 - Sostenitore (MS) con EK L. 45.000 - Socio a vita (DM) con EK L. 450.000 - Familiare senza EK L. 6.000
  1. Il solo abbonamento a Katolika Sento (KS) è di L. 7.500 mentre a Espero Katolika (EK) è di L. 16.000.
  2. Per i giovani (21 anni) la sola quota dì Socio Ordinario è dimezzata sia per l'Ueci che per l'Ikue.
  3. I Soci dell'lkue possono abbonarsi tramite la nostra segreteria al bollettino "Dia Regno» dei KELI (esperantisti protestanti) a sole L. 7.000 (metà tariffa) e ciò per favorire l'ecumenismo.
  4. Il Socio Ordinario dell'Ueci, a scopo di propaganda, ha diritto di abbonare amici e conoscenti a KS versando solo L 5.000 per ogni indirizzo.
  5. Per abbonamento all'estero aggiungere L. 2.500 per ciascun indirizzo.
  6. Per la corrispondenza si prega di unire il francobollo per la risposta. Grazie.
  7. Usare sempre e solo il C/C/P n. 11129475 intestato U.E.C.I. - Viale C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini.