Periodico dell'UNIONE ESPERANTISTI CATTOLICI ITALIANI (UECI)
Nuova serie n.4-1987   LUGLIO - AGOSTO
"Per la promozione della fratellanza e della comprensione tra i vari popoli di diverse lingue" (Paolo VI)

Periodico bimestrale - Sped. in abb. post. gr. IV 70% - Autorizz. della Curia Vescovile di Rimini n. 1484 del 20/12/1984 - Direttore respons.: Don Duilio Magnani - Redazione e Amministrazione, segreteria generale UECI: Via C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini - Tel.(0541)26447 - c/c/p n. 11129475 - Stampa Tipolito Ramberti

Enhavo:



L'esperanto ha cent'anni

 Il 14 luglio 1887 apparve in Varsavia la prima grammatica della lingua internazionale, in edizione russa. Questo libretto (40 pagine) era formato da una prefazione con alcuni testi nella nuova lingua e una grammatica completa con le 16 regole. In un foglio a parte si trovava un vocabolario «Internazionale Russo» e la spiegazione per l'uso.
 L'autore era il dottor Ludovico Lazzaro Zamenhof, ma egli preferì pubblicare la sua opera sotto lo pseudonimo «dottor Esperanto» (dottor «Speranzoso»), da cui derivò poi il nome della nuova lingua.
 Leggiamo da una biografia romanzata su Zamenhof, scritta da M. Ziolkowska, come vissero quei giorni il dottor Zamenhof e la sua futura moglie, Klara Silbernik.
 «La giovane coppia stava tutti i giorni a meditare se la censura (zarista) avrebbe permesso la stampa della grammatica. Finalmente un giorno, entrando nelle tipografie di Via Rymarska, dove il libro doveva essere stampato, il maestro artigiano Kelter venne loro incontro mostrando il permesso della censura e cominciando a chiamare trionfante: - All'azione, signor dottor Esperanto, all'azione -».
 Le lacrime brillavano negli occhi neri di Klara. I due tornarono a casa come ubriachi: pareva di lasciarsi dietro tutte le fatiche e di avere davanti solo vittorie. A tarda sera Ludovico scrisse questa poesia:

Oh, cuor mio, non palpitare,
Dal petto mio non balzar fuori!
Ormai non posso trattenermi facilmente,
oh cuor mio.
Oh cuor mio! Dopo un lungo, prolungato lavoro,
non vincerò nell'ora decisiva.
Basta! Tranquillizzati dal battere, oh cuor mio!»

 La tua opera apparirà in stampa in tutto il mondo - lo salutò Klara in giorno seguente, - e tu sei triste. Suvvia, rallegriamoci!-
«- Non posso, - ribatté Ludovico. - Mi trovo davanti a un Rubicone. Quando apparirà il mio libro, non avrò la possibilità di tornare indietro. So quale sorte attende un medico, che vive del proprio lavoro, se i suoi pazienti vedono in lui un visionario che si preoccupa di 'cose secondarie'. Oggi gioco su una carta su tutto, tutto il mio futuro».
 Klara tranquillizzò il suo fidanzato come poté. Gli assicurò che mai lo avrebbe abbandonato nella battaglia e che in caso di «fiasco», di insuccesso e di povertà, Silbernik padre non si sarebbe mostrato avaro verso di loro.
«Ludovico non riacquistò comunque il buon umore. Finalmente arrivò il gran giorno: il 14 luglio del 1887 fu completata la stampa della grammatica».
 Ludovico sfogliava pagina dopo pagina il modesto libretto con bramosia. Non riusciva a leggerlo a sazietà. Anche Klara era rimasta incantata dal libro: con la signora Rosalia pianse per la felicità ed entrambe augurarono a Ludovico un brillante futuro.

 Nell'«Enciklopedio de Esperanto», alla voce «Unua libro de Esperanto», leggiamo la descrizione del primo libro di Esperanto:
«Sulla seconda pagina è stampato il permesso della censura con la data 21 maggio 1887 e un'aggiunta in russo: - La lingua internazionale, come ogni lingua nazionale, è proprietà comune; l'autore rinuncia per sempre ad ogni diritto su di essa -. In terza di copertina vi è la seguente annotazione in russo: Il diritto di traduzione di questo opuscolo in ogni altra lingua non è riservato- Sulla quarta di copertina vi è, in russo ed esperanto: -Indirizzo dell'autore: al signor dottor L. Zamenhof, per il dottor Esperanto, a Varsavia. Distributore di questo opuscolo (in russo) è la libreria di V. A. Istomin a Varsavia-. Ecco poi il sommario: 1- Introduzione (28 pagine), con i primi testi: a/Padre Nostro, b/testi biblici, c/ esempio di lettera, d/«Mia penso» (poesia originale). Vi era poi: 2- otto cartoline per i lettori, nella quale vi era la possibilità di dichiararsi disponibile ad apprendere l'Esperanto, se oltre 10 milioni di persone avessero fatto lo stesso (una trovata pubblicitaria molto ingegnosa dello stesso Zamenhof); 3- grammatica completa della lingua (6 pagine); 4- il foglio aggiunto con il vocabolario Russo-Internazionale».
 Il primo libro dell'Esperanto in russo conteneva 947 radici.
 Usciranno ben presto le edizioni polacca, tedesca e francese. Nel 1889 in svedese, italiano e così via. Alle 40 pagine delle grammatiche 'pioniere' si aggiungeranno pubblicazioni più' complete, fino alle odierne lezioni situazionali e 'total immersion'. Anche il lessico si è ampliato: Il Plena Ilustrita Vortaro (Vocabolario completo illustrato) contiene 15.250 definizioni, un volume di 1300 pagine.

Roma UECI - Gruppo, bollettino 34

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Il latino moderno è l'esperanto

Anche se in ritardo pubblichiamo integralmente, e senza commenti, la lettera scritta dal Prof. Carlo Agostini, rinomato latinista ed esperantista, al direttore della rivista Abate Egger «Latinitas» (Vaticano).
 Caro direttore,
ricevo ora il n. III - 1986 di Latinitas.
 Fra le tante belle cose, ce n'è una che mi ha vivamente interessato: una specie di tavola rotonda fra i dottissimi latinisti di Latino Vivo.
 Di questo colloquio fra sette o otto «gravi» (e qui, «gravi» ha esattamente lo stesso significato di «gravaj» in esperanto) gravi personaggi, si ricava:
 A) che Don Pigini (che tu conosci) si è lamentato che i testi dei suoi fumetti latini sono troppo difficili, per cui il numero dei loro lettori va progressivamente scemando;
 B) che i pareri di questi esimi latinisti sono assai discordi:
 a) chi vuole un «neolatinum»: il latino colloquiale di Vido Angelono; ma pare che sia solo lui a volerlo ed a sapere con esattezza in che cosa consista;
 b) chi più ragionevolmente ritiene che il latino non potrà mai essere alla portata di tutti; e sia destinato a restare, come lingua parlata, privilegio di pochi: di una «electa manus»: uno «scelto manipolo di persone» e questo è il parere autorevolissimo dell'abate Egger;
 c) chi ritiene che un latino per tutti richieda una costruzione delle proposizioni e dei periodi «diretta»: che le parole siano ordinate, diciamo, all'italiana (o all'inglese);
 d) chi sostiene che non esista una costruzione «naturale», e che, comunque sia preferibile una struttura «sintetica» quale è quella del latino classico e in parte del tedesco;
 e) chi ritiene che debbano essere osservate le regole grammaticali e sintattiche;
 f) e chi pensa che invece non si debba guardare troppo per il sottile, ed accetta anche l'errore, purché non impedisca l'intelligenza del significato.
 E tuttavia, da questo interessante servizio si possono ricavare alcune conclusioni abbastanza chiare.
 Lo Stato Maggiore di Latinitas non ha chiare né concordi idee sui programmi e sui fini dell'azione che da sempre sta volonterosamente svolgendo: a difesa della purezza della lingua? A sollecitazione per interesse di quello studio? A diffusione del suo scritto e parlato? A quest'ultima meta aspira evidentemente il Prof. Vido Angelino, sostenitore del neolatino (di lui leggeremo già altri appassionati, se pure discutibili interventi su Latinas e su altre riviste); il quale però, in un certo senso, è stato citato dalla maggioranza dei partecipanti al dibattito: essi infatti hanno mostrato di non afferrare il concetto della «facilitazione troppo italiana» da lui propugnata, consistente, come ho detto, soprattutto nella disposizione 'naturale' dei termini nella proposizione e nel periodo.
 Più chiari, forse, le idee degli altri insigni disputanti, ma più utili alla propaganda, se non fosse quella della professoressa Angela Minicucci: disposta a passar sopra anche agli errori di grammatica, purché il latino si scriva e si parli.
 Ciò che va sottolineato, oltre la concordia molto discorde, è la serietà delle proposte di Carlo Eger, che sono poi assai vicine a quelle da me propugnate anche su Latinitas (v. Latinitas, giugno 1980, pag. 144/145); non che la giusta, sebbene non esplicita condanna della prof.ssa Minicucci della defenestrazione ufficiale del latino dalla nostra Scuola: defenestrazione alla quale condusse la mancanza di una appropriata didattica (didattica che io ho invano tentato di diffondere, incontrando entusiastiche approvazioni, ma insuperabili e meschini ostacoli). Altra conclusione positiva: il consiglio di ridurre alquanto, nell'eventuale uso del latino, l'uso dell'ipotassi a vantaggio della parafassi: non ci sono forse stati ottimi autori latini che hanno scritto in uno stile più moderno di quello di Cicerone e di Livio Seneca, ad esempio?
 Comunque, prima di lanciare una «costosa» campagna per la diffusione del latino come lingua indispensabile, sarebbe bene che i bravissimi disputanti dell'accennato simposio, si mettessero d'accordo innanzitutto sul fine, poi sul metodo e sui mezzi (non intendo 'finanziari' ma didattici!) per conseguirlo.
 E... se non chiedo troppo, rileggessero quel mio intervento per ricordare che c'è anche un 'neolatino' assai positivamente collaudato e ingiustamente ed in-cosciente,mente avversato, che si chiama ESPERANTO.
Prof. Carlo Agostino



Neocolonialismo

Hanno ben ragione i lettori Antonio Paganelli e Nella Lucchin di Savignano (Fo) che, nel loro intervento (Carlino - opinioni 7/1/87), lamentano la «regressione» della cultura europea, sotto l'impostazione «da parte dei mass media e delle mode del giorno dei modelli culturali e linguistici anglo-americani». E, come operatori nel mondo della scuola, sono particolarmente qualificati a farsi portavoce di un grave disagio, che ormai ha raggiunto il limite di guardia e quindi di sopportazione. Sembra anzi che i due valenti insegnanti romagnoli raccolgano l'eco di una protesta che, fortunatamente, va sempre più' estendendosi a livello europeo, specialmente fra gli intellettuali. Si chiedono infatti: «Perché soccombere senza reagire a questo neocolonialismo?». Per quanto mi riguarda, oltre al rifiuto e alla protesta, un antidoto l'ho trovato. Ho imparato celermente l'esperanto e, ogni qualvolta il mio bellissimo idioma nazionale non mi soccorre più', utilizzo la lingua internazionale Esperanto e mi trovo benissimo. Fra l'altro, ho veramente spalancato le finestre sul mondo, faccende splendide, inimmaginabili amicizie in ogni parte della terra.
 Ma se non si ha tempo né voglia di diventare esperantisti, c'è un infallibile metodo per sottrarci a quel «neocolonialismo» (al quale purtroppo, molti aderiscono con una sorta di incosciente masochismo) e per dar prova di dignità almeno civile, se non nazionale. Ce lo ha suggerito il direttore del quotidiano «La Nazione» di Firenze; confratello del nostro «Carlino», raccontandoci di quel suo amico - perfetto conoscitore della lingua inglese - che andò a parcheggiare la sua auto davanti all'ambasciata Usa di Roma ignorando i grandi cartelli con scritto «No parking». Poi al marine esterrefatto che intendeva cacciarlo - esprimendosi in perfetto inglese - spiegò che lui era italiano, che lui si trovava in Italia e che nessuno lo obbligava a capire quelle parole straniere scritte sul cartello...
 Ora davanti all'Ambasciata Usa di Roma, ci sono tanti cartelli nuovi con scritto «Divieto di parcheggio».
 È stata una bella, utile e producente lezione di dignità, che dovremmo imparare tutti e che potremo ripetere, per esempio qui in Romagna, al «Meeting» di Rimini, chiedendo che nel salone dei convenuti sia apposto un bel cartello con la scritta «Uffico stampa» invece di (o, almeno, accanto a) quell'unico, peraltro già criticato, «Press Office». Ma in tempi di trekking, parking, shopping, body building, fixing, e appunto di meeting, è forse chiedere troppo.
Luigi Tadolini, Forlì




 Vercelli - Il 31 maggio scorso nell'ospitale e antica città di Vercelli (qui Mario sconfisse i cimbri nel 101 a. C.) si è celebrato il trentennale del gruppo Esperantista Vercellese fondato da Luigi Sola e ora guidato con entusiasmo e dedizione dal fratello Dr. Mario Sola e il centenario dell'Esperanto.
 La manifestazione si è aperta alle 9,30 con la S. Messa in Lingua Internazionale nella Sala Capitolare della magnifica Basilica di S. Andrea con la partecipazione del Ministro per l'Interno on. Oscar Luigi Scalfaro che ha onorato i convegnisti della sua presenza per tutta la mattinata.
 La duplice celebrazione è continuata nel salone Dugentesco con il saluto del Ministro e delle altre autorità e con la dotta e applaudita conferenza del prof. Fabrizio Pennacchietti, ordinario di filologia semitica nell'Università di Torino, sul parallelismo tra l'ebraico moderno e la Lingua Internazionale Esperanto e i loro iniziatori.
 Nel pomeriggio con quiz a squadre si è chiusa la simpatica giornata.



I NOSTRI CONGRESSI

 Fra i duecento e più incontri, convegni, congressi, simposi ecc, a livello nazionale e internazionale, che si organizzano nei due emisferi della terra, in occasione del Centenario dell'Esperanto, non possiamo non ricordare ai nostri lettori, esperantisti cattolici ed amici dell'Esperanto, i seguenti tre che più direttamente c'interessano.


42-mo Congresso internazionale degli esperantisti cattolici
Czestochowa (PL) dal 20 al 24 luglio 1987.

 Nei recinti del celebre Santuario della Madonna Nera, il cuore della Polonia cattolica, si ritroveranno circa 500 esperantisti cattolici, in gran parte provenienti dalle diverse Repubbliche Socialiste dell'Est, ma non pochi anche dall'Europa Occ, sotto L'Alto Patronato del Card. Glemp, Primate di Polonia. Fanno parte del Comitato d'Onore anche i Card. Macharski, Arcivescovo di Cracovia, e Gulbinowicz, Arcivescovo di Breslavia, e 6 eccellentissimi Vescovi tra i quali non possiamo non ricordare il Vescovo di Rimini, Mons. Giovanni Locatela che segue con paterna attenzione le vicende del Movimento esperantista Cattolico nazionale e internazionale. Anche il Premio Nobel per la Pace Lech Walesa ha dato la sua adesione...e forse una possibile rapida visita!
 Ricordiamo che Alto Patrono del 37-mo Congresso dell'IKUE, tenuto proprio dieci anni fa ugualmente a Czestochowa, fu /'allora Arcivescovo di Cracovia ora Papa Wojtila. Anche la Segreteria di Stato, a firma dello stesso Card. A. Casaroli, con lettera del 13/2/87 n.192.172 ci scrive «....ella ha fatto conoscere le molteplici iniziative e proposte che codesta Unione Internazionale Cattolica Esperantista intende porre in atto, in occasione del Congresso dell'IKUE, che si terrà a Czestochowa dal 20 al 24 luglio p.v. Mentre la ringrazio per la cortese premura, desidero manifestare apprezzamento per i sentimenti che guidano la S.V. ed i collaboratori nel dare il proprio sostegno alla diffusione dell'Esperanto mediante molteplici attività, tra cui il menzionato Congresso, al quale auguro pieno successo. La Santa Sede, mediante «L'osservatore Romano» e Radio Vaticana darà sostegno alle suddette iniziative....»



72-mo Congresso universale di esperanto
a Varsavia dal 25 luglio al 1 agosto 1987

 Nella lista dei 71 Congressi mondiali di Esperanto quelli tenuti nell'Europa dell'Est (a Sofia 3472 adesioni ufficiali, a Budapest 3975, a Varna 4414, ancora a Budapest nel 1983 furono ben 4.834!...) sono stati i più' numerosi. Questo del Centenario a Varsavia è certo che passerà di gran lunga le 5.000 adesioni di esperantisti di ogni razza e lingua.
 Si pensi che esistono 44 associazioni nazionali e ben 51 associazioni di categoria (medici, giornalisti, agricoltori, cattolici, filosofi, ferrovieri, Scout, ecc). La rete dei Delegati è composta di ben 3.318 unità e presente in 74 Nazioni. Si può far turismo fin che si vuole e...con una sola lingua?
 Il tema fissato è: «Esperanto: cent'anni di cultura internazionale» ed i lavori congressuali' si terranno nell'imponente e rinnovato Palazzo della Cultura e della Scienza il cui salone contiene circa 3.500 persone per cui la TV polacca ha già programmato la trasmissione dell'inaugurazione in contemporanea nei vicini cinema e teatri ed anche all'esterno sulla grande piazza. Tutti i posti negli Alberghi sono stati requisiti per il Congresso e non si alloggia nessuno senza che abbia in mano l'adesione ufficiale al Congresso stesso.
 Sarebbe uno spettacolo penso interessante anche per gli italiani se l'inaugurazione fosse ripresa, almeno in parte, anche dalla TV italiana, come notiziario straordinario per il centenario dell'Esperanto. Si potrebbe ammirare «una nuova pentecoste» senza cuffie né interpreti!...
 La grande festa, senza la babele delle lingue, sarà allietata da una serie di iniziative troppo lunga da elencare e che potremmo intitolare "il grande festival della cultura internazionale». Di certo non mancherà la celebrazione della S. Messa in esperanto, sia nel giorno festivo che nei feriali, con i canti liturgici dei due cori esperantisti 'Muzilo' dell'Opera di Varsavia e quello di «S. Maria Thalkirchen» di Monaco di Baviera.



58-mo Congresso italiano di esperanto
a Pisa dall'11 al 18 Settembre 1987

 Per la terza volta Pisa ospiterà un Congresso di Esperanto. Famosa per la sua torre pendente, che assieme alla stella verde e al simbolo del centenario fa parte dell'insegna del Congresso, Pisa è ricca di monumenti romanici come la Cattedrale, Battistero, Cimitero, (Piazza dei Miracoli) e di Musei. Si può visitare il Giardino botanico, la casa di Giuseppe Mazzini, ecc.
 Sappiamo che Alto Patrono del Congresso sarà il Presidente della Repubblica Cossiga ed hanno aderito al Comitato d'Onore gli On. Fanfani, Craxi, Andreotti..e nomi famosi come Salvatore Accordo, Elio Migliorini, Luciano Pavarotti, Riccardo Muti, Fulvio Tomizza...
 Il programma è ancora in fase di elaborazione e si annuncia interessante non solo per gli esperantisti, ma anche per..gli amici dell'Esperanto. Per le prenotazioni rivolgersi a Gruppo Esperantista Pisano, Via Oberdan 57, 56100 PISA.

La UECI-anoj ne forgesu la UECI-asembleon, kadre de la Mitingo por la amikeco inter la popoloj, ĉe la paroĥo de p. Magnani (Viale C. Zavagli 73, 47037 Rimini Fo), ekde la 22-a ĝis la 25-a de Aŭgusto. Bv. trarigardi la programon kaj la loĝeblecon en KS n. 3/87, p.4.
 Oni informas ke, pro ne antaŭvideblaj kaŭzoj, ne okazos la «Ronda Tablo» kadre de la Mitingo, sed nur E-stando aranĝita aŭ per la «vojaĝeblaUEA-jubilea ekspozicio» aŭ per «Finestre sul mondo».



Notizie dal mondo - Informoj e la mondo

■ AUSTRIA
 Forse non tutti sanno, anche fra gli esperantisti, che nell'Istituto di Linguistica dell'Università di Insbruck, regolarmente già dal 1948 si tengono corsi ufficiali di esperanto. Li guida il prof. Helmann Olberg che, da studente, aveva imparato l'esperanto proprio a quei corsi. Anche il settore linguistica della Biblioteca di detta Università è molto fornito di libri e riviste.

■ BULGARIA
 La Direzione Economica di 'Globus', azienda bulgara, ha annunciato che manda in commercio delle speciali sigarette denominate Antitab le quali non contengono tabacco, ma erbe medicinali utili per calmare i nervi dei fumatori e per smettere il vizio del fumo. Infatti la sigaretta avrebbe anche la proprietà di rendere sgradevole il gusto dello stesso tabacco. Chi volesse ricevere anche un foglio propaganda può richiederlo alla Ditta N. Rilski 32, BG-1000 Sofia.

■ CINA
 A Ĉengdu i membri di un Klub di poliglotti, pur usando ben 5 lingue straniere, hanno deciso di aggiungere una sesta, l'Esperanto, la sola che li fa diventare veramente internazionali.
 Nella rivista di entomologia (studio degli insetti) cinese nell'edizione cinese a pag. 122, si legge che un nuovo insetto della famiglia dei coleotteri' è stato chiamato Gergithus Esperanto a motivo delle sue caratteristiche. Ha un segno di cinque punti verdi a forma di stella. Cosi, ai monumenti, alle strade alle piazze ecc. che portano il nome Esperanto, si aggiunge un insetto.
 A battezzare così quella specie di insetti è stato il prof. lo Chou, entomologo cinese e vecchio esperantista, docente presso l'Università Agricola Nordoccidentale nella provincia di Shaanxi.
 La locale sezione di esperanto è stata fondata proprio nel dicembre scorso e ha già provveduto a pubblicare un'opera del prof. lo Chou in lingua esperanto 'Cinio Marŝas en Inserkta Mondo' (La Cina progredisce nel mondo degli insetti). (Esp. 11/86, p.199).
 Nella scuola materna della città di Ĉangĝji della Regione Autonoma di Ŝnĝjang-a Ujgura la 26enne studentessa universitaria, diplomata, Ma Liĝjuan ha aperto una Scuola Materna privata dove ci sono più di 130 bambini. Oltre ai programmi ministeriali Ma Liĝjuan insegna anche l'Esperanto ai bambini di 5/6 anni. Dopo sei mesi di insegnamento i bambini già sapevano fare semplici dialoghi in esperanto e recitare a memoria canti infantili.

■ BELGIO
 Dal luglio 1986 gli esperantisti belgi possono acquistare direttamente presso una normale libreria tutte le pubblicazioni in esperanto, perché sì è costituita una normale associazione editrice ufficialmente riconosciuta. Si fa notare che la libreria vende solo libri in esperanto; dunque il... mercato tira...!

■ BRASILE
 La Radio nazionale del Brasile da un anno manda in onda una rubrica settimanale 'Noticoj pri Esperanto' (Notizie sull'Esperanto). Il programma è in lingua portoghese, ma con introduzione e finale in esperanto. La Rai cosa farà per il centenario dell'Esperanto?... Risponderanno che il silenzio è d'oro, visto l'anglomania serpeggiante in Italia? Noi però ricordiamo che... gli ultimi saranno i primi!

■RUANDA
 È sorto un gruppo esperantista presso l'Università di Bufare e per chi volesse mettersi in contatto eccone l'indirizzo: E-grupo p/a W.M.A. Desmet - Dept Biologie - Università Nat. Rwanda - B.P. 117 - Butare, Ruanda.

■ ITALIA

 A Firenze il 13 maggio 1987 si è inaugurato, presso la Fidapa (Federazione Italiana delle Donne nelle arti professioni e affari - Palazzo Borghese, Via Ghibellina 110) l'Associazione Culturale amici della Polonia. Per l'occasione la presidente dell'Ass. Italia-Polonia signora Sarah Borgiottienuto una conferenza su «Esperanto e Pace» dedicata a S.S. il Papa Karol Wojtyla e al grande creatore della lingua esperanto Lazarus Ludwig Zamenhof «Doktoro esperanto». Erano presenti le Autorità dell'ambasciata Polacca e rappresentanti dei Movimenti esperantisti nazionali. L'UECI ha inviato un telegramma. Sono state consegnate Medaglie dell'Associazione Italia-Polonia a numerose personalità della politica, delia cultura e del movimento esperantista: Jas Grawronski, Katina Dazzini, Umberto Stoppoloni, Giordano Formizzi, Dino Pieraccioni e altri.

Milano - il 24 marzo u.s. una delegazione di esperantisti, dietro richesta del Dr. Spini di Torino, è stata ricevuta nella sede della Rai-Tv, per parlare di una eventuale puntata sul tema dell'Esperanto in seno alla famosa trasmissoine 'Porto-bello'. Enzo Tortora, che si è mostrato molto informato sull'argomento, ha assicurato il Dr. Giordano Azzi, il Dr. Graziano Ricagno ed il prof. Aldo de' Giorgi di essere disposto a trattare l'argomento nell'anno in corso, centenario dell'Esperanto.

Roma - Finalmente l'Esperanto è entrato, nei mesi passati, anche se solo come prova, nell'università di Roma e proprio nella sede più' adatta, cioè la facoltà di Linguistica. La reazione del pubblico per un attacco ingiustificato e ingiustificabile sui giornali da parte del Prof. Tullio De Mauro, responsabile appunto di tale facoltà di Linguistica, a proposito di Esperanto e di esperantisti, ha reso possibile un pubblico dibattito con una serie di conferenze sull'Esperanto organizzate nel quadro dei «lunedì linguistici» presso detta facoltà. Il Prof. Pennacchietti Fabrizio dell'Univ. di Torino ha presentato l'Esperanto ed il suo posto fra le lingue del mondo. Il Prof. Tazio Carlevaro, conosciuto interlinguista svizzero, ha trattato l'Esperanto ed il suo posto fra tutti gli altri progetti linguistici; mentre il prof. John C. Wells dell'univ. di Londra, ha nientemeno che trattato, scandalo per gli anglofoni! l'Esperanto e la sua facilità nei confronti dell'inglese!...
 Oltre ad altri intervenuti, sono stati presenti una cinquantina di esperti in linguistica. La piena soddisfazione di tutti ha dimostrato che...l'Esperanto è diverso da come spesso lo si suppone!...Auguri per un buon proseguimento!




All'UECI possono iscriversi gli esperantisti cattolici italiani, i simpatizzanti e i benemeriti, ossia gli «Amici dell'Esperanto».
L'UECI è la filiale italiana dell'IKUE (Internacia Katolika Unuiĝo Esperantista - Unione Esperantista Cattolica Internazionale - Via Fr. Berni, 9 - 00185 Roma). Pertanto ogni esperantista socio dell'UECI è automaticamente anche socio dell'IKUE e viceversa.
All'UECI si può aderire singolarmente o tramite il gruppo locale il quale, per le sole quote associative e non per i semplici abbonati, può trattenere lire 2000 per la vita di gruppo

SOCIO «UECI»

Ordinario con KS L. 13.000 - Sostenitore con KS L. 35.000 - Socio a vita con KS L. 250.000 - Familiare senza KS L. 6.000

SOCIO «IKUE»

Ordinario (MA) con EK L. 22.000 - Sostenitore (MS) con EK L. 45.000 - Socio a vita (DM) con EK L. 450.000 - Familiare senza EK L. 6.000
  1. Il solo abbonamento a Katolika Sento (KS) è di L. 7.500 mentre a Espero Katolika (EK) è di L. 16.000.
  2. Per i giovani (21 anni) la sola quota dì Socio Ordinario è dimezzata sia per l'Ueci che per l'Ikue.
  3. I Soci dell'lkue possono abbonarsi tramite la nostra segreteria al bollettino "Dia Regno» dei KELI (esperantisti protestanti) a sole L. 7.000 (metà tariffa) e ciò per favorire l'ecumenismo.
  4. Il Socio Ordinario dell'Ueci, a scopo di propaganda, ha diritto di abbonare amici e conoscenti a KS versando solo L 5.000 per ogni indirizzo.
  5. Per abbonamento all'estero aggiungere L. 2.500 per ciascun indirizzo.
  6. Per la corrispondenza si prega di unire il francobollo per la risposta. Grazie.
  7. Usare sempre e solo il C/C/P n. 11129475 intestato U.E.C.I. - Viale C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini.