Periodico dell'UNIONE ESPERANTISTI CATTOLICI ITALIANI (UECI)
Nuova serie n.3-1986   MAGGIO — GIUGNO
"Per la promozione della fratellanza e della comprensione tra i vari popoli di diverse lingue" (Paolo VI)

Periodico bimestrale - Sped. in abb. post. gr. IV 70% -Autorizz. della Curia Vescovile di Rimini n. 1484 del 20/12/1984 - Direttore respons.: Don Duilio Magnani - Redazione e Amministrazione, segreteria generale UECI: Via C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini - Tel.(0541)26447 - c/c/p n. 11129475 – Stampa Tipolito Ramberti

Enhavo:



1986

L'Anno Internazionale della Pace
La Internacia Jaro de la Paco


  È arrivato, dopo i tanti anni dedicati a tutti ed a tutto, anche il 1986 proclamato dalla Organizzazione delle Nazioni Unite Anno Internazionale della PACE.

  In primo luogo, la speranza e l'augurio che non resti, come quasi tutti gli altri, solo mera enunciazione. Se ricordassimo tutti il 'Non chi dice: Signore, Signore..., ma chi fa...'. Da sempre è risuonata, desiderata, ricercata la pace, perché da sempre essa si è trovata contrapposta e, molto spesso, soccombente alla parola guerra.

  Da Caino ad Abele, lungo tutti i millenni, sempre... sino a quanto ricordiamo: prima e seconda guerra mondiale, Cuba, Corea, Vietnam, Medio Oriente, Salvador, Nicaragua, Zaire, Cambogia, Etiopia, Afganistan, ecc. e tutte le guerriglie in tutto il mondo, il terrorismo; E-W / N-S.

  Vediamo nell'animo dell'uomo: egoismi, avidità, interessi, contrasti politico-religiosi, presunzione, prepotenza,... Realtà tutte che provocano e danno disagi, sofferenze, privazioni. Sino alla perdita della stessa vita.

  Per vincere la guerra e tutte le sue conseguenze è necessario l'antidoto: scelte, fatti che portino alla pace.

  Cosa fare per realizzare la pace? È sufficiente forse dire od urlare, cadenzando,: «Neniam plu milito — mai più guerra?».

  Sono sufficienti le frasi fatte, le parole, le proclamazioni, i desiderata, i cortei, le chiassate? È sbagliato: è illudersi! Per il male radicato nell'umanità, l'egoista penserà sempre e soprattutto a sé stesso, l'avido e l'interessato non rinuncerà mai a costruire armi, il violento e prepotente non rinuncerà mai ad usarle. Cambiamento di cuore, umiltà e sacrifici saranno validi, non certamente parole, chiacchiere, urla.

  Pace?! Anno della Pace ?! Perché non restino solo parole è necessario e doveroso per tutti fare opera, educazione, mediazione di pace, cioè mettersi al servizio della pace. «Servire la pace è salvare la civiltà, servire la pace è attuare la legge sovrana di Dio, che è legge di bontà ed amore», come afferma Pio XII.

  Quindi collaborare per la pace, come diceva S. Francesco d'Assisi, e come è stato per tutti i santi, vuol dire realizzare in sé l'invocazione «Ho Sinjoro, faru el mi ilon de via paco — Signore fa di me uno strumento della tua pace».

  La presunzione e la vacuità umana tenga sempre ben presente che Pace, la vera pace è quella che viene da Dio, quella promessa da Dio, che sola può appagare e ricolmare di serenità, gioia felicità gli animi.

  Se i tanti pacifisti ed i cosiddetti movimenti pacifisti non fossero e non restassero... solo trombe o tromboni, probabilmente non resterebbero trombati.

  Essere operatori di pace! Beati i pacifici... (non i pacifisti!).

  Alla società in perpetuo mutamento, alla umanità tutta, per i suoi drammi e problemi e contraddizioni e speranze, il poliglotta polacco Dott. Ludovico Lazzaro Zamenhof ha dato l'indicazione, il mezzo pratico e valido.

  Accenniamo brevemente alla sua esperienza in Bjalistok, sul confine polacco-russo. Ancora ragazzino prese coscienza che in quella città si litigava, anche sino all'uso delle armi, perché gli abitanti, di quattro distinte e contrapposte etnie non riuscivano a spiegarsi, a comprendersi.

  E perciò pensò, studiò per anni, creò una lingua internazionale, proprietà di nessuno, accettabile da tutti, di non difficile apprendimento, l'Esperanto. «Per superare ed allontanare le cause di incomprensioni, di odio, di guerre», questa è l'idea fondante, basilare, dell'Esperanto. Per esso debellare le guerre, portare, far trionfare la pace.

  Questa lingua ha, quale sua primaria funzione, lo scopo di avvicinare tutti i popoli tra loro per renderli non solo amici, ma anche, e soprattutto, per affratellarli. È una delle speranze più segrete ed eccitanti dell'Esperanto.

  Da ogni parte e continuamente si sente sproloquiare di pace. Zamenhof è stato un operatore di pace, il padre di un valido strumento per una effettiva collaborazione di pace.

  Chi prende conoscenza e coscienza dell'Esperanto, diventa collaboratore, operatore di Pace. Furono certamente operatori di Pace. S. Massimiliano Kolbe, martire ad Auschwitz e, il giornalista olandese, il B. Tito Brandsma, martire a Dachau. Ma guarda caso, il primo è compatrono degli esperantisti cattolici; il secondo era anche un vero e attivo esperantista.

  Con loro migliaia di esperantisti, testimoni di pace, sono rimasti vittime della violenza e dei nazionalismi.

  Studiamo, Conosciamo, Diffondiamo l'Esperanto, cosi si realizzerà il desiderio-profezia delle ultime, in senso assoluto, parole di L.L. Zamenhof: ESPERANTO UNUIGOS LA HOMARON — l'Esperanto unirà l'umanità.

pa c-o

L'Esperanto via alla pace

  In omaggio all'Anno Internazionale della Pace, scegliamo due testimonianze, di un politico e di un musicista, che sono inequivocabili:

  — Francesco Saverio Nitti: «Dò grande significato alla diffusione dell'Esperanto. Grazie alla sua facilità esso è adatto alla rapida diffusione della propaganda a favore della pace e per l'allargamento delle relazioni intellettuali e commerciali tra i popoli anche i più lontani».

  — Lorenzo Perosi: «L'Esperanto è, senza che le lingue nazionali perdano il loro pieno diritto alla vita, uno di quegli elementi importanti per cui si costruisce l'intercomprensione fra i popoli europei... Se si dovesse musicare un Inno alla Pace stimerei come il più adatto «La Espero» di Zamenhof».


  L'inno è stato musicato poi da F. de Menil e viene cantato durante i congressi esperantisti. Ecco il testo nell'originale esperanto e nella traduzione italiana di A. Gambuti.

La Espero

La Speranza

En la mondon venis nova sento,
tra la mondo iras torta voko;
per flugiloj de facila vento
nun de loko flugu ĝi al loko.
Nel mondo è venuto un nuovo sentimento,
per il mondo va un forte appello;
sulle ali di un favorevole vento
ora esso voli da un luogo all'altro.
Ne al glavo sangon soifanta
ĝi la homan tiras familion:
al la mond' eterne militanta
ĝi promesas sanktan harmonion.
Non alla spada assetata di sangue
esso attira l'umana famiglia:
al mondo eternamente in guerra
esso promette una santa armonia.
Sub la sankta signo de l'espero
kolektiĝas pacaj batalantoj
kaj rapide kreskas la afero
per laboro de la esperantoj.
Sotto il santo segno della speranza
si raccolgono pacifici combattenti
e veloce cresce il movimento
con l'impegno di coloro che sperano.
Forte staras muroj de miljaroj
inter la popoloj dividitaj;
sed dissaltos la obstinaj baroj
per la sankta amo disbastitaj.
Salde stanno mura millenarie
tra i popoli divisi;
ma cadranno le ostinate barriere
frantumate dal santo amore.
Sur neŭtrala lingva fundamento,
komprenante unu la alian,
la popoloj faros en konsento
unu grandan rondon familian.
Sulla base di una lingua neutrale,
comprendendosi l'un l'altro,
i popoli d'accordo faranno
un grande cerchio familiare.
Nia dilegenta kolegaro
en laboro paca ne laciĝos,
ĝis la bela sonĝo de l' homaro
por eterna ben' efektiviĝos.
I nostri diligenti amici
nel pacifico impegno non si stancheranno
finché il bel sogno dell'umanità
per un'eterna benedizione non si sarà realizzato.
L.L. ZAMENOHOF


I Politici per l'Esperanto
La politikistoj por Esperanto


L'EPEG

L'EPEG è la sigla di «Europa Parlamenta Esperanto Grupo» che significa «Gruppo Esperanto del Parlamento Europeo».

  Vi fanno parte quindi solo i parlamentari europei amici e sostenitori dell'esperanto. Il loro compito non è facile. Troppe sono le lingue nazionali che pretendono di avere una vocazione 'super nazionale' o addirittura 'internazionale'. Per nascondere un po' la loro irrazionale pretesa, troppo sfacciata con l'esigenza di parità e di eguaglianza voluta dai Diritti dell'Uomo, si sono ammantate di una elegante definizione: 'lingue di lavoro'. È bastato il problema semplice ma significativo dell'introduzione del passaporto europeo, per far esplodere apertamente la rivalità linguistica per il primato preteso prima dal francese, perché lingua della diplomazia, poi dal tedesco, perché lingua del più forte in economia, poi dall'inglese, perché... la più diffusa.

  Di fatto, dopo anni di attesa, il passaporto europeo è scritto in sette lingue europee!... Non si è fatto così torto a nessuno!

  Il problema di una lingua per l'Europa esiste ed è grave, sia per la confusione e i disagi e le incomprensioni che genera la babele delle lingue, sia per l'aspetto economico pesante dovuto alle traduzioni e agli interpreti. Questo spiega il perché dell'interesse dell'Esperanto presso i politici. Vedi quanto scritto per l'I.P.E.G.. Ma anche la seguente iniziativa dice molto.

  Il 17 settembre 1985, all'inizio del nuovo anno politico per il Parlamento Europeo, l'E.P.E.G., capeggiato dal deputato inglese Beata Brookes, ha voluto organizzare una 'festicciola' con uno spuntino a base di formaggio e vino 'Vino kaj fromaĝo-festo' per sondare le reazioni dei circa 350 eurodeputati. Nell'elegante invito distribuito in precedenza a tutti i membri del Parlamento europeo, era stato posto anche questo ordine del giorno: «Discussione sul preventivo di spesa del Parlamento». Non c'è parlamentare che non sia interessato al problema delle finanze. Il nome 'Esperanto' si è così presentato a tutti i parlamentari presenti in quel giorno, e col poco tempo a disposizione, circa un'ora e mezzo, ha potuto attirare l'attenzione su una politica linguistica nuova per un'equa e razionale soluzione di uno dei problemi di fondo che fa da barriera fra i popoli della nuova Europa, la barriera linguistica, e la sensibile e possibile riduzione di spese non dovendo ricorrere alle cuffie e alla montagna di traduzioni. Certo, non ci si illude. L'EPEG è appena nato e fa i primi passettini, ma già mostra vivacità e interesse. Il numero degli aderenti è in continua crescita. Forse mancano i grossi calibri della politica Essi spesso sono favorevoli, ma... temono di compromettersi. E un'attesa tattica che non sembra far loro troppo onore.

  Ricordiamo che l'Inghilterrra ha il più alto numero di eurodeputati aderenti all'EPEG (erano 18 nell'agosto '85), mentre l'Italia è al secondo posto con 13. Ne diamo l'elenco perché essi possano essere seguiti dagli esperantisti. Perché non abbonarli a KS? Basta un'offerta minima di lire 7.000.


Elenco dei membri italiani dell'EPEG (Europa Parlmenta Esperanto-Grupo) al dicembre 1985:

On. Maria Luisa Cinciari-Rodano
On. Vincenzo Mattina
On. Ferruccio Pisoni
On. Vera Squarcialupi
On. Roberto Costanzo
On. Giosuè Ligios
On. Diego Novelli
On. Nino Pisoni
On. Franco Borgo
On. Vincenzo Giummarra
On. Sergio Ercini
On. Salvatore Lima
On. Mauro Chiabrando
(Pci)
(Psi)
(Dc)
(Ind. Sin.)
(Dc)
(Dc)
(Pci)
(Dc)
(Dc)
(Dc)
(Dc)
(Dc)
(Dc).


L'IPEG

  Questa sigla I.P.E.G. corrisponde a «Inter Parlamenta Esperanto Grupo» che vuol dire Grupo Interparlamentare Esperanto.

  La sua sede è a Londra (140 Holland Park avenue, London W 114 UF) e raggruppa i parlamentari dei diversi Stati Europei favorevoli alla soluzione del problema linguistico fra i popoli per mezzo dell'Esperanto. In Italia si chiamano «Amici dell'Esperanto» e vi fanno parte Deputati e Senatori.

  Incaricata dalla Fei (Federazione Esperantista Italiana, Via Villoresi 38, Milano — 20143) per i contatti con i parlamentari italiani è Carla De Lorenzi (Corso Cosenza 8, Torino — 10134 -Tel. 011/396515).

  A lei ci si deve rivolgere per avere i moduli di adesione all'lpeg coi quali il parlamentare ufficialmente vi aderisce per poi essere informato di tutte le iniziative a sostegno dell'Esperanto. Chiedeteli questi moduli e avvicinate i vostri parlamentari perché aderiscano al Gruppo interparlamentare 'Amici dell'Esperanto'. Vi consigliamo, anche di regalare loro l'abbonamento a Katolika Sento. Costa solo lire 7.000!

  Eccovi l'elenco, forse non completo e speriamo non definitivo, dei Deputati e Senatori che già hanno aderito. Siamo ancora molto lontani dal numero dei parlamentari inglesi aderenti all'lpeg: ben 173!

   DEPUTATI

Amadei Giuseppe
Balestracci Nello
Bassanini Franco
Brocca Beniamino
Casati Francesco
Cattanei Francesco
Costa Raffaele
Cresco Angelo Gaetano
Cristofoli Adolfo detto Nino
Dell'Andrò Renato
Ferrara Gianni
Ferrari Marte
Fioret Mario
Fontanari Sergio
Lucchesi Giuseppe detto Pino
Nicolazzi Franco
Paralto Antonio
Patria Renzo
Perrone Antonino
Poggiolini Danilo
Raffaelli Mario
Reggiani Alessandro
Rocelli Gianfranco
Sanese Nicola
Santuz Giorgio
Scaiola Alessandro
Scalfaro Oscar Luigi
Scovacricchi Martino
Stegagnini Bruno
Tesini Giancarlo
Violante Luciano
Virgili Biagio
Zaniboni Antonio
Zolla Michele
Psdi
Dc
Sin. Ind.
Dc
Dc
Dc
Pii
Psi
Dc
Dc
Sin. Ind.
Psi
Dc
Sin. Ind.
Dc
Psdi
Msi-Dn
Dc
Dc
Pri
Psi
Psdi
Dc
Dc
Dc
Dc
Dc
Psdi
Dc
Dc
Pci
Pci
Dc
Dc

   SENATORI

Abis Lucio Gustavo
Aliverti Gianfranco
Barsacchi Paolo
Bausi Luciano
Boggio Carlo
Castelli Angelo
Codazzi Alessandra
Colella Pietro
Damagio Saverio
Degan Costante
De Giuseppe Giorgio
Fallucchi Severino
Fosson Pietro
Foschi Armando
Gherbez Gabriella
Giacometti Delio
Grassi Bertazzi Nicolo
Jervolino Russo Rosa
Kessler Bruno
Lombardi Domenico Raff.
Maravalle Fabio
Martini Maria Eletta
Mezzapesa Pietro
Murmura Antonino
Novellini Enrico
Orlando Giulio
Postai Giorgio
Romei Carlo
Signori Silvano
Tonutti Giuseppe
Vettori Glicerio
Dc
Dc
Psi
Dc
Dc
Dc
Dc
Dc
Dc
Dc
Dc
Dc
Uv
Dc
Pci
Dc
Dc
Dc
Dc
Dc
Pci
Dc
Dc
Dc
Psi
Dc
Dc
Dc
Psi
Dc
Dc


Esperanto e Scuola

Interpellanza alla Falcucci

  — I parlamentari trentini Azzolini (Dc) e Virgili (Pci) hanno presentato al Ministro della Pubblica Istruzione una interrogazione a risposta scritta, con il seguente testo.

  Virgili e Azzolini. — Al Ministro della Pubblica Istruzione. — Per conoscere —

«Considerando che l'8 novembre 1985 la 23a Conferenza generale dell'UNESCO ha approvato all'unanimità la risoluzione XI 4.4,218 con la quale — dopo aver riconosciuto le grandi possibilità che la lingua Esperanto presenta per la comprensione internazionale e la comunicazione fra i popoli di differenti nazionalità — invita gli Stati membri ad evidenziare, nell'anno 1987, il centenario dello esperanto; constato che molti Parlamentari italiani (Senatori, Deputati e Parlamentari Europei) hanno dato via al gruppo 'Amici dell'Esperanto' e presentato nella VIII legislatura una specifica proposta di legge (n. 2693 dell'1 luglio 1981) tesa alla 'istituzione dell'insegnamento della lingua internazionale dell'Esperanto nelle scuole secondarie': quali interventi ed iniziative intende adottare il Ministro della Pubblica Istruzione per la celebrazione di tale centenario come fatto di cultura linguistica, a sostegno del 57° congresso nazionale di Esperanto che si terrà a Bologna tra il 29 agosto e il 3 settembre 1986, e per la graduale introduzione di un programma facoltativo di studio dell'Esperanto nelle scuole ed istituti di educazione superiore della Repubblica?».




Appello ai Parlamentari

Appello ai Parlamentari

  L'U.E.A. (Universala Esperanto Asocio, Nieuwe Binnznweg 176, 3015 BJ Rotter-dam — NL) è una delle organizzazioni internazionali che più lavora per la pace. Ci sono dubbi? Anche l'Unesco nella Risoluzione n. 218 a Sofia 1985, lo riconosce. Invitiamo tutti i parlamentari a scrivere al parlamento norvegese per candidare l'Uea al premio Nobel per la Pace 1986.



DANKON

  II nostro GRAZIE alle benefattrici Bazzo Vittoria, Massanti Ines, Rotondo Carmela, Merlo Graziella, De Rigo Rina, Maroso Arcangela e Silva Enrico, che hanno inviato occhiali usati da mandare in Ghana e alla riminese N.N. che ha inviato 200.000 lire per il missionario esperantista in Madagaskar, P. Sadowski.


Bonfarado — Carità

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  Il quinto Tir di aiuti alla Polonia diretto a Poznan, come era stato annunciato, purtroppo è fermo a Forlì. Il 10 maggio era stato presentato al Card. Gulbinowicz, Arcivescovo di Breslavia, venuto presso la parrocchia di San Giovanni Evangelista di Forlì in occasione della visita del Sommo Pontefice alla Romagna.

  In tutta fretta si erano trasportati a Forlì i 250 grossi pacchi con vestiti usati raccolti presso la parrocchia dei SS. Giavanni e Paolo a Rimini e circa un milione di viveri acquistati con le offerte pervenute dai benefattori all'UECI per la Esperanto-Bonfaro, perché assieme agli indumenti raccolti alla Caritas di Cesena e di Forlì, dopo la presentazione a Sua Eminenza il card. Henryk Gulbinowicz, il tutto potesse partire alla volta di Poznan. Ma il divieto governativo di importare carne macellata dalla Polonia a seguito del disastro ecologico della nube radioattiva dalla Russia, ha impedito la partenza del Tir. Fino a quando? La povera gente certe cose le subisce, ma non è dato di conoscerle; tanto più che questo vale per i Paesi del... 'Silenzio'! Stiamo ancora aspettando. Del resto è logico che il Governo italiano non voglia rischiare dopo essere stato così prudente.

  Il Cardinale, il numero due della Polonia nella gerarchla ecclesiastica, molto dinamico e giovanile, si è intrattenuto coi Sacerdoti organizzatori del Tir ed ha voluto pubblicamente, durante la S. Messa concelebrata, ringraziare i benefattori. Vi trasmetto quindi il Suo vivo ringraziamento.

  Proprio in quel giorno la Conferenza Espiscopale Polacca aveva avanzata una richiesta ufficiale: avere il latte in polvere della Cee per i loro bambini. Fu per questo che si è vuotata la cassa della Bonfarado dell'Ueci e si sono rimesse nelle mani del Presule 500.000 lire a nome di tutti i benefattori Amici dell'Esperanto. Era quella una prima concreta risposta all'appello diffuso anche con il telegiornale.

  Non poteva non mancare il dialogo con il Cardinale sulla situazione degli Esperantisti cattolici in Polonia ed in particolare, giacché Sua Eminenza ha il compito di seguire da vicino le Chiese di Lituania, Ucraina e delle altre Repubbliche Sovietiche, sulla difficoltà di quelli lituani.

  Importante per tutti gli esperantisti cattolici dell'Est ricevere la rivista internazionale Espero Katolika e che facciamo avere grazie alle offerte che ci pervengono da voi, carissimi benefattori italiani.

D. Magnani

SOCIO UECI

Ordinario con K.S.
Sostenitore con K.S
Socio a vita con K.S
Familiare senza K.S.


10.000
30.000
200.000
5.000

  

SOCIO IKUE

Ordinario (MA) con E.K.
Sostenitore (MS) con E.K.
Socio a vita (DM) con E.K.
Familiare senza E.K.


18.000
36.000
360.000
5.000


Notu Bone:
  1. Il solo abbonamento a Katolika Sento (KS) è di lire 7.000 mentre a Espero Katolika (EK) è di lire 15.000.
  2. Per i giovani (21 anni) la sola quota di Socio Ordinario è dimezzata sia per l'UECI sia per l'IKUE.
  3. Usare sempre e solo il c.c.p. n. 11129475 intestano U.E.C.I. viale C. Zavagli 73. 47037 Rimini.