Periodico dell'UNIONE ESPERANTISTI CATTOLICI ITALIANI (UECI)
Nuova serie n.6 -1985   NOVEMBRE — DICEMBRE
"Per la promozione della fratellanza e della comprensione tra i vari popoli di diverse lingue" (Paolo VI)

Periodico bimestrale - Sped. in abb. post. gr. IV 70% -Autorizz. della Curia Vescovile di Rimini n. 1484 del 20/12/1984 - Direttore respons.: Don Duilio Magnani - Redazione e Amministrazione, segreteria generale UECI: Via C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini - Tel.(0541)26447 - c/c/p n. 11129475 – Stampa Tipolito Ramberti

Enhavo:



Universala Kongreso de Esperanto

  Per tanti Esperantisti, e non solo per i nuovi e giovani, partecipare ad un congresso universale è un sogno. Se ne sente parlare con entusiasmo, si leggono e si ascoltano rapporti e testimonianze: pellicole, diapositive, foto, chiudilettera, annullo postale, talvolta anche il francobollo commemorativo!... e il sogno diventa realtà per molti quando il congresso non è troppo lontano dal proprio Paese. Così, è stato facile quest'anno per gli Esperantisti europei partecipare al congresso universale ad Augsburg dal 3 al 10 agosto.

  Augusta, in Baviera, una città romana in festa per celebrare il bimillenario di fondazione. Nel ricco programma della solenne celebrazione per un intero anno, manifestazioni di ogni genere, incontri culturali, religiosi, folkloristici, sportivi. Anche l'Esperanto vi ha trovato conveniente collocazione: il 70-mo congresso universale con 2.311 partecipanti da 52 Paesi e il sesto congresso ecumenico delle due organizzazioni internazionali di Esperantisti Cattolici e Protestanti con 136 persone provenienti da 22 Paesi.

  Per chi ha potuto partecipare ai due congressi (due settimane consecutive in pieno clima esperantista) resterà a lungo il ricordo e l'emozione: trovarsi improvvisamente fra gente di ogni razza, lingua e religione, studiosi e semplici cittadini, e anche consoli, ambasciatori, ministri.... riuniti in una grande sala con luci, fiori, suoni per ribadire la propria convinzione sull'esigenza di una lingua comune, per dichiarare la propria disponibilità a favorirne la conoscenza e la diffusione.

  Per la prima volta ad Augsburg è stato rigorosamente applicato il principio dell'uso della propria lingua o di quella ufficiale del congresso (cioè l'esperanto) da parte delle varie personalità di turno al microfono per porgere il saluto dei rispettivi Paesi. L'applauso più lungo per il console Americano e per quello Cinese perché hanno salutato direttamente in esperanto! L'Americano ha dimostrato di essere favorevole a ridimensionare la supremazia dell'inglese e il Cinese ha invitato tutti a Pekino per il prossimo congresso universale di Esperanto.

  Il tema del congresso: «vecchio e nuovo: che cosa cambiare, che cosa conservare» è stato presentato da emnenti personalità e studiosi, visto da varie angolature, riportato poi dalle principali riviste in lingua internazionale, ad es. il quindicinale «Heroldo de Esperanto» (Madrid) e il mensile dell'assoc. esperantista universale (in relazioni consultive con l'Unesco) «Esperanto» (Rotterdam).

  Nell'ambito del congresso, una nota di freschezza e gioiosa speranza: un gruppo di 44 bambini «esperantòfoni» dalla nascita si sono trovati insieme per una settimana con un programma tutto per loro, giochi, canti, recite...e applausi!

  Si tratta di un fenomeno nuovo che interessa pedagogisti e sociologi: i genitori di questi esperantisti in erba sono per lo più di diversa nazionalità, con i loro figli parlano abitualmente esperanto senza trascurare le rispettive lingue di origine e quella del Paese di attuale residenza.

  Una condizione di privilegio, cittadini del mondo in tenera età, un esempio di quello che dovrebbe essere l'impegno di tutti: educare i bambini al dialogo con i propri coetanei di lingua diversa attraverso la lingua comune «esperanto».

Albino Ciccanti


Esperantisti dal Cardinale

  Martedì 21 gennaio 1986 alle ore 10 S. Em. il Cardinale di Bologna Giacomo Biffi riceverà un ristretto numero di Esperantisti della Regione Emilia Romagna con il presidente UECI.

  Chi desidera e prevede di partecipare all'incontro è pregato di comunicarlo alla Segreteria UECI (Rimini) o alla Sig.ra Luicia Miano (Via S. Isaia, 9 40123 Bologna tel. 051/ 331156) la quale sta svolgendo un buon lavoro per il nostro movimento allo scopo di potenziare il gruppo locale «Raffaele Bagnulo» perché possa ben figurare fra i gruppi culturali della Diocesi.


Esperanto: dall'Italia

• TORINO

Trovandosi a Torino per alcuni giorni, il presidente UECI ha partecipato alla cerimonia di apertura dell'anno sociale «esperanto» (con la distribuzione di vari diplomi) avvenuta il 23 ott. scorso nella sede del gruppo in Via Pastrengo.

Durante la sua breve permanenza a Torino, lo stesso presidente UECI ha parlato di Esperanto in alcune scuole elementari, suscitando vivo interesse anche nel personale insegnante.

Fra tanti vivaci interventi, ecco quello pervenuto in un biglietto sottoscritto: «Sono favorevole alla lingua universale «esperanto» e spero che presto la adotti tutto il mondo». (Federico Elia, classe 3-a, Istituto S. Francesco, Via Giacosa, 18).

• BOLOGNA

In occasione dell'apertura dell'anno sociale, è stata inaugurata la nuova sede del gruppo Esperanto, in Via Miramonte, 14.

Alle ore 9 di domenica 27 ott. u.s., nella Chiesa di S. Procolo, il presidente UECI ha celebrato la S. Messa in esperanto e nel pomeriggio ha benedetto la nuova sede.

• RIMINI

Presso il Liceo Scientifico «Serpieri», preside l'esperantista prof. Romeo Pagliarani, è stato istituito un corso pomeridiano dì lingue: tedesco, francese, inglese, esperanto. È previsto l'uso del laboratorio linguistico «Flavia Casadei». L'invito a frequentare il corso, oltre che agli Studenti e Docenti, è stato rivolto anche alla Cittadinanza.

  • VERONA

Si chiamerà «Esperanto» l'aeroporto di Verona?

Se l'idea è del Dott. Francesco Caffarelli, convinto esperantista e direttore dello stesso aeroporto, non dovrebbero esserci dubbi. In coincidenza con il primo centenario dell'Esperanto (1987) si potrebbe già pensare a un bel congresso, almeno nazionale, ma anche internazionale di categoria, ad es. ferrovieri, autisti piloti... proprio a Verona. Auguri.

  • BOLOGNA

Radio TAU (Via Guinizelli, 3) al lunedì alle 12 trasmette la seguente rubrica: «Esperanto, una lingua per il futuro» a cura del prof. Carlo Agostini.

Frequenze: Bologna e Provincia 92.300 - 92.500 - 94.300 Fm stereo; Modena e Reggio Emilia 98.800 Fm stereo.

A Radio TAU, tutta cattolica e francescana, non poteva mancare l'Esperanto! È prevista l'estensione a livello regionale, da Rimini a Piacenza, ma è anche un problema di economia.

Sostenere Radio TAU significa diffondere anche l'Esperanto.


Esperantisti Cattolici
Convegno a Grado (Gorizia)

  Nell'ambito del 56° congresso italiano di esperanto, a Grado dal 7 all'11 settembre 1985, ha avuto luogo il convegno degli Esperantisti cattolici italiani, guidato dal Sig. Carlo Sarandrea (Roma) delegato dal presidente UECI impossibilitato a parteciparvi: presenti una trentina di soci e alcuni simpatizzanti. All'ordine del giorno i seguenti argomenti: 1) rinnovo del Consiglio Direttivo e proposta di un Laico anziché di un Sacerdote come presidente UECI; 2) la nuova veste di Katolika Sento; 3) fondazione «primo centenario dell'Esperanto»; 4) conferenza sull'Esperanto presso l'università Gregoriana a Roma; 5) problema della sede Esperanto a Roma; 6) varie ed eventuali.

  Dopo una preghiera introduttiva, anche per ricordare gli ultimi defunti esperantisti, il Sac. Pellis ha ringraziato per la numerosa partecipazione alla S Messa da lui stesso celebrata in Esperanto domenica scorsa e resa più solenne dai canti del «coro dei pescatori» di Grado. Viene accolta la proposta di Sarandrea: lasciare per ultimo il primo punto. L’assemblea esprime la propria soddisfazione per la nuova veste di K S. e Sarandrea ne approfitta per stimolare i presenti a richiedere copie del periodico (in particolare del primo numero ristampato) e a procurare molti abbonamenti a tariffa ridotta (lire 5000), di propaganda e promozionali.

  Viene accettata la proposta di elevare la quota di socio per il 1986 a lire 10.000. Per la fondazione pro centenario si è d'accordo di raccogliere contributi tenendo vivo il ricordo e l'interesse con varie iniziative. Tutti facilmente d'accordo per quanto si potrà realizzare presso l'università Gregoriana a Roma; in attesa di notizie viene espresso il desiderio di parteciparvi numerosi.

  Avere a Roma una sede funzionale e accogliente, una bella casa anche per eventuali stranieri... è un vecchio sogno; tutti sono pregati di collaborare perché al più presto diventi realtà.

  Varie: Sarandrea parla del «mitingo» a Rimini e invita a segnalare quanto viene riportato dalle riviste in esperanto perché la Direzione ne prenda buona nota.

  Il Samideano Sergio Boschin (Treviso) raccomanda il contatto continuo con i periodici diocesani per notizie sul nostro movimento. La prof. Catina Dazzini (Massa) propone corsi facoltativi e gratuiti presso le scuole cattoliche, e mostra un apposito formulario che lo studente dovrà compilare e far sottoscrivere da uno dei genitori.

  Altri interventi hanno dimostrato la vivacità del movimento esperantista cattolico e la ferma volontà di contribuire al suo sviluppo.

  Dopo quasi due ore di convegno si affronta il primo punto: un Laico come Presidente UECI? Risposta quasi unanime: continui pure lui, P. Ciccanti, magari con un Laico come collaboratore.

  E p. Ciccanti per l'ennesima volta dovrà dire amen!

(estratto dal protocollo originale in esparanto di C. Sarandrea).

Dalla stampa

  • Da un servizio su «Avvenire» (19.6.85) «la Cina è più vicina»: «Su circa tremila cinesi che vivono a Milano (compresi anche quelli nati in Italia) solo la metà usa correntemente l'italiano parlato, e una percentuale ancora minore sa scriverlo e leggerlo senza problemi. La lingua cinese è lontanissima da tutte le lingue di ceppo indoeuropeo, e anche da quelle africane; e poi, in realtà non esiste una lingua cinese. Esistono centinaia di dialetti regionali, talmente diversi tra loro che molti cinesi di Milano, per dialogare, devono ricorrere a quel poco di italiano che conoscono in comune. La lingua ufficiale è il cinese mandarino, poco conosciuto. Gli 'ideogrammi' di uso corrente sono 2.500, ma la loro grafia e, soprattutto la loro pronuncia, varia moltissimo da regione a regione.

Questo fa sì che molti giovani cinesi nati in Italia abbiano imparato subito l'italiano, magari frequentando scuole locali, e abbiano dimenticato — o non imparato mai, neanche dai genitori — la lingua madre. Le cose si complicano, poi, per la scrittura e la lettura».

  • Da un interessante «raportaĵo» di Piero Gheddo su «Avvenire» (11.9.85) «Viaggio nel Sol Levante»: «Ho girato il mondo in lungo e in largo, e con una lingua europea si riesce sempre a comunicare, persino nell'interno della Cina. In Giappone no. L'inglese lo studiano a scuola, ma quasi nessuno lo parla e quei pochi che si sforzano di dire quattro parole pronunziano in modo incomprensibile».

«Studiare il giapponese è un'avventura affascinante ma ti obbliga a una vita da cani. È come mandare a memoria un elenco telefonico, tutto ti sembra assurdo. Lo studio della lingua continua tutta la vita, se si vuole leggere il giornale, i libri, e parlare con ogni genere di persone. C'è un linguaggio per gli uomini e uno per le donne, diverse parole per dire la stessa cosa, diverse finali delle parole, diverse sfumature. Così pure esistono diversi livelli di discorso. Il discorso giapponese è sempre fluttuante, mai preciso e definitivo».

  D'accordo, il giapponese è difficile, e anche il cinese, l'arabo, il russo e tante altre lingue non sono certo facili; ma perché ostinarsi nello studio di tali lingue se per capirsi basterebbe impararne una comune, più facile per tutti? Ad es. fra Europei e Giapponesi esperantisti non vi sono problemi di lingua, si capiscono benissimo!

  Dunque? Impariamo la lingua internazionale, e il problema è risolto.

  Ma quanto è difficile intendersi sulle cose semplici!

  • Migliaia di lettori del giornale «l'Arena» il 13 u.s. hanno avuto la gradita sorpresa di scoprire un concittadino personaggio finora appena noto nel nostro mondo esperantista: una grossa intervista con foto a firma del giornalista Claudio Beccalossi (ha beccato bene!).

  Si tratta di Don Felice Ruaro, il «don» poliglotta che mastica anche ungherese, spagnolo, ceco e serbo-croato, il prete che ha vinto la maledizione di Babilonia e che ora lancia un ponte verso l'Est con l'Esperanto.

  Ecco il lungo sottotitolo, sintesi del lungo articolo: cominciò insegnando il latino e il greco; poi arrivarono il francese, il tedesco e l'inglese; infine nel 1958 incappò in un esperantista e si appassionò alla lingua internazionale, molto diffusa soprattutto in Polonia, Germania e Ungheria.

  Ha ottenuto conferenze a Budapest e ha diretto per sei anni la rivista «Espero Katolika», organo ufficiale degli Esperantisti cattolici.

Complimenti a Don Felice e invito ad altri Sacedoti e Religiosi esperantisti a non temere i mezzi di comunicazione di massa «amaskomunikiloj» per informare sul nostro movimento esperantista cattolico.


Ekumena Esperanto-Kongreso
Augsburg 27 luglio — 2 agosto 1985

Augsburg 27 luglio - 2 agosto 1985

  Il congresso ecumenico: una settimana di amicizia internazionale senza barriera linguistica, con preghiere, canti, riflessioni bibliche, visite guidate ai famosi luoghi ecumenici di Augusta, relazioni dei rappresentanti nazionali del movimento esperantista cattolico, piacevoli conversazioni.… tutto in esperanto!

  Una relazione dettagliata dei lavori del gruppo cattolico, nonché un piano di lavoro ben articolato in preparazione al prossimo primo centenario dell'Esperanto (1987), si possono leggere nella rivista mensile «Espero Katolika» (Roma, 9.'85, pp 159:163): un cantiere di iniziative da far conoscere e realizzare.

  Eccone alcune più urgenti: — attenzione al Sud-America; molti Esperantisti e simpatizzanti attendono collaborazione dagli Europei, più fortunati, almeno come «consumatori» di esperanto; — portare a termine, cioè pubblicare la storia del movimento cattolico esperantista dalle origini ad oggi; — campagna «messale in esperanto», informare ma anche raccogliere fondi per stamparlo e prevedere di farne omaggio a quei Sacerdoti che non possono pagarlo (vedi est europeo); — ogni Esperantista si premuri di lasciare (per testamento) il proprio «patrimonio» di libri e riviste a qualcuno dei centri o istituti che ne garantiscano la custodia e il buon utilizzo, ad es. la biblioteca dell'università cattolica di Lublino in Polonia e la sede centrale del movimento esperantista cattolico a Roma; — attività missionaria e caritativa attraverso il canale privilegiato della lingua internazionale; — sostenere le varie «fondazioni» degli Esperantisti cattolici informando sul loro sviluppo e invitando a ulteriori contributi; — preparare e diffondere opuscoli per far conoscere il movimento esperantista cattolico; — coniare una medaglia-ricordo per il prossimo primo centenario dell'Esperanto (1987).

Di fronte a tanto lavoro viene spontaneo chiedere aiuto (eppure ce ne sono che non sanno cosa fare!). Ecco allora qualche suggerimento pratico: — rinnovare subito l'abbonamento a Katolika Sento e aggiungere un contributo per le varie copie che vengono inviate «senpage» (cioè gratis) come «inforrnilo-varbilo»; — iniziare lo studio della lingua internazionale richiedendo materiale didattico; — proseguire lo studio leggendo, scrivendo e ascoltando trasmissioni radio; — partecipare alla vita del gruppo locale o fondarlo se non c'è; — recitare almeno alcune preghiere in esperanto, ad es. «Patro nia» e altre; — scrivere lettere a giornali, riviste e tele-radiostazioni proponendo il progetto di lingua comune «esperanto»; — contattare Presidi e Presidenti di Consiglio di Istituto per proporre la voce «esperanto» nella biblioteca scolastica (da cinquanta a centomila lire di materiale didattico); — proporre incontri informativi sull'Esperanto per le scolaresche (di preferenza medie superiori) facendo riferimento anche alla circolare ministeriale che «ne favorisce lo studio» e suggerendo nomi di Esperantisti qualificati e disponibili; — inventare infine qualche cosa di valido per attirare l'attenzione sul nostro impegno ma senza forzature, «alivorte, informi, jes, sed, sen troigi nek altrudi», cioè, in altre parole, informare sì, ma senza esagerare né imporre.

  Dankon pro via atento, grazie per la vostra attenzione.

Albino Ciccanti


Accademia delle Scienze a San Marino

Data storica quella del 13 sett. '85 per la Cultura nella Repubblica di San Marino: è stata fondata l'Accademia Internazionale delle Scienze (AIS).

Dopo appena due anni dalla prima settimana di Studi a livello universitario e internazionale, organizzata nella piccola Repubblica dall'«Europa club», la volontà di fondare l'Accademia delle Scienze ha superato ogni difficoltà fino all'atto notarile sottoscritto da un buon numero di soci fondatori italiani e stranieri, ricevuti dai Capitani Reggenti e presentati alla Stampa e Rai/Tv dal Deputato alla Cultura, Dott. Fausta Morganti.

Alcune Accademie di altri Paesi hanno già dichiarato la propria collaborazione segnalando nomi di Scienziati che saranno presenti a San Marino per la prossima «settimana di Studi» (fra dicembre e gen

naio).

Un particolare importante: è stato ufficialmente accettato l'esperanto come lingua internazionale; anzi, fra le lingue ammesse (italiano, tedesco, francese, inglese, esperanto), due sono privilegiate e raccomandate come lingue di lavoro: italiano ed esperanto.

Finalmente, la ragione prevale sul sentimento e (almeno in parte) sul nazionalismo! Come si potrebbe sbrigare la corrispondenza in tante lingue diverse?

Ora invece, un solo impiegato che conosca «italiano-esperanto» può cavarsela con ogni Paese del mondo.

Gli Scienziati della nuova Accademia, alle soglie del duemila, diventano protagonisti di una rivoluzione linguistico-culturale: scienza — lingua/ponte — popoli.


Nuovi abbonati e nuovi soci

  Come dallo specchietto sottostante, vi sono quote associative e quote di abbonamento.

  Mentre abbonato può essere chiunque, il Socio, per appartenere all'Unione degli Esperantisti cattolici, deve accettarne lo Statuto: «....l'UECI si propone di promuovere lo studio e l'applicazione della lingua Esperanto allo scopo di rendere più facili le relazioni con i Cattolici di tutto il mondo... sono Soci quei Cattolici che conoscono l'Esperanto e si impegnano di apprenderlo e pagano la quota sociale nella misura che viene stabilità ogni anno dal Comitato Centrale.»

  Ci sono varie categorie di Soci: Ordinario (chi ha compiuto il 21-mo anno di età).

  — Giovane (chi non ha compiuto il 21° anno di età).

  — Sostenitore (chi, indipendentemente dall'età, paga una quota sociale superiore almeno tre volte a quella fissata per il Socio Ordinario).

  — Familiare (familiare di Socio Ordinario o Sostenitore; la sua quota sociale è pari alla metà di quella del Socio Ordinario; al Socio Familiare non viene inviato Katolika Sento).

  — Socio Benemerito (persone o Enti che sostengono finanziariamente o in altro modo l'Unione. Il riconoscimento della qualità di Socio Benemerito spetta al Comitato Centrale. Perde la qualità di Socio chi non provvede, al pagamento della propria quota.

  Per chi volesse fare omaggio di più copie di Katolika Sento (almeno tre), la quota resta quella promozionale o di propaganda dell'anno scorso, cioè lire 5.000.

  Attendiamo, pertanto, (dai gruppi UECI e dai singoli soci, delegati e abbonati) elenchi di studenti, docenti, istituti, parrocchie, scuole.... con la relativa somma da inviare a mezzo ccp precisando la causale di versamento. Dankon.


  Per i nuovi amici di Katolika Sento (soci o abbonati) la sigla IKUE indica l'unione internazionale degli Esperantisti cattolici (internacia katolika unuiĝo esperantista), mentre le varie associazioni nazionali hanno nomi diversi; quella italiana è UECI (unione Esperantisti cattolici italiani, da non confondere con gli Editori!).

  Mentre l'UECI ha come suo periodico Katolika Sento (per ora in italiano, in preparazione al prossimo primo centenario dell'Esperanto), l'IKUE ha una rivista mensile Espero Katolika, tutta in esperanto.


Notu bone: 1 ) La categoria di Socio a vita, non prevista dallo Statuto UECI, è stata introdotta già da alcuni anni con il consenso della maggioranza dei Soci per costituire un fondo a sostegno dell'Unione e del relativo periodico K.S.

  2) Le abbreviazioni per i Soci IKUE: Membroj-abonatoj.(MA), Soci abbonati: Membroj-subtenantoj (MS), Soci sostenitori; Membroj-dumvivaj (MD), Soci a vita.


El viaj leteroj...

Dalle vostre lettere:

  ★ «Durante il recente meeting di Rimini ho fatto la conoscenza con la lingua "esperanto" ma vorrei saperne di più, magari acquistando una buona grammatica e un vocabolario». (Mario Grossi)

  ★ «Secondo me, la nuova veste di Katolika Sento è ottima. Congratulazioni, sempre avanti». (Elisabetta Casagrande)

  ★ «.....riguardo alla nuova e vivace K.S. la trovo interessante, spero che sia così anche per altri lettori». (Miriam Noseda Ceci Neva)

  ★ «Carissimo Padre Ciccanti, scrivo a Lei che forse può arrivare alla Direzione del Meeting e far affrontare il grosso problema della lingua... Andreotti ha pur detto delle eccedenze che devono andare ai popoli che ne hanno bisogno, ma dei tanti milioni buttati dalla CEE per traduzioni, niente». (Adriano Ambra)

  ★ «Ho consigliato al redattore di «Frate Indovino» di parlare dell'Esperanto nel famoso calendario, in vista del centenario....

Siccome i miei Confratelli non sono favorevoli all'Esperanto, debbo rinunziare per ora ai congressi esperantisti». (P. Riccardo Di Prinzio)

— — — ♦•♦ — — —

  Caro Ambra, alla Direzione del noto «mitingo» devono arrivare direttamente molte altre voci a sostegno della mia, ben accolta fin dalla prima edizione.

Nella Rubrica «respondoj» pubblicheremo volentieri la risposta di Andreotti alla tua lettera. O forse hai preferito scrivere a me piuttosto che a lui?

  Colgo l'occasione per raccomandarti Katolika Sento, almeno tre copie, una per te e due da dare in omaggio come «informilo-varbilo». È una piccola cosa, ma, addizionata a mille altre, diventa subito grande.

Caro P. Riccardo, se i Confratelli non sono favorevoli all'Esperanto, una ragione di più per impegnarti nel movimento (anche per riparare alla loro assenza), ma direi di non ostinarsi a profetizzare in casa propria, c'è tanto spazio e tante messe, appena fuori le mura.

Albino Ciccanti

• II quarto TIR per la Polonia è partito il 16 dicembre 1985, diretto a Bjalistok, città natale dell'iniziatore dell'Esperanto, L.L. Zamenhof (1859-1917).

• Per copie arretrate di Katolika Sento: lire 500 più spese postali. Così pure per eventuale disguido postale: per ogni copia inviare lire 500 anche in francobolli.



Dankon

  Grazie in primo luogo al Sac. Ippolito Pellis per il servizio religioso in Esperanto al congresso nazionale di Grado nello scorso settembre, e in particolare per la somma raccolta e inviata: lire 128.000 per Katolika Sento e per la stampa del Messalino festivo in esperanto.

  Grazie a quanti sono solleciti nell'invio di notizie, foto, ritagli di giornali, suggerimenti, contributi vari.

Offerenti, amici, nuovi abbonati:

M. Pia Galeazzi
Vittoria Spina
Giuseppe Salimbeni
Giuseppe Stocchiero
Nildo Astolfi
Lucia Miano
Elsa Orciari
10.000
5.000
10.000
10.000
5.000
20.000
25.000

TOTALE Lire 85.000


SOCIO UECI

Ordinario con K.S.
Sostenitore con K.S
Giovane con K.S.
Familiare senza K.S.
Benemerito (con K.S. in omaggio)
Socio a vita con K.S


10.000
30.000
5.000
5.000

200.000

  

SOCIO IKUE

Ordinario (MA) con E.K.
Sostenitore (M.S.) con E.K.
Socio a vita (MD) con E.K.


18.000
36.000
360.000

  1. Il solo abbonamento a Katolika Sento èdi lire 7.000, a Espero Katolika è di lire 15.000.

  2. Rinnovare SUBITO l'adesione o l'abbonamento per non rischiare di perdere i numeri arretrati e per agevolare l'amministrazione.

  3. Usare sempre e solo il c/c/p dell'UECI n. 11129475, V.le C. Zavagli, 73 - 47037 RIMIMI (FO).


BONAN KRISTNASKON KAJ FELIĈAN NOVAN JARON!