Periodico dell'UNIONE ESPERANTISTI CATTOLICI ITALIANI (UECI)
Nuova serie n.5 -1985   settembre — ottobre
"Per la promozione della fratellanza e della comprensione tra i vari popoli di diverse lingue" (Paolo VI)

Periodico bimestrale - Sped. in abb. post. gr. IV 70% -Autorizz. della Curia Vescovile di Rimini n. 1484 del 20/12/1984 - Direttore respons.: Don Duilio Magnani - Redazione e Amministrazione, segreteria generale UECI: Via C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini - Tel.(0541)26447 - c/c/p n. 11129475 – Stampa Tipolito Ramberti

Enhavo:



Solidarietà: a Varsavia il terzo TIR

  Anche il terzo Tir della solidarietà è arrivato a destinazione: Varsavia, parrocchia del martire p. Popieluszko, 11 luglio scorso, accompagnato questa volta da Don Carlo Gatti di Forlì, a causa di una improvvisa degenza di mio padre all'ospedale.

  Alla raccolta di materiale vario, cibi non deteriorabili, scarpe e tanti vestiti, nuovi o in ottimo stato, fino a 15/16 tonnellate, hanno generosamente contribuito con gli Esperantisti cattolici e i miei parrocchiani anche la parrocchia di S. Giovanni evangelista di Forlì, Don Calvo per la diocesi di Cesena, la coop. Paska di Rimini e altri collaboratori di Lissone, Firenze, Empoli, Portici, ecc.

  A tutti il nostro più cordiale Dankon!

  In segno di comunione e fraternità, sono stati consegnati due piatti ornamentali con dedica in esperanto, per la parrocchia di S. Stanislao e per il gruppo esperantista cattolico di Varsavia.

  Si ritornerà in Polonia con un quarto Tir?

  «Si cerca di scoraggiare ogni aiuto — ci ha riferito Don Carlo — c'è aria di paura anche in chi riceve; pretestuosi controlli, multe, richieste di regalie...».

  Comunque non ci mancano davvero le iniziative di bene. Attraverso Katolika Sento informiamo i nostri amici e collaboratori, tenendo sempre ben presente il programma, la nota che ci distingue fra tanti gruppi, enti, associazioni: l'uso della lingua internazionale 'esperanto' come strumento privilegiato per i contatti con i Paesi di lingua diversa.

  Per ogni vostro gradito contributo, vi ricordiamo di preferire il ccp 11129475 (UECI Rimini) specificando la causale del versamento.

Sac. Duilio Magnani


ATENTON, attenzione!

Sono disponibili copia del primo numero (ristampato) di K.S. da utilizzare come «informilo-varbilo». In base al contributo (lire 500 per copia) verrà inviato il quantitativo corrispondente. Dankon.


Bonfarado: Occhiali usati

  Fra le iniziative benefiche degli Esperantisti cattolici (bonfarado), c'è la raccolta di occhiali usati.

  Quasi per caso, attraverso il canale della corrispondenza in lingua internazionale esperanto, abbiamo saputo di un missionario olandese che utilizza occhiali usati, da vista e da sole, e che ha messo in opera un minilaboratorio oculistico, per cui diventano preziose anche le parti singole, come lenti e montature di ogni tipo, pur di soddisfare la continua richiesta di occhiali per le molte e diverse malattie di occhi.

  Ecco il nome e l'indirizzo del missionario «oculista»: p. Jos Cramers — P.O. Box 234 — KETA — Ghana.

  Riportiamo alcune espressioni da una recente lettera del P. Cramers: «... vi ringrazio sinceramente per l'aiuto che ci date nel nostro impegno per i poveri, perché possano vedere meglio e riprendere il lavoro, specialmente gli insegnanti, gli impiegati negli uffici, la gente di chiesa perché possano leggere la Bibbia e i loro libri di inni religiosi, i Maomettani perché possano leggere il Corano. Noi aiutiamo tutti.

Abbiamo pazienti che arrivano da ogni parte del Ghana, una media di cento al giorno, e in 5 anni di lavoro ne abbiamo aiutati circa 50.000.

Dio vi benedica per quanto fate per i nostri ammalati».

Notu Bone: per l'invio di occhiali usati, ecco due indirizzi; uno per il Ghana attraverso la Curia Generalizia dell'Istituto del p. Cramers e uno per varie destinazioni nei Paesi del Terzo Mondo, attraverso il Movimento Apostolico Ciechi (MAC).

  — New look — Via della Nocetta, 111 — 00164 Roma.

  — M.A.C, c/o Sig. Casnedi — Piazza Vesuvio, 19 — 20144 Milano.


Esperanto: Notizie dal mondo

LONDRA:

Il primo Ministro, Sig.ra Margaret Thatcher, ha inviato un autorevole messaggio al 69° Congresso britannico di Esperanto, congratulandosi con gli Esperantisti e sottolineando il valore di una lingua comune per la comunicazione nel mondo moderno. «Per il continuo progresso della tecnologia — si legge nel messaggio — noi oggi possiamo telefonare e parlare in qualsiasi parte del mondo; possiamo parlare, ma molto spesso non possiamo comunicare».

OSLO:

Nuovo interesse per l'Esperanto in Norvegia. L'anno scorso 80 testate di giornali hanno pubblicato in totale 234 articoli sulla Lingua Internazionale, molti dei quali con illustrazioni.

BELGIO:

— L'Associazione dei Verdi Esperantisti (AVE) ha dato vita ad un proprio periodico. Il tema sull'ecologia verrebbe esteso al campo... linguistico: rispetto per le lingue «naturali», lotta all'inquinamento e alle subdole infiltrazioni di lingue veicolari (sedicenti internazionali), sostegno alla lingua comune, neutrale e pulita, cioè l'Esperanto.

— I corsi di Esperanto a Lovanio si svolgono nel quadro del programma «Istruzione per la promozione sociale», cioè utilizzando per lo studio alcune ore retribuite, sottratte a quelle previste dall'orario di lavoro (l'equivalente delle 150 ore in Italia).

CINA:

— Le trasmissioni di Radio Pekino in lingua esperanto hanno compiuto 20 anni: la prima trasmissione risale infatti al 19 dic. 1964. Oggi Radio Pekino trasmette in esperanto quattro volte al giorno per: Europa, America latina, Giappone e Corea, Asia sud-orientale. Ascoltatori esperantisti in più di 50 Nazioni.

— Il prossimo congresso universale di Esperanto avrà luogo a Pekino dal 26 luglio al 2 agosto 1986. Dai Paesi europei già un migliaio di iscritti, una cinquantina dall'Italia.

POLONIA:

— Dal 9 al 16 agosto scorso, il Comitato studentesco polacco per l'Esperanto ha organizzato un incontro a Cracovia, città del prossimo congresso dei Giovani esperantisti nell'anno giubilare della lingua internazionale (1987), sul tema: «come utilizzare il giubileo per orientare l'attenzione delle masse popolari all'Esperanto».

NAZIONI UNITE:

- Il 1986 e stato dichiarato «anno internazionale per la pace».

I Giovani sono particolarmente invitati ad essere operatori di pace fra i popoli, anche attraverso la conoscenza e l'uso della lingua internazionale «esperanto». Mentre l’anno della Gioventù volge al termine, restano per i Giovani moltissimi impegni urgenti, non ultimo quello della comunicazione un diritto ancora negato a milioni di cittadini proprio per la mancanza di una lingua internazionale comune.

PARIGI:

— Marie Terese Lloancy si è laureata a pieni voti in linguistica con la tesi «l'esperanto e i giochi di parole nelle opere di Raymond Schwartz».

ATENE:

II direttore generale dell'UNESCO, Sig. A.M. M'Bow, all'indirizzo di «benvenuto in Grecia» rivoltogli dalla presidenza dell'Associazione Esperantista ellenica, ha risposto con un caldo messaggio in Esperanto, dimostrando cosi la sua stima per gli Esperantisti e la sua convinzione in merito al valore dell'Esperanto come lingua internazionale.

ITALIA:

— Milano. Notevole successo ha riscosso anche quest'anno lo stand dell'Esperanto alla prestigiosa «Fiera di Milano», con 7 mila espositori provenienti da 81 Paesi.

— La Federazione Esperantista Italiana (20143 Milano — Via Villoresi 38), per onorare la memoria della scrittrice, poetessa e grande Esperantista Clelia Conterno Guglielminetti, ha istituito un premio a lei dedicato da assegnare ogni anno al miglior gruppo esperantista italiano.

— La seconda conferenza mediterranea di esperantologia, organizzata da «Literatura Foiro», avrà luogo a Milano dal 1 al 3 nov. prossimo, presso il centro Unesco di Vìa Pantano, 17.

Monza. Il circolo esperantista monzese in collaborazione con quello culturale «Emanuela Dalla Chiesa», ha organizzato nello scorso marzo, un «semajnfino» (fine-settimana) di notevole valore educativo: oltre alla ben nota mostra: «apriamo le finestre sul mondo» (sulla corrispondenza scolastica internazionale: 40 Paesi dei 5 continenti), anche una conferenza sul tema «capire il problema linguistico della CEE», trattato dal Prof. Valerio Ari, docente di lingue e letterature straniere e collaboratore del club Unesco.

— Roma. È stata presentata al Parlamento una nuova proposta di legge (n. 2063), sottoscritta da 31 parlamentari di tutti i partiti, per l'introduzione dell'insegnamento dell'Esperanto nelle tre classi di scuola media, in aggiunta agli insegnamenti previsti dall'art. 2 della legge n. 1859 del 31/12/'62.

— Torino. Su proposta del Prof. Fabrizio Pennacchietti, in applicazione dell'art. 9 del D.P.R. 11/7/'80 n. 382, il Consiglio della facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Torino, con delibera 12 giugno 1985, ha istituito un corso integrativo non fiscalizzato (libero) di interlinguistica ed esperantologia.

— Firenze. Nel Centro Unesco di Firenze, il 17 giugno scorso, il Dott. Umberto Stoppoloni e il giovane esperantista Darlo Besseghini hanno parlato sul tema «una lingua per la comunicazione, l'esperanto», destando notevole interesse.



El la Gazetaro...

  El la gazetaro, cioè... dalla Stampa. Non solo la parola «esperanto» o l'equivalente «lingua internazionale» ricorre sempre più spesso nella Stampa, ma anche lettere, servizi di cronaca, articoli.

  Preghiamo i lettori di K.S. di segnalare quanto si riferisce al problema della lingua comune e in particolare all'esperanto.

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  Nel n. 213 del mensile Mani Tese (luglio — agosto '85) è stato pubblicato sull'intera pagina 4 un lungo articolo di Carlo Torriani «una lingua comune, ma quale?» e a pagina 6 «manitese dibattito» viene riportata una lettera (commentata favorevolmente) dal titolo «esperanto e lingua comune».

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  A chiusura di una delle troppe scuole di lingua inglese che prosperano sul territorio italiano, senza scrupoli e senza controlli (quanto siano inutili e costose non è facile sapere neppure da chi le frequenta), il Direttore incoraggia genitori e studenti a proseguire, a insistere; lo studio dell'inglese è un investimento per il domani... (ma dice anche) l'apprendimento dell'inglese è lungo, impegnativo e spesso frustrante... la padronanza dell'inglese si raggiunge dopo anni e anni di studio e con lunghi soggiorni e corsi all'estero... è questa una via obbligatoria per diventare cittadini del mondo (Gong — luglio '85).

  E che dire, se dopo tanto studio e alcuni milioni spesi per viaggi e soggiorni all'estero, ti si presenta «un cittadino (di un'altra parte) del mondo» e non ti capisce affatto?

  Ce ne sono infatti di cittadini «nel» mondo che parlano spagnolo, russo, arabo, cinese, giapponese.... Ma, senza andare troppo lontano, si può incontrare chi parla francese o tedesco mentre gli si propone l'inglese! Allora? Non è più vero che tutto il mondo parla l'inglese?

  Pare proprio di no.

  Ecco una lettera pubblicata dal Corriere della Sera (2 sett. '85) con il titolo «per una lingua universale: «Di tanto in tanto compaiono sulla stampa quotidiana e periodica scritti sull'opportunità di utilizzare questa o altra lingua come la più diffusa in campo internazionale. Naturalmente, come è ovvio, in Occidente si propende per l'inglese, seguito dal francese e anche dallo spagnolo. In questa visione non manca qualcuno che preferirebbe il latino. Di lingue orientali non se ne parla nemmeno, se non per dire che il cinese come il giapponese sono lingue che fanno storia per conto loro per la radicale differenza di confronto (espressioni d'ideogrammi) con i nostri caratteri delineati nell'alfabeto che comprende 26 lettere; l'italiano, come si sa ne conta cinque in meno: 21. Qualche lettore ha proposto l'esperanto, lingua artificiale internazionale, finora con scarso seguito. Diciamo che gli Stati Europei, con particolare riferimento agli associati alla CEE di Strasburgo, dovrebbero esaminare la possibilità di promuovere come seconda lingua — senza scalfire la propria storia culturale — l'esperanto con le sue limitate regole, che non presenta eccezioni, di facile apprendimento. Si tratterebbe di una seconda lingua universale che tutti gli Stati del mondo potrebbero accogliere nel proprio bagaglio delle conoscenze. Bisogna anche dire che l'esperanto, lingua che nessuno protegge, ha incontrato le sue difficoltà di affermazione; ma queste sono ragioni in più per il suo rilancio su tutto il pianeta; da essere annoverata lingua ufficiale all'ONU, scritta e parlata da tutti i popoli del globo».

Pasquale Scutiero
(Paestum — Salerno)

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  Molti giornalisti hanno notato la presenza degli Esperantisti cattolici al «Meeting '85» di Rimini. Riportiamo una parte dell'articolo «II regno a modo nostro» di Achille Di Giacomo «Posta dal cielo» (II Tempo 27 ag. '85): «Passeggiando tra i padiglioni del Meeting, il visitatore si trova davanti, una volta di più, alla incalcolabile molteplicità e al mistero delle strade della provvidenza. Attratto, per esempio, da uno stand con l'insegna 'Unione Esperantisti cattolici' mi avvicino incuriosito: Antonio Gambuti, riminese, che da trenta anni conosce la lingua inventata nell'Ottocento da Zamenhof ma in attesa ancora di un 'decollo' per cosi dire ufficiale, mi mostra con compiacimento la rivista El Popola Cinio e un album di fumetti in esperanto, stampati nella Repubblica Popolare Cinese.

Ma gli esperantisti cattolici? L'Unione — che si inquadra in una organizzazione internazionale — è nata agli inizi del Novecento, tanto è vero che una raccolta di periodici del 1903 — 1904 fu presentata a Pio X ed è ora esposta qui come un 'pezzo' prezioso. Dice Gambuti: 'Noi ci proponiamo di diffondere la lingua in campo ecclesiale'. Ma forse il motivo di maggiore interesse è questo: l'esperanto è un veicolo per far conoscere il Vangelo.

Gli esperantisti dei cinque continenti sono in contatto tra loro, uniti da un legame che trascende le ideologie. Nella corrispondenza i cattolici includono opuscoli religiosi: ed è una iniziativa diventata importante soprattutto per i Paesi dell'Est. Dietro le immaginette sacre, racchiuse in una normale busta, sono riportate le ultime notizie del mondo cattolico, 'quelle notizie che i nostri fratelli che vivono dall'altra parte non conoscono perché i giornali non le pubblicano'. Le notizie: e le preghiere per chi le avesse dimenticate, o le volesse apprendere in esperanto. Il Padre Nostro, l'Ave Maria, il Credo. I postini dell'Est non sanno di recapitare talvolta lettere che, sempre attraverso quelle misteriose vie del Signore, provengono dal cielo».

Achille Di Giacomo


  Un paginone con un bel titolo «il mondo con una lingua» (Avvenire 5.4.'85) ma segue subito una notevole limitazione, quasi un secondo titolo, «dall'inglese all'arabo», attraverso spagnolo, francese e altre lingue!

  Ci si sforza di dire bugie nascondendole dietro vistosi «sloganoj» e significativi «subtitoloj», come «utile e dilettevole...» salvo a leggere fino in fondo per trovare «costoso, faticoso» se non addirittura «penoso»!

  Ma come non accorgersi della sproporzione, della «sfasatura» fra l'esigenza di comunicare e la soluzione proposta, cosi illogica e inadeguata?

  Si parla di milioni per pochi giorni all'estero! Un privilegio per pochi figli di papa! E gli operai, i più poveri? Non hanno forse bisogno anche loro di comunicare? Ma una lingua non si apprende in pochi giorni, ne basta una, e si usa così volentieri il plurale: lingue e letterature straniere! Quali lingue? Arabo e russo? Cinese e giapponese? O tedesco, francese, spagnolo?

  Sarebbe stato più coerente far seguire al bel titolo «il mondo con una lingua» il discorso sulla lingua comune, davvero una seconda lingua per tutti, ma, forse è in arrivo? Intanto, almeno il titolo è già esatto e augurale.

  (Si veda, ad es., in «Civiltà Cattolica», 4 maggio 1985 e anche in «Mani Tese», luglio — agosto 1985).


  Il sig. Re Mario di Rho (Avvenire, 17.7.'85 «lettere») «lamenta la carenza di licei linguistici e auspica che le autorità competenti provvedano... anche per evitare che tante famiglie debbano ricorrere ai licei privati con onere economico non indifferente»...

  Ma non sarebbe meglio, piuttosto, chiedere alle autorità che si dia spazio allo studio di una lingua comune, la stessa per tutti, e così evitare ogni spesa per frequentare il liceo linguistico?

  Tanto più che studiando lingue, si trascurano altri studi importanti e si rischia di non comunicare ogni volta che ti viene proposta una lingua che non sai.


De Mitingo al Mitingo
Da «Parsifal» alle «Notizie»

LA BESTIA PARSIFAL & SUPERMAN

L'uomo da sempre ha potuto brandire la sua libertà e, sfidando ogni condizionamento, ogni istinto, ogni modello, costruire fatti di novità.

L'uomo è libero di rompere il cerchio grigio del suo animalesco adattamento all'ambiente, è libero di puntare il suo sguardo in alto, alle stelle che non lo stanno soltanto a guardare; è libero, comunque, di non abbandonare L'ideale.

Neppure la dimenticanza e i condizionamenti hanno impedito a Parsifal di spendere la vita nella ricerca del Graal: Parsifal non è stato un modello di coerenza, il suo eroismo è stato soltanto vivere, continuando ad affermare ed inseguire la ragione della sua esistenza, e non poteva non giungere a vedere ciò che da sempre c'era e che da sempre lui aveva cercato.

È questo nesso con l'ideale, con l'infinito, che rende l'uomo libero, capace di ricominciare sempre, di assumere responsabilità di fronte a se stesso e di fronte alla storia.

La civiltà infatti non è un patrimonio di valori e di forme da custodire a tutti i costi, come tanti, troppi, «Superman» vorrebbero, ma la fantasia di una costruzione continuamente da rischiare, dove la memoria diviene terreno fecondo per il cambiamento.

Chi ha già deciso cosa è la giustizia, non ha più bisogno di nessuno, né di Dio né degli uomini, per costruirla: gli basta il potere, non importa se violento o no, per mantenerla.

Dio infatti ha bisogno di uomini, né di Bestie senza ideali, né di «Supermen» senza fantasia, di uomini che magari sbagliano, ma che sono liberi di cambiare e di costruire.

Quello che in italiano si dice «incontro per l'amicizia fra i popoli», in esperanto suona cosi: «mitingo por la amikeco inter la popoloj». De mitingo al mitingo, cioè da un incontro all'altro, il problema della comunicazione si complica sempre di più e una lingua comune diventa esigenza di massa.

A chiusura dell'incontro per l'amicizia a Rimini nell'estate scorsa, è stato annunciato il tema della prossima edizione: «tamburi, bit, notizie».

Da varie parti abbiamo ricevuto sollecitazioni perché si dia più spazio al progetto di lingua comune «esperanto», ad es. una tavola rotonda, allo scopo di focalizzare almeno qualche aspetto dell'affascinante proposta: diffusione nel mondo, prospettive per il futuro, neutralità rispetto alle lingue nazionali.

Forse Parsifal, da sempre alla ricerca di una lingua comune, ha trovato una soluzione prestigiosa? La «notizia» dovrà essere accuratamente ricercata fra le tantissime, nella prossima edizione del «mitingo» a Rimini, magari sorvolando su tamburi e bit per non perdere altro tempo prezioso!




Atestoj

  Fra le 'testimonianze' (atestoj), abbiamo scelto quella sottoscritta da quatto Seminaristi in vacanza a Novjorko.

  Una situazione che si ripete ogni giorno per migliaia di persone, in condizioni talvolta drammatiche, in ospedale, in carcere, in tribunale, sul lavoro. I Seminaristi in vacanza, in casa di italiani, giovani e istruiti, sono al confronto dei privilegiati. Resta comunque valido il loro appello per la conoscenza e la diffusione dell'esperanto come seconda lingua comune.

«Noi quattro sottoscritti (Giuliano, Bernardino, Antonio e Lello), abbiamo appena scoperto l'esperanto e ci siamo ricordati della vacanza dell'anno scorso a New York.

Mons. Ettore Di Filippo, exfunzionario della S. Sede all'ONU e dal 1983 Vescovo di Isernia, aveva ottenuto uno scambio di quattro seminaristi fra le due diocesi, Isernia — New York, per lo stesso periodo di soggiorno.

In seminario avevamo studiato francese, ma a N.Y. eravamo sordomuti! Per fortuna eravamo ospiti presso famiglie di origine italiana.

A volte capitava di incontrare persone che sapevano dire in italiano «Hai capito?», dopo aver detto in americano diverse parole che noi non avevamo capito affatto; a ciò si aggiungeva qualche risatina di commiserazione che, secondo noi, non meritavamo. Più volte abbiamo assistito a conversazioni che, dall'atteggiamento del volto e dai gesti delle mani, sembravano importanti, ma siccome nessuno si preoccupava di tradurci qualcosa, noi restavamo tagliati fuori, mortificati per non poter intervenire a causa dell'invalicabile barriera della lingua.

Certo non siamo stati né i primi né gli ultimi a trovarci a disagio per la mancata conoscenza della lingua, ma ripensando alla vacanza di New York, vorremmo consigliare a tutti, specialmente ai giovani, di imparare e diffondere l'esperanto, che è stato ideato proprio per abbattere le barriere linguistiche nel mondo.

Così pure, come seminaristi, vorremmo suggerire alla Sacra Congregazione per l'educazione cattolica di esortare i seminaristi di tutto il mondo a studiare l'esperanto, facile e neutrale. La Chiesa, che soccorre i poveri, gli emarginati (e i sordomuti!), dovrebbe occuparsi anche dell'esperanto, perché tante persone di diversa nazionalità e lingua possano capirsi senza bisogno di imparare tante lingue difficili».

(Giuliano, Bernardino, Antonio, Lello
del Seminario Regionale di Chieti)


Campagna «nuovi abbonati»

Ricordiamo che Katolika Sento, nella nuova veste di giornalino stampato e bicolore, tutto in italiano con appena qualche titolo provocatorio e brevissimi testi in esperanto, ha lo scopo di informare i Cattolici sul valore della lingua internazionale, in preparazione al primo centenario della sua origine: 1987.

Passando dal ciclostile alla stampa, mille copie iniziali, in abbonamento postale, è urgente aumentare il numero degli abbonati, tanto meglio se «sostenitori» (L. 10.000), ma sono preziosi anche gli «ordinari» (L. 5.000). Un caldo appello viene rivolto agli Studenti, ai Seminaristi, ai giovani insegnanti, perché si faccia conoscere il messaggio di Katolika Sento, lo scopo della sua attività, cosi bene espresso dalle parole di Paolo sesto: «...per la promozione della fratellanza e della comprensione fra i vari popoli di diverse lingue».


Notu Bone: — la lista dei nuovi abbonati (sostenitori e ordinari) vuol essere di stimolo per amici e colleghi;

  — i rinnovi non vengono segnalati;

  — si continuerà a pubblicare i nomi degli offerenti per varie iniziative: messalino festivo in esperanto, missionari esperantisti, fondo «primo centenario» dell'esperanto, informazione (stampa, rai/tv, mostre, conferenze, ecc.), Katolika Sento (perché possa continuare a vivere nella veste attuale almeno fino al 1987).


Dankon

Offerenti e nuovi abbonati:

Amedeo Polverelli
Umberto Stoppoloni
Riccardo Di Prinzio
Lilia Fabretto
Luis Biron
M.T. Malatesta
Jolanda Giardini
Antonio Sciarillo
Rosa Bulleri
Simone Lorici
Nicola Lasalandra
Antonietta Carbonara
Savino Delcarmine
Alfredo Zeppetella
Fosca Ferretti
Vitaliano Lamberti
Iside Graziani
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10.000
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5.000
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Al ĉiuj: koran dankon.
A tutti: un cordiale ringraziamento.


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— Fajron estingas akvo,
  pekon pardono.

— Dion fidu, sed senfare ne sidu.