Periodico dell'UNIONE ESPERANTISTI CATTOLICI ITALIANI (UECI) Nuova serie n.4 -1985 luglio — agosto "Per la promozione della fratellanza e della comprensione tra i vari popoli di diverse lingue" (Paolo VI) Periodico bimestrale - Sped. in abb. post. gr. IV 70% -Autorizz. della Curia Vescovile di Rimini n. 1484 del 20/12/1984 - Direttore respons.: Don Duilio Magnani - Redazione e Amministrazione, segreteria generale UECI: Via C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini - Tel.(0541)26447 - c/c/p n. 11129475 – Stampa Tipolito Ramberti Enhavo:
S. Pio X e l'Esperanto ![]() La recente visita del Papa nel Veneto e in particolare a Riese, paese natale di S. Pio X, in occasione del 150° anniversario della sua nascita, ci suggerisce una breve riflessione sul rapporto del Santo Papa con l'Esperanto. Un particolare del tutto marginale rispetto alla sua poliedrica attività come illuminato Pastore della Chiesa, ma importante per il movimento esperantista cattolico perché S. Pio X fu il primo Papa a ricevere un gruppo di Esperantisti. Sarebbe impossibile sintetizzare in poche righe un ricco e sofferto Pontificato come quello di S. Pio X, ma altri l'hanno fatto, anche in questa occasione, con competenza ed efficacia: studi, ricerche, articoli. Basterebbe citare, con i discorsi del Papa, l'Osservatore Romano, Avvenire, Famiglia Cristiana. Anche altre pubblicazioni, meno note ma non meno efficaci, hanno messo in luce aspetti particolari e importanti di S. Pio X, ad es. la sua devozione alla Madonna in un articolo di Fernando da Riese Pio X: «Tutta una vita sotto lo sguardo di Maria». Ne riportiamo alcune righe — ... da fanciullo Pio X crebbe all'ombra del santuario delle Cendrole, a cui rimase sempre affettuosamente legato. Le varie tappe della sua esistenza sono state scandite costantemente da coincidenze mariane. Sono numerosi i richiami e le esaltazioni mariane nei suoi undici anni di Pontificato, in oltre 90 documenti. Nel proprio stemma vescovile e papale, Pio X volle una stella d'oro illuminante il mare tempestoso, cioè Maria Ausiliatrice dei Cristiani, Assicuratrice di Speranza e di Salvezza. Molti i legami con le ricorrenze della Vergine Immacolata e con Lourdes in particolare, tanto da essere a Lui dedicata la grande basilica sotterranea, capace di accogliere oltre ventimila persone Dal discorso del Papa al Clero di Riese riportiamo quanto segue: — Come per i grandi pontefici, possiamo dire che non c'è settore o aspetto della vita della Chiesa, in cui Pio X non sia entrato per discernere, orientare, determinare, rilanciare: liturgia, sacramenti, catechesi e predicazione, canto sacro e arte sacra, diritto ecclesiastico apostolato sociale, seminari e formazione sacerdotale, studi biblici. Egli ha consacrato orientamenti innovativi e profetici e, nello stesso tempo, ha consolidato ed incrementato la fede della Chiesa. La sua massima preoccupazione è stata la genuinità, la limpidezza, la trasparenza della fede in tutto il Popolo di Dio. Ha lottato e sofferto per la libertà della Chiesa, e per questa libertà si è rivelato pronto a sacrificare privilegi e onori, ad affrontare incomprensioni e derisione, in quanto valutava questa libertà come garanzia ultima per l'integrità e la coerenza della fede. Non si lasciò bloccare da alcun rispetto umano, né da calcolato opportunismo, quando si trattò di difendere i diritti di Cristo, della Chiesa e dei più piccoli tra i fratelli. Egli è il Papa con il quale la Chiesa è entrata con chiarezza nei tempi moderni, il Papa che lasciò dietro a sé, senza tentennamenti nostalgici, ogni attrattiva per il potere temporale, ogni minimo collegamento con la città terrena che non fosse contrassegnato dalla carità. Sebbene per l'origine dell'Esperanto si faccia riferimento al 1887, cioè alla grammatica che il dott. Ludovico Lazzaro Zamenhof pubblicò in quell'anno con il titolo «Internacia Lingvo» e con lo pseudonimo augurale «Doktoro Esperanto», tuttavia il primo congresso di Esperantisti avvenne nel 1905 a Boulogne-sur-Mer, due anni dopo l'inizio del Pontificato di S. Pio X (1903-1914). Il movimento esperantista cattolico era appena nato. Il primo numero del periodico di collegamento «Espero Katolika», fondato e redatto in esperanto nel 1903 dall'Abate Emile Peltier di Tours, fu benedetto da S. Pio X il 27 giugno 1906. In pochissimi anni, l'idea geniale di Zamenhof, la proposta di una lingua comune per tutti i popoli, si diffuse nel mondo intellettuale del tempo e trovava terreno fertile negli ambienti ecclesiastici: Religiosi, Sacerdoti e Seminaristi, ma anche Vescovi e Cardinali, si interessavano all'Esperanto. Al secondo congresso internazionale degli Esperantisti a Ginevra nel 1906, il S. Padre Pio X inviò la sua Benedizione apostolica: il telegramma fu letto dal presidente del congresso che era un Pastore Protestante e suscitò grande entusiasmo. La simpatia del Papa per l'Esperanto era ben nota, e da tempo si auspicava una udienza speciale. L'occasione propizia fu data dal IV congresso esperantista cattolico svoltosi a Roma nel 1913. Ricevuti dal Papa, i congressisti, guidati dai famosi pionieri P. Modesto Carolfi e Mons. Luigi Giambene, furono sorpresi dal suo vivo interesse per l'Esperanto. Il Papa fece molte domande e fu particolarmente lieto quando, alla richiesta se l'esperanto fosse adatto per il canto, per tutta risposta si levò un coro all'unisono, un bel canto popolare in esperanto! A conclusione della storica udienza, il volto leggermente elevato verso l'alto, occhi socchiusi e sguardo all'infinito, il Santo Papa pronunciò le seguenti espressioni: «Vedo nell'Esperanto un prezioso mezzo per conservare l'unità dei Cattolici di tutto il mondo. L'Esperanto ha un grande avvenire davanti a sé!». Da allora gli Esperantisti hanno ritenuto che queste parole fossero una profezia, le hanno ripetute ben volentieri e riprodotte in cartoline, immaginette, lapidi, in Italia e all'estero, in varie lingue. In occasione del 40° congresso universale di Esperanto a Bologna nel 1955, fu posta una lapide commemorativa nella Cappella che sarebbe stata poi sostituita dalla Chiesa dedicata a S. Pio X: un gesto di affetto e simpatia verso il grande Pontefice che per primo aveva incoraggiato gli Esperantisti e ne era diventato il celeste Patrono. Riportiamo la traduzione italiana del testo inciso nella lapide in Esperanto:
Come dalla modesta sua casa natale Con S. Francesco e S. Massimiliano Kolbe, S. Pio X è Compatrono degli Esperantisti Cattolici: la proclamazione avvenne nel 1951, a Monaco di Baviera. La festa annuale, la memoria liturgica di S. Pio X si celebra il 21 agosto. I Sacerdoti Esperantisti di tutto il mondo hanno dato vita ad un cenacolo internazionale «Sacerdota Rondo Pio Deka»: una famiglia, una fede, una lingua. Una lingua comune che non sia più privilegio di pochi come il latino nei secoli passati, ma accessibile alle masse popolari, e per la Chiesa Cattolica, nello spirito profetico di S. Pio X, valido mezzo dì evangelizzazione e promozione umana. Basta volerlo, ed essere in molti! Albino Ciccanti
El la Gazetaro... Come inviato di «Avvenire» al seguito del recente viaggio del Papa nel Benelux, Pier Giorgio Liverani, fra i vari problemi sociali, ha sottolineato quello linguistico, in particolare nel Lussemburgo: «Stranieri, amati ed emarginati» (Avvenire, 16/5/85). «L'aspetto più grave — scrive Liverani — è quello della estrema difficoltà di integrazione di ampi strati di nuova popolazione che, sradicata dai propri Paesi di origine con tutto ciò che questo comporta anche sul piano religioso, non riescono ad inserirsi nella nuova società, soprattutto per lo scontro con una autentica barriera linguistica. In Lussemburgo, infatti, si parla il lussemburghese, che è un difficile dialetto tedesco, si usa il francese come lingua amministrativa e dunque per tutti i rapporti con le autorità, mentre i giornali sono praticamente tutti scritti in tedesco. Tre lingue da imparare, per un immigrato, anche se giovanissimo, sono troppe, tanto più se non si vuole dimenticare la propria. La scuola, allora, è il primo dramma; poi c'è quello dell'informazione che, mancando, isola soprattutto gli stranieri italiani». Il Lussemburgo è un caso fra tanti. Ne sanno qualche cosa i Missionari che operano fra gli immigrati in varie parti del mondo. È ovvio, una lingua comune sarebbe provvidenziale. Purtroppo, per chi ha il potere di fare qualche cosa in tal senso ci sono, al momento opportuno, interpreti e traduttori! C'è da augurarsi che tali autorevoli personaggi si accorgano dell'abisso che li separa dai propri sudditi e del diritto alla comunicazione a livello di massa. ——— o O o ——— «Siamo tanto più — umani — quanto più cresce in noi la capacità di comunicare. È comunicando fra loro che gli uomini entrano in contatto autentico, vale a dire sono e rimangono esseri sociali, si intendono, operano e progrediscono» (Avvenire, 19/5/85: Mass-media, un dovere pastorale). D'accordo, ma per agevolare la comunicazione bisogna impegnarsi nel progetto «lingua comune»; informarsi, chiedere che se ne parli, difendersi dall'anglomania, collaborare per la diffusione dell'Esperanto. ——— o O o ——— Da «Civiltà Cattolica» (4/5/85) — quaderno 3237: Una lingua unica per la comunicazione internazionale? Il caso dell'esperanto, di Pedro Beltrão S.I.: L'articolo muove dalla constatazione di una «sfasatura socioculturale» che s'è prodotta nel mondo odierno. Infatti, mentre questo si sta trasformando in «villaggio globale», non ha ancora trovato il modo di adeguare alle nuove necessità quello che è lo strumento per eccellenza della comunicazione umana: la lingua. L'Autore, professore di demografia e di sociologia presso l'Università Gregoriana, introduce, quindi, il discorso sull'esperanto come possibile lingua internazionale. Dopo averne mostrato l'attualità e la diffusione raggiunta ormai in tutto il mondo, richiama l'origine e le ragioni di questa «lingua artificiale», indicandone soprattutto i vantaggi che ne proverrebbero alla convivenza nel mondo d'oggi, qualora l'esperanto divenisse la seconda lingua di tutti. Termina auspicando che, intanto, essa possa esser riconosciuta quale lingua ufficiale delle organizzazioni internazionali. Infatti, l'esperanto non è solo una lingua, è un'idea: quella della fratellanza universale. Notu bone: l'articolo è di ben 10 pagine con opportune annotazioni; potrà essere utilizzato come «informilo-varbilo». Chi non volesse acquistare l'intero quaderno (lire 4.000 più spese postali: Via di Porta Pinciana, 1 - 00187 Roma), potrà richiedere fotocopia dell'articolo alla direzione di K.S. anticipando lire 2.000 in c.c.p. 11129475 UECI - Rimini, spesa postale inclusa.
Poesie in Esperanto L'Associazione esperantista di Trieste annuncia un concorso di poesia in esperanto su tema libero: una poesia in quattro copie (una con nome e indirizzo dell'autore e tre senza nome per la commissione che dovrà giudicarle), da inviarsi entro il 31/8/85 alla Segreteria del concorso (Dott. Arietta Colombin, Via Alfonso Valerio, 85 -34128 - Trieste - Tel. (040) 567014. Declamazione delle poesie vincenti e premiazione, in occasione della prossima «settimana dell'amicizia internazionale» a Trieste. Non potranno partecipare al concorso poesie già premiate. Solo una poesia riceverà il premio speciale offerto dall'ass. esp. di Trieste. Altri premi sono libri in esperanto fra i migliori pubblicati nell'anno. Gli autori premiati riceveranno un particolare attestato. Le poesie verranno giudicate da tre noti Esperantisti: poeta Aldo de' Giorgi, dott. Piergiorgio Soranzio, dott. Mauro Nervi. Le poesie inviate non verranno riconsegnate. Il risultato del concorso verrà pubblicato in alcune riviste anche in esperanto e per radio. Una lingua per l'Europa Uno dei principali concetti ideologici del Parlamento Europeo è il diritto dell'individuo alla candidatura elettorale, e il diritto di tale individuo a discutere, da pari a pari, con altri membri eletti del Parlamento Europeo. Tale diritto è inalienabile, indifferentemente dalle origini geografiche o linguistiche e preclude il dominio di qualsiasi singola lingua nazionale. La Comunità Europea, lavorando con danesi, inglesi, francesi, tedeschi, greci ed italiani, ha più lingue ufficiali di qualsiasi organizzazione simile. Con l'adesione della Grecia, i traduttori dovranno affrontare 42 lingue e con l'ammissione della Spagna e del Portogallo alla Comunità, il numero di lingue probabilmente salirà a 72. Quest'anno i costi linguistici della Comunità raggiungeranno 250 milioni di sterline (il valore di una sterlina si aggira sulle 2.200 lire italiane); più del 55% del bilancio del Parlamento Europeo viene speso per il lavoro degli interpreti e dei traduttori; ogni parola detta in Parlamento costa 10 sterline (circa 22.000 lire). Nonostante queste costrizioni economiche, il portoghese e lo spagnolo saranno a pieno diritto, perché i diritti delle minoranze linguistiche vanno rispettati. In Gran Bretagna è ora chiaro, forse più che in altre nazioni della Comunità, che l'inglese non è l'inevitabile soluzione. In Gran Bretagna l'Esperanto è sotto costante e seria considerazione. Il gruppo parlamentare che appoggia l'Esperanto ha un totale di 153 Membri, ed è significativo che in seno alla Comunità Europea, la Gran Bretagna si sia posta alla guida nella promozione dell'Esperanto.
La Bestia Parsifal & Superman ![]() Siamo tutti interpellati dal titolo forte e categorico del Meeting '85: La bestia Parsifal e Superman. Anche il movimento esperantista cattolico, presente al Meeting fin dalla prima edizione, entra bene nel tema e ne interpreta un aspetto urgente e attuale, l'esigenza cioè di una lingua comune in un'epoca dalle dimensioni mondiali: telematica, turismo di massa, commercio senza confini, comunicazioni via satellite... Se Parsifal si identifica con l'uomo che persegue l'ideale, certamente costui si imbatte anche nell'ideale della comunicazione linguistica. Come per ogni gruppo etnico il meglio è la lingua materna e la propria cultura, così per le etnie di lingua diversa il meglio è una lingua comune, neutrale, nata proprio per questo: è l'Esperanto. Mentre la Bestia usa la mimica nel suo istinto senza progresso e il Superman è abbagliato dal suo «io linguistico», come strumento di potere, Parsifal è alla ricerca di una soluzione equilibrata: una lingua che è già patrimonio dell'umanità e dà all'uomo del «2000» la possibilità di crearsi una dimensione nuova, una cultura universale. L'Esperanto infatti è lingua parlata e scritta da migliaia di persone in tutto il mondo, insegnata in varie Scuole e Università, ricca di opere letterarie originali e tradotte; vi sono anche trasmissioni radio, opere teatrali, opuscoli commerciali e turistici di ogni genere in esperanto, tanto da essere ormai lingua matura per essere accettata come seconda da tutti i popoli. Gli Esperantisti presenti al Meeting saranno attenti alle Relazioni che in qualche modo toccano il potere linguistico, come quella di Stano Steiner, studioso di minoranze etniche, «I Giganti affondano negli Arcipelaghi», o quella di Albert Tevoedjre sullo sviluppo dei popoli del terzo mondo. Il fattore «lingua» non dovrebbe essere sottovalutato; lo sottolinea per tanti missionari Don C. Torriami dall'India: «... il primo fattore di sviluppo, di educazione e di cultura è la lingua. Con l'adozione di una lingua comune, il patrimonio culturale dell'umanità sarebbe disponibile per tutti gli uomini, e anche l'ostacolo più grande per l'impiego del volontariato, la lingua, scomparirebbe in pochi anni...» (Mani Tese - una lingua per capirci — marzo 1985). Ci auguriamo che venga presto, anche per gli organizzatori del Meeting riminese, il tempo di affrontare l'ideale di una lingua comune per l'umanità. Don Duilio Magnani
Verso il Centenario (1987) Ecco una proposta di lettera (o lettera-circolare) per invitare alla collaborazione... verso il primo centenario dell'Esperanto (1987). Alcune «penne valide» sono da anni impegnate nel provocare interesse per l'Esperanto... ma ci sono tante altre «penne» che rischiano la ruggine! Bisogna scrivere e riscrivere. Sono recenti alcuni successi ottenuti sulla stampa, dopo una cortese e breve lettera al Direttore o un garbato intervento sul problema linguistico e sull'Esperanto. La lettera che viene proposta è uno stimolo a scrivere, ma dovrà essere adattata di volta in volta utilizzandone il contenuto a seconda del destinatario. —— ————— — Premesso che il Ministero della Pubblica Istruzione «... ritiene che debba essere favorito lo studio dell'Esperanto...» (Circolare ai Provveditori agli Studi 21/2/1952); — notato il riconoscimento ufficiale del-l'UNESCO «... il progetto Esperanto, come seconda lingua comune, risponde agli scopi e agli ideali dell'UNESCO...» (Montevideo, 10 dicembre 1954); — attesa la convinzione sempre più diffusa, che l'Esperanto sia oggi la migliore soluzione del problema linguistico (in Europa e nel mondo), essendo lingua «neolatina», facile, neutrale, con letteratura originale e tradotta, con trasmissioni radio e svariate pubblicazioni, alle porte della Scuola in molti Paesi e felicemente collaudata in un secolo di vita, si prega di voler cortesemente collaborare per la conoscenza e la diffusione dell'Esperanto scegliendo la proposta più congeniale alla propria condizione: 1) studio della lingua internazionale, anche solo a livello elementare; 2) abbonamento a uno o più periodici, in esperanto o in italiano, ad es. «Katolika Sento»; 3) lettere ai Direttori di giornali e riviste, stazioni radio e televisive... pregandoli di dare notizie sul movimento esperantista mondiale; 4) contributo in denaro per le iniziative del movimento esperantista cattolico italiano.
36° Congresso Italiano di Esperanto Grazie alla presenza a Grado del Sac. Ippolito Pellis, oltre alla S. Messa in esperanto (nonostante la mancanza del Messalino festivo (che sta per essere ufficialmente approvato dalia competente Congregazione) è prevista la riunione dell’UECI mercoledì 11 sett. dalle 9 alle 11, presieduta dallo stesso Sac. Pellis, in assenza del presidente p. A. Ciccanti. Dalla Segreteria UECI verrà tempestivamente inviato l'odg che servirà da guida nella riunione, ma fin da ora si fa un caldo appello per sostenere il periodico Katolika Sento nella sua nuova veste, stampato, bicolore, inviato in abbonamento postale (mille copie), esteso a varie categorie con l'intento di provocare nuove energie da immettere nel campo delle attività degli Esperantisti cattolici. Tema del Congresso: «Esperanto e Mitteleuropa: due pluralismi culturali». Sede dei lavori congressuali: palazzo dei congressi. Annullo postale: nella sede del congresso funzionerà un ufficio postale a carattere temporaneo fornito di annullo speciale commemorativo (lunedì 9 sett.). Gita congressuale: a Gorizia, martedì 10 settembre. Quota di iscrizione: 27.000. Ulteriori informazioni: FEI, Via Villoresi, 38 -20143 - Milano - Tel. (02) 835.08.57. El viaj leteroj... El viaj leteroj significa «dalle vostre lettere». Non si riportano infatti lettere intere, se non brevissime, ma solo alcune espressioni più significative. ... Katolika Sento: la veste tipografica si presenta bene e il contenuto ancora meglio. Se non erro avete mantenuto i prezzi di abbonamento dei precedenti ciclostilati. Doppio plauso per la vostra laboriosità. (Giuseppe Stocchiero) ... K.S. gennaio-febbraio 1985: felicitazioni! Per collaborare, celebro una S. Messa secondo la Sua intenzione: abbonamento «di cuore»! (Fernando Tonello) ... desideriamo ricevere un numero di K.S. per la nostra esposizione «esperanto»... (Ass. Esperantista Goriziana) ho ricevuto il primo numero 1985, nuova serie di Katolika Sento. Complimenti! Interessanti le «notizie dal mondo» e le recensioni, ottima l'idea del «mini-corso»... (Lorenzo Rosati) ... complimenti ed auguri per il lavoro organizzativo nel migliorare la veste tipografica di K.S. Spero che la pubblicazione ottenga il successo che merita. (Graziano Ricagno) ... in occasione della visita del Papa Giovanni Paolo II, a Riese per celebrare il 150° anniversario della nascita di S. Pio X (1835-1985), molti Esperantisti hanno partecipato alla S. Messa, da Treviso, Udine, Mestre, Vicenza, Verona... Sulla «Vita del Popolo» (Treviso) il 16/6/85 è apparso un articolo sull'Esperanto. (varie firme... sotto quella del samideano Serio Boschin) Dankon Dankon al la donacintoj kaj al novaj abonantoj, cioè grazie non solo a chi invia contributi per K.S. e le sue iniziative, ma anche ai nuovi abbonati per la loro attenzione al programma degli Esperantisti cattolici, per la stima, la fiducia e la condivisione. L'abbonamento è una forma eccellente di collaborazione. Ad ogni abbonato corrisponde un potenziale esperantista, un cittadino del mondo, un «samideano» in più, per il superamento di ostinate barriere, non solo linguistiche, a vantaggio dell'amicizia e della comprensione universale. — Offerenti e nuovi abbonati:
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Esperanto — turismo L'Agenzia Viaggi «suno kaj maro» (sole e mare) — Ripa Ticinese 43 — 20143 Milano — propone per il prossimo agosto i seguenti itinerari: Inghilterra e Scozia, Svezia e Danimarca, Spagna, Turchia, Grecia. Durata due settimane, pullman gran turismo, ottimo trattamento, spesa modica, programmi già collaudati da pieno successo e realizzati in collaborazione con le organizzazioni esperantiste locali che assicurano la consueta accoglienza, ospitale e amichevole. Informazioni: tel. (02) 8397573 (ore 15,30 -19 dal lunedì al venerdì) - (02) 4077264 (ore 20-21). La Tv e l'uomo Gli scolari di una V elementare, dopo un approfondito dibattito, hanno diramato ai loro coetanei, genitori e conoscenti, il seguente messaggio: «La Tv è un oggetto. Tu sei una persona. Non lasciarti condizionare da un oggetto. Decìdi di vivere invece di stare a guardare gli altri che vivono (una vita finta o reale, comunque non tua). Guarda solo le notizie e qualche programma istruttivo. La videodipendenza danneggia la psiche e il cervello. Spegni più spesso. Parla di più con la tua famiglia. Aiuta nelle faccende di casa. Leggi. Fai sane attività. Guadagna il tempo che prima regalavi alla Tv. Aiutaci a dirlo a tutti». La V/C
Esperanto: mini corso (2) Dopo l'alfabeto e la relativa pronuncia, seguono ora alcune regole fondamentali con riferimento ai vocaboli e brevi espressioni che il lettore ha incontrato nei primi numeri di Katolika Sento '85. Ricordiamo che l'accento tonico cade sempre sulla penultima vocale, e le vocali sono, come in italiano, contenute nella parola «aiuole». Per facilitare l'accento esatto, si noti la vocale in corsivo. Alcune parole sono come in italiano, ma con l'accento tonico sulla penultima vocale: metodo, sabato, sandalo, numero, radio, telefono, semaforo. La «ŭ» e la «j» non sono vocali, pertanto non vengono mai accentate: majo, junio, julio (maggio, giugno, luglio), unua (primo/a), naŭa (nono/a), antaŭ (prima, davanti), antaŭa (precedente), baldaŭ (presto), ankaŭ (anche), morgaŭ (domani). Per distinguere le principali parti del discorso, vi sono precise desinenze: «o» per il sostantivo, «a» per l'aggettivo, «e» per l'avverbio derivato, «i» per il verbo all'infinito. Esempi: katoliko (cattolico), espero (speranza), sento (sentire, senso, sensibilità), misio (missione), amiko (amico), bono (bene), koro (cuore); katolika (cattolico/a), ekumena (ecumenico/a), historia (storico/a), amika (amichevole), bona (buono/a), kora (cordiale); rapide (in fretta), sincere (sinceramente), libere (liberamente), amike (amichevolmente), bone (bene, avverbio), kore (cordialmente); esti (essere), esperi (sperare), skribi (scrivere), paroli (parlare), silenti (tacere). Si noti che nella parola «historio/a» oltre all'accento sulla penultima vocale, si deve aspirare leggermente la «i» per far notare l'acca che la precede. Così anche nelle parole: homo (uomo), havi (avere), hodiaŭ (oggi), hieraŭ (ieri), hundo (cane), hotelo (albergo). Inoltre, la lettera «c» (da non confondere con la ĉ) si pronuncia «tz» quasi come una doppia zeta: nacio (nazione), nacia (nazionale), paco (pace), donaci (donare, offrire), kuraci (curare), donacinto (offerente, donatore), kuracisto (medico). Bonan Paskon (Buona Pasqua): la «n» indica il complemento oggetto, mentre è sottinteso soggetto e verbo; bonan tagon (buon giorno), bonan vesperon (buona sera); pacon kaj bonon (pace e bene); sanon (salute), saluton (salve, per salutare), dankon (grazie), koran dankon (grazie di cuore). Il plurale si forma aggiungendo una «j» al singolare: sandaloj, numeroj, katolikoj, misiistoj (missionari), libroj, domoj (case), ecc. L'accento resta invariato, come al singolare. Le desinenze del verbo sono, as (presente), is (passato, prossimo e remoto), os (futuro), us (condizionale), u (imperativo-ottativo): mi estas, vi estas, li estas, ni estas, vi estas, ili estas (sono, sei, è, siamo, siete, sono). Il verbo non si coniuga. Mi skribas, vi skribas... ili skribas (scrivo, scrivi/scrivete, scrivono). Mi volus (vorrei), mi farus (farei), se mi povus (se io potessi). Legu (leggi, leggete), skribu (scrivi, scrivete), parolu (parla, parlate), ecc. |