Periodico dell'UNIONE ESPERANTISTI CATTOLICI ITALIANI (UECI)
Nuova serie n.1-1985   GENNAIO-FEBBRAIO
"Per la promozione della fratellanza e della comprensione tra i vari popoli di diverse lingue" (Paolo VI)

Periodico bimestrale - Sped. in abb. post. gr. IV 70% -Autorizz. della Curia Vescovile di Rimini n. 1484 del 20/12/1984 - Direttore respons.: Don Duilio Magnani - Redazione e Amministrazione, segreteria generale UECI: Via C. Zavagli, 73 - 47037 Rimini - Tel.(0541)26447 - c/c/p n. 11129475 – Stampa Tipolito Ramberti

Enhavo:



Dal ciclostile alla stampa

  KATOLIKA SENTO si rinnova nella veste e nel contenuto, esce dal suo ambito piuttosto ristretto per un cammino nuovo, per un pubblico diverso, per un servizio ancora sconosciuto ma, in prospettiva, sempre più prezioso.

  Si tratta del problema di una lingua comune nei rapporti fra popoli di lingua diversa. Perché tanto tempo e danaro per lo studio delle lingue, a scuola fin dalle elementari, nei licei linguistici e all'estero? Abbandonata l'utopia di una sola lingua per tutti, si riflette sulla proposta di un realistico bilinguismo: una seconda lingua comune accanto alla propria. Ma quale lingua? Latino, inglese, esperanto? Di tanto in tanto si ritorna sull'argomento a vari livelli, (circoli culturali, stampa, radio, televisione), in Italia e all’estero

  Interessante ad es. l'intervento di Andrea Chiti-Batelli sia su «Comuni d'Europa (febbraio-aprile 1981) che su «Comunità Europee» (novembre-dicembre 1981) e la tavola rotonda organizzata dal Centro Italiano di Formazione Europea (Cife) in collaborazione con l'ufficio per l'Italia della Commissione delle Comunità Europee (Cee) e con l'Associazione Europea degli Insegnanti (Aede) a Roma, 19 gennaio 1980, e riportata in «Affari Sociali Internazionali» (Anno IX, n. 1, 1981, pp.143/171).

  KATOLIKA SENTO (che vuol dire "sentire cattolico"), non si limita al problema "seconda lingua comune", ma nel promuovere la fratellanza e la comprensione fra i popoli pone l'accento sul mezzo privilegiato per comunicare. Tutta l'attività degli Esperantisti cattolici è in equilibrio fra il contenuto e il mezzo per trasmetterlo. È la loro nota distintiva, è il loro programma, come autorevolmente espresso dal Papa Paolo VI (agosto 1975, Anno Santo) nel saluto rivolto in Piazza S. Pietro ai partecipanti al 36.mo Congresso Internazionale degli Esperantisti cattolici: "Ai vostri particolari intenti culturali voi avete voluto aggiungere una nota squisitamente religiosa, inserendovi nello spirito del Giubileo, che a tutti gli uomini di buona volontà parla di rinnovamento, di ritrovato contatto con Dio che ama e perdona. Questo spirito vi guidi nella promozione della fratellanza e della comprensione tra i vari popoli di diverse lingue, secondo il programma che vi distingue; è il nostro augurio sincero, che avvaloriamo con la nostra Benedizione Apostolica, propiziatrice dei doni del Signore". (Oss. Rom. 16/8/75)

  In perfetta sintonia con le iniziative per la promozione umana e l'evangelizzazione, sensibili all'ospitalità, in corrispondenza con i Missionari in Asia e in Africa per le svariate micro-realizzazioni (miniprogetti, sos o progetti speciali), pronti all'invio di pacchi-dono in Polonia e altrove (con materiale didattico, alimentari, indumenti, occhiali, ecc...), gli Esperantisti cattolici si distinguono per l'uso della lingua internazionale "esperanto". Sono convinti, e sono lieti di farlo sapere, che senza interprete si lavora meglio.

  Si parla, si scrive, si telefona oltre ogni confine nazionale; l'accordo funziona, più calore umano, vivacità, amicizia e simpatia.

  KATOLIKA SENTO. Una piccola voce fra tante, ma con uno scopo ben definito, duplice: diffondere i valori del cattolicesimo nel movimento esperantista neutrale e far conoscere l'Esperanto nel mondo cattolico.

  Ecco Radio Vaticana nella lista di stazioni radio con regolari programmi in esperanto, ecco l'impegno per la stampa del messalino festivo da usare in occasione di convegni e congressi degli Esperantisti cattolici, la traduzione di opere letterarie di valore universale come Divina Commedia, Bibbia, Corano... incontri di sacerdoti e laici di Paesi diversi in dialogo con la stessa lingua, interventi e partecipazione anche con proprio stand in grandi manifestazioni culturali, come quella dell'amicizia fra i popoli a Rimini, iniziative a cura di gruppi e delegati in vari Paesi del mondo.

  Grosso problema quello dell'alfabetizzazione perché a monte di mille soluzioni che dipendono dall'istruzione, dal sapere, dal conoscere le leggi della natura per dominarle a favore dell'uomo. Ma che fatica insegnare di fronte alla barriera di alfabeti diversi, di lingue diverse! Problema marginale, si dirà, ma pur sempre ostacolo da superare.

  Si pensi alle migliaia di segni ed espressioni diverse per indicare le stessa cosa! Un assurdo, una irrazionalità che diventa infelicità su scala mondiale, ogni giorno: sul lavoro, a scuola, in Chiesa, in ospedale, nel campo sportivo, in viaggio... ovunque s'incontrino persone di lingua diversa.

  KATOLIKA SENTO. Un panorama di notizie, iniziative, stimoli e proposte per favorire la reciproca comprensione fra popoli di lingua diversa, un contributo concreto nel processo di integrazione europea, un caldo invito alla collaborazione per la soluzione di un problema del nostro tempo, la presa di coscienza del diritto all'informazione, ostacolato dalle barriere linguistiche, e del dovere di informare riducendo e, in prospettiva, eliminando tali barriere.

  Bisogna insistere per un'opinione pubblica sempre più favorevole all'idea di una lingua comune. Si deve passare dall'accordo teorico alle iniziative concrete. I famosi tempi lunghi si accorciano... camminando. Più spazio nei mezzi di comunicazione di massa e più attenzione al problema nella Scuola, nel Turismo, nelle Ferrovie, nelle Poste. Non basta riconoscere il valore dell'Esperanto, bisogna promuoverne la conoscenza e la pratica applicazione. In particolare la Scuola dovrà contribuire alla crescita del fenomeno "esperanto".

  È vero che, dopo il riconoscimento ufficiale dell'UNESCO (Montevideo 1954), in molti Paesi l'Esperanto è oggetto di studio in varie Scuole, ma si tratta di lodevoli esperimenti, di iniziative circoscritte. Purtroppo, le circolari ministeriali favorevoli all'Esperanto restano troppo spesso lettera morta, anche in Italia. "Questo Ministero, compreso della utilità ed interesse che possono derivare dalla conoscenza e dalla diffusione dell'Esperanto, ritiene che debba esserne favorito lo studio..." (Ai Provveditori agli Studi, 21/2/1952). Per stimolare gli Editori niente di meglio che «consumare» esperanto, ma come, se non attraverso la Scuola?

  KATOLIKA SENTO conosce l'esperienza negativa all'estero per la diversità di lingua, propone una soluzione che ritiene valida, ha conoscenza delle resistenze, pregiudizi, indifferenza e scetticismo, incoraggia e coordina il lavoro dei singoli e gruppi già impegnati sullo stesso fronte, invita tutti (insegnanti, sacerdoti, religiosi, suore, studenti di filosofia e teologia...) a riflettere sulla sua proposta e a favorirne la diffusione. Un appello particolare viene rivolto ai giovani, perché, nell'anno a loro dedicato, prendano coscienza di un modo nuovo per comunicare, più facile e più giusto, si pongano in atteggiamento critico nei confronti di lingue straniere imposte per calcolo politico, si confrontino con il programma di K.S. e rispondano con generosità alle sue proposte e iniziative "per la promozione della fratellanza e della comprensione tra i vari popoli di diverse lingue".

Albino Ciccanti


Esperanto: Notizie dal Mondo

Italia — «Famiglia Cristiana», la più diffusa rivista italiana, aveva precedentemente ospitato due interventi sull'Esperanto, dell'ing. Franzoni a favore e dell'ing. Losacco contro. Il tema ha suscitato l'interessamento di molti e numerose sono state le lettere arrivate a favore. Lo dichiara la rivista nel n. 46 di novembre sotto il titolo «Quale lingua internazionale? Risponde un coro: l'Esperanto».

Torino — Notevole successo di visitatori e di consenso ha raccolto la mostra «Apriamo le finestre sul mondo» dedicata alla corrispondenza scolastica internazionale in Esperanto, organizzata dai samideani torinesi e curata dai sigg. Formaggio.

  Altre città come Chieri, Verbania, ecc. hanno espresso il desiderio di ospitarla.

Bologna — Lo scorso novembre nella sede del gruppo esperantista è stato tenuto un seminario per insegnanti di Esperanto, condotto dai samideani Spomenka Ŝtinec di Zagabria e Jacques Le Puil di Parigi (quest'ultimo, anche cantautore, ha pure tenuto un piccolo spettacolo alla nota Osteria dei Poeti). Hanno partecipato insegnanti di tredici provincie italiane.

Olanda — Il 58° Congresso Internazionale della Sat si svolgerà a Amersfoort dal 27 luglio al 3 agosto 1985. Per informazioni, iscrizioni, ecc. rivolgersi alla segreteria del Comitato Organizzatore Antje Noordewier — Kon. Emmalaan 7 — 3832 AH Lensden — Olanda -tel.: 033 / 940345.

Polonia — La TV polacca ha trasmesso il film-documentario in Esperanto «Angulo de Bona Espero» realizzato da Roman Dobrzynsky nella nota fattoria esperantista brasiliana. Il film, già premiato dalla stessa TV, dopo aver partecipato al Festival del Cinema di Siviglia, verrà inviato anche a quello di Lipsia.

Olanda — In vista del centenario dell'Esperanto è stata data alle stampe la nuova opera «Esperanta Antologio; Poemoj 1887/1981» edizione rinnovata (sempre a cura del famoso scrittore William Auld) della precedente Antologia che giungeva fino al 1957. Sono 888 pagine con 706 poemoj di 163 autori da 35 nazioni. Il prezzo è di 60 fiorini.

Spagna — La città di Valencia ha pubblicato ben tre opuscoli turistici in Esperanto: «Festoj kaj gastronomio» — «Historio kaj Arto» — ed infine «Itineroj».

Norvegia — Il Ministero degli Esteri ha pubblicato un fascicolo informativo di 24 pagine in Esperanto sulla Norvegia: storia, cultura, industria, ecc.

70-a Universala Kongreso de Esperanto
70/mo Congresso Universale di Esperanto
Il 70-mo congresso universale di Esperanto avrà luogo in Germania (Augsburg) dal 3 al 13 agosto p.v. sotto l'alto patrocinio del Presidente della Repubblica Federale Tedesca Dott. Richard von Wiezsäcker.

Ekumena Kongreso (Ikue-Keli)
Congresso Ecumenico
Nei giorni precedenti il congresso universale del movimento esperantista neutrale e nella stessa città tedesca (Augsburg) avrà luogo il congresso ecumenico degli Esperantisti Cattolici e Protestanti.


Esperanto alla VIII edizione di «Milano per Voi»

  Un discreto successo di pubblico ha ottenuto il Corso tenuto dal prof. Valerio Ari al Circolo Puecher di Milano nell'ambito della nota iniziativa culturale, che ormai è una tradizione, del Comune di Milano.

  Il tema era di ampio respiro storico: «Che cosa è la interlinguistica» ed il conferenziere l'ha trattato nell'arco delle quattro lezioni con la notevole competenza che gli deriva dalla completa conoscenza della materia, dai suoi approfonditi studi nel campo della storia delle lingue pianificate. Un giudizio su questo corso non può essere che nettamente positivo, senza riserve.

  È impossibile riassumere in modo organico ed in poche righe quattro conferenze che hanno abbracciato, classificato e sviscerato secoli di umani tentativi per arrivare ad una lingua ausiliaria pianificata. Dalle pasigrafie alle pasilalie, dalle lingue «a priori» a quelle «a posteriori», dai primi tentativi o studi del XIII secolo (Lullus e Roger Bacon) a Zamenhof, Couturat ed altri del XX secolo, attraverso Francis Bacon, Walkins, Cartesio, Komensky, Leibniz, Sudre e il Volapük di padre Schleyer. Una rassegna storica abbinata ad una analisi dei vari motivi ispiratori e della strutturazione linguistica realizzata, ad una valutazione critica dei risultati ottenuti.

  Ovviamente maggiore attenzione è stata dedicata al Volapük ed ai tentativi di questo secolo per i risultati pratici ottenuti o per la loro attualità. A parte l'esperanto, l'unica lingua ausiliaria che ha superato la fase formativa attraverso una sua pratica utilizzazione da parte di cultori in tutto il mondo, a dimostrazione della sua geniale struttura, delle sue doti di funzionalità ed idoneità a riscoprire il ruolo di seconda lingua dell'umanità.

  Al fenomeno Esperanto, all'ideologia che lo ispira ed a tutti i vari aspetti che lo caratterizzano, il prof. Ari ha dedicato tutta la parte finale del programma.

Settimana Internazionale a Romans — Francia
dal 29 giugno al 6 luglio '85

Il gruppo esperantista Bona Stelo di questa bella cittadina della Francia del Sud, fra la Provenza e il Parco Naturale di Vercors, invita tutti a partecipare ad una interessante settimana esperantista. Il programma giornaliero è basato su visite a città e musei, certose ed abbazie famose, alla valle del Rodano, al Castello di Hanterives. Quello serale su concerti, canti, proiezioni, balli, ecc.

Il costo della settimana completa (vitto, pernottamento, escursioni) varia da 200.000 a 400.000 lire a seconda del pernottamento scelto.



Testimonianze

Un vantaggio preziosissimo

Da più di quarantanni uso la lingua internazionale Esperanto per la corrispondenza e per visitare nazioni straniere da amico e non da sfruttato turista.

Da quando iniziai a collezionare francobolli e scambiare «annulli speciali» ho trovato nell'Esperanto un vantaggio prezioso.

Non ho alcuna difficoltà per fare i necessari contatti sia con visite personali sia usando il Servizio Delegato dell'Associazione Universale di Esperanto.

Signor Frank J. Rogers, Itford Essex

La mia unica lingua straniera

Appena un anno dopo aver cominciato a studiare l'Esperanto per un anno sono stato in giro per conferenze ed esercitazione in quindici nazioni europee. In ogni nazione visitata, la mia sistemazione e la traduzione dall'Esperanto alla lingua locale venivano risolte dagli esperantisti del luogo. Tre giornali del commercio hanno parlato del mio giro che non è stato solo un successo commerciale, ma ha dato anche a me un grande piacere personale.

All'Esperanto deve essere dato pieno credito perché pur essendo stata l'unica lingua straniera da me usata si è dimostrata perfettamente adeguata al mio fine. Per suo merito ora ho buoni amici in tutta l'Europa.

Signorina Kimie Ozawa, Tokio — Giappone

Una nuova dimensione alla mia vita

Ho lottato forte a scuola per imparare almeno una lingua straniera ed ho fallito a dispetto dei miei anni di studio.

Dopo il mio ritiro, a sessant'anni, da un'attiva carriera d'affari, mi fu suggerito da un amici di occuparmi dell'Esperanto.

Con mia grande sorpresa ho fatto un rapido progresso nel parlare, leggere e scrivere la lingua. Adesso ho amici corrispondenti in diverse nazioni.

La conoscenza dell'Esperanto ha aggiunto una nuova dimensione alla mia vita in un modo che non avrei mai sognato fosse stato possibile.

Signora T.A. Markarian Dover — Kent



L'esperanto e l'educazione alla pace


PROGRESSO TECNICO

  Quando si parla delle varie forme di progresso dell'umanità si fa riferimento soprattutto ai risultati delle innovazioni tecnologiche: con ciò si ha riguardo alle tecniche dalle quali deriva la diminuzione della fatica fisica, la rapidità delle comunicazioni, il maggiore sfruttamento delle risorse naturali, la soddisfazione dall'attività di ricerca, che sono manifestazioni dell'innato desiderio dell'uomo di conoscere, di sperimentare e di migliorare.

  Quando invece ci si sofferma a considerare il progresso dell'umanità nella intima sua natura, non si può fare a meno di constatare che il risultato è deludente.

  L'uomo, pur utilizzando il dono dell'intelligenza e costruendosi la società per rafforzare la capacità dei singoli, stenta a trovare il rimedio per frenare la sua aggressività, a causa della quale ancora troppi sono gli individui che tendono a prevalere sui propri simili e che spesso li opprimono; essi non si curano di subordinare la propria azione a criteri di giustizia e la proseguono anche se è causa di danni, determinando condizioni di sperequazione e di inferiorità che poi diventano motivi di reazioni.


VALORI MORALI

  Si deve peraltro notare che la coscienza individuale di molti è pronta a recepire la necessità del rispetto della dignità altrui; ne è dimostrazione il risultato di un'inchiesta-campione tra giovani nella Comunità Europea (v. «L'Espresso» n. 46/83 pag. 182 nella rubrica «La Scuola») dalla quale emerge che i valori da difendere, per i giovani, sono in primo luogo la pace e subito dopo i diritti dell'uomo.

  Quel risultato pone in evidenza la consapevolezza dei giovani sulla necessità di assicurare la pace quale presupposto per lo sviluppo e la libera estrinsecazione della propria personalità, insieme col doveroso ed altrettanto necessario riconoscimento dei diritti di ogni individuo quale fondamentale elemento di giustizia nelle relazioni umane.

  Queste interessanti manifestazioni di opinione sono garanzia di valide premesse per il futuro della convivenza tra gli uomini, ma hanno bisogno di essere sostenute ed alimentate perché possano svilupparsi e diffondersi e perché non rimangano soffocate dalle latenti tendenze egoistiche di ogni individuo e dalle azioni prevaricanti di gruppi più o meno politici interni ed esterni.

  Allo scopo suddetto sono da valorizzare tutti i richiami, gli insegnamenti e gli studi che tendono alla ricerca dei metodi per educare alla pace che è rispetto, tolleranza, civile discussione, leale confronto e democratica accettazione delle opinioni e disponibilità verso il prossimo.

  Occorre formare la personalità dei giovani in modo che la pace nelle relazioni umane costituisca un presupposto di tutte le azioni e sia a sua volta basata su un radicato convincimento di voler operare secondo giustizia e nel consenso democratico acquisito nel rispetto dei diritti di ogni persona. Una base educativa così concepita ed attuata, cui corrisponda una rigorosa pretesa di giustizia nelle relazioni sociali nell'ambito di equilibrate esigenze economiche, insieme con la visione e la prospettiva degli effetti funesti della violenza e dell'imposizione ingiustificata, può costituire un valido antidoto alle influenze negative di azioni ispirate da scopi eversivi di qualsiasi natura


LINGUA INTERNAZIONALE

  A fianco delle varie proposte e dei diversi tentativi ed inviti di origine morale, religiosa, familiare o personale che da sempre richiamano gli uomini al rispetto reciproco ed alla giustizia delle loro azioni, un apporto educativo può derivare, in favore della pace, dalla conoscenza degli scopi e della struttura della lingua internazionale esperanto che, in progressiva diffusione ed ormai ampiamente collaudata, sta per celebrare il centenario della sua origine.

  Ovviamente il superamento dell'ostacolo linguistico non è una panacea per i mali sociali, ma può essere un valido contributo agli sforzi di tutti coloro che si dedicano al miglioramento delle relazioni umane.

  Attraverso l'apprendimento di un mezzo linguistico comune, che non ha uno specifico riferimento etnico ma che consente tutte le manifestazioni del pensiero, i giovani nella prima età scolare e poi gli adulti acquistano la possibilità di una libera comunicazione in condizione di parità con tutti i popoli. Questa è una base, insieme con le più generali conoscenze culturali, per alimentare il senso di amicizia e di rispetto verso le persone delle varie civiltà e per acquisire il cosciente impegno di evitare qualsiasi violazione dei diritti spettanti ad ogni individuo.

  L'effetto educativo si può riflettere anche nei rapporti tra connazionali, perché la consapevolezza dell'azione secondo giustizia diventa un modo ispiratore del comportamento interpersonale e rafforza i propositi dell'operare equilibrato ed obiettivo, essendo la comunicabilità anche fonte di solidarietà.

  Le varie raccomandazioni, gli insegnamenti, gli esempi di carattere educativo possono trovare nell'apprendimento della lingua esperanto un elemento complementare; esso si mostra concretamente come attuazione della comunicabilità e come possibile fonte di amicizia, perché sorretto da un fondamentale carattere di giustizia e di unione aperto sul mondo.

  L'esperanto è anche un primo passo pratico, accessibile a tutti, che consente un meditato orientamento culturale mediante la libera scelta nello studio di lingue nazionali o etniche, la cui conoscenza può così diventare mezzo di approfondimento letterario senza costituire preclusione alla comunicazione verso i popoli di differenti aree linguistiche.

  È dunque logico concludere che ogni persona, tra le varie manifestazioni della volontà di pace, ha possibilità di esprimerla anche mediante l'opinione sull'utilità dell'esperanto, dopo aver preso conoscenza della lingua negli essenziali elementi storici, strutturali e pedagogici, cosi superando i possibili preconcetti derivanti da scarsa conoscenza dell'argomento.

Istituto Italiano di Esperanto Cattedra di Pistoia


Recensione

L'Esperanto nel mondo moderno


Esperanto in the modern world — Esperanto en la moderna mondo

I compilatori affermano che «la maggioranza degli uomini non conoscono, profìcuamente, che cosa sia l'Esperanto».

Come dunque si conquisterà il cuore dei non esperantisti?

Con questo grande lavoro i Signori Eicholz intendono far conoscere i problemi linguistici nella comunicazione internazionale e la soluzione ideale usando l'Esperanto, facendo conoscere la lingua internazionale, il suo creatore, Dott. L.L. Zamenhof e la sua storia, mostrare il valore educativo dell'Esperanto, utile e adatto quale lingua ponte, dare informazione circa l'attuale movimento esperantista e notizie per l'uso pratico dell'Esperanto nei diversi campi, e presentare alcune pagine da libri e giornali in Esperanto.

Per il loro scopo i compilatori hanno scelto per il loro libro decine di articoli scritti da Humphrey Tokin, W. Auld, J. Lapenna, C. Piron, J. Francis, B. Sherwood, T. Sekelj, A. M' Bow, M. Bulton, F. Szabo-Felso ed altri eminenti esperantisti competenti in cose internazionali.

Ecco i titoli di parte degli scritti:

— Il problema linguistico nelle relazioni internazionali;

— Uguaglianza linguistica negli incontri internazionali;

— Bilinguismo giusto per il Canada;

— Il problema linguistico del Movimento Non-allineati e sua possibile soluzione;

— Mito e realtà dell'Esperanto;

— Realtà basilari della lingua internazionale;

— Esperanto e il suo creatore;

— Le 16 regole dell'Esperanto;

— La grandezza del Dott L.L. Zamenhof;

— Lettera di Zamenhof sull'origine dell'Esperanto;

— Integrità e cose sottese nell'opera di Zamenhof;

— La lingua internazionale come buon mezzo artificiale di traduzione;

— Il valore educativo dell'Esperanto;

— Turismo internazionale di chi parla l'Esperanto;

— Esperanto nella radio.

Poiché il libro è destinato agli anglofoni, quasi tutti i suoi articoli sono scritti in inglese o tradotti in inglese e messi con l'originale per confronto.

Sfogliandolo ho constatato che esso è valido per diffondere l'Esperanto non soltanto in Canada e nazioni anglofone, ma anche nelle altri parti del mondo, perché la sua ricca raccolta di materiali dà a sufficienza un chiaro quadro sul problema della lingua internazionale.

Avvicinandosi il centenario dell'Esperanto, i sostenitori della lingua internazionale devono impegnarsi con più energia per conquistare il cuore dei non-esperantisti e spingere la nostra Causa all'affermazione.

Per vincere gli scettici servono molti strumenti di propaganda. La rapida diffusione in Cina di oltre 30.000 esemplari dell'opuscolo di 100 pagine «Conosci l'Esperanto» dimostra che simile strumento di propaganda è necessario e può giocare una parte positiva nella diffusione dell'Esperanto. Tuttavia non è sufficiente per conquistare il cuore dei non-esperantisti, di chi non conosce l'Esperanto.

Veramente benvenuto è «L'Esperanto nel mondo moderno». La sua pubblicazione e «L'Esperanto in prospettiva» sono una gioiosa indicazione del progredire dell'Esperanto. È pensabile che aumenteranno ancora di più validi mezzi di propaganda per l'Esperanto in occasione del suo centenario.

Si potrebbe pubblicare una serie di stampati di propaganda che trattino più dettagliatamente i temi di «L'Esperanto nei mondo moderno», prendendo quale base quest'opera.

(Dal mensile in Esperanto «ElPopola Cinio -9- '84, p. 21).


Da Tokyo a Rimini, complice l'Esperanto

Cinese o giapponese? Certamente asiatico, lo si nota da lontano, capelli brizzolati, 52 anni, occhi mobilissimi, volto sorridente, anche senza volerlo... È il prof. Yoshiaki Mizuno dell'Università Meiji di Tokyo, approdato a Rimini dopo alcuni mesi di piacevole vagabondare per l'Europa.

Data la buona situazione economica attuale del Giappone, al prof. Mizuno è stato concesso l'anno sabbatico, cioè un anno libero dall'insegnamento e una discreta somma da spendere a piacere. Conversazione piacevolissima, battuta pronta, buon umore. Mizuno conosce bene il suo mondo e ne parla volentieri, ma non è facile seguirlo, lo interrompiamo, si accorge della nostra curiosità e anche della nostra distanza dal Giappone, abbrevia le risposte per soddisfare più domande.

È professore d'inglese, ma preferisce l'Esperanto. Perché? Nei Paesi di lingua inglese, spiega Mizuno, nonostante le difficoltà della pronuncia, si va bene, ma negli altri Paesi è un fiasco. La gente parla la propria lingua, l'inglese si parla poco e male. L'esperanto è un'altra cosa. C'è accordo nella fonetica, ci sono volontari del movimento per l'accoglienza, c'è l'interesse comune di far sapere che la lingua funziona. Di conseguenza, si fa visita al gruppo, si pratica l'ospitalità, si fanno tante conoscenze, si possono visitare musei e monumenti con la guida locale... davvero un'ottima occasione per educarsi alla mondialità.

Si spazia dal turismo allo sport, dall'economia alla politica. Si arriva alla religione. Un labirinto. Ma una cosa è risaputa e viene sottolineata: in Giappone, almeno apparentemente, si vive bene senza religione, il problema non si pone. Mizuno spiega che il Buddismo venuto dalla Cina ha preso il sopravvento sullo Scintoismo, le varie religioni convivono con reciproco rispetto, la pratica è ridotta ai minimi termini. Buddista o Scintoista, lo si riconosce dal rito funebre o da qualche altra cerimonia esterna, secondo la tradizione. Anche se le conversioni sono poche, c'è un crescente interesse per il Cristianesimo. Alcune figure di missionari europei sono popolari, ad es. S. Massimiliano Kolbe. La recente visita del Papa ha polarizzato l'attenzione delle masse, anche se in pratica restano agnostiche. Si ritiene che proprio dallo spegnersi delle grandi religioni antiche nella coscienza del popolo, possa affermarsi lentamente il cristianesimo, ma più per la tradizione locale, martiri e missionari, anche oggi, che per la loro civiltà cristiana europea, ancora lontana e ambigua per il popolo giapponese.

Facendo un giretto per il centro storico di Rimini, per chi ci vede insieme, è scontato, parliamo esperanto. Cosi sarà a Tokyo prossimamente, ospite del prof. Mizuno, ma cosi sarà anche a Pechino nel 1986 per il 71" Congresso Mondiale di esperanto: tanti asiatici e molti europei (alcuni già prenotati) senza problemi di lingua, e non è poco.

Albino Ciccanti


Esperanto: mini-corso

  La Lingua Internazionale Esperanto è una lingua moderna con poche regole semplici, senza eccezioni.

  Il lessico derivato dalle lingue più diffuse (spagnolo, francese, inglese, italiano, tedesco, ecc.) è al 70% di origine latina, mentre la struttura agglutinante è molto simile a quella di molte lingue asiatiche (cinese, finlandese, ungherese, ecc). Questo spiega la sua internazionalità e la sua progressiva diffusione su tutti i continenti in meno di un secolo.

  Come si legge l'Esperanto: la Lingua Internazionale ha un alfabeto di 28 lettere.

  Le seguenti si leggono come in italiano: A B D E F I L M N O P R T U V.

  Le altre si leggono come indicato qui sotto:

C come Z di Lazio: cigano, caro (zigàno, zaro).

Ĉ come C di ceci: ĉiĉerono, ĉokolado (cicerono, ciokolàdo).

G come G di gola: gumo. gemo (gumo. ghemo).

Ĝ come G di gita: ĝirafo, ĝardeno (girafo, giardeno).

H lieve aspirazione: hotelo, helpo.

Ĥ forte aspirazione: ĥaoso. ĥoro.

J come J di juta: juto, jes.

Ĵ come J francese: jurnalo (s+g dolci) (sgiurnàlo).

K come ch: kilo, koro.

S come S di sole e cassa: suno, kaso (suno, casso).

Ŝ come sc di sci: ŝipo, ŝalo (scipo, se...).

Ŭ come U di autore: aŭtomobilo (automobìlo).

Z come s dolce di vaso: vazo, rozo (vaso, roso).

  Sono vocali: a e i o u. Sono semiconsonanti: j ŭ.

  Le altre lettere sono consonanti. Ogni lettera conserva sempre in ogni posizione il suo suono alfabetico e viceversa.

  Le vocali E e O possono essere pronunciate aperte o chiuse indifferentemente. Si consiglia una pronuncia non troppo aperta e non troppo chiusa.

  L'accento tonico cade sempre sulla penultima vocale: centimetroj (centimètroj), telefono (telefòno), libroj (lìbroj), baldaŭ (bàldau), hodiaŭ (hodìau), hodiaŭa (hodiàua).

  Esercizio di lettura.

  Kara amiko, okaze de la internacia kongreso de Esperanto en Pekino por la 99-a (naŭ-deknaŭa) jaro de la Internacia Lingvo multaj homoj vizitos vian landon. Mi ankaŭ kun miaj amikoj intencas viziti vin. Ĉu vi povas sendi al mi turisman materialon pri hoteloj, vojaĝoj, kulturaj kaj amuzaj programoj de la kongreso? Ĉe niaj giĉetoj amasiĝas multaj turistoj demandante informojn pri la programita vojaĝo. En la atendo mi salutas vin elkore.

Pronuncia: Kara amico okase de la internazia congresso de esperanto en Pechino por la naudeknàua jaro de la internazia lingvo mùltaj hòmoj visìtos vian làndon. Mi ànkau kun mìaj amikoj intenzas visiti vin. Ciù vi póvas séndi al mi turissman materialon pri hotèloj vojàgioj kulturaj kaj amùsaj programoj de la kongrésso? Ce niaj ghicètoj amasigias mùltaj turistoj demandante informojn pri la programita vojàgio. En la atèndo mi salùtas vin elkore.



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